Case diroccate e abbandonate


di Mimmo Di Franco

 

Passeggiando per le strade del centro,m’imbatto molto spesso in case abbandonate,diroccate e fatiscenti.
A volte penso,siamo fortunati se qualche pietra di balcone non ci cade in  testa.
Ho pensato che qualche rimedio ci doveva pur esserci;intanto parlarne e discuterne in una tavola rotonda con gli interessati ed il Comune.Vittorio Sgarbi,ha trovato a Salemi,città in cui è stato eletto Sindaco la soluzione.vendere le case a prezzo simbolico agli acquirenti che l’avrebbero rimesse a nuovo.La sua proposta ha avuto un ottimo successo.
Ma allora perchè ad Augusta non possiamo fare qualcosa del genere?
Lancio la proposta,almeno di un dialogo tra le parti per trovare delle soluzioni.  
Il sindaco di La Spezia, Massimo Federici, ha firmato un ’ordinanza che impone ai proprietari di intervenire e vigilare sui beni in disuso: e consente anche, se necessario, l’intervento diretto del Comune, con sanzioni ed opere, i cui costi saranno poi addebitati al proprietario dell’immobile fatiscente.
Anche le aree private concorrono a rendere un territorio degradato o curato – spiega – noi chiamiamo i proprietari di aree abbandonate ad assumersi la responsabilità di contrastarne il degrado e renderle sicure».
Noi ad Augusta che ne facciamo delle case diroccate?le lasciamo così per altri 50 anni?

 

Senza lacrime nè cielo


di Angela Ragusa

Trasforma il sogno la realtà.
L’incanto si è svelato
e polvere così sfuma
dai sandali tuoi rossi…

Salice piangente
si specchia sul tuo viso.

Dietro quelle sbarre,
destino indecifrabile
assurdo nei perché
che non lasciano risposte.

Verde come mela,
mani non ebbero riguardo .

Non riesci più a danzare
nelle ore senza tempo ,
tutto è fermo a quel ricordo
che non smette di svanire.

Dietro l’angolo gramigna
soffocò il tuo bel fiore…
ora cresci senza linfa,
senza lacrime ne cielo!

Coppa del Mondo di Paraciclismo. Il bottino definitivo: 11 medaglie


Tre ori, cinque argenti e tre bronzi: avevamo segnalato solo l’oro di Pittacolo ed il bronzo di Macchi, ma l’ufficializzazione dei risultati complessivi di tutte le gare parla di altre 9 spettacolari medaglie. Il Ct nazionale Mario Valentini: “Siamo una delle Nazioni di riferimento”

ROMA – Fino a ieri, quando il sito UCI non aveva ancora ufficializzato e pubblicato i risultati complessivi di tutte le gare in programma alla Coppa del Mondo di Segovia, avevamo rilevato un dato pur entusiasmante ma solo parziale. Oggi, dopo la conferma ufficiale e le verifiche di tutti i piazzamenti, possiamo dire che in Spagna è andata di scena un’Italia mozzafiato. Alle due medaglie già riportate, di Pittacolo e Macchi, dobbiamo aggiungere la bellezza di altri nove allori: su tutti, l’oro in linea di Angelo Maffezzoni e quello a cronometro di Vittorio Podestà. Poi, il doppio argento di Francesca Fenocchio (in linea e a cronometro), quello del tandem in linea Romeo/Sanetti e di Fabio Triboli contro il tempo. Per Mario Valentini, CT nazionale di questa compagine di fenomeni, anche la soddisfazione di 3 bronzi: ancora di Fabio Triboli e Paolo Cecchetto, in linea, e di Michele Pittacolo, a crono. Ricapitolando: 3 ori, 5 argenti e 3 bronzi, è il ricco bottino azzurro, che così Mario Valentini, così, lapidario, comincia il suo commento: “Siamo una delle Nazioni di riferimento”. Su Pittacolo, che ha inaugurato la serie degli ori, Valentini dice: “Un Michele Pittacolo come un cavallo da corsa, da domare ma che è una vera garanzia, sostenuto da tutta la squadra e sostegno per la squadra stessa. La categoria C5 è quella che offre più sicurezza, con grandi risultati. Siamo molto soddisfatti dell’oro vinto da Maffezzoni, del bronzo di Triboli e del grande lavoro di squadra di Pierpaolo Adessi e Roberto Bargna”. Particolarmente significativa la prova in linea di Alex Zanardi che, a trecento metri dall’arrivo, ricopriva la terza posizione insieme ai sei atleti migliori al mondo. Un incidente lo ha costretto a fermarsi: “A dimostrazione che dopo la vittoria a Piacenza e questa sua prestazione, Alex è competitivo e pronto per il confronto con i top al mondo”, dice Valentini. La Coppa del Mondo di Paraciclismo si è conclusa con le gare contro il tempo. “Da mettere in evidenza – conclude Valentini – la bravura di Claudia Schuler e l’emozioni di chi, come Mauro Cratassa, vive per la prima volta un’esperienza di così ampio respiro internazionale. Andiamo avanti con grande entusiasmo e apriremo le porte, dal prossimo raduno, a nuovi atleti, come Tarlao e Gianluca Faltoni, che vogliono misurarsi in maglia azzurra” . Il Medagliere azzurro 3 ORI Michele Pittacolo – Corsa in linea C4M Angelo Maffezzoni – Corsa in linea C5M Vittorio Podestà – Cronometro H2M 5 ARGENTI Francesca Fenocchio – Corsa in linea H2W Maurizio Romeo/Bruno Sanetti – Tandem in linea Francesca Fenocchio – Cronometro H2W Fabrizio Macchi – Cronometro C2M Fabio Triboli – Cronometro C5M 3 BRONZI Fabio Triboli – Corsa in linea C5M Paolo Cecchetto – Corsa in linea H2M Michele Pittacolo – Cronometro C4M

