23 settembre: Padre Pio, il mese di settembre e me…


di Daniela Domenici

Credo proprio che il mese di settembre sia il “SUO” mese non perché il suo corpo mortale ci abbia lasciato per tornare alla Casa proprio in questo mese ma perché per me e altre due carissime amiche sono successi episodi “con LUI” in questo mese.

A me nel settembre del 2001 è capitato all’improvviso di percepire, intensissimo, il SUO profumo, non lo conoscevo prima ma l’ho ri-conosciuto subito, unico, non descrivibile e, in parallelo, la mia più cara amica G. lo ha sentito nello stesso momento uguale a casa sua…

A Serena C., oltre agli episodi da lei descritti nella sua testimonianza scritta nel suo profilo di FB, ne sono successi altri due in questo mese che danno la misura della SUA presenza nella vita di Serena e di quanto Lui la metta in guardia, nel bene e nel male.

Ad A.R. ne è accaduto uno, all’improvviso, in questo mese, che mi ha confidato e che ha, secondo me, una valenza maggiore perché è successo nella sua terra natale ed è stato premonitore di fatti a lei inerenti, positivi e negativi.

I progetti educativi a favore dei bambini di Kabul


di Loretta Dalola

Il conflitto che contrappone Israele e la Palestina è entrato a far parte della quotidianità della persone, permeando ogni aspetto della vita sociale: occupazioni militari, minacce alla salute, mancanza di prospettive reali di pace e di sviluppo economico, hanno cancellato ogni parvenza di vita normale per la popolazione di Gaza, in particolare per i bambini, per i quali la scuola, il gioco, la cura, sono attività da conquistare ogni giorno.

è un’associazione onlus, opera nella cooperazione d’aiuto in ambito educativo e sociale per promuovere il rispetto dei diritti umani con particolare riferimento ai diritti dei bambini e delle bambine, dei disabili e delle minoranze; e promuovere altresì la conoscenza e l’applicazione delle convenzioni internazionali in materia. Educaid opera a Gaza dal 2002 in diversi settori e, a partire dal 2008, gestisce un progetto socio-educativo a favore della tutela dell’infanzia, dell’educazione e del benessere dei bambini della Striscia di Gaza.

 Sono stati anche realizzati interventi educativi all’interno delle scuole elementari governative, degli asili e delle associazioni di Gaza attraverso l’equipe di educatori che opera da anni per mezzo del Ludobus (unità educativa mobile in grado di adeguarsi e di mettere in campo un’ampia varietà di attività).

La Cooperativa sociale onlus Tanaliberatutti di Riccione da anni si caratterizza per la capacità di collaborare alla progettualità di diversa natura , fornendo l’esperienza maturata negli anni nel settore ludico educativo, attraverso  attività rivolte all’infanzia e all’adolescenza, utilizzando  una metodologia che pone in primo piano il gioco. Il Ludobus in Palestina adotta un approccio educativo che si fonda sul gioco come strumento della comunicazione, dell’incontro e dell’immaginazione per i bambini.

 Uno strumento che possa far loro superare le vessazioni quotidiane verso orizzonti almeno mentali di libertà dal conflitto, di libertà dalle violenze fisiche e culturali che vengono loro inflitte.

 Attualmente sul territorio è presente un educatore che conosco da anni e che  ha dedicato la sua professionalità nel settore educativo proprio nei territori del conflitto.

 Adriano si è anche sempre impegnato nella diffusione dell’informazione non filtrata, inviandoci per mail una sorta di diario personale fatto di impressioni e riflessioni.  Ora sta utilizzando anche il  Blog: IL GRANDE GIOCO . Così venne chiamato a metà ottocento il conflitto strisciante tra le grandi potenze per il controllo del Medio Oriente e dell’Asia centrale. gli equilibri geopolitici sono cambiati, le materie prime sono altre, ma l’Afghanistan continua ad essere fondamentale. Il Grande Gioco continua.

