Feci di api piovono su un paesino


Si temeva una contaminazione chimica e invece la pioggia arancione altro non era che deiezioni di insetti. E’ il verdetto emesso dai tecnici della Asl intervenuti dopo numerose segnalazioni degli abitanti di Campiglione, piccolo paese della Lunigiana, nel comune di Fivizzano (Massa Carrara). Quella strana melma che ricopriva i panni stesi e le macchine non è dunque nociva ma una banale evacuzione di, probabilmente, api.

Pioggia arancione: sono feci di api

Qualcuno aveva anche ipotizzato si potesse trattare di scarichi di aerei che sorvolano la zona. L’Asl ha quindi estratto alcuni campioni delle goccioline e li ha inviati all’Istituto zooprofilattico di Roma, che nei prossimi giorni fornirà l’esito delle analisi.

Intanto, il direttore sanitario dell’Asl di Massa Carrara, Andrea Macuzzi, dà una prima spiegazione: “Al 99,9% si tratta di produzioni biologiche di insetti, in pratica le deiezioni: è un fenomeno abbastanza diffuso. Può capitare di imbattersi magari in un alveare di 100 mila api che ‘scaricano’. Non credo si tratti di aerei che scaricano liquami in cielo. Le analisi, ad ogni modo, chiariranno la vicenda”.

fonte tgcom

Torino: il Consiglio comunale estende i diritti delle coppie di fatto


Il Comune di Torino ha deciso di riconoscere i diritti delle coppie di fatto. La decisione è stata presa dal Consiglio comunale cittadino, complice l’assenza in blocco del centrodestra, impegnato nella protesta contro la probabile ripetizione del voto per le regionali. Chiunque ne farà richiesta potrà avere dagli uffici dell’anagrafe cittadina un certificato di famiglia anagrafica basato anche sul vincolo affettivo, non solo sul matrimonio. Con questo documento, anche le coppie di fatto possono quindi godere dei diritti e dei benefici sulla casa, sanità, servizi sociali, sport, tempo libero e altre tipologie di servizi. Questa decisione coinvolge almeno 32 famiglie, di cui 505 coppie gay, anch’esse incluse dal provvedimento approvato dal Consiglio comunale. Non sono pochi quelli che nutrono dubbi su questa decisione. Se la Lega e il Pdl, assenti al momento della votazione, parlano di «farsa», il consigliere dell’Api Gavino Olmeo, sulla Stampa, si è espresso in questo modo: «È il Parlamento a dover legiferare in materia di riconoscimento delle unioni civili. Il certificato anagrafico basato sul vincolo affettivo cadrà al primo ricorso alla giustizia amministrativa».

da www.blitzquotidiano.it

Il mondo ad alta velocità visto dalle api


Api in volo Le api vedono il mondo a una velocità cinque volte maggiore rispetto a come lo vedono gli esseri umani ed hanno una supervista anche per quanto riguarda i colori: lo dimostra uno studio condotto dall’università di Londra Queen Mary e pubblicato sul Journal of Neuroscience. Secondo gli autori dello studio, Peter Skorupski e Lars Chittka, la vista superveloce offre notevoli vantaggi. Per esempio, i bombi possono esplorare senza difficoltà i cespugli ombrosi alla ricerca di cibo.

 La capacità di vedere in modo più rapido rispetto agli uomini è comune agli insetti volanti e permette loro di sfuggire ai predatori e di accoppiarsi in volo. Tuttavia finora non si sapeva se anche la visione totale dei colori delle api fosse possibile ad alta velocità. I ricercatori hanno scoperto che le api vedono anche i colori a una velocità doppia rispetto a quanto accade agli umani.

 “Gli esseri umani – ha spiegato Skorupski – non riescono a seguire facilmente con gli occhi il volo degli insetti, ma essi possono seguire l’un l’altro grazie alla loro visione veloce. Questa velocità dipende da quanto velocemente la luce è catturata dalle cellule degli occhi che ’scattano’ una istantanea del mondo e la inviano al cervello”.

