“I giochi del destino”


di Tiziana Mignosa

Esco dalle regole

per chiedermi cosa vuoi da me

mentre per un attimo assecondo i due tiranti

che della mia essenza ne fanno due montanti.

Prova o dono

è presto per capire

ma il sentire è diverso dal sapere

e a volte sarebbe meglio non udire.

Vorrei conoscere il regista della vita

che pare si diverti a stampare meraviglia

seguendo il flusso del vento

tutto oppure niente.

Transumanze


di Nunzio Buono

Piove di te il cielo
tra i rami dell’ultimo sorriso
su strade rivolte al sogno

Ti ho goccia lenta
lasciata al mare
nei giorni scritti di un estate

in un cadere
da ciglia e nuvole
sull’antico gelido ritorno

Il vento
ha il volare di favole
sul vetro di uno sguardo

e tra sillabe di passi e l’andare d’autunno
v’è lo scorrere di foglie arrese.

C’è una poesia
che appesa è tra le andate
e tu, che osservi il volo
dentro il silenzio di un lacrimare di neve.

Li
dove si ferma l’attimo
e va di schiena il giorno.

“Ho rubato un tramonto”


di Tiziana Mignosa

In questo tempo dove la tregua l’Amore canta

ho rubato un tramonto

attimo prezioso

evaso dalla voliera dalle aste di cristallo.

Prima di porgere la mano al buio

d’incendio il cielo

la pudicizia sua riflette a fette

vetri come specchi

 sulle case.

Raddoppia l’immensità

nettare prelibato per chi ha cuore per saggiare

calda luce imbocca alla mia arsura

che di bellezza sboccia sullo stupore

e mi ritrovo lì

nel punto esatto dove il rosso esplode

prima che il crepuscolo

si cambi d’abito

per la sensuale danza della sera.

Pochi attimi

assaporo lenta la mia gioia

prima che la vita

torni esattamente come prima.

Il retino acchiappa-farfalle


di Angela Ragusa

Cosa sarà di noi
quando in briciole sparse
diverrà il nostro sogno,
quando pure il ricordo
ogni attimo avrà cancellato
e solo vuoto abiterà
le stanze della memoria…

Cosa sarà del tempo intessuto
tra fili di passione e sentimento,
quando diverrà irto e spinoso
da lacerare anche ultimi brandelli
di un amore che si specchiava
nei laghi della verità…

Cosa sarà di questo cencio
abbandonato tra i dispetti,
pezza vecchia e lercia
sporca di fango,
trascinata nel mare
delle incomprensioni…

Cosa sarà di me
se mai smetto
di leccare le ferite,
(chiudo gli occhi e non immagino)
animale senza tana
(stringo forte il mio retino)
vagabondo tra i pensieri…
(in cerca di farfalle me ne andrò).

“Il canto dell’arcobaleno


di Maria Grazia Vai

E’ un volo di pensiero

con la voce del silenzio

Un rincorrersi di mani e fiato

tra fili d’erba

e rovi

Anime si sfiorano

e il vento canta

tra le dita

E di quell’attimo

s’ascolta

del dolore il canto

e dell’amore il grido

E’ la mia voce

– e si confonde

nei colori dell’arcobaleno.

 

“La vestale”


di Tiziana Mignosa

Regale avanza la vestale

ha il mare negli occhi

e timidi raggi

di un sole introverso tra i capelli.

D’avorio e neve s’agghinda per la sera

mentre il cielo

strappando il respiro ai sognatori

si veste d’imbarazzo.

Con lo sguardo sorride

all’ idea di miele

e intanto insegue

nostalgici fogli di passato.

Parole erranti

novelle e conosciute

s’allacciano e poi si slegano

dal cuore all’orizzonte.

Ai lividi si mescola

la luce del presente

e dell’attimo ne fa

dono prezioso.

“La culla degli eventi”


  di Tiziana Mignosa

 Non possiamo mai sapere veramente

ciò che accade nell’attimo in cui accade

perché l’evento nasce quando s’è pensato

e non quando si fa aria e terra.

Come fiore dal passato arriva e sboccia

idea come linfa alle radici

per gli occhi e per le mani

è battito nuovo da tastare.

“Il gioco delle ventidue”


di Tiziana Mignosa

Bocciolo
che di sorpresa
rose e spine sul diletto delle ventidue
al tepore della novità
si schiude

era quasi palpabile
l’energia che l’altra sera ho annusato nell’aria
frizzante e sottile
mi ha tenuto compagni
lungo la notte desta.

Calde maree
vanno
e poi ritornano
tra la forza del potere
il tremolio del dubbio e lo stupore

gelido graffio, brivido e piacere … fanno l’amore con la pelle.

Alla parola che si spoglia
il sussulto
si fa presto treccia
carezza e sferza
assolvono i pensieri.

Leggero è il tocco
anima ad anima
rassicura l’angelo
deciso ma impalpabile
strappa paura e tempo

ma la donna
di sorriso allaccia la puntata e fugge
dono si fa dono all’attimo
strega e carne
adesso

Per un attimo…uno strappo nel tempo (Sulle note di “Moment of peace” di Gregorian )


  di Tiziana Mignosa

 Ti ho vista

nell’incrocio fulmineo

l’abisso impetuoso dei nostri occhi

si è fuso

è diventato oceano di quiete

ma è stato solo un attimo.

Leggiadra e accattivante

senza scarpe e con in mano

infiniti arcobaleni

t’insinuavi furtivamente

tra le pieghe sgualcite

di quel niente travestito di tutto

della mia misera  prigionia

chiamata terra.

Nascosta in quel tanto di nulla

che scorreva via impetuoso

e lentamente lesto

sei fuggita via

fino a scomparire all’orizzonte di fuoco

dei miei irraggiungibili sogni.

Come albore per falene avide

tra bambocci di pezza dal cuore di ghiaccio

disperatamente

t’ho cercata dove non potevi essere.

Le mani mie protese

sui tuoi languidi sogni leggeri come vele

luce accecante nella buia notte

ti hanno condotto a me.

Catturata

per un attimo appena

dal mio pensiero a te rivolto

sfidando l’infinito

nel finito sei precipitata…

sei arrivata qui.

Splendido

il dono vissuto in un istante

poi sei andata via

adesso

è tempo d’altro