 Il “mio” progetto socio educativo, finanziato lautamente dal nostro ministero degli esteri, ha passato la fase burocratica spettante alle istituzioni italiane ma è ancora bloccato. In questo momento, opera direttamente su Kabu.

ciao a tutti, 

 stamani c’è stato un attacco ad una colonna delle forze NATO a kabul, 19 morti. ieri i 2 caduti italiani a Baghdis (non Herat). Cordoglio alle famiglie delle vittime, italiane, americane e di tutte le altre nazionalità. Purtroppo quest’anno ha visto anche il maggiore numero di vittime civili tra la popolazione afgana. Così mi ritrovo a stare chiuso in casa, non che ci siano particolari rischi, però l’ufficio della cooperazione ci ha “consigliato” di evitare movimenti. Era prevedibile che succedesse qualcosa, l’estate è cominciata e le forze insurrezionali hanno lanciato la campagna estiva. Speriamo che la peace Jirga (la riunione di tutti i rappresentanti della popolazione afgana) presieduta da Karzai che si terrà il 29 maggio, possa portare ad una pacificazione con conseguente reintegro nella società dei combattenti insurrezionali. Che spesso si arruolano solo per avere uno stipendio.

 Mi chiedo perchè dopo 9 anni ci sia ancora bisogno di un così gran numero di forze straniere per la sicurezza…

 Passando alle cose belle: ieri il Ministero dell’economia afgano ha approvato il progetto. finalmente! Dopo 2 mesi passati a contrattare con loro ed il ministero degli affari sociali, scrivere e riscrivere progetto e budget, era ora!

 Così ora si comincia sul serio! Alla fine il progetto riguarderà 250 minori e 50 donne capofamiglia. Ai bambini si offrirà un corso di reinserimento scolastico, ai ragazzi ed alle mamme un corso di formazione professionale e avviamento al lavoro. E dovrebbe partire anche un ludobus che raggiungerà i villaggi della zona per promuovere attività ludico-educative e raggiungere così tanti altri bambini.

 Farò tante foto così vedrete anche voi come sono belli i villaggi e chi ci vive.

un abbraccio Adri

 EducAid – via Vezia, 2 [47921] Rimini Tel. 0541-28022 mail: info@educaid.it http://www.educaid.it/dove.html

 Cooperativa Tanaliberatutti – via Bergamo nr. 2 – 47838 Riccione – www.tanaliberatutti.it

 http://ilggioco.blogspot.com/

 da http://lorettadalola.wordpress.com

Morire nell’indifferenza


di Il Giomba

Un’altra triste storia di indifferenza ci giunge da Ferrara: Sahid ha pregato decine di persone di aiutarlo, all’uscita dalla discoteca, inginocchiandosi e implorando un aiuto. Ma è morto nell’indifferenza totale.

Una storia che lascia sgomenti, che pone forti interrogativi e dubbi sulla xenofobia di molti, impauriti dagli stranieri, forse anche per tutte le notizie che spesso i media raccontano, dipingendo gli stranieri come persone di cui non ci si può fidare.

Sahid è morto di freddo: all’uscita della discoteca ha accusato un malore, ha pregato tanti di aiutarlo ma nessuno si è fermato per dargli una mano. Ha camminato per qualche kilometro, è caduto in un canale e, esanime, ha chiesto aiuto ai passanti, senza che nessuno si fermasse. Il triste epilogo lo immaginate da voi…

Un’altra storia di morte tra l’indifferenza: tutti dobbiamo interrogarci su quanto accade. Non basta la scusa del “sì, ma la TV dice che…” per giustificare la morte di un’essere umano. Non importa se straniero o italiano: è un figlio di Dio e l’indifferenza è una grave e preoccupante piaga che lascia senza parole.

Di certo, la morte di questo ragazzo nella più totale indifferenza non sarà né la prima né l’ultima: la coscienza di tanti, a  sera, dovrebbe dar loro tormento nel pensare di aver fatto morire un ragazzo che chiedeva, semplicemente, aiuto”.

da www.blogsicilia.it

 

