I propri talenti per il bene degli altri


Niente è più prezioso che possedere una qualità, un dono, una facoltà; però, è necessario anche non voler utilizzare quel dono unicamente per sé, ma per il bene di tutti gli esseri. Credete che siano molte le donne che, consapevoli della propria bellezza, si siano chieste quali effetti il loro modo di sfruttare quella bellezza stesse producendo sugli altri? Che si tratti di bellezza, di facoltà artistiche o intellettuali, dobbiamo cercare di servircene soltanto per risvegliare quella scintilla, quel fiore sacro che sonnecchia dentro ciascuno. Sarà allora la gioia del Cielo che attireremo in noi. Non siamo venuti sulla terra per farci notare o applaudire a qualsiasi costo. Quali che siano i talenti e i doni che la natura ci ha accordato, dobbiamo prima di tutto cercare l’approvazione divina; e la otterremo solo se riusciremo ad esprimere ciò che risveglierà gli esseri alla verità, alla luce. ”

Omraam Mikhaël Aïvanhov

Noa: la Bibbia nel bene e nel male


di Sara De Carli

La cantante al Festival biblico, che apre oggi a Vicenza 

Con la sua musica internazionale e multietnica, che intreccia jazz, pop,  rock e sapori mediorientali, la cantante israeliana Noa diffonde un messaggio  di pace e di dialogo fra i popoli. Tanto da farne quasi un timbro musicale.  Sarà lei – domenica 30 maggio – a chiudere la sesta edizione del Festival Biblico, che si apre oggi a Vicenza: tema della sesta edizione «L’ospitalità delle Scritture». 

Il fitto programma di incontri e spettacoli  prende il via con una lectio magistralis di Enzo Bianchi, che ci ricorderà  come l’ospite «non è colui che scegliamo di invitare in casa nostra», ma  «colui che emerge, non scelto, davanti a noi: è colui che giunge a noi  portato semplicemente dall’accadere degli eventi e dalla trama intessuta  dal nostro vivere, perché l’ospitalità è crocevia di cammini». Per questo  per il Priore della Comunità di Bose «ospitare è uscire dalla logica dell’inimicizia,  è fare del potenziale nemico un ospite». Un concetto che condivide anche  Noa, come spiega in questa intervista raccolta per Vita

VITA: Il Festival  sostiene che dalla Bibbia possiamo imparare una forma di ospitalità che  guarda allo straniero non come minaccia ma come messaggero di Dio, irruzione  dell’altro. Sicuramente un tema attuale, ma pensa che davvero sia possibile  per una società laica trovare esempi praticabili nella Bibbia?
NOA:
Non  c’è dubbio che viviamo in un mondo che potrebbe avere un senso di ospitalità  più profondo, soprattutto verso gli immigrati. Credo che una persona che  ha sofferto o è stata perseguitata meriti di avere una chance per migliorare  la sua vita. Se quella persona è accolta a braccia aperte, sono certa che  lavorerà duro e si impegnerà al massimo per tentare di essere all’altezza  della possibilità che ha ricevuto e per diventare parte integrante e produttiva  quella società che gli ha aperto le porte. 

VITA:Cos’è per lei l’ospitalità?  Nella sua vita quotidiana e in senso sociale…
NOA:
Ospitalità significa  accettare coloro che sono diversi da noi, gli sconosciuti, specialmente  quelli che hanno bisogno di aiuto. Significa accogliere nelle nostre case  e nella nostra vita tutte le persone, indipendentemente dalla loro razza,  religione, status sociale, nel segno dell’arricchimento reciproco. Personalmente,  oltre a collaborare con musicisti con background culturali vari, che è  già di per sé una forma di ospitalità, mi piace invitare a casa mia persone  dalle più varie estrazioni, come nostri ospiti. È una lezione importante  per i miei figli: dopo tutto non c’è miglior lezione che un’esperienza  personale. 

VITA:Lei ha detto che «la religione apre i cuori ma non le  menti»: qual è il suo rapporto con la religione in generale e in particolare  con la Bibbia?
NOA:
Non sono una persona religiosa. Credo solo nell’amore,  nella compassione, nella gentilezza e nella generosità. Credo che nessuna  religione possa vantare il monopolio su questi valori, che sono le cose  più importanti nella nostra vita. La religione ha dimostrato troppo spesso  di essere una fonte di conflitto, odio e miseria e la maggioranza dei leader  religiosi tradiscono costantemente il loro ruolo: invece di offrire conforto  e guida spirituale, promuovono sempre di più l’odio. Quanto alla Bibbia,  trovo che sia un’interessante documentazione di tutti gli aspetti dell’umano,  con tutta la sua complessità. C’è molto da imparare nella Bibbia, sia nel  bene che nel maleda www.vita.it

“Dai il meglio di te”


di madre Teresa di Calcutta

Se fai il bene, ti attribuiranno
secondi fini egoistici
non importa, fa’ il bene.
Se realizzi i tuoi obiettivi,
troverai falsi amici e veri nemici
non importa realizzali.
Il bene che fai verrà domani
dimenticato.
Non importa fa’ il bene
L’onestà e la sincerità ti
rendono vulnerabile
non importa, sii franco
e onesto.
Dà al mondo il meglio di te, e ti
prenderanno a calci.
Non importa, dà il meglio di te.

