Lettera a Mago Zurlì


di Daniela Domenici

Caro Mago Zurlì,

sono una bambina… di 52 anni, anzi, come dice una mia cara amica, ho un concentrato di 50 bambini dentro e sono così anche grazie a te…

Tu e Topo Gigio mi avete regalato colore, musica, sorrisi per tutta la mia infanzia, quando la TV era ancora in bianco e nero, negli anni ’60, la tua dolcezza, la tua simpatia, il tuo essere bambino dentro, come me, ti ha fatto diventare il mio Mago preferito, anzi, l’unico, che sapeva sempre come parlare ai bambini che venivano a cantare lì, allo Zecchino d’Oro, all’Antoniano di Bologna, aiutati dalla grande Mariele e dall’inimitabile Gigio, il topo più tenero mai creato.

Sono cresciuta tra un “Pesciolino rosso nella sua vasca di cristallo” e un “Valzer del moscerino”, tra un “Popoff nella steppa sconfinata” e una “Minicoda di moda tra i gatti”, tra un “Caro nonno Asdrubale a cui dai una spinta” e una “Zia Peppina e il suo caffè”, tra “Un milione di anni fa la giraffa, l’elefante e il bassotto” e “Cirillo curiosone che aveva un gran nasone”…mi hanno fatto rimanere bambina dentro nel modo più bello e giusto possibile…GRAZIE A TE sono diventate ninnenanne per i miei figli al posto di quelle classiche…

Caro Mago Zurlì, ti prego, non farti ferire dalle cattiverie degli “adulti” che non hanno capito la tua vera anima, torna tra noi al più presto possibile…

TI ASPETTIAMO INSIEME A TOPO GIGIO E A TUTTI I BAMBINI COME ME…J

Cino Tortorella, il grande Mago Zurlì


di Paolo Scotti

mago zurlìRoma«Complimenti. Siete riusciti a parlare dello Zecchino d’Oro per quarantotto minuti, senza fare il mio nome neppure una volta». Baruffa davanti ai giornalisti, ieri mattina a Roma, dopo la conferenza stampa del cinquantaduesimo Zecchino d’Oro. Cino Tortorella, il mitico Mago Zurlì che dal 1957 ad oggi è stato il «volto» della gara canora fra bambini, per la prima volta è seduto fra il pubblico invece che al tavolo degli autori.

mago zurlì.1A incontro concluso si sfoga coi cronisti: «Lo Zecchino d’Oro l’ho inventato io, prima ancora che arrivassero i frati dell’Antoniano di Bologna. L’ho guidato per cinquantadue anni. E ora un capostruttura Rai mi viene a dire che sono sorpassato!». Il capostruttura in questione, Antonio Azzalini, parla di una semplice battuta. Che però non è un capolavoro d’eleganza: «Io la seguo da quando avevo cinque anni. Oggi ne ho cinquanta, fra venti andrò in pensione. E lei quando intende andarci?». «Io ho l’età del Papa e del Presidente della Repubblica – ribatte infiammato Tortorella (che di primavere ne conta 82) -. Dobbiamo essere rottamati tutti e tre?». A tentare di placare gli animi interviene il direttore dell’Antoniano, padre Alessandro, chiarendo perché per la prima volta Mago Zurlì diserterà lo Zecchino. «Ad aprile Tortorella ha citato l’Antoniano per danni morali. Mi sembra che abbiamo tutto il diritto di risentirci per un’azione che riteniamo ingiusta». Il motivo della causa? «L’Antoniano ha permesso che la Rai cancellasse tutte le trasmissioni create da me e da loro, senza nemmeno protestare – s’indigna Tortorella -. Anni di lavoro e di successo totalmente annullati». Allora è vero che la Rai considera Tortorella superato? «Finché il contenzioso legale non sarà risolto, la Rai non potrà firmare contratti col signor Tortorella – svicola Azzalini -. E l’Antoniano non potrà farlo entrare al centro di produzione dello Zecchino». «E io ci verrò ugualmente – insiste lui -. Magari fuori, ma ci verrò!». Alla fine l’intenzione conciliativa predomina. «Cercheremo di risolvere la questione prima di martedì – assicura padre Alessandro (lo Zecchino andrà in onda dal 17 al 21 alle ore 17 su Raiuno, condotto da Veronica Maya e Paolo Conticini)- e di avere Cino di nuovo con noi». Si vedrà.
Quanto all’altro guaio che pende sul futuro della gara canora – a gennaio alcuni lavoratori del centro di produzione dell’Antoniano entreranno in cassa integrazione – padre Alessandro sospira: «Dal 2001 ad oggi abbiamo avuto un notevole calo del lavoro. Lo stesso problema di tante altre imprese. Ma io sono solo un frate, non un manager. E se non ce la facessimo? Pazienza: i frati esistono da ottocento anni. E continueranno ad esistere, anche senza Zecchino».

