Da Augusta: si sposa un detenuto


di Daniela Domenici

Ogni tanto è bello poter raccontare una notizia positiva che riguardi il pianeta carcere.

L’altro ieri un detenuto del “nostro” carcere ha potuto coronare il suo sogno: sposare la sua compagna in una chiesa di Augusta.

Chiunque si sia trovato a passare da quelle parti ha visto una folla di invitati elegantissimi e tanti deliziosi paggetti e damigelle senza immaginare che si stesse sposando una persona “ristretta”.

Mio marito e io abbiamo voluto, per l’affetto verso Salvatore nato durante il progetto RELOAD dell’art. 21 sul lavoro esterno, andare a condividere con lui e la sua sposa questo momento così a lungo atteso; anche il loro figlio con la fidanzatina e tanti parenti, arrivati dal paese d’origine della coppia, si sono stretti intorno a loro per gioire insieme di questo evento.

Grande emozione anzi, doppia emozione: non solo sposarsi ma farlo al di fuori delle mura della casa di reclusione ed essere uniti in matrimonio proprio dal cappellano del carcere che ha seguito da vicino tutta la storia di questi due coniugi.

Vi chiederete come sia stato possibile: Salvatore, da alcuni mesi ormai come ho detto poco sopra, usufruisce del regime di semilibertà e quindi esce ogni mattina per lavorare all’esterno e rientra ogni sera ma l’altro ieri ha potuto “derogare”, grazie a un permesso speciale del magistrato di sorveglianza, facendo per la prima, e unica, volta, le ore piccole ma… ci si sposa una sola volta!!!

Passeggiando con gli amici detenuti nel parco dell’hangar di Augusta


di Daniela Domenici

Chissà se molte delle persone di Augusta che ieri mi hanno incontrato tra i viali del parco dell’hangar o si sono fermate a salutarmi al tavolo davanti alla bancarella dei panini si sono chieste chi fossero quei signori con cui chiacchieravo e scherzavo così amabilmente e serenamente, unica donna in mezzo a tanti uomini.

Chissà, forse, se avessi detto loro che erano alcuni dei dodici detenuti del carcere di Augusta che ogni giorno escono, grazie al progetto “Reload” basato sull’art.21, per lavorare all’esterno e rientrano poi nella casa di reclusione, avrebbero girato alla larga o sarebbero addirittura fuggite inorridite all’idea che dei detenuti possano stare in mezzo alla gente “normale” senza fare qualcosa di male e, soprattutto, che la sottoscritta, nota in città come madre, moglie, docente e tante altre cose, si mescolasse con questa fetta emarginata della società.

Eppure tutto questo è potuto succedere grazie alla splendida iniziativa del presidente dell’Hangar Team di Augusta, il dott.Saccomanno, di cui ho parlato nel mio articolo di ieri.

Alessandro A, Angelo F, Francesco L, Giovanni L, Giovanni C, Giovanni U, Leandro C, Orazio F, Salvatore C, Salvatore I, Sergio C e Simone R, undici di loro siciliani e solo uno campano, con condanne diverse ma uniti dalla voglia di dimostrare che la fiducia in loro riposta è stata ampiamente ripagata dando così attuazione pratica al dettato dell’art. 27 della Costituzione che parla di rieducazione per un reinserimento nella società, ringraziano, tramite me, il presidente dell’Hangar Team per questo regalo che è stato loro fatto: trascorrere un fine settimana fuori dalla loro “vita ristretta” mescolandosi tra la gente qualunque.

La festa dell’aria: riapre l’Hangar di Augusta


di Daniela Domenici

Quasi a voler sottolineare il titolo dato a questa festa ieri e oggi un forte vento ha accompagnato, la riapertura ad Augusta, dopo decenni di totale incuria e abbandono, dell’Hangar dirigibili e dello spazio verde circostante ad opera dei volontari dell’associazione Hangar Team “capitanati” da Ilario Saccomanno, docente in pensione, anima e motore trainante di questa operazione.

L’Hangar di Augusta, per chi non lo sapesse, è una costruzione di alta ingegneria pioneristica costruito tra il novembre del 1917 e il 1920 che ha ospitato dirigibili di ricognizione e avvistamento ed è rimasto uno dei pochi al mondo ancora in piedi anche se, naturalmente, con addosso i segni visibili e tangibili dell’abbandono.

