di Loretta Dalola
http://lorettadalola.wordpress.com/2010/06/24/la-forza-delle-donne/
di Maria Grazia Vai
Del mio risveglio,
sei
la scia
d’una cometa che spacca il cielo
D’ogni fruscio del vento
d’azzurri vortici, di profumate spine – e fiato,
sei
l’abisso d’una rossa luna, e miele e ambrosia
Dell’onda che ricopre ogni mia goccia
delle mie labbra, sei
l’umido sguardo
quando t’ insinui
tra le nudità
d’ogni mio spazio
mentre assapori l’infinito
e sputi – i sogni
mentre ti mordo tutte le parole
prima che arrivi il sole
– dentro
di Roberto Puglisi
Il vento violenta le voci, le distorce dentro i microfoni. Un palco alla Tonnara Bordonaro di Palermo. Ci sono Salvatore Borsellino, Marco Travaglio, Marco Lillo e Udo Gumpel, giornalista tedesco. Si parla di mafia, stragi, trattativa e di un dvd in edicola con “Il Fatto”.
Salvatore Borsellino racconta gli ultimi giorni di suo fratello Paolo. Racconta il passaggio del giudice, assassinato in via D’Amelio in quella terradi nessuno che non era più vita e non era ancora morte, come un tramonto rosso sangue in lentissima crescita e dissolvenza. “Mio fratello – dice Salvatore – non accarezzava nemmeno più i suoi figli. Pensava che avrebbero sofferto di meno il distacco”. E’ questa la vera esecrazione del 19 luglio, perfino più orrenda dello schianto in via D’Amelio. L’attesa, il dissanguamento di un uomo, la sottrazione del respiro e del futuro, centimetro per centimetro. Paolo Borsellino non morì nella data segnata dai calendari. Era già cadavere. Arrivò all’appuntamento col tritolo della mafia scarnificato dalla mannaia del boia, torturato e ucciso.
E poi c’è Marco Travaglio, con la sua solita capacità ipnotica. Seduce la gente. Ha le antenne e la favella del grillo parlante e, nel rispetto del ruolo, c’è sempre qualcuno che vorrebbe schiacciarlo con un martello. “Del resto – dice lui – non c’era bisogno di aspettare la legge bavaglio.Il nostro è il Paese del bavaglio, anzi del bavaglino”.Fine della serata. Ressa intorno al cronista divo di “Anno Zero”. Libri da firmare, mani da serrare. Travaglio sarà il 9 luglio a Villa Filippina col suo spettacolo “Promemoria”. Nella calca festosa che lo avvolge – c’è pure Gioacchino Genchi e da lontano spia la scena Philippe Daverio – c’è appena il tempo di qualche domanda con breve risposta.
La gente rimane colpita dal tuo racconto dell’Italia, dai particolari che noti e ricordi. Eppure per molti l’impronta delle cose e degli uomini è irrilevante. La retorica regna sovrana e la vera memoria infastidisce. Turba il festoso cordoglio di Capaci e via D’Amelio. Che razza di Paese è?
“Non si può tracciare un bilancio complessivo. Ci sono quelli che vogliono sapere e che vogliono ricordare. Ci sono quelli che vogliono girarsi dall’altra parte. Tutti hanno la possibilità di informarsi. Tutti possono scegliere di voltarsi e non guardare”.
Parlavi di Dell’Utri, poco fa. Miccichè ha sempre avuto parole di elogio per lui. Miccichè appoggia il governo Lombardo che si sostiene anche con i voti del Pd. A qualcuno parrebbero accostamenti insoliti.
“Berlusconi non regna per caso o per volontà divina. E’ lì grazie anche a questa opposizione. Forse un giorno avremo un’opposizione un po’ più decente, in Sicilia e altrove, e allora la storia sarà scritta in modo diverso”.
Oggi il cronista si occupa soprattutto di memoria.
“Noi raccontiamo il presente. Certo, il presente non si comprende, se non si conserva con chiarezza il passato.
E tu hai scritto una trama che si intitola “Promemoria”. Perché?
“Perché non volevo lasciare la narrazione dell’Italia di questi anni tutta nelle mani di Bruno Vespa”.
Davvero non c’è spazio per altro. Marco Travaglio è soffocato dalla calca che intende scattare foto, farsi firmare i libri, o scambiare due chiacchiere. Lui pazientemente si concede.
