Italia: le carceri sono una discarica sociale


Pannella dopo visita all’Ucciardone

“Le carceri in Italia sono una discarica sociale“. Parola di Marco Pannella, che insieme a una delegazione radicale composta da Rita Bernardini e Matteo Angioli ha compiuto una visita ispettiva alla casa circondariale Ucciardone a Palermo. “Vi sono grandi situazioni di povertà – ha aggiunto -. Si continua a usare la pratica della detenzione in un modo che non sarebbe permesso né dalla Costituzione né dalla giurisdizione europea e internazionale”.

“Il carcere – riprende Pannella – è il museo della barbarie e della partitocrazia del sessantennio che ha preso il posto del ventennio fascista”. Domenica i parlamentari erano stati nel carcere di Poggioreale a Napoli.

“C’è la dimostrazione che in Italia siamo caduti – ha osservato – antropologicamente in basso. Ma all’Ucciardone con la nostra visita abbiamo suscitato qualche sorriso che ci consente di sperare che proprio da queste comunità forse riusciremo a rendere più civile questo Paese”.

La situazione del carcere borbonico di Palermo è stata descritta da Rita Bernardini. “Sono stata qui nel marzo 2009 e da allora – ha detto – non è cambiato nulla, la situazione è peggiorata e questo non per colpa della direzione o del personale che opera in questo istituto ma per responsabilità dell’amministrazione centrale”.

“Ci sono per ora 720 detenuti – ha continuato – con un sovraffollamento enorme nelle celle. I reclusi vivono in una struttura fatiscente, senza riscaldamento. Si sta per aprire una nuova sezione ma manca il personale per farla funzionare. L’organico è sotto di almeno 200 unità: ci sono 300 agenti di polizia su 500 previsti”.

fonte tgcom

Il video dell’intervista rilasciata da Bernardini e Pannella all’uscita dell’Ucciardone:

http://www.radioradicale.it/scheda/300836/incontro-con-la-stampa-di-marco-pannella-e-rita-bernardini-al-termine-di-una-visita-ispettiva-alla-casa-ci

Il cervello va in tilt se il debito di sonno è cronico


di Monica Maiorano

Uno studio condotto da Daniel Cohen del Beth Israel Deaconess Medical Center di Boston ha dimostrato che se si dorme poco per molte notti di seguito, non è sufficiente una dormita di 10 ore consecutive per recuperare il debito di sonno compromettendo in questo modo lo svolgimento delle attività quotidiane, soprattutto quelle cognitive.

Il sonno è un fenomeno biologico ciclico, riguarda tutti gli animali dotati di sistema nervoso centrale ed il suo ritmo è regolato dall’alternanza del giorno e della notte.

Per quanto caratterizzato da una perdita di coscienza e dall’interruzione dei rapporti tra il soggetto e l’ambiente esterno attraverso i sensi, durante il sonno rimangono tuttavia attive tutte le funzioni fisiologiche fondamentali, come respirazione e circolazione, mentre, entrano in uno stato di quiete i centri nervosi.

Il sonno oltre alla funzione di rigenerare l’organismo affaticato dalle attività fisico- psichiche della veglia, favorisce anche il riordino di tutte le informazioni acquisite durante il giorno, in modo da consentirne la memorizzazione in forma definitiva.  Pertanto la perdita di sonno mina le nostre capacità mnemoniche e di apprendimento.

Secondo lo studio condotto, la pericolosità del debito cronico di sonno potrebbe essere collegata ad una sostanza particolare, l’adenosina, che promuove il sonno; tale sostanza, quando si è svegli da troppo tempo, si accumula nel nostro cervello, entrando in circolo aumentano i recettori per captarla e si genera così un segnale amplificato della molecola adenosina che diventa difficile da gestire a livello cerebrale.