da www.ilgiornale.it

Lo Zecchino d’Oro rischia di chiudere i battenti


zecchino d'oroLa 52esima edizione, in onda dal 17 al 21 novembre, ci sarà. E questa è la buona notizia. Ci saranno anche lo speciale di Natale e l’ultima registrazione di Music Gate. Ma dal prossimo anno lo Zecchino d’Oro, uno dei programmi più amati dai bambini (di ieri e di oggi) rischia di dover chiudere i battenti. Pare infatti che il centro di produzione dell’Antoniano di Bologna, dove si realizza lo show, non sia messo benissimo, tanto che la Cisl (che intende coinvolgere nella campagna anche il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano) ha lanciato un appello per salvare la struttura: i contratti non sono stati rinnovati per il nuovo anno e si parla addirittura di cassa integrazione. D’altronde dal 2001 a oggi l’Antoniano ha ridotto notevolmente (da 200 alle 15 attuali) le ore di programmi all’anno che realizzava per la Rai.

Molte delle canzoni dello Zecchino d’Oro, a partire dal lontano 1959, quando Cino Tortorella ideò la manifestazione, hanno costituito e continuano tuttora a essere la colonna sonora dell’infanzia di generazioni di bambini. Sarebbe un vero peccato se quella che è ornmai divenatata una vera e propria istituzione dovesse cessare di esistere. Per questo, nell’appello per salvare l’Antoniano, si insiste sul valore della manifestazione, sul riconoscimento del ruolo culturale che ha avuto nella storia del Paese: è infatti uno dei due centri di produzione di programmi per l’infanzia rimasti in Italia (l’altro è a Torino). Staremo a vedere se l’appello del sindacato di consolidare il rapporto fra il centro di produzione bolognese e la Rai, inserendo l’Antoniano nel contratto di servizio fra la tv pubblica e lo Stato, avrà successo e se si riuscirà a salvare lo Zecchino d’Oro, come già è successo in passato con il suo fratello maggiore, il Festival di Sanremo.

fonte Virgilio

Sanità: Bologna, bimbi in corsia collegati col teatro dell’Antoniano


bimbi ospedaleIl teatro arriva in corsia per i piccoli pazienti: il servizio, offerto gratuitamente ai reparti pediatrici degli ospedali Maggiore e Bellaria del capoluogo emiliano, assieme a quello di Bentivoglio, consentira’ ai bambini ricoverati di godere della stagione teatrale per ragazzi che da alcuni anni propone l’Antoniano di Bologna. Il progetto “Teatro in corsia” e’ promosso da Antoniano Onlus e Bimbo Tu Onlus, in collaborazione con FantaTeatro e con la partecipazione di Baby BoFe’. Tramite un collegamento in banda larga, gli spettacoli potranno essere trasmessi all’interno delle strutture ospedaliere, fornendo un momento di svago ai piccoli degenti. E’ questo il senso della collaborazione tra Antoniano Onlus e l’Associazione Bimbo Tu, che dal 2007 svolge le proprie attivita’ all’interno della Divisione di Neurochirurgia Pediatrica dell’Ospedale Bellaria di Bologna con il medesimo obiettivo di sostegno a animazione, talvolta anche attraverso spettacoli: nel mondo del teatro, spiega L’Antoniano, i bambini possono infatti vivere avventure fantastiche, conoscere nuove storie, entrare in un mondo dove tutto e’ possibile, e dove il lieto fine arriva sempre. Il progetto “Teatro in Corsia” partira’ domenica 1 novembre alle ore 16 con lo spettacolo “Notte di Paura” e proseguira’ ogni domenica alla medesima ora sino a fine marzo, creando cosi’ un appuntamento fisso settimanale in tutti i reparti pediatrici degli ospedali che hanno aderito o che aderiranno all’iniziativa. “Teatro in Corsia” fara’ parte del progetto Smart Inclusion che rientra nell’accordo per accelerare il processo di digitalizzazione nel settore sanitario, siglato dal ministro Renato Brunetta e dal Presidente del Consiglio Nazionale delle Ricerche, Luciano Maiani. L’Ausl di Bologna ha aderito al progetto, che ha anche il patrocinio della Regione Emilia Romagna.

fonte AGI