“Terra bruciata”


di Tiziana Mignosa

Nell’ora della siesta

il mio piacere s’alimenta

quando nella terra dell’incanto

cogli occhi mi disseto e canto.

Amato è quel contrasto acceso

tra l’assolato fuori

e l’interno fresco

dolce penombra delle case

e il mare

è gorgheggio che al cielo s’alza

e al vento si concede

pettine gentile sulle liquide distese.

Fluidi

i cristalli di smeraldo

ai piedi delle scogliere a picco

e sull’arsura fichi d’india colorati

di rosso arancio e verde

e poi il viola

il giallo e il bianco

baldoria sulla tavolozza dell’estate.

Netti i profili degli azzurrini monti

sull’afa a nebbia che ingarbuglia l’orizzonte

fuoco e sentimento anche sotto la suola

che al nero dell’asfalto l’ardore tasta.

Dervisci


Siamo coloro che ondeggiano

Fili d’erba sotto la carezza del vento.

Siamo la polvere che calpesti per strada

Impalpabile sopra l’asfalto.

Siamo i raccoglitori dei capolavori senza encomio

Fugaci sguardi benevoli o nuvole che mutano forma.

Siamo coloro che vagano col cuore spezzato

E tendono, davanti a te, la mano:

Siamo i piccoli traditori da niente

che canteranno con gli Angeli

per la Sua misericordia.

Non chiedere a noi risposte

Nell’intelletto abita l’apparenza

E nel cuore la nostalgia sempre dimora.

di SereSalima

(La raccolta di poesie “L’asino e il Re” è disponibile presso le Edizioni Vida di Aosta)

da www.sufibazar.com

La morte a Capodanno


di Roberto Puglisi

Debora, diciassette anni, inghiottita da via Dell’Olimpo, strada tristemente famosa a Palermo (come racconta la foto). Bernardo, ucciso da un incidente sulla Statale 113. Un ragazzo annientato sulla Catania-Gela. E loro? Loro, gli uomini delle istituzioni, devono aspettare per forza che muoia qualcuno. E poi, forse,  parlano. Parlano. Parlano. A Palermo, tra via Dell’Olimpo e via Venere, nel noto triangolo degli incidenti, hanno messo qualche ridicolo dissuasore all’altezza dell’asfalto macchiato dal sangue di Salvuccio Gebbia. Per il resto, arrangiati. Questo per dire che non esiste una politica comunale sulla prevenzione degli incidenti. Veramente, a Palermo non esiste una politica comunale praticamente su niente. Ma qui parliamo delle vite dei ragazzi. E dello scempio che ne viene fatto nell’impastatrice della retorica dei politici.
Certo, i ragazzi non sanno guidare e sono spericolati. Una caratteristica di molti palermitani e siciliani attempati. Gente perseguita magari giustamente per la targa alterna sbagliata, in un giorno di smog. E con la licenza di sgommare, di sorpassare a destra, di fregarsene della doppia striscia continua. E mai che si trovi uno con mezza divisa a mormorare: scusi?
Il meccanismo vizioso produce morti. Domani leggeremo, come sempre, pezzi sulle vittime e sui carnefici. E le vittime sono sempre “bravi ragazzi, prudenti e attenti”. Figuriamoci se abbiamo voglia di irridere lo strazio dei parenti. Lo conosciamo bene. L’abbiamo praticato. Ci siamo stati nelle case del dolore, con le madri e con i padri, consci dell’irreparabile. Sappiamo come può ridursi un corpo giovane, smembrato da un impatto atroce. Livesicilia ha soltanto la sua voce, per gridare essenzialmente due cose. E le vuole gridare forte. L’amministrazione – quella più prossima a noi, quella di Palermo – deve darsi una mossa, in termini di prevenzione e rimedi. Perché muoiono tutti in via Dell’Olimpo? Sfortuna? E poi vorremmo dire per nulla sommessamente – senza il minimo riferimento alle morti di di cui parliamo oggi, la cui dinamica oltretutto è incerta – che chi non rispetta le regole della strada è un coglione. Non un cretino e nemmeno un fesso. Proprio un coglione, specialmente se muore a vent’anni, per colpa della sua leggerezza. Lo vorremmo scritto a caratteri cubitali su ogni muro, dietro ogni curva. E se questa parola vi turba, andateci voi a carezzare le lapidi che fioriscono sul nostro asfalto. Guardateci voi, dentro gli occhi di una madre che chiama, senza risposta, il nome di suo figlio.

da www.livesicilia.it