“Da tanto tempo” di Giovanni Farina


Da tanto tempo

volevo dire addio

alla solitudine,

volevo dimenticarla

nel passato,

ma lei sorridente

e paziente

mi ha detto

che mi ama

che non sa vivere

senza di me.

Io

avrei voluto abbandonarla,

dirle di non accarezzare

il mio cuore

la mia anima

di non essermi fedele

come lo è

ogni giorno

ogni notte.

Non posso abbandonarla

perché

ormai

ha conquistato

ogni fibra

del mio essere.

Mi scrivono da tante carceri italiane, da quello di Augusta sempre e solo silenzio


Dal “nostro” carcere di Augusta il silenzio stampa più totale, ormai da più di 4 mesi non mi arriva più niente come se fossero tutti morti gli amici detenuti che prima mi scrivevano.

Invece, nel frattempo, si è allargata a macchia d’olio come un sasso buttato in uno stagno che si propaga a onde, la quantità di lettere che mi arrivano da tutte le carceri d’Italia piene di poesie, riflessioni, articoli, biografie, dialoghi, di tutto, ormai mi scrivono da Spoleto, Bologna, Catanzaro e da tante altre carceri e io cerco di rispondere a tutti in tempo reale e di copiare e pubblicare molte delle cose che mi mandano per dare voce a quelle persone che ormai per tutti sono solo numeri di matricola, uomini ombra, come dice Carmelo Musumeci, che sopravvivono senza alcuna speranza.

Nel mio piccolo provo a essere la loro voce.

Carcere di Augusta 4 mesi dopo…


Che bello, mi stanno arivando tante lettere da altre carceri italiane, da detenuti condannati all’ergastolo a cui nessuno dà voce e da quello “nostro”, di Augusta, silenzio assoluto e immotivato se non da un divieto, da un filtro che non posso dimostrare ormai da 4 mesi

…ma fare il bene disinteressatamente alla fine paga: da Augusta silenzio stampa e dalle altre carceri tante lettere piene di poesie, confessioni, racconti, riflessioni…GRAZIE, spero di riuscire a copiare tutto e a pubblicare gradualmente tutto quello che mi è arrivato,  creerò la categoria:

VOCI DA ALTRE CARCERI ITALIANE

Baci elettrici a Catanzaro


dennis oppenheimSabato 14 novembre alle ore 19 viene presentata al Parco Internazionale della Scultura di Catanzaro Electric Kisses, l’installazione di Dennis Oppenheim che qui troverà una collocazione permanente andandosi ad aggiungere alle opere di Tony Cragg, Jan Fabre, Mimmo Paladino, Antony Gormley, Stephan Balkenhol, Wim Delvoye e Marc Quinn.

L’evento sarà anticipato alle 16,30 da un incontro pubblico al MARCA di Catanzaro intitolato Dalla Land Art all’Arte Ambientale a cui partecipano, oltre a Oppenheim, il presidente della Provincia di Catanzaro Wanda Ferro, il direttore artistico del MARCA Alberto Fiz, il direttore del Museo d’Arte Moderna di Saint-Etienne Lorand Hegyi e l’architetto Italo Rota.

Con la collocazione di Electric Kisses prosegue l’innovativo progetto fortemente voluto dalla Provincia di Catanzaro con la collaborazione della Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici della Calabria che, con la cura scientifica di Alberto Fiz, ha dato vita ad un Parco Internazionale della Scultura nella città di Catanzaro connesso con Intersezioni, la mostra-evento che ogni anno a Scolacium propone una differente contaminazione tra arte contemporanea e archeologia.

In tal modo il progetto temporaneo lascia un’impronta permanente nella città sviluppando un circolo virtuoso ottenuto , attraverso una lungimirante politica culturale.
“Il cammino di Intersezioni prosegue a Catanzaro dove si è costituita una delle più significative realtà culturali del Mezzogiorno. Il Parco Internazionale della Scultura, così come il MARCA, sono integrati nel tessuto connettivo della città e rappresentano parte della sua identità”, ha dichiarato Wanda Ferro Presidente della Provincia di Catanzarro con delega alla Cultura.

