L’attrice


di Daniela Domenici

“Fare l’attore oggi? Un mestiere sempre più difficile dove i sogni, le illusioni e le aspettative s’infrangono miseramente in una realtà sempre meno attenta al mondo dell’arte…”: per questo Federica Bisegna si è divertita a scrivere un monologo brillante, ispirandosi a un testo di Aldo Nicolaj, per ironizzare sulle vicissitudini quotidiane e i vizi di Anastasia, lo stereotipo di una grande attrice “impegnata” ma che è sempre alla ricerca di un ingaggio qualunque pur di sbarcare il lunario.

E questo straordinario e divertentissimo one-woman-show Federica lo ha regalato ieri sera al numeroso pubblico accorso al largo Landolina nel cuore di Noto nell’ambito della rassegna “Atto unico” curata da Beppe Rosana che chiudeva proprio con lei i battenti dopo una settimana; Federica ha voluto un sottofondo musicale offertole dal sax soprano di Graziano Raniolo, la regia dello spettacolo era di Vittorio Bonaccorso con cui ha fondato e gestisce la compagnia “Go.Do.t”.

Novanta minuti di monologo durante il quale Federica ha interagito col pubblico, diventando anche un po’ Fregoli “con fughe dietro un separé per poi ritornare con un altro costume, un’altra lingua, trasformandosi e passando in rassegna tutta la gamma vocale di cui è capace che culmina nella canzone di Polly dall’Opera da Tre Soldi di Brecht come sottolinea il regista.

Federica dimostra un’energia inesauribile, senza un attimo di respiro, una bravura da applauso soprattutto quando riesce a far parlare, in contemporanea, la protagonista Anastasia e il sempre presente (pur non essendolo fisicamente) marito Carmelo utilizzando per lui una voce maschile e un perfetto accento dialettale ragusano; o quando canta o recita in altre lingue dal francese di Prevert al tedesco di Brecht all’inglese di Shakespeare: applausi meritatissimi per questa prova d’attrice.

“Classe di ferro” al teatro Brancati di Catania


di Daniela Domenici

Una scenografia essenziale che rende perfettamente la tristezza e la malinconia della storia, una panchina, tre alberi spogli e una ringhiera al di là della quale c’è il mondo che scorre, perfettamente immaginata dallo scenografo Giuseppe Andolfo, per accogliere “Classe di ferro” di Aldo Nicolaj al teatro Brancari di Catania per la regia di Nicasio Anzelmo e la colonna sonora molto pertinente di Matteo Musumeci.

Due i protagonisti principali di questo testo che fu rappresentato per la prima volta in Italia nel 1974 e che si rivela ancora molto attuale, Tuccio Musumeci, alias Libero Bocca, e Marcello Perracchio – Luigi La Paglia. Terza co-protagonista Alessandra Cacialli nel ruolo di Ambra.

A un primo impatto sia la scenografia che la coppia di personaggi rimanda a un testo del teatro dell’assurdo del ‘900, “En attendant Godot” di Samuel Beckett in cui i due protagonisti, Vladimir e Estragon, si ritrovano giorno dopo giorno aspettando un qualcosa o qualcuno che non arriverà mai; ma le similitudini si fermano qui perché il testo di Nicolaj tratta, in modo assolutamente poetico, dell’abbandono da parte delle rispettive famiglie, della conseguente solitudine affettiva e della disperazione di due anziani che si ritrovano a parlare quotidianamente su una panchina, a conoscersi lentamente, a volersi bene e a progettare insieme una fuga rocambolesca che si concluderà prima di iniziare per un evento imprevisto, doloroso e lacerante che accade a uno dei protagonisti.

Tuccio Musumeci e Marcello Perracchio riescono, con la splendida professionalità e l’esperienza che li contraddistinguono, a provocare risate spontanee e convinte ma anche tanta commozione e struggente tenerezza per quei gesti di affetto, di complicità, di empatia che si scambiano in questo crescendo di amicizia che si instaura tra di loro: applausi e complimenti a questi due “leoni” del palcoscenico.

“Disturbatrice” divertentissima, ma anche tenera, è una deliziosa Alessandra Cacialli nella parte di Ambra, un’anziana signorina che si inserisce nella vita dei due protagonisti con la sua logorrea che maschera la sua infinita solitudine e che col suo affetto spontaneo regalerà un po’ di colore e calore a Libero ma soprattutto a Luigi.