Più in là, Salvatore Borsellino si appoggia al palco. Il vento è forte. Salvatore sta male. Le parole con cui ha appena scosso la platea lo hanno prosciugato e annichilito. Hanno dipinto gli ultimi giorni di Paolo Borsellino che smise di accarezzare i suoi figli. Aveva la valigia pronta, il giudice, per via D’Amelio. La sua tenerezza di padre fu la prima vittima del viaggio.
di Angela Ragusa
Fugge la vita e lascia vuote le mani
a tirare somme sempre inesatte,vaga ricerca,
quando pure era facile il conto dei giorni accaduti,
del tempo trascorso, dei luoghi già visti…
Si svuota di noi, ingombro recluso
in cartoni di istinto, ignara
sprovveduta corsa d’ esistere
attesa a cavallo di sogni e speranze.
Gira la giostra ,non ferma la conta.
Suona ili carillon immutabile ritmo
ammutolisce nei cuor, l’illusione di un sempre.
di Carmelo Musumeci dal carcere di Spoleto
Nel Corriere delle Sera di mercoledì 16 giugno 2010 leggo: “Abbiamo saputo che si è suicidato un mafioso nel carcere di Catania. Se altri pedofili e mafiosi facessero lo stesso non sarebbe affatto male” Ha dichiarato Gianluca Buonanno, componente della Commissione Antimafia della Lega Nord in un’intervista. Gentile Gianluca Bonanno ho letto la sua dichiarazione. Non si nasce delinquente, si diventa, prima con l’aiuto della società, dopo con quella dello Stato e infine con l’aiuto di affermazioni forcaiole come le sue. Non è da tutti essere contenti se le persone si tolgono la vita. Sembra che lei lo sia. Forse perché lei non è umano. Non si offenda! È molto difficile essere giusti e infallibili, solo le persone disumane ci riescono. Quindi lei dovrebbe essere contento di non fare parte della razza umana. Però io sono contento di non essere come lei. Sono più contento di essere un delinquente, un criminale, un uomo ombra, un umano piuttosto di essere disumano come lei. Si ricordi che chi non ha paura di vivere non ha paura neppure di morire. Solo gli umani ci riescono. Solo gli umani non riescono a sopravvivere, ma riescono a morire. Gli riporto parte di una lettera che mi è arrivata da un amico di un altro carcere. … Un compagno di qui, circa un mese fa è stato a Sollicciano per un’udienza. L’hanno messo con un detenuto dicendogli che stava un po’ giù. Lui ci ha chiacchierato, ha tentato di tirarlo sù e sembrava che si fosse rasserenato. Il secondo giorno il compagno è voluto scendere all’aria. È risalito neanche dopo dieci minuti, perché gli era montata l’ansia. Tornato in sezione ha trovato morto impiccato il suo compagno di cella. La guardia era inibita dalla paura e subito non è arrivato nessun medico. Per il nostro compagno è stata una brutta esperienza, mentre ce la raccontava, piangeva. Vede, Gentile Gianluca Bonanno, i delinquenti, mafiosi e criminali piangono quando un umano si toglie la vita mentre le persone disumane e perbene come lei sorridono e sparano cazzate.
