“Ritratto di un’isola” di Nicola Costa al Teatro del TRE a Catania


di Daniela Domenici

Fervono i preparativi per il debutto del nuovo spettacolo in cartellone al Teatro del Tre in via Africa 31 a Catania che, ancora una volta, porta la firma di Nicola Costa, attore-regista e drammaturgo da anni impegnato sull’argomento “legalità” con il suo modo di far teatro, la cosiddetta “nuova drammaturgia”.

Recentemente la rivista Vivaverdi edita dalla S.I.A.E. ha voluto premiare l’opera di Costa dedicandogli un’intera pagina nell’edizione di Ottobre 2009 in occasione del debutto di “Scacco Matto al Re”, il suo precedente spettacolo in cui viene posta l’attenzione sul pianeta carcere nel nostro paese.

Ritratto di un’Isola”, invece, è lo spettacolo con cui Costa propone al pubblico una sorta di viaggio nell’ampia e variegata letteratura siciliana attraverso i versi dei nostri “padri letterari” che con la loro opera e, talvolta, con il loro sacrificio, hanno permesso a questa terra di raccontarsi secondo un modello ben lontano da quello descritto dagli stereotipi e dai facili moralismi.

Costa cita Omero, Teocrito, Lucrezio, Goethe, De Maupassant, Pirandello, Martoglio, Verga cioè alcuni tra i più celebri autori che, attraverso il teatro, hanno permesso ai siciliani del mondo di poter raccontare la propria storia – quella della propria origine e della propria tradizione – senza alcuna vergogna e senza pudori di sorta indossando l’abito semplice ed elegante di una dignità che, da sempre, ha contraddistinto questo popolo capace di ispirare e far innamorare i più grandi maestri di tutti i tempi.

Ma “Ritratto di un’Isola” è anche un altro viaggio nel simposio quasi perfetto tra humour ed eros, tra passione e religione, tra miseria e nobiltà. La forza del popolo siciliano, della propria natura, del proprio modo di essere e di vivere la quotidianità e i sentimenti nel bene e nel male, nella gioia e nella sofferenza, persino dinnanzi alla morte.

Ed è, infine, il ritratto di un tempo che fu: quello della manovalanza mafiosa comandata a bacchetta dai padrini di Cosanostra con la frequente complicità della classe politica, quella che ha offeso l’onestà di una terra e dei suoi valori uccidendo, per poche lire, chiunque non rientrasse nei piani di un progetto criminale da cui i siciliani onesti hanno sempre preso le distanze con un silenzio ostinato ed apparentemente sordo alla sete di giustizia perché impaurito, comprato e ottenuto senza scrupoli ma anche con parole e azioni forti e coraggiose o con il sacrificio di molti figli, colpevoli solo di aver creduto nei loro valori più alti. Quei figli che rivivono oggi grazie alla potenza di un esempio che non ha confronto con alcun reato mafioso. Il loro. Quello dei siciliani per bene.

Nel corpo dello spettacolo, tra le tante riflessioni, c’è né una a cui Costa riserva un’attenzione particolare ricordando i  morti delle stragi di Capaci e di via D’Amelio in cui persero la vita Giovanni Falcone, la moglie Francesca Mordillo, Paolo Borsellino e gli agenti di scorta. E lo fa attraverso alcuni versi tratti da “I siciliani nel mondo” a firma di un altro siciliano illustre, ucciso dalla mafia nell’ormai lontano 5 Gennaio 1984: Pippo Fava.

Sul palco, oltre allo stesso Costa impegnato nel ruolo di narratore e protagonista, anche i bravissimi allievi dell’Accademia del Teatro del Tre diretta da Gaetano Lembo: Daniele Sapio, Ornella Falsaperla, Gianmarco Arcadipane, Anna Patanè, Maria Rosa Sicali e Ornella Benenato

Un appuntamento da non perdere, al Teatro del Tre di Catania  da venerdi 26 a martedi 30 Marzo tutte le sere alle ore 21.00 tranne la domenica alle 18:00.