Claudio diventa un nonno giovanissimo – sempre dal diario, ancora inedito, di Claudio Crastus


In questi giorni sto molto male, mi sono reso conto di quanto sia distorta la visione che ho della felicità, della vita, del mondo, di me stesso, dell’amore mio e di quello universale.

Serena è incinta. L’ho appreso ieri al telefono dalla mamma. Era tutta allegra per il fatto che sta diventando bisnonna. Lei è fatta così: probabilmente, avendo subìto le cose peggiori della vita, anche in una situazione così “difficile” riesce a vedere il lato positivo. Tutto questo mi fa paura.

Credo che a sedici anni ci si dovrebbe occupare di cose molto più semplici e leggere e non delle

gravi vicende della vita: lotte per la sopravvivenza, maternità con tutti i disagi che comporta, a

quell’età, l’essere madre.

Diventerò nonno in aprile, non avrei mai pensato che potesse accadermi a trentadue anni, sono emozionatissimo, impacciato, esattamente nella situazione in cui Serena e il suo ragazzo mi hanno voluto mettere. Non so che cosa fare. Mi domando se, essendo stato una figura paterna inesistente, devo comportarmi da amico più che da padre. Certo è che a questo punto non si può tornare indietro. Inoltre non riuscirei a farle una paternale: non sarei proprio la persona adatta in tal senso. La storia si ripete: sedici anni fa nasceva Serena, oggi lei ha in grembo una gemma inestimabile. Vorrei vedere la mia bambina, vorrei poterle narrare tutte le favole mai narrate, vorrei poterle parlare, sentirla parlare, osservarla mentre attua la parte più impegnativa della sua vita: quella di moglie e di madre.

“I desideri sciocchi”


di Tiziana Mignosa

I desideri sciocchi

sono quelli sorpassati

quelli che negli altri vedi

ma che in te sono già andati.

Quelli che in precedenti vite

t’hanno fatto sospirare

e in quelle successive

sommerso come mare.

Hanno colmato

il cesto della voglia

saziando quella parte

che t’ha condotto altrove.

Li vedi, stanno lì

ma non sono più tuoi

adesso al posto loro

è arrivato qualcos’altro.

Attività e passività


“Si definisce il principio maschile “attivo”, e il principio femminile “passivo”. Ma la passività non ha un ruolo minore rispetto all’attività, perché se il principio maschile porta il contenuto, il  principio femminile porta il contenente, la forma; e la forma è dotata di un formidabile potere di attrazione. È per contrapporlo al principio maschile, attivo, che il principio femminile viene definito “passivo”. Ma dire che è passivo non significa che esso sia inattivo; questo principio esercita un’azione, e tale azione, che assume l’aspetto della passività, è estremamente efficace. Invece di proiettarsi in avanti come fa il principio maschile, il principio femminile attira a sé. È questa la sua attività, e chi non ha vera resistenza da opporgli viene assorbito.
L’attività maschile è più visibile, ma non è più potente. Si può dire che essere attivi significa andare dal centro verso la periferia, mentre essere passivi significa attirare gli elementi
dalla periferia verso il centro; e anche se quell’attrazione non è talmente visibile, è assolutamente reale e attiva. ” Omraam Mikhaël Aïvanhov