di Michele Cassano
ROMA – Freezer e dispensa strapieni, una piccola farmacia in bagno, regalini incellofanati nello sgabuzzino. La scorte sono da Grande Guerra, ma l’impresa è decisamente più contemporanea. Addio caffé al bar e giornale in edicola. Fuori dal web astinenza totale, si può comprare solo su internet. E siccome “é impossibile immaginare tutto quello che ti mancherà, meglio prendere un po’ di tutto”. L’ultimo pensiero prima di immergersi nell’ascetismo telematico? “Una scappata dal parrucchiere”. A lanciare la sfida, appena partita, è Francesca Sassoli, 35 anni, giornalista. Insieme a lei, il figlio di tre anni e il cane Beck. Abitano tutti a Milano. Sul suo blog, la temeraria reporter, armata solo di borsellino elettronico, proverà a rispondere a una domanda: si può vivere con gli acquisti on line? “Dovrò cambiare stile di vita, ma ho iniziato da pochi giorni è già mi sento purificata. Prima compravo di tutto. Tornavo a casa e mi dicevo: ecco, altra roba inutile”. Basta spese folli, ora ogni acquisto passa da un click. “Mi mancherà parlare con i commercianti, ma in realtà ho così poco tempo che andare per negozi era diventata una fatica. Ora mi portano tutto a casa, risparmio tempo e riesco a concentrarmi sulle cose che contano”. E non occorre rimanere reclusi in casa. “Posso comprare tutto dove mi pare, basta che ci sia connessione. Ho il notebook, ma anche l’iPhone e l’iPad”. Sul web si può acquistare quasi tutto. “Faccio la spesa, l’abbonamento per l’autobus, ora organizzo le vacanze. Ho trovato anche la tintoria. Vai sul sito, clicchi sui capi da lavare e ti fanno il preventivo. Li vengono a prendere e li riportano a casa con un piccolo costo aggiuntivo”. Anche per l’abbigliamento ci si può arrangiare. “Basta conoscere una marca o provare le cose in negozio, poi comprandole on line si risparmia. Se si pensa che una mia amica ha preso il vestito da sposa in Cina, tutto il resto è un gioco da ragazzi”. Certo, qualche sacrificio sarà necessario, come il cocomero sotto casa o il gelato. Ed è un bel guaio se a volerlo è il figlio piccolo. “Tre soluzioni. Ho comprato la borsa frigo e la porto con me. Lascio il bimbo alle amiche, scappo a casa, prendo il gelato e torno. Glielo faccio offrire direttamente dalle amiche, anche se a fine esperimento, avrò certi debiti…” La sfida, portata avanti insieme a Netcomm, dovrebbe andare avanti per mesi. “La forza me la daranno i visitatori del mio blog. Più siamo su in rete, più è difficile essere fregati”.
fonte Ansa
di Enzo Inzolia
Massimo Carrubba può dormire su guanciali soffici pieni delle piume più impalpabili: certo non lo accuserò della crisi mondiale, né del disastro petrolifero nel Golfo del Messico e, men che mai, delle deludenti prestazioni della Nazionale. Dio me guardi, per il più semplice dei motivi: Carrubba non è all’altezza di nessuno di questi argomenti.
Esattamente come, purtroppo per noi, non è per nulla adeguato (questo sì l’ho affermato e lo riaffermo con grande consapevolezza e responsabilità) a continuare ad amministrare Augusta.
Non lo dico io, che non ho alcuna voglia di apparire né altri smodati desideri: lo dimostra lo spaventoso degrado di una Città che annaspa e sta per annegare; lo dimostra la sporcizia da quarto mondo delle sue strade e il dissesto di esse; lo dimostrano i branchi di cani randagi che si aggirano famelici accompagnati da topi sempre più grossi; lo dimostrano i debiti spaventosi accumulati e moltiplicati in sette anni da un amministratore inconcludente ed incapace di riassestare il bilancio comunale (tanto i debiti li pagano i cittadini, non certo il sindaco); lo dimostrano i demagogici comizietti in cui prometteva sfracelli e altrettanto improbabili assunzioni di responsabilità in difesa dell’Ospedale; e così via all’infinito.
Purtroppo la solita fregola bizzosa da zitella inacidita di rispondere in qualche modo a precise contestazioni annebbia la mente di Carrubba il quale diventa poco accorto al punto da farsi sfuggire il fatto che la notizia del ricorso al TAR (lo ribadisco, da me suggerito) l’avevo già data io con la mia nota stampa essendomi debitamente e preventivamente informato: il buon sindaco legga bene i giornali perché altrimenti giungerà sempre secondo!
Gli sfugge anche il fatto (bastava informarsi) che non ho bacchettato solo i rappresentanti del mio partito ma anche quelli del partito cui lui, Carrubba, ha portato i suoi voti e che pubblicamente considera suoi maestri; gli stessi che sui giornali hanno dichiarato tutta la loro soddisfazione per il decreto che uccide il nostro Ospedale: questa da parte mia si chiama onestà intellettuale mentre da parte sua non altrettanto.
Per il resto, del suo stato di agitazione ne abbiamo già colto tutto il senso e la portata: quello della sua smodata ambizione politica; si culli pure nella gloriuzza della sua stentatissima rielezione: non sa fare altro.
Scogli che diventano vere e proprie sculture, frutto della creativita’ e del lavoro di scalpello e rifinitura di artisti provenienti da tutto il mondo. Parte domani, a Caorle, località balneare dell’Alto Adriatico, a nord est della Laguna di Venezia, la 15esima edizione del Premio internazionale “Scogliera viva”.
