Settantacinque giorni di programmazione, dal 17 luglio fino al 27 settembre, per un totale di 150 spettacoli che si terranno in 38 siti storici e archeologici del territorio siciliano: è il calendario degli eventi del Circuito del Mito 2010. La manifestazione, realizzata per la prima volta nel 1996 da un’idea di Franco Zeffirelli, è stata inaugurata lo scorso 25 giugno in occasione dell’apertura della mostra sul cantautore Fabrizio De André. Oggi l’assessore regionale al Turismo, Nino Strano, ha presentato l’intero calendario. Tantissimi i siti archeologici coinvolti nel progetto, dalla Valle dei Templi di Agrigento, al Teatro Antico di Taormina, da Segesta a Lipari, da Giardini Naxos a Milo. E ancora, Castelbuono, Acireale, Termini Imerese, Castellammare del Golfo, Valderice, Salemi, Partinico, Salina, Linguaglossa. Si partirà il 17 luglio con Diana Krall, accompagnata dal suo quartetto, nella suggestiva cornice del Teatro Antico di Taormina. E poi Tony Bennett (20 luglio) e i Deep Purple (29 luglio) sempre al Teatro Antico di Taormina. Ancora, Giovanni Allevi, il 6 agosto ad Agrigento, Fiorella Mannoia il 20 agosto a Giardini Naxos, Pino Daniele e Ivano Fossati il 22 agosto a Segesta. Sempre ad agosto sarà la volta di Ludovico Einaudi, che si esibirà martedì 3 a Segesta e mercoledì 4 a Giardini Naxos. Tantissimi gli altri appuntamenti musicali in calendario, dal concerto di Mario Venuti (Campofelice di Roccella, data da definire) a quello di Mario Biondi (il 23 agosto al Teatro Antico di Taormina); dal duo Dalla – De Gregori (25 agosto, Taormina) fino a Samuele Bersani (il 12 agosto a Milo e il 13 a Termini Imerese). Spazio anche ai festival, da quello della chitarra, che si terrà a Siracusa dal 5 al 12 settembre, al tradizionale appuntamento col Castelbuono Jazz Festival, dal 13 al 18 agosto. Fino al 24 settembre, quando il gran finale del calendario estivo di musica e concerti sarà affidato alle note di Elton John e Ray Cooper, al Teatro Antico di Taormina. Ma il Circuito del Mito non è solo musica. Tra gli spettacoli inseriti nel calendario teatrale, “Per non morire di mafia”, prima opera teatrale tratta dal lavoro del procuratore nazionale antimafia, Pietro Grasso, che sarà portata in scena a Linguaglossa il 21 agosto, a Mazzarino il 22, a Palermo il 23, a Palmintelli il 24, a Partinico il 25 e a Zafferana il 26 agosto. Per la rassegna dedicata alla danza, infine, il 24 luglio si esibirà a Tindari Roberto Bolle, mentre il 4 settembre a Naxos e il 5 a Siracusa sarà la volta della sicilianissima etoile dell’Opéra Garnier di Parigi, Eleonora Abbagnato.
Archivi tag: agrigento
2 giugno: il Fai ‘rilegge’ i discorsi di Calamandrei sulla Costituzione
Una giornata dedicata alla riscoperta della Costituzione italiana nel giorno della Festa della Repubblica. Questa la proposta del Fai, il Fondo Ambiente Italiano che, per mercoledi’ prossimo nell’appuntamento ‘Non basta avere un’idea’, organizza la lettura teatrale del ‘Discorso ai giovani sulla Costituzione’ e altri testi di Piero Calamandrei, giurista fiorentino tra i fondatori del Partito d’Azione.
In sette siti della Fondazione, infatti, – Villa Necchi Campiglio a Milano, Parco Villa Gregoriana a Tivoli (Roma), Castello di Masino a Caravino (Torino), Giardino della Kolymbetra nella Valle dei Templi di Agrigento, Villa Della Porta Bozzolo a Casalzuigno (Varese), Monastero di Torba a Gornate Olona (Varese) e Castello di Avio a Sabbionara d’Avio Trento – le parole di Calamandrei torneranno a sollecitare l’impegno scientifico e morale di tutti i giovani. In particolare, nella cornice del Parco Villa Gregoriana a Tivoli, in provincia di Roma, alle 16, la lettura teatrale in pubblico del discorso di Calamandrei sara’ affidata alla voce dell’attrice Paola Gassman.