Il gruppo di ricerca ha evidenziato la differenza tra gli effetti di una singola notte in bianco e il cronico dormire poco, confrontando cosa succede se si resta svegli per ventiquattro ore di seguito e cosa, invece, se si dorme una media di cinque o sei ore a notte per tre settimane. È emerso che nel primo caso per la maggior parte delle persone basta una dormita di 10 ore per recuperare la notte in bianco, ma che questo non è sufficiente al recupero del debito cronico protratto nel tempo.

Gli individui in debito cronico hanno un crollo delle proprie capacità cognitive ora dopo ora che diventa vertiginoso nelle ore serali.  La mancanza della quantità adeguata di sonno comporta diminuzione della memoria, dei riflessi, del livello di efficienza, altera il tono dell’umore e riduce la fiducia in se stessi.

Di sicuro è la vita sociale che conduciamo, i ritmi non naturali che essa ci impone, le abitudini con le quali ci prepariamo all’addormentamento che condizionano il nostro sonno. Si dovrebbe prestare più attenzione a quanto sonno ci necessita per essere riposati, adeguando a ciò i nostri ritmi e orari di vita. Perché tra stile di vita, sonno e comportamenti esiste una sorta di rapporto circolare in cui i tre fattori si influenzano reciprocamente. E’ vero che la necessità di sonno varia a seconda di età, attività lavorativa, tensioni, impegno intellettuale, abitudini e che quindi non esiste la quantità di sonno giusta per tutti, ma i dati emersi suggeriscono ad ognuno di non pretendere di cambiare artificiosamente il proprio ritmo sonno-veglia per rispondere alle esigenze dell’attuale società dell’efficienza, la conseguenza è tutt’altro che positiva.

Fonte: Ansa

Donato Capece in visita al carcere di Augusta


di Daniela Domenici

Il segretario generale del SAPPE, sindacato autonomo polizia penitenziaria, è venuto oggi in visita ispettiva al carcere di Augusta, lo abbiamo incontrato poco fa, in uno dei corridoi della casa di reclusione, accompagnato dal commissario, dott.ssa Calcaterra.

Ci auguriamo vivamente, come volontari in questa struttura da vario tempo, che la visita di Capece possa essere fruttuosa ai fini di una migliore vivibilità sia per i detenuti che per gli agenti che con loro condividono buona parte degli spazi e del tempo.

Dopo i sei suicidi in quindici giorni in varie carceri italiane, dopo la mozione dell’on. Rita Bernardini discussa nei giorni scorsi alla Camera in cui si denuncia, tra i gravi e urgenti problemi, la grave carenza nell’ organico di polizia che aumenta in proporzione inversa al sovraffollamento dei detenuti in tutte le carceri italiane, speriamo che questa visita ispettiva di stamattina nel “nostro” carcere” possa avere dei risultati positivi nell’immediato.

L’on. Rita Bernardini visita le carceri della Basilicata


Ecco il video della conferenza stampa dell’on. Rita Bernardini a conclusione della sua visita nelle carceri della Basilicata

http://www.radioradicale.it/scheda/293910

Carcere di Teramo, Bernardini (Radicali-Pd): Il Ministro Alfano continua a non rispondere. Che ci faceva ancora a Castrogno Uzoma Emeka?


  Dichiarazione di Rita Bernardini, deputata Radicale-Pd, membro della Commissione Giustizia