Il progetto del Parco è nato nel 2005 su indicazione di Michele Traversa, allora Presidente della Provincia di Catanzaro e attuale onorevole: “Credo che l’arte contemporanea debba trovare un posto permanente nella città diventando un patrimonio condiviso, senza barriere divisorie”, afferma Traversa. “L’entusiasmo con cui sono state accolte le sculture ha dimostrato che questa intuizione era giusta e ora possiamo vantare un patrimonio di opere all’aperto di notevole qualità che nel tempo intendiamo arricchire ulteriormente”.

Sono stati 20 mila gli spettatori che dal 31 luglio al 3 novembre hanno visitato il Parco archeologico di Scolacium in occasione della quarta edizione di Intersezioni (la mostra è accompagnata da una monografia edita da Electa) dedicata all’artista americano Dennis Oppenehim che con le sue immaginifiche installazioni ha consentito una nuova lettura dell’intero territorio. “L’arte di Oppenheim sviluppa un continuo divenire in base ad un processo di trasformazione polisemico che ha trovato in Scolacium il partner ideale”, ha affermato Alberto Fiz. Ma è stato lo stesso Oppenehim a ad aver riconosciuto come Scolacium abbia rappresentato lo straordinario scenario per uno dei suoi più riusciti progetti di arte ambientale. “In Italia come in nessun altro paese l’arte contemporanea viene rigenerata dal suo costante rapporto con la storia e con la memoria”, ha spiegato.

Intersezioni 4 ha avuto il sostegno della Regione Calabria e di Sensi contemporanei.

Proprio Alberto Versace, Presidente del Comitato di Coordinamento di Sensi Contemporanei ha affermato come “con il supporto a Intersezioni 4 Sensi Contemporanei abbia proseguito il suo percorso di promozione e diffusione dell’arte contemporanea nelle Regioni dl Sud Italia. nella convinzione che la cultura sia fattore di sviluppo non solo sociale, ma anche economico in grado di generare conoscenza, competenze, occupazione e di incoraggiare in modo significativo la capacità di attrazione turistica del territorio”.

Molte delle installazioni proposte rimarranno a lungo nella memoria degli spettatori diventando un punto di riferimento costante. Basti pensare a Splashbuilding, collocata nel Teatro romano, dove la caduta di una semplice goccia d’acqua ha dato vita a imprevedibili esplosioni con strutture di notevoli impatto poetico. A Submerged Vessels, l’installazione formata da una serie di vascelli in fiberglass riemersi nelle secche del parco quasi fossero reperti provenienti da chissà quale civiltà. O a Tumbling Mirage, veri e propri miraggi collocati nell’antico Foro di Minervia Scolacium dove l’arte plastica sviluppa un profondo senso di precarietà perdendo di vista una formalizzazione immediatamente riconoscibile. Siamo in presenza di elementi non immediatamente identificabili che potrebbero assomigliare a navicelle spaziali.

Ma l’installazione che, forse, meglio di ogni altra ha identificato Intersezioni 4 è stata Electrc Kisses del 2009 da cui è emersa la capacità visionaria e fantastica di Oppenehim. In questo caso l’artista americano ha creato due strutture abitabili in acciaio e tubi colorati in acrilico che richiedono la presenza complice dell’osservatore e proprio per questa ragione trovano la loro più idonea collocazione all’interno del Parco cittadino, luogo di frequentazione quotidiana. Electric Kisses, del resto, è un’opera ricca d’implicazioni dove la forma evoca le antiche pagode o l’architettura islamica in una rigenerazione vitalistica dello stile che, con il suo bagaglio di memorie e convenzioni, s’insinua nei flussi della contemporaneità. Ma i kisses sono anche cioccolatini che si assottigliano in punta molto diffusi in America, a dimostrazione di come high and low trovino una congiunzione ideale nel progetto di Oppenheim.

Creato nel 2005 il Parco Internazionale della Scultura di Catanzaro presenta in permanenza le opere di tutti i protagonisti di Intersezioni.

da www.newsfood.com