MI ARRENDO


di Daniela Domenici

Mi arrendo all’ingratitudine umana

mi arrendo

Tu, Signore, dici “ama il prossimo tuo”, io Ti credo e ho cercato in quasi tutta la mia vita di metterlo in pratica

ma non dici che poi quasi sempre vieni abbandonato e tradito

Tu, Signore, dici “perdona sempre e a prescindere perché non sanno quello che fanno”, io Ti  credo e ho cercato in quasi tutta la mia vita di metterlo in pratica

ma non dici che poi quasi sempre vieni abbandonato e tradito

fai il bene e dimenticalo, sono d’accordo, te ne ritornerà da altri, ci credo…

ma c’è un limite anche a questo, Signore

quando hai la coscienza pulita…

quando sai di aver dato solo amore, disponibilità, ascolto, dedizione, gioia, sorriso, aiuto anche materiale, quando ti fai ogni sera l’esame di coscienza e non trovi niente di sbagliato…

e, invece, vieni regolarmente abbandonato, tradito, dimenticato da quelli a cui hai dato tutto a piene mani senza limiti…

allora…

mio Signore…

MI ARRENDO

MINORI: per 70mila la scuola è matrigna


di Benedetta Verrini

Cosa sono 70mila contro 9 milioni? E’ il numero dei bambini in adozione e affido che ogni anno si trova ad affrontare il percorso scolastico insieme a tutti gli altri studenti italiani. Per aiutarli, nel mese di settembre, durante il convegno “Adozione, affido e leaving care tra scuola e famiglia”, l’Associazione Amici dei Bambini ha lanciato le “Linee Guida per la scuola” per favorire la migliore integrazione dei minori.

Vita ha ospitato un approfondimento sul tema a pag.11 del n.34, il 4 settembre 2009. Ecco un estratto:

La matematica non aiuta. C’è una legge di maggioranza che rende I bambini adottati, i minori in affido e i ragazzi fuori famiglia un imbarazzante problema nelle aule scolastiche. Gli studenti italiani sono circa 9 milioni. “Loro”, il problema, sono circa 60-70mila.

Hanno una fisionomia complessa: gli adottati sono italiani o – più spesso – stranieri, con una famiglia molto presente ma una pesante storia di abbandono da elaborare.

Per i minori in affido o fuori dalla famiglia il dolore non è solo alle spalle, è una quotidianità precaria, vissuta attraverso l’isolamento o l’aggressività.

Sono ragazzi come Margherita, che non accetta il metodo di lavoro “a squadre” della prof di spagnolo perché è meglio una nota che far sapere ai compagni che vive in una comunità. O come il piccolo Santiago, le cui maestre non comprendono le difficoltà: «Adesso che è stato adottato dovrebbe aver superato tutto, no?». O come Emanuele, che l’anno scorso a scuola ripeteva: «Tanto qui non resto, torno da mamma e papà». Ma quest’estate, mentre era in una colonia estiva, il Tribunale ha deciso che i suoi non sono ancora pronti a fare i genitori.

Si naviga a vista

Mosche bianche «che è fin troppo facile escludere, punire, bocciare», confessa una preside vecchio stampo, Giovanna Rosa Pifferi, dirigente scolastico in una scuola media e docente di Pedagogia e didattica presso l’Istituto di scienze religiose di Siena. «Se per gli stranieri o per i bambini con disabilità abbiamo una normativa cui fare riferimento e siamo aiutati all’inclusione, per questi ragazzi si naviga a vista». Anche combattendo con insegnanti stremati o demotivati, che dicono di non potersi trasformare in assistenti sociali o di non poter ritardare il programma. «Come dirigente spesso dico che noi, come scuola, non possiamo infilarci in quello stesso giro di abbandono che ha reso questi ragazzi così difficili», dice la Pifferi.

«Dobbiamo dar loro obiettivi raggiungibili, anche se non sono allineati con gli standard comuni. Siamo educatori e dunque non dobbiamo riempire le teste, ma fare teste che ragionano. Tutto questo, però, non si può improvvisare. Abbiamo bisogno di punti di riferimento comuni, una formazione specifica per gli insegnanti, un progetto condiviso tra scuola, famiglia e servizi».

Fuori dalla porta

È di questo che il 24 e 25 agosto si è parlato al convegno internazionale di AiBi «Emergenza educativa. Adozione, affido e leaving care tra scuola e famiglia». Assente ingiustificato, forse proprio per la dittatura dei numeri, il ministero dell’Istruzione