La risata e’ come fare ginnastica, fa bene e aumenta fame


Ridere e’ come fare ginnastica: riduce gli ormoni dello stress, fa bene al sistema immunitario, riduce la pressione e il colesterolo cattivo, aumenta quello buonoe poi aumenta un po’ l’appetito, proprio come l’esercizio fisico. E’ la conclusione di una serie di studi compiuti da Lee Berk dell’Universita’ di Loma Linda in California. L’ultima delle ricerche, presentata alla conferenza di Experimental Biology a Anaheim, dimostra che l’esercizio del sorriso, ribattezzato in inglese Laughercise, aumenta l’ormone dell’appetito, la grelina, e riduce l’ormone spezza-fame, laleptina. Gli esperti lo hanno dimostrato chiedendo a un gruppo divolontari di guardare per alcune settimane spezzoni di film drammatici o commedie divertenti. Con analisi del sangue e’ emerso l”effetto ginnastica’ della risata e l’effetto sull’appetito. L’esercizio del sorriso ripetuto potrebbe dunque essere utile per una serie di malattie in cui l’appetito si riduce: per esempio per gli anziani che soffrono di debilitazione perche’ sedentari e senza appetito

fonte ANSA

Come amare: dalla Lettera ai Romani 12, 9-10, 14-17


“La carità non abbia finzioni: fuggite il male con orrore, attaccatevi al bene; amatevi gli uni gi altri con affetto fraterno, gareggiate nello stimarvi a vicenda…

Benedite coloro che vi perseguitano, benedite e non maledite. Rallegratevi con quelli che sono nella gioia , piangete con quelli che sono nel pianto.

Abbiate i medesimi sentimenti gli uni verso gli altri; non aspirate a cose troppo alte , piegatevi invece a quelle umili.

Non fatevi un’idea troppo alta di voi stessi.

Non rendete a nessuno male per male. Cercate di compiere il bene davanti a tutti gli uomini.

I bambini e il loro angelo custode


I  bambini piccoli, compresi i neonati, non sono solo dei piccoli
corpi; per questa ragione, coloro che se ne occupano devono
pensare alla loro anima e al loro spirito. Se lo fanno, ben
presto sentiranno che attirano a sé le benedizioni dell’angelo
custode del bambino. Sì, perché accanto a ogni bambino sta un
angelo che si occupa di lui, che vuole la sua elevazione; spesso
però, l’angelo incontra grandi difficoltà nel proprio compito,
perché il bambino è esposto a ogni sorta di influenze caotiche da
parte di adulti incoscienti.
L’angelo custode veglia, sorveglia, ma sul piano fisico è molto
limitato. Ecco perché è talmente felice quando vede accanto al
bambino almeno una persona che pensa alla sua anima, che gli
mostra il cammino del bene e della luce e lo circonda di
influenze armoniose; l’angelo allora ricompensa quella persona
inviandole dei raggi di gioia.”

Omraam Mikhaël Aïvanhov

“L’amore”, riflessioni di Francesco Sabatino


 Una fanciulla chiese ad un profeta: “Profeta, parlami dell’amore”.

Ed egli così rispose: “Lo stolto è convinto di poter vivere senza amore. In realtà, esso è un sentimento che salvifica e vivifica l’uomo. È una luce che lo guida verso il bene, la felicità e la pace. Energia vitale che lo aiuta a vivere e a superare i problemi di ogni giorno. Un uomo, senza amore, non è niente. È come una piantina senz’acqua che cade, inaridisce e muore. Inoltre, la mancanza d’amore costringe gli uomini nelle tenebre e negli abissi del male, e non permette loro di elevarsi al bene.

Altro non so dire sull’amore, poiché esso è un sentimento così potente e sublime, che noi uomini, nella nostra condizione di miseria, meschinità e pochezza, con il nostro linguaggio, non riusciamo ad esprimere.

Però, una cosa voglio dirtela: ama tutti indistintamente e senza indugi, non riservare il tuo cuore agli egoistici appetiti di un solo uomo. È vero, L’amore erotico è un privilegio esclusivo da riservare ad un solo compagno, ma l’amore, in generale, va concesso a tutti.

Ama, bambina mia, e troverai la pace, ama e ti congiungerai con l’assoluto.

“Candida Eva”


di Francesco Sabatino

Il serpente:

“Candida Eva.

Ascolta la voce suadente

di un serpente seducente.

Di osare non aver timore.

Ascolta la voce

Del tuo seduttore.

Divora avidamente

il frutto della conoscenza,

i tuoi occhi s’apriranno

e della tua nudità,

magnificenza e bellezza

avrai consapevolezza.

Mangia la mela della passione

e su Bene e Male avrai ragione.

Non è peccato,

ma piacere sublime,

assai beato.

Da un’assurda morale

ti devi emancipare.