Per ulteriori info: http://www.uci.ch/

da www.superabile.it

“La libellula” di Bert d’Arragon


di Daniela Domenici

Un romanzo storico ma anche una grande storia d’amore, anzi tante storie d’amore, di vita, di dolore, di lotta intrecciate: uno splendido romanzo CORALE come da tempo non ci capitava di leggere, una POLIFONIA in cui ogni personaggio, ogni situazione, ogni evento trova la sua giusta collocazione e contribuisce così alla perfetta musicalità dell’insieme come un’orchestra in cui ogni elemento è importante per la magica riuscita di un concerto.

L’autore, un signore tedesco di origini spagnole ma da anni residente in Italia, laureato in Scienze dell’Antichità, dimostra una tale conoscenza dei più minimi elementi del periodo storico da lui preso in esame, il ventennio fascista dal 1924 al 1944, da poterli padroneggiare con sapiente perizia riuscendo a intrecciare, in modo da non far mai annoiare il lettore (cosa che succede spesso con un libro storico), documenti dell’epoca con fogli di diario, lettere private e narrazione di questa storia d’amore che è solo lo spunto per parlare di un momento storico così cruciale per la nostra nazione e non solo.

Bert d’Arragon segue, con discrezione ma anche con affetto partecipe, la fuga di due ragazzi, Pietro e Giovanni, dalla natìa Montepulciano verso Roma e poi nuovamente in Toscana narrando, parallelamente, tante altre storie di personaggi che vengono in contatto, per i motivi più vari, con questi due giovani che hanno un elemento fondamentale che li lega: si amano, sono omosessuali e lo sono nel ventennio fascista; alla fine prenderanno strade diverse sia in campo affettivo che di scelte politiche e lavorative continuando a combattere, ognuno a proprio modo e con i suoi mezzi, quella “bestia famelica” che è stato il fascismo. Per questo, come giustamente sottolinea Roberto Barontini, presidente dell’Istituto Storico della Resistenza e della Società Contemporanea che ha pubblicato il libro, nella sua introduzione “rendere il giusto tributo alla sofferenza e alle esperienze del passato rappresenta un ineludibile dovere civile e una grande opportunità per il presente”.

Concludiamo con un’affermazione che sappiamo già ci attrarrà gli strali di buona parte dei critici letterari ma di cui ci assumiamo la piena responsabilità: questa “opera prima” di Bert d’Arragon può essere paragonata, per tutti i motivi sopra descritti, a un capolavoro come “La storia” dell’indimenticata Elsa Morante.

La Nutella rischia di finire fuori legge


di Patrizia Lenzarini

La Nutella potrebbe finire fuori legge. A lanciare l’allarme e’ stato oggi il vicepresidente del gruppo Ferrero, Francesco Paolo Fulci, dopo il voto del Parlamento europeo con il quale verrebbe lasciata all’Europa la possibilita’ di decidere se un prodotto puo’ essere pubblicizzato.

”Abbiamo perso la prima battaglia ma non la guerra”, ha detto Fulci, sottolineando comunque che una decisione di questo genere rischia di ”mettere fuori legge la Nutella e la stragrande maggioranza dei prodotti dolciari, mettendo in ginocchio l’intera industria, piccola, media e grande”. Il consumatore dovrebbe essere lasciato libero di scegliere, mangiando di tutto, senza eccedere e mantenendo un sano stile di vita. La Commissione europea sta definendo, ricorda Fulci, un profilo nutrizionale generale per la grande maggioranza degli alimenti secondo cui ”per ogni 100 grammi di prodotto, non ci possono essere piu’ di 10 grammi di zucchero, quattro grammi di grassi saturi e due milligrammi di sale. ”Ma non esistono dolci – sbotta Fulci – con meno di 10 grammi di zucchero ogni 100 grammi di prodotto”. A questo profilo generale Bruxelles ha fatto una serie di eccezioni per frutta, pesce, miele, chewingum, biscotti e pastiglie per la tosse, dove e’ accettata una presenza maggiore di zucchero, sali o grassi. La posta in gioco e’ elevata in quanto se queste soglie dovessero essere introdotte non sarebbe piu’ possibile – in base alla proposta – pubblicizzare con dichiarazioni sulla salute o sulle sostanza nutritive, numerosi prodotti della grande tradizione alimentare europea: dalla Nutella al tradizionale pane nero tedesco che supera la soglia consentita di sale. ”La nostra grande preoccupazione – spiega il vicepresidente del gruppo Ferrero – e’ che oggi ci potrebbero dire di non fare messaggi promozionali, ma domani – e gia’ alcune organizzazioni di consumatori spingono in questo senso – ci faranno scrivere come sulle sigarette: ”Attenti e’ pericoloso, favorisce l’obesita”, o magari ci metteranno delle tasse fortissime come previsto in Romania. Questo, ”metterebbe veramente in ginocchio l’intera industria dolciaria, piccola, media e grande”. Il vicepresidente del gruppo Ferrero tuttavia, ”non intende considerare il voto di oggi come una sconfitta, ma semplicemente una battuta d’arresto nella battaglia per la difesa della liberta’ del consumatore di alimentarsi come meglio crede”. Il testo passa ora all’esame del Consiglio dei ministri dell’Ue e dovra’ poi tornare al Parlamento europeo per una seconda lettura e un nuovo voto. ”La prossima volta – conclude Fulci – saremo ben certi che nessuno di quelli che la pensano come noi manchi alla votazione”.