“Sarebbe utile sapere perché il Ministro della Giustizia non risponde alle interrogazioni radicali. Il fatto che non abbia risposto all’interrogazione che abbiamo presentato in seguito alla visita di sindacato ispettivo effettuata il 2 novembre scorso nel carcere Castrogno di Teramo, è molto grave perché, forse, si sarebbe potuta evitare l’ennesima tragedia, cioè la morte del giovane nigeriano che molto probabilmente era stato testimone negli accertamenti relativi al presunto pestaggio che ha poi portato alla sospensione del comandante di reparto.
Un carcere senza direttore, dove sono stipati 400 detenuti in spazi che potrebbero contenerne 230, dove gli agenti in servizio sono solo 155 a fronte di una pianta organica che ne prevede 203, dove gli educatori sono solo 2, dove il medico di turno rivela che oltre il 50 per cento dei reclusi è malato e che tantissimi sono coloro che sono affetti da malattie psichiatriche del tutto incompatibili con il regime di detenzione e dove l’assistenza psichiatrica e psicologica è pressoché nulla. Un carcere dove le celle sono malmesse, fredde e umide; celle in cui i detenuti sono costretti a stare tutto il giorno perché non è prevista alcuna attività trattamentale. Persino il cappellano manca a Castrogno… verrebbe da dire “dimenticato da Dio e dagli uomini” ma, chiamare in causa il Creatore, di fronte all’inefficienza e all’indifferenza delle istituzioni, siano esse civili o religiose, sarebbe veramente arbitrario.
Ministro Alfano, te lo abbiamo già chiesto: cosa intendi fare di fronte ad una situazione carceraria che esplode? Di fronte a morti così poco “naturali”, come le definiscono i tristi e burocratici bollettini di morte provenienti dalle carceri?
Il ragazzo nigeriano che ha lasciato la comunità dei viventi era tossicodipendente, depresso e perciò fortemente vulnerabile; soprattutto, aveva la grande colpa di avere ancora occhi per vedere ciò che non avrebbe dovuto vedere. Ma in quel carcere sarebbe stato giusto e opportuno non continuasse a stare”.
 
A seguito della morte di Uzoma Emeka, Rita Bernardini ha depositato la seguente interrogazione:
INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA
 Al Ministro della Giustizia
Per sapere – premesso che:
il 09 novembre 2009 l’interrogante presentava al Ministro della giustizia l’interrogazione n. 4-04821 nella quale si chiedeva di assumere sollecite, mirate ed efficaci iniziative, anche a seguito di immediate verifiche ispettive in loco, volte a verificare le responsabilità del personale penitenziario in ordine al presunto pestaggio avvenuto all’interno del carcere teramano di Castrogno poi costate la sospensione al Comandate di Reparto, dott. Giuseppe Luzi;
 all’interrogazione non è stata data ad oggi alcuna risposta né si è appreso di iniziative assunte dal Governo per tentare di risolvere o solo attenuare le gravi problematiche che affliggono l’istituto di pena teramano evidenziate nell’atto di sindacato ispettivo (sempre del 9 novembre 2009) n. 4-04862;
l’agenzia ANSA del 18 dicembre c.a. riporta la notizia della morte, avvenuta nel carcere di Castrogno, di un detenuto di nazionalità nigeriana del quale vengono riportate solo le iniziali, U.E.;
la persona deceduta era stata ascoltata in qualità di testimone dalla Procura di Teramo proprio nell’ambito dell’inchiesta relativa al citato pestaggio avvenuto all’interno del carcere abruzzese; episodio per il quale il Capo del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria aveva disposto la sospensione del Comandante del Reparto;
secondo quanto si è appreso fino a questo momento, il giovane straniero dopo aver accusato forti dolori addominali è stato trattenuto in osservazione nel reparto infermeria del carcere; dopodiché il suo stato di salute si sarebbe aggravato divenendo necessario il suo trasporto al vicino ospedale dove però è morto;
secondo i medici del nosocomio teramano la morte sarebbe stata provocata da cause naturali, ma sulla vicenda la Procura di Teramo ha aperto un fascicolo disponendo l’autopsia;
il carcere di Castrogno è sempre più sovraffollato, mancano gli agenti e servizi sociali adeguati, i detenuti non hanno spazi, né per l’”aria” né per fare attività fisica o socializzare;
a prescindere da quelli che saranno gli esiti dell’inchiesta sulla morte del detenuto nigeriano, lo Stato ha il dovere istituzionale, politico e morale di non lasciare nulla di intentato per garantire ai detenuti condizioni di vita conformi al dettato costituzionale nonché per salvare anche una sola vita umana anche di chi, per i propri errori, ha perso la libertà -:
 
