di Alessandro Mascia
Il Sindaco di Augusta, Massimo Carrubba, ha spiegato alla web TV di Repubblica.it perché la città versa in pessime condizioni
finanziarie. Insieme a lui c’erano anche l’onorevole Rita Bernardini, deputato nazionale del PD, e alcuni sindaci di città italiane che sono incappati nell’affaire Tributi Italia.
La società Tributi Italia si è occupata, per anni, di riscuotere le tasse per conto di molti enti locali tra cui il Comune di Augusta. Ma non ha versato le somme dovute ai committenti. Così alcuni comuni si sono trovati a essere fortemente penalizzati, anche nell’amministrazione ordinaria, per mancanza di liquidità.
Lo Stato, tramite il Ministero delle Finanze, avrebbe dovuto esercitare un’attività di controllo sulle società incaricate di riscuotere le tasse, ma, secondo l’onorevole Rita Bernardini, alcuni personaggi, riconducibili a dette società, sarebbero stati in forza proprio nella Commissione ministeriale deputata alla sorveglianza.
Nella top ten dei comuni vittime della Tributi Italia, quello di
Augusta si è piazzato al terzo posto vantando un credito di quasi 5 milioni di euro. Al vertice della triste classifica il Comune di Aprilia e a seguire il Comune di Pomezia. Il Sindaco di Augusta ha spiegato quali difficoltà è costretta a fronteggiare la sua amministrazione che, tra l’altro, riesce a stento a ricostruire l’elenco dei contribuenti augustani che per trent’anni è stato gestito da ditte esterne. Con la mancanza di liquidità dovuta al mancato versamento da parte di Tributi Italia, che secondo Carrubba ammonterebbe a 12 milioni di euro, non sarebbe possibile far fronte alle spese ordinarie per i servizi essenziali, per la raccolta dei rifiuti, per l’Enel, per la Telecom, per le ditte che appaltano i lavori, e non si potrebbero programmare nemmeno le spese future. Alla domanda del conduttore, Edoardo Buffoni, sull’aggio, cioè il guadagno, che Tributi Italia percepiva per le tasse riscosse ad Augusta, Carrubba ha dichiarato che andava da un minimo di 2,25%, per le riscossioni ordinarie, a un massimo di 11% per le procedure esecutive, un valore irrisorio se confrontato, ad esempio, con l’aggio del 30% che Tributi Italia applicava nel Comune di Aprilia. Secondo la Bernardini non ci ha guadagnato soltanto la Tributi Italia ma anche quei partiti politici che, per anni, l’avrebbero sostenuta.
Il Sindaco Carrubba ha confermato di aver stipulato una polizza assicurativa per mettere al riparo i soldi pubblici riscossi da Tributi Italia. Il problema, però, è che i due istituti assicurativi coinvolti si starebbero rimpallando le responsabilità. Per questo motivo è stato aperto un contenzioso da parte della sua Amministrazione contro tali assicurazioni e, ovviamente, contro Tributi Italia.
Secondo Carrubba il Governo nazionale dovrebbe intervenire a sostegno dei comuni incappati in Tributi Italia, come ha fatto con il Comune di Catania elargendo 140 milioni di euro, con quello di Palermo a cui ha versato 200 milioni di euro e con Roma sostenuta con ben 500 milioni di euro. Bisognerebbe istituire un fondo di garanzia per salvarli dai debiti contratti a causa dei mancati versamenti delle ditte di riscossione. Franco Tentorio, Sindaco di Bergamo, città al VI posto della suddetta classifica, con un credito di 2 milioni di euro, si è espresso a favore della auto-riscossione. I comuni si dovrebbero attrezzare per riscuotere da sé le tasse dei contribuenti. La Bernardini, invece, ha parlato di un’interrogazione parlamentare presentata nel 2008 dal PD e a cui il Governo ancora non ha risposto. Per regolamento della Camera, spiega, il Governo avrebbe dovuto rispondere entro 15 giorni.
La Tributi Italia, per tramite del suo Amministratore Delegato, Patrizia Saggese, ha depositato una proposta di concordato al Tribunale di Roma mettendo sul piatto 116 milioni di euro a titolo di risarcimento nei confronti dei creditori. Le nebbie in cui ha manovrato impunemente la Tributi Italia finora, si stanno diradando. L’augurio è che presto i comuni danneggiati vengano risarciti debitamente in modo da poter proseguire l’attività amministrativa che già, per gli esigui trasferimenti statali, risulta essere sempre più difficile.