“Io, loro e Lara” di Carlo Verdone


di Daniela Domenici

Abbiamo avuto il piacere di poter assistere in anteprima, ieri al cinema Golden di Palermo, alla proiezione dell’ultimo film di Carlo Verdone “Io, loro e Lara”, che è uscito in contemporanea in tutte le sale italiane, e poi, nel pomeriggio, in un hotel del centro cittadino, alla conferenza stampa dello stesso regista insieme a due degli attori del cast, Laura Chiatti e Marco Giallini.

In questa sua ultima “creatura” di cui è oltre che interprete principale e regista anche autore insieme a Francesca Marciano e Pasquale Plastino, Carlo Verdone ha voluto dar vita alla figura di un sacerdote un po’ particolare e per delinearlo meglio si è ispirato, come ci ha detto durante la conferenza stampa, a molti sacerdoti, spesso giovani, da lui personalmente incontrati, di parrocchie magari di periferia, che sanno dialogare con i giovani, che sanno mediare.

Ecco, “mediare”, questo è quanto tenterà di fare per tutta la durata del film, e ci riuscirà perfettamente, il protagonista, don Carlo, un sacerdote che dopo aver trascorso dieci anni come missionario in Africa, attraversa una momento di crisi spirituale, di ripensamento e decide di tornare in Italia per una pausa di riflessione.

Ma la situazione che trova nella sua famiglia, composta dalla sorella, Bea, splendidamente interpretata da Anna Bonaiuto, che fa la psicoterapeuta ma che avrebbe bisogno lei di aiuto psicologico, da Luigi, un formidabile Marco Giannini, broker finanziario con grossi problemi di cocaina, e dal padre Alberto, impersonato da un commovente e delicato Sergio Fiorentini, lo porta a chiedersi se forse sia meglio tornare nella sua missione in Africa.

Il personaggio che stravolgerà la vita di questa famiglia ma che, alla fine, la cambierà in positivo, la migliorerà, è quello di Lara, una giovane donna la cui vita viene seguita, dal regista, in parallelo a quella della famiglia di don Carlo fino a quando, e non vi sveliamo naturalmente il momento della “svolta”, il “turning point”, le loro esistenze si incroceranno e le dinamiche relazionali cambieranno. Lara è interpretata da una formidabile Laura Chiatti che riesce a caratterizzare questa giovane donna con una varietà di toni e atteggiamenti davvero perfetti. Altro personaggio che ha un certo peso nella vicenda è la psicologa che ha in cura Lara (e alla fine del film si capirà perché), una divertentissima Angela Finocchiaro che ha saputo, in questo ruolo-cameo, essere, allo stesso tempo, buffa e tenera.

Verdone, in questo suo triplice ruolo di autore, protagonista e regista, ha saputo, ancora una volta, cavarsela egregiamente dando vita a un personaggio, e l’ha sottolineato durante la conferenza stampa, in cui la sua usuale, celebre comicità, soprattutto fisica, viene usata solo a tratti e molto delicatamente; ne viene fuori la figura di un uomo che non trova ascolto ai suoi problemi, che si trova catapultato in un mondo che non conosce, lontano anni luce da quello in cui è vissuto in Africa ma che riesce, con la sua incredibile capacità di mediare, a risolvere tutte le dinamiche e a uscirne a testa alta, arricchito da questa esperienza e lasciandosi dietro solo situazioni risolte positivamente.

Carlo Verdone ha voluto dedicare questo suo film, con cui festeggia i suoi trent’anni nel cinema, al padre Mario, scomparso durante le riprese.

Italians, recensione di Daniela Domenici


italiansAncora una volta la coppia Giovanni Veronesi regista e Carlo Verdone protagonista funziona alla perfezione: “Italians”, film uscito nelle sale lo scorso gennaio, è un piccolo gioiello di delicatezza di toni, di bei sentimenti, di stupendi paesaggi e inquadrature scelte con estrema attenzione, pellicola che commuove e fa sorridere allo stesso tempo.

Il film è diviso in due lunghi episodi completamente diversi per collocazione geografica e storia narrata.

Nel primo i bravissimi protagonisti sono un inedito e divertente Sergio Castellitto in versione un po’ volgare e rude e un commovente e umano Riccardo Scamarcio nella parte del socio della truffa e falso figlio che attraversano insieme su un camion il deserto arabico fino a Dubai; sulla strada del ritorno arriva il momento rivelatore e inaspettato, il “turning point” un po’ da “giallo”, tenero e commovente. In questo episodio ha un ruolo-cameo Remo Girone nel ruolo del titolare della ditta per cui lavora Castellitto-Fortunato.

La seconda storia è ambientata tra Roma e San Pietroburgo e ha come protagonista assoluto un formidabile Carlo Verdone che interpreta un odontoiatra in crisi depressiva che va in Russia per un convegno medico convinto di poter finalmente vivere, spinto da un collega e amico, anche un’esperienza sessuale “facile” e si trova invece coinvolto, per sbaglio, in una vicenda dai tono comico-gialli che ha una conclusione assolutamente sorprendente e commovente. In questo secondo episodio bravissimo l’augustano Dario Bandiera nel ruolo del procacciatore di donne russe disponibili e brava anche Ksenia Rappoport nella parte dell’interprete.

Vorremmo lasciarvi con due immagini che ci hanno colpito: nel primo episodio il momento in cui i due protagonisti fanno una sosta da Ahmed e Scamarcio vede e parla, accanto a un pozzo, con sua figlia Haifa completamente celata dal burqa e, quando poi ripartono, l’abbraccio tra Castellitto e la ragazza; nella seconda storia i momenti finali della vicenda quando Verdone si trova in una casa coloratissima un po’ particolare (non vi vogliamo svelare cos’è) con tanti bambini di tutte le età.