“A volte la bellezza cela segreti di tristezza”


di Tiziana Mignosa

Non sempre il coperchio a festa tinteggiato

fa da specchio al contenuto che c’è dentro

ma anche quando è assai nascosto il bello

timido e giù nel fondo

l’arcobaleno luccica in silenzio.

Mi ritrovo così

ad acchiappare il mio sentire umano

in questo luogo dove la bellezza trovo

solo se passo via correndo.

Infatti è quando indugio

che la verità sorpassa l’apparenza

e annuso polvere di brutto

sui fiori a petali di plastica.

Decorata è la tappezzeria

ma dalle mani abili del latte e del caffè

e da lontano pare pure bella

quando invece di fatto non lo è.

Come la silenziosa lacrima

protagonista non riconosciuta di quella triste storia

che se di fretta vai ti sfugge

velata dietro il cauto sorriso

che di pietà la teme e la nasconde.

“Alba sui canneti”


di Maria Grazia Vai

Respiri d’alba e nebbia sugli specchi
Soffoca la voce sopra il fiume
che s’ascolta nei pensieri
in trasparenza, scorre lenta
tra la riva e i sassi

E trascinano le alghe
impigliate tra i canneti – e il cuore
Fiocchi di nuvole a dipingere il cielo
impresso lo sguardo di traverso,
cieco al tuo sentire

Occhi che s’asciugano i silenzi
rimasti appesi a un ramo.
Galleggiano senza meta
volteggiando tra le foglie
e il vento.

– Sussurri nel fiato grigio di novembre –

E una lacrima si fonde
tra le risate e le colline
Tra i funghi e l’edera attorcigliata
sopra le rose

Non c’è più di lei – il sorriso
a profumarti l’aria.
Solo un respiro

– e l’odore del caffè nella veranda –

Il caffè: una barriera contro i tumori


di Matteo Clerici

Il caffè non è un ostacolo alla salute, anzi. La bevanda potrebbe agire da barriera contro i tumori.

A dirlo, una ricerca della Harvard Medical School, guidata da Kathryn Wilson e presentata ad una riunione dell’American Association for Cancer Research.

La squadra della Wilson ha lavorato su 50.000 uomini, registando la quantità di caffè bevuta tramite sondaggi regolari, dal 1986 al 2006. Gli scienziati hanno così scoperto come chi beveva più tazzine aveva un rischio inferiore del 60% di tumori aggressivi rispetto a chi non ne beveva affatto.

Sul perché di tale effetto difensivo, gli studiosi non esprimono certezze.

Sicuramente, il caffè contiene minerali ed antiossidanti, che limitano il danno ai tessuti causato dalla produzione di energia nelle cellule. Inoltre, la bevanda influisce anche sul livello degli ormoni sessuali e sul metabolismo degli zuccheri, fattori collegati al cancro alla prostata.

Ciò detto, la ricerca non dà verdetti definitivi, ma sprona ad ulteriori indagini. Ma, conclude la Wilson, i dati raccolti “Suggeriscono almeno che se si teme di essere a rischio di cancro alla prostata non c’è’ motivo di smettere di bere caffè.

da www.newsfood.com

Caffè: tre o più tazze al giorno combattono l’epatite C


caffèBere tre o più tazze di caffè al giorno aiuta gli individui affetti da cirrosi epatica ad evitare che la malattia progredisca in cirrosi epatica.

Questo è quanto risulta da uno studio del National Cancer Institute, diretto dal dottor Neal Freedman e pubblicato su “Hepatology”.

I ricercatori hanno osservato 776 soggetti colpiti da epatite C cronica, analizzando la progressione della patologia verso l’insufficienza epatica. Essi hanno così potuto notare come un robusto consumo di caffè (2-3 tazze al giorno) era associato a una diminuzione del 53% dei danni epatici nei soggetti dopo un periodo di 4 anni. Moderatamente soddisfatto il dottor Freedman che, pur ritenendo significativo il risultato, ritiene che esso debba venir confermato da studi futuri.

Secondo i dati dell’OMS, l’epatite C ed il suo virus HCV colpiscono 3-4 milioni di persone . Nel 70% dei casi, l’epatite muta in una forma cronica che costituisce un importante fattore di rischio per lo sviluppo di cirrosi epatica o epatocarcinoma (tumore al fegato).

In tal caso, “L’organismo reagisce alla presenza del virus con una risposta infiammatoria che a lungo andare compromette la struttura del fegato, sostituendo progressivamente le cellule epatiche con tessuto fibroso e ciò conduce allo sviluppo della cirrosi, e quindi alla comparsa dei sintomi e dei segni dell’insufficienza epatica”, spiega il professor Massimo Memoli dell’Istituto di Medicina Generale della Fondazione Centro San Raffaele del Monte Tabor di Milano.

Se lo studio del Cancer Institute fosse perciò seguito da altri responsi positivi, la lotta all’epatite C avrebbe segnato perciò un’importante passo avanti.

Matteo Clerici

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