fonte ANSA

In Afghanistan una scuola nel nome di Maria Grazia Cutuli


Forse la frase più semplice e bella l’ha detta Said Ahmad, l’ ‘elder’ di Kush Rod, il capo villaggio. “Maria Grazia Cutuli non è morta invano. Grazie al suo sacrificio avremo una scuola dove far studiare i nostri bambini”. La scuola intitolata alla giornalista del Corriere della sera uccisa in Afghanistan il 19 novembre 2001, mentre percorreva la strada tra Jalalabad e Kabul, sorgerà in questa landa desolata del distretto di Injil, ad un’ora di fuoristrada da Herat. L’ha voluta e l’ha finanziata la Fondazione Cutuli e oggi, in pompa magna, è stata posata la prima pietra della struttura che ospiterà 600 bambini, 350 femmine e 250 maschi. C’erano tutti, a cominciare dal presidente della Fondazione, l’architetto Mario Cutuli, che per la prima volta mette piede in Afghanistan, nove anni dopo l’omicidio della sorella. “Un paese che Maria Grazia amava molto, l’Afghanistan, per il quale credeva in un futuro di pace e sviluppo”, ha detto, parlando davanti ai notabili della zona, al vicegovernatore di Herat, alla gente del posto e, soprattutto, ai tanti bambini che nei prossimi mesi avranno un posto dove imparare a leggere e a scrivere. “Vengo per mettere la prima pietra di una scuola che rappresenta un piccolo passo per il futuro di tutto il Paese e un grande contributo per lo sviluppo di questo villaggio”. La scuola, che nasce in una delle zone più povere della provincia di Herat, è stata gratuitamente progettata in Italia attravero un workshop cui hanno partecipato diversi studi di architettura. Si tratta di un complesso che occuperà un’area di 2.000 metri quadrati, di cui 650 saranno coperti dall’edificio scolastico vero e proprio – con otto classi, una biblioteca, diversi servizi per la didattica (il Corriere della Sera donerà 50 computer) – e un’altra vasta zona adibita ad orto e giardino, su cui verranno piantati 50 alberi da frutta. Il progetto della Fondazione (che vede tra i soci fondatori, oltre alla famiglia Cutuli, il Comune di Roma, l’Ordine dei giornalisti, il Corriere, Rcs quotidiani, Banca Nuova, la Regione Sicilia, Confindustria Sicilia e la Fnsi) è stato sostenuto dal Prt, il Team di ricostruzione provinciale del contingente militare italiano, che ha individuato l’area e fornito il sostegno logistico. Lo stesso colonnello Emmanuele Aresu, comandante del Prt, insieme al rappresentante della Farnesina ad Herat, Sergio Maffettone, si sono impegnati in prima persona per favorire i contatti con le autorità locali e per ottenere, in tempi rapidi, le necessarie autorizzazioni. “La nostra Fondazione – ha detto Mario Cutuli – ha voluto lasciare un segno simbolico sul territorio per ricordare e proseguire il lavoro di studio e di ricerca iniziato da Maria Grazia e per onorarne la memoria proprio nel Paese dove è finita la sua breve, ma intensa esistenza. Oggi sono felice perché qui ritrovo il suo spirito ed è come se pecepissi ancora la presenza di mia sorella”. Per far luce sull’assassinio della giornalista del Corriere della Sera sono stati aperti due processi: uno in Italia, attualmente bloccato perche non è stato possibile notificare agli inquisiti (la procura di Roma ne ha individuati sei) la chiusura delle indagini a loro carico, e uno in Afghanistan, che ha portato alla pena capitale per tre persone. La prima di queste condanne è stata eseguita a Kabul l’8 ottobre: in questa occasione la famiglia di Maria Grazia ha ribadito la sua contrarietà alla pena di morte.

da www.livesicilia.it