Sarai, si, mortale,

ma libera di volare

sulle bianche vette della conoscenza,

al di sopra del bene e del male”.

Udite le parole del maligno e fascinoso serpente,

Eva cambiò repentinamente.

Divorò con voluttà il frutto del piacere

e, penetrata dal serpente nella coscienza e nel cuore,

danzò lasciva, nuda e senza pudore,

divenendo sacerdotessa dell’amore.

Lo spirito critico: vedere il bene e il male negli altri


spirito critico“Lo spirito critico è sicuramente una qualità, ma sarebbe
preferibile che certe persone imparassero a misurare
l’estensione dei danni provocati dalla loro abitudine di porre
sempre l’accento sul lato negativo di esseri e cose. Quante
amicizie e relazioni si rompono a causa di questa tendenza!
Sempre più, le persone si osservano tra loro unicamente per
scoprire i difetti, vedono solo ciò che non va nel mondo,
sottolineano e commentano soltanto fallimenti e catastrofi.
Contrariamente a ciò che taluni credono, questo non è
l’atteggiamento del saggio.
Naturalmente, il saggio non è cieco, vede il male, non si lascia
ingannare, ma considera che l’essenziale nella vita e negli
esseri sia il bene. Sa quindi che il male esiste, ma non se ne
occupa più di tanto. Fissa piuttosto la sua attenzione sul bene,
e grazie a questo atteggiamento attira le forze del bene e le
almplifica in se stesso, negli altri e nel mondo.”

Omraam Mikhaël Aïvanhov

La banalità del bene


“Se io stesso fossi un giusto, forse non ci sarebbe neppure il delinquente davanti a me.”
(Dostoevskij)

la banalità del beneUn’amica attivista per l’abolizione dell’ergastolo ostativo, ha fatto un sondaggio fra i suoi amici:
– Benefici? Già in carcere fanno la bella vita e vogliono pure i benefici? Hanno vitto e alloggio gratis, io invece lavoro tutto il giorno e con lo stipendio non arrivo a fine mese.
– Gli assassini non hanno diritto ad avere un’altra possibilità perché le persone che hanno ucciso non avranno una seconda possibilità perché ormai sono morte. Quindi è giusto che chi ha ucciso non abbia una seconda possibilità.
– In carcere hanno tutte le comodità e hanno tutto gratis. Noi qui fuori se vogliamo qualcosa ce lo dobbiamo pagare e fare tanti sacrifici.
È pericoloso rimettere in libertà gli assassini, c’è un alto rischio che commettono di nuovo reati.
– Con la pena di morte soffrirebbero solo nell’attimo della morte, quindi sarebbe troppo facile. Se con l’ergastolo soffrono tutta la vita meglio così.
– Vogliono benefici? Non lavorano, li manteniamo noi con le nostre tasse e loro vogliono pure altri benefici?
– Non basta una vita per pagare quello che hanno fatto.
– Oggi giorno in carcere non si soffre più, non è più come una volta, oggi il carcere è meglio di un albergo a 4 stelle. Nel carcere ormai sono i detenuti a comandare e le guardie succubi.
Se al posto dell’ergastolo gli dai solo 30 anni, poi in realtà ne faranno molti meno e non è giusto.
I detenuti fanno le vittime e dicono che è colpa della società ma non è vero, è troppo facile scaricare la colpa sulla società. Anch’io ho avuto una brutta vita, lavoro da quando ho 13 anni perché mio padre era morto. Eppure non sono andato a fare rapine, ho scelto la vita onesta e sono andato a lavorare a 13 anni.

Che posso dire? Buona vendetta! A molti di noi non è stato chiesta la possibilità di scegliere.
A volte una possibilità, una sola, ti può cambiare la vita.
Il condizionamento può essere psicologico, culturale, ambientale e, perché no, si può scegliere di fare il delinquente anche per fame.
Molti di noi non hanno mai avuto una vera alternativa, come l’hanno avuta Tanzi e Poggiolini.
A proposito, pensando a loro, non c’è proprio da essere orgogliosi dell’avere rubato poco.
Nel Corriere di venerdì 11 settembre 2009 ho letto: “Callisto Tanzi dopo il crac è ancora cavaliere del lavoro. Non è il solo, a Poggiolini fu data, mai revocata, la medaglia d’oro per la sanità”.
Si può essere criminale ed essere anche un buon padre, un ottimo marito, un buon amico e un onesto criminale, mentre si può essere un buon cittadino ed essere un cattivo padre, un marito infedele ed un disonesto buon cittadino.
Penso che tutti abbiano dentro di noi del buono e del cattivo e io credo che tutti sono più buoni che cattivi e anche se non fosse vero mi piace pensarla così.

Ricordo a questi buoni cittadini che hanno risposto in questo modo che Gesù diceva a Pietro: “Perdonare sempre, perdonare tutti, perdonare una infinità di volte, giacchè non esistono uomini senza peccato e perciò nessuno è in grado di punire e condannare, per sempre”.

Per sempre lo aggiungo io.

Ottobre 2009

Di Carmelo Musumeci (da Carcere di Spoleto)

dal sito www.informacarcere.it