se non intenda avviare una indagine amministrativa interna al fine di accertare quali siano le effettive cause della morte del detenuto nigeriano e se, in ordine alle stesse, non siano ravvisabili profili di responsabilità disciplinare da parte del personale penitenziario;
se non ritenga, assumendo senza ulteriori indugi le iniziative sollecitate fino ad oggi inutilmente con l’interrogazione del 9 novembre 2009 n. 4-04862, di intervenire concretamente perché nel carcere teramano il livello e la qualità della detenzione siano quelli degni di uno Stato civile e democratico.

Carceri: scoppiano, Natale difficile per 6mila detenuti


Carceri: scoppiano, Natale difficile per 6mila detenutiLe carceri scoppiano e 6.774 detenuti, costretti a vivere in spazi sempre più ridotti, si apprestano a trascorrere un Natale difficile. E´ l´allarme rinnovato dal Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria (Sappe), che denuncia carenza di agenti e clima insostenibile. Secondo i dati disponibili al 10 dicembre ben 34 dei 204 istituti penitenziari italiani ospitano più del doppio delle persone previste, pari al 16% del totale. Centosettantuno sono invece le carceri “fuori legge”, cioé che superano la capienza regolamentare: l´83% del totale.
Delle 65.774 persone detenute, oltre 22.500 in più, tra uomini e donne (pari al 152%), di quelle previste dai posti disponibili. Il “sovraffollamento” delle carceri per la penitenziaria si traduce in “condizioni di lavoro e di vita impossibili e – spiega Donato Capece, segretario generale del Sappe – a questo si aggiunge il danno di essere considerati la causa del problema visto che ormai l´attenzione si è spostata su presunti abusi da parte di singoli poliziotti”. Tra le regioni più disagiate la Lombardia e la Campania. Ma ecco la mappa regione per regione.
ABRUZZO: detenuti presenti 1952 (450 stranieri). Capienza regolamentare 1462 (tollerabile 2224). Polizia penitenziaria: personale previsto 1323; presente 1218.
BASILICATA: detenuti 622 (stranieri 139).Capienza regolamentare 440 (tollerabile 672). Polizia penitenziaria: personale previsto 447; presente 458.
CAMPANIA: detenuti 7.833; capienza regolamentare 5311 (tollerabile 7217). Polizia penitenziaria personale previsto 4838; presente 4628. – CALABRIA: Detenuti 2834 (Stranieri 796). Capienza regolamentare 1778 (tollerabile 2966). Polizia penitenziaria: personale previsto 1498; presente 1563.
EMILIA ROMAGNA: Detenuti 4600 (stranieri 2399). Capienza regolamentare 2408 (tollerabile 3.996). Polizia penitenziaria: personale previsto 2401; presente 1.757.
FRIULI VENEZIA GIULIA: Detenuti 866 (stranieri 522);Capienza regolamentare 548 (tollerabile 841). Polizia penitenziaria: Personale previsto 651; presente 507.
LAZIO: Detenuti presenti 5894; Presenze stranieri 2239 Capienza regolamentare 4437 (tollerabile 6793). Polizia penitenziaria: personale previsto 4136; presente 3381.
LIGURIA: Detenuti 1705 (stranieri 941). Capienza regolamentare 1140; tollerabile 1594. Polizia penitenziaria: personale previsto 1264; presente 860.
LOMBARDIA: Detenuti presenti 8913 (stranieri 3969). Capienza regolamentare 5540 (tollerabile 8587). Polizia penitenziaria: personale previsto 5353; presente 4127.
MARCHE: Detenuti 1120 (stranieri 466); Capienza regolamentare 753 (tollerabile 1068). Polizia penitenziaria: personale previsto 764;presente 618;
MOLISE: Detenuti 419 (stranieri 81). Capienza regolamentare 356 (tollerabile 510). Polizia penitenziaria: previsto 281; presente 363. – PIEMONTE: Detenuti 4929 (stranieri 2484). Capienza regolamentare 3357 (tollerabile 5275). Polizia penitenziaria, personale previsto 3516. Presente 2611.
PUGLIA: Detenuti presenti 4371 (stranieri 762). Capienza regolamentare 2535 (tollerabile 4275). Polizia penitenziaria: personale previsto 2530; presente 2713.
SARDEGNA: Detenuti presenti 2376. Presenze stranieri 1016 Capienza regolamentare 1971 (tollerabile 2652). Polizia penitenziaria:Personale previsto 1324;presente 1302.
SICILIA: Detenuti presenti 7721 (stranieri 1903). Capienza regolamentare 4725 (tollerabile 7037). Polizia penitenziaria: personale previsto 4920; presente 4480.
TOSCANA: Detenuti presenti 4351 (Stranieri 2170) Capienza regolamentare 3029.Capienza tollerabile 4489. Polizia penitenziaria: personale previsto 3021; presente 2180.
TRENTINO ALTO ADIGE: Detenuti presenti 430 (stranieri 258): Capienza regolamentare 256; Capienza tollerabile 294.
UMBRIA: Detenuti presenti 1383 (stranieri 671); Capienza regolamentare 1116 (tollerabile 1657). Polizia penitenziaria: personale previsto 1060; presente 824.
VALLE d´AOSTA: Detenuti presenti 254 (stranieri 170). Capienza regolamentare 181 (tollerabile 188). Polizia penitenziaria: personale previsto 187; presente 143.
VENETO: detenuti 3.201 (stranieri 1882). Capienza regolamentare 1877; (tollerabile 2.883). Polizia penitenziaria: personale previsto 1866; presente 1449

