Autismo: perchè anche l’Italia affronti il problema in modo adeguato


Il 2 aprile sarà la Giornata Mondiale dell’Autismo, promossa dalle Nazioni Unite, importante momento di sensibilizzazione e occasione per informare al meglio sulle varie questioni legate a tali problemi. Oltre a informare in questi giorni su una serie di eventi specifici previsti in alcune città del nostro Paese, riceviamo e ben volentieri pubblichiamo anche la seguente riflessione di F.A.N.T.A.Si.A, la Federazione delle Associazioni Nazionali a Tutela delle Persone con Autismo e Sindrome di Asperger

L’autismo è un complesso disturbo dello sviluppo della funzione cerebrale causato da alterazioni neurobiologiche. Provoca severe compromissioni nelle aree della comunicazione verbale e non verbale e dell’interazione sociale. Secondo prudenti stime dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), esso colpisce 1 persona su 150, con forme e gravità diverse. Grazie alle migliorate capacità di diagnosi, i casi rilevati sono in crescita in tutto il mondo, constatazione, questa, che richiede un rapido e profondo processo di riorganizzazione dei servizi pubblici.
Non a caso alcuni Paesi si sono dotati di strumenti legislativi e programmatici ad hoc. Il 12 novembre dello scorso anno, ad esempio, in Inghilterra è stato approvato l’Autism Act, che sancisce l’obbligo legale di fornire i servizi e il sostegno adeguati alle persone adulte con autismo. Il 17 febbraio scorso, poi, in Ungheria il Governo del Paese ha adottato un Piano Strategico Nazionale per l’Autismo [sull’Autism Act segnaliamo, nel nostro sito, il testo disponibile cliccando qui. Del provvedimento ungherese, invece, ci occuperemo quanto prima con uno specifico approfondimento, N.d.R.]. Anche il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, tra i primi atti di insediamento, ha promosso una strategia concreta per affrontare il problema dell’autismo.

In Italia le persone colpite sono ben 360.000 (molte di più della celiachia, della sindrome di Down, della cecità e della sordità). Eppure non esistono servizi diffusi su tutto il territorio che tengano conto di questa realtà. Questo problema è comune a tutte le Regioni, con l’eccezione di qualche area fortunata, e spinge le famiglie a inseguire ipotesi di trattamento inutili, dannose e spesso molto costose. Inoltre, alcune indagini hanno messo in luce il crollo numerico delle diagnosi dopo i 18 anni, mentre l’autismo è una condizione che dura tutta la vita. La situazione delle persone adulte con autismo è quindi caratterizzata dalla mancanza drammatica di riferimenti sanitari, di servizi, di progetti di vita. Il rischio è la perdita di autonomie e abilità faticosamente raggiunte, associato all’abuso di farmaci.
Nel 2008, il Tavolo Nazionale per l’Autismo promosso dal Ministero della Salute in collaborazione con le associazioni dei familiari, ha redatto una Relazione Finale che definisce le Linee Guida per l’organizzazione dei servizi e i Protocolli più idonei per la diagnosi e il trattamento dell’autismo. Tale documento è una pietra miliare nella storia italiana di approccio all’autismo e dev’essere recepita al più presto dalla Conferenza Stato-Regioni per la sua coerente applicazione in ambito regionale.

L’associazionismo svolge in Italia da più di vent’anni azione indispensabile di stimolo nei confronti della comunità scientifica nazionale, delle pubbliche istituzioni, della scuola e della società, in generale al fine di promuovere orientamenti diagnostici, abilitativi ed educativi adeguati e in conformità con le conoscenze scientifiche internazionali. Sostiene il mutuo aiuto e costituisce un importante punto di riferimento e di sostegno per le famiglie e per le persone con autismo.
F.A.N.T.A.Si.A. (Federazione delle Associazioni Nazionali a Tutela delle Persone con Autismo e Sindrome di Asperger) raccoglie in unico coordinamento le tre principali organizzazioni no profit italiane impegnate nella difesa dei diritti delle persone con Autismo. Si tratta dell’ANGSA (Associazione Genitori Soggetti Autistici), di Autismo Italia e di Gruppo Asperger ONLUS, insieme per tutelare le persone colpite e dare voce alle loro famiglie, per costituire un punto di riferimento alle associazioni locali, per promuovere le linee guida dei corretti trattamenti riabilitativi, ispirandosi alla Carta dei Diritti delle Persone Autistiche, adottata dal Parlamento Europeo.

*Federazione delle Associazioni Nazionali a Tutela delle Persone con Autismo e Sindrome di Asperger. Il presente testo è a firma del presidente di F.A.N.T.A.Si.A. Giovanni Marino e delle vicepresidenti Donata Vivanti e Laura Imbimbo.

Per ulteriori informazioni: F.A.N.T.A.Si.A., tel. 06 43587666, info@fantasiautismo.org.

USA. Rivoluzione Amanda


ama affida un incarico di governo a una trans

Barack Obama passerà alla storia come il primo presidente americano ad aver nominato un transessuale in un posto chiave della sua amministrazione. Si tratta di Amanda Simpson, 49 anni, membro del consiglio d’amministrazione del National Center for Transgender Equality ed ex collaudatore di aerei, scelta da Obama come Consigliere Capo del Ministero del Commercio Usa. Amanda ha conseguito tre lauree: in Fisica, Ingegneria e in Business Administration. 

«Come primo transessuale nel governo americano, spero che la mia elezione apra la strada e dia altre opportunità a persone come me», ha detto Simpson. La nomina è stata immediatamente applaudita dalle organizzazioni gay e transgender americane, ma ha anche diviso il Paese. Nel 2005 Simpson si presentò alle elezioni per la Camera dell’Arizona, ma senza successo. In seguito divenne delegata democratica per Hillary Clinton alla convention che, nell’agosto 2008, incoronò Barack Obama come candidato per la Casa Bianca.

Per Vladimir Luxuria, prima deputata transessuale eletta nel Parlamento italiano, «questa è la dimostrazione che una persona trans può avere incarichi importanti e di una certa responsabilità. E poi la storia stessa di Obama è una storia di lotta alle discriminazioni. Oltre al simbolo c’è una sostanza: ora gli americani potranno sentire una persona trans parlare di questioni economiche e valutarla per le sue competenze». A CNRmedia.com l’ex deputata di Rifondazione Comunista ha detto che anche la società  italiana, a suo avviso, saprebbe accettare una nomina di questo tipo: «Gli italiani sono molto meno stupidi e retrogradi di quanto si possa pensare o di quanto possano pensare certi politici. Se solo venisse data la chance a più persone trans di dimostrare quanto valgono nel lavoro e di poter mettere a frutto anni e anni di studio, di competenze, di know how, si potrebbe avere davvero una società meno sessista e meno chiusa».

La nomina di Amanda Simpson è un’eccezione nella politica, ma le opportunità lavorative per i trans stanno crescendo nel mondo professionale americano. Secondo il Corporate Equality Index della Human Rights Campaign, tre quarti delle 590 aziende censite proibiscono ogni tipo di discriminazione basata sul genere sessuale. Tra i grandi gruppi americani che hanno assunto professionisti transessuali figurano la AT&T, la Bank of America, Chevron e ovviamente Raytheon, la società per la quale Amanda Simpson lavorava

 da www.vita.it