La prostituta – bambina, sempre dal diario di Claudio Crastus


Una notte, ad un angolo di strada vedemmo un falò e un po’ per gioco, un po’ per curiosità pregai Agostino di fermarsi. Subito dopo vedemmo il viso sbarazzino di una ragazza di tredici o quattordici anni. Una bambina con stivaloni neri e minigonna e una maglietta scollata al massimo. Ricordo l’attesa vicino al fuoco: ognuno di noi aspettava il proprio turno. Per primo andò Agostino, dopo Giò, successivamente Maurizio e infine io. Percepivo un tremore divampare in me,mi tremavano le gambe, sentivo la gola secca, era la prima volta che mi capitava di fermarmi e andare con una ragazza a pagamento. Anche l’amore era una cosa che avevo fatto poche volte e sempre frettolosamente. Come dare un morso alla mela e poi abbandonarla.

Restammo in macchina mezz’ora, senza nemmeno sfiorarci con un dito. Lei parlava dell’infanzia che le avevano rubato, dei collegi, dei maltrattamenti, dei giocattoli rotti, delle tante rinunce. L’ascoltavo e quasi mi vergognavo di dirle tutte le brutture della mia vita. Era più indifesa di me. Per quasi un anno, quando mi sentivo solo nella squallida periferia, continuai ad andare da Anna, nella sua 500 blu. Non facemmo mai l’amore, anche se le chiedevo di dire ai miei amici che lo facevamo. Le davo i soldi solo per stare insieme a discutere. Da quegli anni, ogniqualvolta passavo da piazza Ovidio, mi capitava di girarmi d’istinto verso l’angolo dove “lavorava” lei, ed era inevitabile ricordare il suo sorriso triste.

“Respiro attimi”


di Tiziana Mignosa

Ogni tanto mi piace rovistare

in quei luoghi dove l’adesso non mi concede di tornare

e mi lascio allora trascinare

in quel vortice accaldato

che mi fa ancora emozionare.

Sulla scena respirata a menadito

l’allora assaporo sul presente

sul tuo sguardo che mi veste come guanto sulla pelle

sulle labbra tue introverse

bianco e nero sulla chiacchiera degli occhi.

Accattivante è lo splendido sorriso

che legna secca aggiunge

sulle fiamme della voglia

non bisbiglia tenerezze al chiar di luna

ma notti estreme deste e grida di passione.

M’incendio dentro al rogo del tuo sguardo

tra polpastrelli e labbra di piacere oscillo

tra il ruvido che le mani col pensiero afferrano

e l’umido tepore della tua bocca

nettare prelibato per il gusto.

Essere liberi interiormente


“Quale sapere, quale conoscenza della vita si può acquisire se nonsi è liberi, interiormente liberi? È l’assenza di libertàinteriore che impedisce agli esseri umani di scoprire le veritàessenziali di cui hanno bisogno per orientarsi nella vita.Quanti uomini e donne considerano la libertà come il bene piùprezioso e si battono per conquistarla! Sì, ma la libertà checercano non è quella che potrebbero acquisire da un sapere vivoche li sosterrebbe e li salverebbe. Al contrario, essi sonoimpegnati in attività che li incatenano e li rendono ciechi.Somigliano a un uomo oppresso da preoccupazioni e dispiaceri cheattraversa un paesaggio o un giardino magnifico senza vederenulla. Tutte le meraviglie del cielo e della terra sono lì,attorno a loro, in loro… ma per vederle, per comprenderle,dovrebbero essere liberi, interiormente liberi.”

Omraam Mikhaël Aïvanhov