metropoliweb

da www.innocentievasioni.net

Docce da tre minuti per risparmiare acqua?


di Daniela Domenici

cantare sotto la docciaIl presidente venezuelano Hugo Chavez ha chiesto ai suoi cittadini mercoledì scorso di smetterla di cantare sotto la doccia e di lavarsi in tre minuti perché la nazione esportatrice di petrolio sta avendo problemi nel rifornirsi di acqua ed elettricità.

Il Venezuela ha sofferto vari gravi blackouts durante lo scorso anno a causa della domanda rapidamente crescente e della diminuzione degli investimenti, situazione che è stata aggravata da una diminuzione dei livelli dell’acqua nelle dighe idroelettriche che forniscono la maggior parte dell’energia della nazione.

Il presidente Chavez ha annunciato delle misure per il risparmio energetico e ha dichiarato che creerà un ministero per gestire le carenze dell’elettricità, che hanno colpito l’immagine della sua rivoluzione socialista, prima delle nuove elezioni legislative del 2010.

Nel parlare di risparmio dell’acqua ha aggiunto che la bassa piovosità causata dal fenomeno del Nino ha causato un abbassamento dei livelli dell’acqua nella riserva di El Guri, una delle dighe più grandi del mondo.

Durante un incontro del suo Gabinetto ripreso dalla televisione ha dichiarato che alcune persone cantano sotto la doccia rimanendoci mezz’ora ma lui ha calcolato che tre minuti possono bastare…per non puzzare!!! E ha aggiunto, provocando le risate dei suoi ministri, che rimanere a lungo dentro una vasca a giocare con il sapone, e per di più una Jacuzzi con idromassaggio,… che tipo di comunismo è? Non è tempo di Jacuzzi.

Ha citato anche l’uso di aeroplani per tentare di tirar fuori forzatamente la pioggia dalle nuvole e ha aggiunto che presto il suo governo pubblicherà un decreto per proibire le importazioni di applicazioni elettriche a bassa efficienza.

Gracias a  Isabel Martinez e Peter Cooney – Reuters  Venezuela