L’iniziativa, in programma fino al 3 luglio, quest’anno vedrà al lavoro gli scultori Simone Beck, Sestilio Burattini, Maša Paunović e Piero Ronzat che si ritroveranno lungo la passeggiata verso la chiesa della Madonna dell’Angelo, per scolpire i blocchi di trachite euganea del lungomare. Le loro opere andranno ad aggiungersi alle circa 50 sculture esistenti, frutto del lavoro degli artisti che hanno partecipato alle passate edizioni, e ad arricchire la singolare galleria di sculture.
Il 3 luglio alle 21.30 si terrà la serata conclusiva dell’evento con le premiazioni. I quattro artisti selezionati quest’anno sono: Simone Beck, scultore e poeta italo-croato, figlio d’arte, attualmente con alcune opere in esposizione alla Chie Art Gallery di Milano; Sestilio Burattini, umbro, è stato docente di tecniche di marmo e pietre dure presso l’Accademia di Belle Arti di Perugia e ha al suo attivo una triennale milanese; Maša Paunović giovane scultrice serba che trova interessanti riscontri nel suo paese e Piero Ronzat pittore e scultore di lunga esperienza, residente a Spilimbergo, ha nel suo curriculum, tra varie esposizioni, anche la partecipazione a due Biennali veneziane. L’iniziativa, in programma fino al 3 luglio, quest’anno vedrà al lavoro gli scultori Simone Beck, Sestilio Burattini, Maša Paunović e Piero Ronzat che si ritroveranno lungo la passeggiata verso la chiesa della Madonna dell’Angelo, per scolpire i blocchi di trachite euganea del lungomare. Le loro opere andranno ad aggiungersi alle circa 50 sculture esistenti, frutto del lavoro degli artisti che hanno partecipato alle passate edizioni, e ad arricchire la singolare galleria di sculture.
fonte Adnkronos
E’ partito questa mattina dall’Ismett di Palermo il “Clown One Sicilia Tour 2010”, organizzato da Clown One Italia Onlus, associazione di volontariato che si occupa dell’intrattenimento ospedaliero, in collaborazione con l’associazione “Acunamata” di Palermo presieduta da Sergio Lo Verde. Una carovana di “nasi rossi” colorati e allegri ha così invaso le sale di degenza della struttura ospedaliera altamente specializzata in trapianti. Quella di oggi è solo la prima tappa di un percorso che vedrà i trenta clown, tutti volontari, impegnati a portare il sorriso a chi ne ha più di bisogno perchè ricoverato in un triste letto d’ospedale. Ed è proprio quello che sono riusciti a fare i gioiosi pagliacci questa mattina all’Ismett che per questa mattina è trasformato in uno spettacolo itinerante nelle varie stanze tra lo stupore e la meraviglia leggibili negli occhi dei bambini e le risate dei più grandi. Anche il personale sanitario si è prestato alla speciale giornata e si è divertito insieme ai pazienti. Non solo però camere di ospedale, il viaggio di Clown One Sicilia, dal ventidue al ventotto giugno, prevede di toccare anche centri di salute mentale, case di riposo e il venticinque la Casa Memoria Felicia e Peppino Impastato di Cinisi perchè, come dice il presidente dell’associazione “Acunamata” Sergio Lo Verde: “Non esiste figura più antimafiosa del clown, con quel suo modo di non prendersi mai sul serio”. Questo è il secondo anno che si ripete questo tour in Sicilia e la scelta di partire proprio dall’Ismett non è casuale per mettere in pratica il curare attraverso il buonumore: “ Si crede – dichiara Sergio Lo Verde – che l’attività del clown in ospedale si presti molto, in particolare, ad instaurare uno speciale rapporto tra l’animatore e chi si prepara o ha già ricevuto un organo”. Il Clown One Sicilia si caratterizza per il carattere dell’internazionalità, infatti, ha avviato dei progetti in molte aree del terzo mondo e paesi con conflitti in corso e inoltre, i propri volontari provengono da ogni parte del mondo. Il gruppo di clown che stamattina ha allietato la giornata dei piccoli e non solo pazienti dell’Ismett era formato sia da italiani, russi americani e da una consistente delegazione francese. Tuttavia, non ci sono stati problemi di comunicazione con tutti i degenti dell’Ismett che a loro volta provengono da ogni parte dell’area mediterranea perchè il linguaggio della gioia e dell’allegria non conosce confini e barriere di sorta, neanche se si sta in un letto di ospedale.