Ieri e oggi e domani lo spazio intorno all’Hangar è stato “invaso” in modo pacifico e allegro da migliaia di persone che attendevano di poter fruire di questo spazio, di questo polmone verde,  da decenni. E’ stata davvero una festa che si è svolta nel migliore dei modi soprattutto grazie alla perfetta macchina organizzativa messa in piedi dai volontari dell’Hangar Team a cui va il nostro plauso anche per un’altra iniziativa collaterale di cui, però, nessuno ha parlato ma che la sottoscritta, come ex volontaria del carcere di Augusta, vuole sottolineare.

In questi mesi, grazie al progetto chiamato “Reload” che si basa sull’art.21, alcuni detenuti hanno usufruito della semilibertà per lavorare fuori dal carcere e rientrare poi alla fine dell’orario di lavoro; uno dei luoghi in cui hanno prestato la propria opera è stato proprio lo spazio circostante l’Hangar. Il presidente dell’Hangar Team, il dott. Saccomanno, soddisfatto del lavoro svolto da questo gruppo di detenuti, ha chiesto al direttore della casa di reclusione di farli uscire in questo finesettimana per far loro trascorrere qualche ora nel luogo da loro ripulito, in mezzo alla gente, e la direzione ha accettato questa richiesta.

Temevamo che questa riapertura rimanesse un episodio una tantum, senza seguito; fortunatamente ci hanno assicurato che lo spazio verde intorno all’Hangar, che oggi è stato goduto da così tante persone, sarà fruibile ogni sabato e domenica grazie al lavoro instancabile dei volontari dell’Hangar Team.

L’artista augustana Pinina Podestà ha dedicato parte del suo sito all’Hangar

http://www.pininapodesta.it/index_file/project_Hangar.html

Il presidente del consiglio provinciale di Siracusa in visita al carcere di Augusta


di Daniela Domenici

Stamattina abbiamo avuto il piacere e l’onore di ricevere la prima visita nel carcere di Augusta del presidente del consiglio provinciale di Siracusa, Michele Mangiafico, insieme a una delegazione composta da un rappresentante di ogni forza politica presente in consiglio provinciale, eccetto il MPA, assente giustificato.

Si è voluto fare questa visita, come ci ha dichiarato Mangiafico prima di entrare in istituto,  perché la situazione delle carceri italiane, in questo momento, come tutti sappiamo, è diventata esplosiva, sette suicidi in 20 giorni e il sovraffollamento cronico e la carenza di organico degli agenti di polizia penitenziaria; anche il governo, finalmente, se ne sta rendendo conto e sta approntando alcune misure per fronteggiare “l’emergenza carceri”.

La delegazione è stata ricevuta dal direttore del carcere, Antonio Gelardi, che ha presentato la situazione dell’istituto nei dettagli e ha ringraziato Mangiafico, come massimo rappresentante della Provincia, per aver promosso e sostenuto il progetto dell’art. 21 che vede 12 detenuti uscire ogni mattina dall’istituto per lavorare come giardinieri e altre mansioni simili in vari luoghi di Augusta e rientrare ogni pomeriggio in carcere; progetto che durerà sei mesi e che il direttore del carcere ha chiesto a Mangiafico di fare in modo che possa essere prolungato visto l’ottimo andamento di questo primo esperimento. Alla delegazione sono stati poi mostrati, dal commissario Calcaterra, e da un suo collega, alcuni ambienti del carcere in modo da potersi fare un’idea di quale sia la situazione reale.

Dopo il carcere di Augusta la delegazione provinciale visiterà quello di Siracusa e quello di Noto per poi tornare, ancora per altri incontri, in quello di Augusta e verificare così le eventuali novità sia positive che negative.

Il carcere? Una serra da coltivare-I detenuti giardinieri per la città


NAPOLI – Il carcere diventa giardino e ai detenuti spunta il pollice verde. I parchi e le piazze di Napoli saranno forniti di fiori e piantine prodotti e lavorati all’interno delle serre della casa circondariale di Secondigliano. L’iniziativa, si legge in una nota, nasce da un accordo tra direzione penitenziaria, Tribunale di sorveglianza ed assessorato all’Ambiente del Comune di Napoli.

A LEZIONE DAGLI AGRONOMI – A formare i detenuti saranno gli agronomi e i giardinieri del Comune che hanno nel progetto il ruolo di docenti per le lezioni teoriche e di pratica florovivaistica. L’iniziativa sarà presentata martedì 26 gennaio, alle 12, nella struttura penitenziaria di Secondigliano dove interverranno il sindaco di Napoli Rosa Iervolino Russo con l’assessore all’Ambiente Rino Nasti, il presidente del Tribunale di Sorveglianza Angelica Di Giovanni, il provveditore regionale dell’Amministrazione Penitenziaria, Tommaso Contestabile, il direttore dell’Istituto, Liberato Guerriero, con la vicedirettrice Giulia Leone. Ed ancora, il presidente della Commissione Ambiente dell’Ordine degli avvocati, Giovanni Siniscalchi, ed il garante dei diritti dei detenuti, Adriana Tocco.

da www.corrieredelmezzogiorno.corriere.it

Questa è la notizia che ci arriva da Napoli.