 I ricercatori hanno inoltre dimostrato che le api bruciano molta più energia per vedere i colori rispetto a quella che consumano per vedere il mondo in bianco e nero. “L’energia delle api non può essere usata in maniera frivola – ha osservato Skorupski – ma è usata per sopravvivere: sembra che vedere i colori a metà della velocità con cui vedono la luce bianca fornisca a questi insetti abbastanza dettagli per vedere i fiori e trovare la strada per casa”.

 da www.blitzquotidiano.it

“Il brigante e le api”, breve fiaba di Carmine dal carcere di Augusta


Conosco Carmine personalmente essendo volontaria nel carcere di Augusta e posso assicurarvi che il cambiamento che lui ha voluto descrivere sotto forma di fiaba in lui è avvenuto, è stato davvero un “brigante cattivo”, ha fatto molto male e sta pagando e pagherà ancora molto a lungo per questo ma è una persona totalmente diversa dal “brigante” che era: se le api capiscono che anch’io posso essere buono, allora anche gli uomini possono capirlo

…”C’era una volta un brigante cattivissimo, faceva paura a tutti. Scorazzava per i monti e la campagne ed era solito aspettare i viandanti su un ponte che attraversava un fiume.

Derubava chiunque gi capitasse a tiro e se quei poveri sventurati si opponevano lui faceva loro del male.

Durante una delle sue scorrerie capitò in un campo dove una povera vedova aveva un’arnia da cui prendeva del miele per fare i dolcetti ai suoi bambini.

Il brigante da lontano vide che, quando la donna prelevava il miele dalle arnie, le api non le facevano nulla e pensò che anche lui potesse farlo.

Il brigante già si leccava i grandi baffi che aveva al pensiero del miele saporito che avrebbe rubato. Si fece avanti con aria minacciosa ed urlò tanto che la povera vedova ed i suoi bambini scapparono di corsa.

Allora il cattivone si avventò sull’arnia cercando di distruggerla per impadronirsi del miele saporito, ma le api inferocite lo attaccarono in gruppo e cominciarono a pungerlo dappertutto e mentre lui correva loro lo pungevano sempre di più finché raggiunse il fiume e vi si buttò dentro.

Solo l’acqua lo salvò dall’ira dello sciame d’api!

Passò del tempo ed il brigante ripensava spesso a quanto gli era accaduto, cercando di capire il perché le api lo avessero aggredito con tanta forza, mentre alla donna non facevano nulla.

Così si recò di nuovo verso il campo della vedova per chiederlo direttamente a lei. La poverina, quando lo vide, terrorizzata, cercò di scappare via, ma stavolta il brigante fu più lesto di lei, la raggiunse e la bloccò.

Con tono minaccioso le chiese: “Adesso devi dirmi perché tu prendi il miele e le api non ti fanno nulla, mentre a me, per aver cercato di prenderne un po’, mi hanno inseguito e punto dappertutto; mi sono salvato solo perché ho raggiunto il fiume”.

La povera donna era tremante di paura, temeva che dicendo la verità il brigante si arrabbiasse e le facesse del male ma, soprattutto, temeva che ne facesse ai suoi bambini.

Spaventata dalle minacce si decise a parlare e con tono calmo e gentile disse :”Dunque, brigante, devi sapere che le api mi permettono di prendere un po’ del loro miele perché io le curo, poi, quando vado a prelevarlo lo faccio con delicatezza e capiscono che non voglio far loro del male. Tu, invece, hai buttato l’arnia per terra e loro si sono arrabbiate”.

Il brigante, non abituato a dare né a ricevere gentilezze, non riusciva a capire e no le credeva, così lei gli mostrò come fare.

Il rude brigante, con gentilezza, si avvicinò all’arnia e prelevò del miele, le api si allontanarono e poi ritornarono senza fargli alcun male.

Ripensò a tutta la sua vita scoprendo che non esisteva solo il suo modo cattivo di vivere.

Pensò che :”se le api capiscono che anch’io posso essere buono, allora anche gli uomini possono capirlo”. Queste considerazioni fecero sì che cambiasse, comportandosi in modo gentile.

Da quel giorno del cattivo brigante non si sentì più parlare.

Egli divenne buono e decise di rimanere con la vedova ed i suoi bambini per aiutarli nel loro duro lavoro nei campi.