“Accarezzando le mie malinconie”


di Tiziana Mignosa

Danzano i tratti morbidi

sui passi lenti

e intanto a te giungono

i miei sorrisi zuppi.

Realtà stagnanti

in questo pieno vuoto dove conto

i sì che di me ne fanno

il suo balocco.

E’ a passi nudi che sugli aguzzi cocci

si sgretola la personalità mondana

mentre raccolgo perle rosse e trasparenti

per farne collane saldaconto.

Frammenti di materia diventano fulgide fantasie

particelle colorate d’arcobaleno

aquiloni svolazzanti levitano festosi

sopra tutti i crucci.

E’ la tua mano che io cerco

invisibile conforto in questo tempo duro

mentre ancora a denti stretti

sorvolo il sottobosco della vita.

A te rivolgo la leggerezza del pensiero

quando controvento piango

imboccando la via che i piccoli

dedicano alla follia

quando nella notte del giorno pieno

mi accoccolo dentro il caldo abbraccio tuo

e chiudendo gli occhi stanchi

scivolo nel sogno che non conosce inganno.

“A volte la bellezza cela segreti di tristezza”


di Tiziana Mignosa

Non sempre il coperchio a festa tinteggiato

fa da specchio al contenuto che c’è dentro

ma anche quando è assai nascosto il bello

timido e giù nel fondo

l’arcobaleno luccica in silenzio.

Mi ritrovo così

ad acchiappare il mio sentire umano

in questo luogo dove la bellezza trovo

solo se passo via correndo.

Infatti è quando indugio

che la verità sorpassa l’apparenza

e annuso polvere di brutto

sui fiori a petali di plastica.

Decorata è la tappezzeria

ma dalle mani abili del latte e del caffè

e da lontano pare pure bella

quando invece di fatto non lo è.

Come la silenziosa lacrima

protagonista non riconosciuta di quella triste storia

che se di fretta vai ti sfugge

velata dietro il cauto sorriso

che di pietà la teme e la nasconde.

“Il canto dell’arcobaleno


di Maria Grazia Vai

E’ un volo di pensiero

con la voce del silenzio

Un rincorrersi di mani e fiato

tra fili d’erba

e rovi

Anime si sfiorano

e il vento canta

tra le dita

E di quell’attimo

s’ascolta

del dolore il canto

e dell’amore il grido

E’ la mia voce

– e si confonde

nei colori dell’arcobaleno.

 

“Parole e pioggia”


di Angela Ragusa

…in quel viaggio tra nuvole,
dove forme cambiano e mutano
orizzonti di plumbeo bagliore
inspiegabili arcani,
segreti mai svelati
tratteggiano immagini
e assistono all’ignoto…

Parole risuonano
nel cuore di ogni goccia

Un brusio intona e si perde
tra corde striate
di immenso arcobaleno
apparso d’incanto
a pittare il grigiore
di tela bagnata
che attende il suo sole.

“Dove vanno a finire gli aquiloni”


di Angela Ragusa

Dove vanno a finire
gli aquiloni,
che fuggono dalle mani dei bambini….
Dove…in quale cielo azzurro,
tra le strie di un arcobaleno…
o trascinati dal soffio di quel vento
che ne anima il loro stesso esistere
e che su e giù ,li fa roteare
come delicati petali colorati
di primule appena sbocciate
al sole di primavera.

Chissà, se finiranno tra le stelle
come i sogni di quei bimbi
che di lacrime velano il volto
quando il buio della notte
impaurisce il loro cuore.

Dove poseranno i loro brandelli variopinti
dopo che per lungo vagare
stramazzeranno a terra esausti
e dilaniati dal tempo e dalle intemperie.

Poveri aquiloni ,dalla sorte così effimera,
come farfalle dalla vita
lunga un solo giorno,
ma dal cuore così grande
quando lasciano, dolcemente,
che manine delicate
srotolino inconsapevolmente,
il loro destino!