Il Fai vuole far conoscere e far amare il testo che raccoglie i valori della Repubblica. Per illustrare gli articoli della Costituzione e’ stato scelto uno dei piu’ celebri testi di Piero Calamandrei, adattato alla lettura scenica e integrato da brani tratti da altri discorsi dell’intellettuale fiorentino, dedicati al rapporto tra la Carta e la tutela del paesaggio e della cultura d’Italia.
fonte Adnkronos
Il bambino con le ali
di Roberto Puglisi
Alin è un nome da bambino romeno. Togliete l’ultima lettera e avrete il cielo capovolto, nell’istante del volo. Avrete le ali. Certe volte i bambini viaggiano. Il mezzo di locomozione tipico è la bici, ha la giusta misura. Ha i pedali all’altezza necessaria, affinché i piedi di un bimbo li inforchino correttamente. Ha il manubrio che si può afferrare con eroica e infantile determinazione Non ha il tetto, la bici. Perciò, ha quel cielo pazzesco spalancato lassù, una via sottosopra. Puoi volare, restando con le ruote per terra, pregustando lo scoppiettare delle stelle, quando verrà la notte. Alin ha fatto un viaggio. Ora ne parliamo. Ma prima sarebbe logico intendersi sulla parola “viaggio”, in questa storia. Altrimenti sarà tutto inutile. Probabilmente noi non ricordiamo i viaggi di quando eravamo bambini. No, non troppo. Eppure non è difficile ritrovarli. Basta andare un po’ a ritroso ed eccoli qua. Quegli stradoni bui che non portavano da nessuna parte, sotto la luce fioca dei lampioni. C’erano garage spaventosi con cuore di mostro e di tenebra. C’erano città lunghissime e non si sapeva mai dove finivano. C’erano scogliere e c’erano spiagge selvagge. C’erano cespugli e c’erano piccoli boschi invitanti e crudeli. I bambini partivano da soli o in drappelli, con le loro biciclette. Erano esploratori dell’ignoto. Il cielo li accompagnava con una mano azzurra sulle loro spalle benedette, mentre schiere di angeli custodi sudavano sette camicie per evitare danni a quei cosini impetuosi e frangibili. Angeli.
Ali. Esistono ancora bambini che viaggiano? Uno sì, è romeno, vive ad Agrigento. Alin. Qualche giorno fa si è allontanato da casa, per andare da suo padre che vive a Roma, almeno questa è la versione dei fatti della prima ora e non è detto che sia la verità. Ne abbiamo raccontato la storia sommaria. Le ore d’attesa di sua madre. Abbiamo immaginato il suo vogare sotto il sole e la camicia sudata del suo angelo, mentre la polizia e i carabinieri – che continuano a indagare in cerca del fondo della vicenda – battevano la città, ovunque.
Forse, Alin ha guardato il cielo di Agrigento e ha capito che non ce l’avrebbe fatta a percorrerlo tutto, fino al cielo di Roma. E’ tornato indietro. E ha compreso l’essenziale, la morale della favola. Qualsiasi bambino può prendere uno zaino e andare via. Ma ci vogliono ali robuste, montate sopra un cuore forte, per avere il coraggio di chi si volta indietro, qualunque sia la paura che segue le orme. Non bastano i piedi, ci vogliono proprio le ali, per tornare e guardare in faccia la vita, senza fuggire mai più. La vita, con la sua ombra riflessa a terra, così lontana dal cielo.
Favara (AG): dietrofont del Sindaco. Ritornano baci e abbracci nei funerali
Il sindaco di Favara Domenico Russello fa dietrofront.
Dopo aver suscitato enorme clamore, fino alla ribalta nazionale, con l’incredibile decisione di vietare “baci e abbracci” nei funerali, adducendo a scusante la pandemia H1N1 cosidetta del virus A, a distanza di due mesi, il sindaco Domenico Russello ritorna sui propri passi.
Il sottoscritto, come argomentato su Favela Favara Report & News di novembre 2009, ha subito espresso enormi perplessità in merito sostenendo che tra le tante regole violate a Favara questa sarebbe stata quella più disattesa. Ed è stato così. I fatti parlano. Si ritorna come prima, con qualche eccezione, ma la sostanza è quella. Baci e abbracci ritornano ad essere parte essenziale ed integrante del culto dei funerali a Favara.
Il resto è dettaglio. Così succede a Favara.
Immigrazione. I re magi respinti alla frontiera
di Lorenzo Alvaro
La trovata è del direttore della Caritas di Agrigento Valerio Landri e dell’arcivescovo Francesco Montenegro
Nel presepe della Cattedrale di Agrigento alla vigilia dell’Epifania è apparso un cartello che recita “Si avvisa che quest’anno Gesù Bambino resterà senza regali: i Magi non arriveranno perché sono stati respinti alla frontiera insieme agli altri immigrati”. «E’ stata un’iniziativa concordata con l’arcivescovo Francesco Montenegro», ha spiegato a Repubblica Valerio Landri, direttore Caritas «perché abbiamo ritenuto che si dovesse dare un segnale per far riflettere la comunità ecclesiale e civile. Pensiamoci bene: oggi Gesù Bambino, se volesse venire da noi, probabilmente sarebbe respinto alla frontiera. Non abbiamo inteso fare polemica politica, siamo consapevoli che è necessaria una regolamentazione del fenomeno, ma siamo convinti che bisogna anche comprendere il perché questa gente fugge dal suo paese e bisogna dunque pensare all’accoglienza».
Landri ha raccontato anche delle diverse reazioni da parte della gente, «c’è chi ha plaudito alla nostra iniziativa ma anche chi si è lamentato sostenendo che abbiamo voluto sacrificare la tradizione alla problematica legata all’immigrazione. Noi pensiamo che la tradizione non possa essere anteposta ai diritti delle persone».
da www.vita.it