Ad Augusta, invece, da più di un mese 12 detenuti escono ogni mattina dal carcere per lavorarare come giardinieri in base all’art. 21 per un accordo tra la direzione del carcere e il Comune di Augusta, lo faranno per 6 mesi, ogni giorno dalle 8 alle 12.

Neve: 19 detenuti “arruolati” per spalare a Milano


E’ il lavoro che faranno i detenuti del carere di Bollate per l’Amsa

 Domani 23 dicembre saranno 19 i detenuti che alle 7 del mattino usciranno dal Carcere di Bollate – grazie all’autorizzazione dei Magistrati di Sorveglianza di Milano  concessa ai singoli detenuti – per spalare le strade  con turni dalle ore 9 alle ore 15. Il loro lavoro verrà retribuito.
Questo  in base a un accordo tra l’ Amsa e il provveditorato dell’ Amministrazione Penitenziaria che garantisce all’ azienda un supporto nei lavori stagionali per i reclusi da inserire nel progetto di custodia attenuta dell’Istituto Penitenziario di Bollate.
Dice Luigi Pagano, provveditore delle carceri lombarde, presso il cui ufficio  ha sede l’Agenzia 27 di promozione per il lavoro penitenziario –  «questa è un’operazione di enorme valore sociale che dimostra come l’impiego dei detenuti per lavori utili anche all’esterno del carcere non solo sia possibile ma sia anche utile ed apre grandi possibilità ad aziende che cercano personale».
Ed aggiunge Lucia Castellano, direttrice del Carcere di Bollate: «Qesta è la summa del PROGETTO BOLLATE il cui obiettivo istituzionale è quello di offrire all’utenza detenuta una serie di opportunità lavorative, formative e socio-riabilitative in modo da abbattere il rischio di recidiva, favorendo il graduate, ma anche definitivo reinserimento del condannato nel contesto sociale».

 da www.vita.it

L’art 21 e il carcere di Augusta


di Daniela Domenici

“I detenuti ammessi alla semilibertà o al lavoro all’esterno, previsti, rispettivamente, dall’art.48 e dall’art. 21 dell’ordinamento penitenziario, legge 26 luglio 1975, n.354, possono lavorare all’esterno dell’istituto. L’impresa che assume un detenuto deve rispettare la normativa previste dalla contrattazione collettiva nazionale. La richiesta nominativa di assunzione va rivolta al direttore del carcere e deve contenere i dati utili alla formulazione del programma  al quale il detenuto dovrà attenersi, cioè deve descrivere le mansioni da svolgere, indicare luogo e orario di lavoro, eventuali prestazioni di lavoro straordinario e ogni altro aspetto relativo all’impiego richiesto. Il programma è definito dall’istituto penitenziario in cui si trova il detenuto ed approvato dal magistrato.”

Questi alcuni brevi dati per spiegare cos’è l’art.21 perché per la prima volta è stato applicato nel carcere di Augusta e ci sembra quindi importante dare il giusto rilievo a questo evento.

Dodici persone detenute escono ogni mattina dalla casa di reclusione, prendono l’autobus e si recano nella zona Paradiso-Terravecchia, punta estrema dell’isola su cui sorge Augusta, e lì lavorano dalle 8 alle 14, chi facendo l’imbianchino, chi il giardiniere, chi il muratore; riprendono poi l’autobus per rientrare in carcere fino alla mattina dopo; osserveranno questo orario fino al 22 dicembre, come ci ha detto un’educatrice, e poi, per i sei mesi di durata dell’accordo, lavoreranno dalle 8 alle 12 e rientreranno per il pranzo in carcere.

Nello specifico, l’impresa che ha assunto questi dodici uomini, tutti italiani eccetto uno di nazionalità albanese, è il Comune di Augusta che intende, con questo accordo, far loro svolgere lavori di manutenzione ordinaria. Queste dodici persone che hanno storie diverse alle spalle, reati e pene differenti, sono unite dalla voglia di dimostrare, prima a se stessi e poi al mondo esterno, che può avere applicazione pratica l’art. 27 della Costituzione italiana che stabilisce il fine rieducativo della pena in vista di un reinserimento sociale.