di Maria Nocerino
A Marigliano, Napoli, la cooperativa socialeOttavia impiega 13 giovani tra i 20 e i 35 anni affiancati da un tutor e da alcuni contadini. Su una superficie di circa duecento ettari, i ragazzi coltivano zucchine, melanzane ed altri prodotti tipici
NAPOLI – Un territorio martoriato dalle ecomafie può tornare ad essere Campania felix. Con questo spirito la cooperativa sociale Ottavia realizza a Marigliano, Napoli, una fattoria sociale. A vestire i panni di produttori sono 13 giovani disabili fisici e psichici, tra i 20 e i 35 anni, affiancati da un tutor e da alcuni contadini che stanno sul posto. Su una superficie di circa duecento ettari, i ragazzi coltivano zucchine, melanzane ed altri prodotti tipici del territorio, categoricamente “a chilometro zero”. Per garantire una migliore qualità, tutti i prodotti vengono coltivati esclusivamente con concimi naturali e i terreni sono coperti da una specie di rete, per evitare attacchi di animali ma anche infiltrazioni di diossina e polveri nocive. “Cinque dei ragazzi che lavorano al progetto – spiega il presidente della cooperativa, Antonio D’Amore – percepiscono un regolare stipendio mentre per gli altri, per il momento, abbiamo previsto un rimborso spese”.
Accanto all’inserimento lavorativo, l’iniziativa, finanziata dalla regione Campania e promossa in collaborazionecon La Gioiosa, Pomar e Agricola Verde, persegue il fine del recupero delle radici culturali della terra e degli ingredienti necessari a preparare piatti tipici tradizionali. Tra i prodotti riscoperti dalla terra di Marigliano la torzella, ibrido di cavolo e broccolo, il fagiolo a formella, molto più digeribile di quello normale e indicato per anziani e bambini, il mais a pasta bianca, particolarmente adatto per cucinare le frittelle tipiche del posto, la zucca a pasta gialla e le melanzane napoletane. La fattoria è stata inaugurata a marzo 2010 ma solo da pochi giorni è possibile anche acquistare i suoi frutti al mercatino “a chilometro zero”, ogni venerdì mattina a Marigliano (via Raffaele De Blasio 4).
“La nostra idea – sottolinea Antonio D’Amore – è quella di rilanciare l’ozio, non come spreco ma come ripresa di tempi naturali. In più il rapporto qualità-prezzo dei nostri prodotti è ottimo: la qualità è nettamente superiore alla media e i prodotti, poiché saltiamo un passaggio, costano almeno 30 centesimi in meno a quelli di mercato”. Garanzie queste che vengono anche certificate di volta in volta da un Comitato tecnico scientifico di esperti di cui si avvale Ottavia. “Presto – annuncia il responsabile della coop nonché coordinatore del progetto – racconteremo questa esperienza in un libro di ricette sui piatti tipici del nostro territorio”.