Augusta: voce ai cittadini – locandina UDC vs Carrubba


di Alessandro Mascia

Se oggi sto scrivendo lo devo al fato. La mia traiettoria in bicicletta, infatti, è stata lambita da una sedia sputata a tutta velocità dalla bocca di un bar di seconda classe. L’ho vista fiondarsi rabbiosa e mulinante con tutte quelle gambe di ferraccio pronte a decollarmi. Per fortuna, però, ne ho avvertito solo l’impatto con un lembo svolazzante della mia polo azzurra. Un secondo di ritardo, un tentennamento, un indugio, una remora sarebbero stati fatali o, comunque, mi avrebbero costretto a scrivervi da un letto di ospedale. Il proiettile era stato scagliato al culmine di un acceso dibattito all’interno del bar. Ecco i fotogrammi in sequenza: uno scoppio d’ira, stile tifoseria ultras; un tizio con gli occhi di fuori, come se avesse appena toccato un cavo da 380 volts, infiamma la soglia del bar facendo sgommare due bei mocassini lucenti; a distanza di un niente il passaggio di un ciclista allampanato – che sarei io – e poi, in rapidissima successione, il proiettile in forma di sedia. Il fuggitivo, quando ha realizzato che l’intenzione dei suoi avversari aveva preso la forma di una sedia fracassata dalla parte opposta della strada, ha pensato bene di accelerare la sua già sostenuta andatura. Ma scappa scappa, alla fine abbuccò e – direbbe mia suocera – quod non fecerunt barbari, fecerunt Barberini con ginocchia e gomiti raspati crudamente dall’asfalto. Poi si sa: chi conserva un minimo di dignità casca, anche malamente, ma subito si rialza sostenendo di non essersi fatto nulla. Questo tizio, che poi ho riconosciuto essere colui che, alcuni giorni prima, mi aveva rifilato un volantino a firma dell’onorevole Pippo Gianni, non solo apparteneva alla famiglia dei predetti dignitosi, ma anche a quella dei centometristi, perché, riagguantata la situazione, ha ripreso le energiche falcate da dove le aveva interrotte. Finito lo spettacolo del cinghiale in fuga dai crepitii di doppietta, ho posteggiato la bici accanto alla bocca del bar ancora fumante d’ira e ne ho sbirciato l’interno. Nella penombra di un locale sudicio e avvinazzato, un gruppo di beoni fischiettanti facevano dondolare lo sguardo dai lampadari ai poster della Coca-Cola, come se la coda di paglia stesse iniziando ad abbambare. Del resto avevano appena rischiato di menomarmi. Forte di questa percettibile diseguaglianza psicologica, ho fatto ingresso chiedendo i motivi dei fotogrammi appena vissuti. Dopo le scuse per l’accaduto, mi hanno dipinto il fuggiasco con caratteristici epiteti del luogo: sturdutu, scassapagghiaru, scunchiurutu, bestia. Tutto perché l’uomo dei volantini voleva convincerli che l’ingresso dell’UDC nella Giunta Comunale era stata cosa buona e giusta.

Non di tradimento si è trattato, secondo Pippo Gianni, ma di “spirito di servizio, per aiutare la Città”. Roba da matti! Il partito con cui il PDL faceva grancassa contro Carrubba oggi è con Carrubba per “spirito di servizio”. La gente non ci capisce più niente. Il consigliere provinciale Nicki Paci, personaggio di spicco dell’UDC cittadino, aveva lasciato, in illo tempore, il partito di Alleanza Nazionale per quello di Casini. Aveva esordito con un manifesto 6 x 3 che gridava: “Al Centro guardando a Destra”. Quel messaggio, oggi, è stato tradito? Bisognerebbe rivisitarlo: “Al Centro guardando Carrubba”? Eh sì, perché nel chiacchiericcio generale emerge anche la tesi secondo cui le manovre di questi giorni sarebbero frutto di accordi per garantire campo libero a un Nicki Paci sindaco di Augusta e a un Massimo Carrubba deputato alla Regione. Tutto tranne che l’interesse della Città. Roba da matti! L’UDC, ricordo, si era distinto per ferocia nell’opposizione a Carrubba. Il gruppo dirigente dell’UDC augustano sfornava tazebao ai limiti della querela (si veda la foto a lato). Contestavano il programma elettorale di Carrubba su tutti i fronti, quello stesso programma che, oggi, hanno sposato in toto. Ecco perché “girano i cabasisi”, per dirla con il divertente collega Joe Strummer, e volano le sedie al solo sentir parlare di UDC ad Augusta.

L’anomalia ha vellicato la reazione anche del deputato nazionale del PDL Fabio Granata, che ha urlato infuocato: “Ad Augusta il nostro candidato Marco Stella ha perso le elezioni per pochissimi voti e dopo una campagna elettorale che ha spaccato in due la città. Che ora qualcuno decida di entrare in Giunta, tradendo chi ha creduto in un progetto alternativo all’attuale Amministrazione – rivelatasi inconsistente e priva di progetto – solo per bramosia di poltrone e che pensi che tale decisione lasci invariato il quadro politico provinciale, denota un allarmante livello di arroganza e trasformismo”. Il PDL augustano, per bocca del consigliere Peppe Di Mare, dichiara: “L’ingresso dell’UDC nella Giunta di centro-sinistra, ad Augusta, di fatto mortifica l’espressione democratica di ogni cittadino tradotta nel voto. Ognuno è libero di fare, ma nessuno può tradire il mandato ricevuto, sarebbe stato meglio anche tornare a votare”. Il consigliere Di Mare pone un interessante interrogativo all’UDC augustano: qual è il “bene” della Città? Accaparrarsi due poltrone turandosi il naso per un programma che non si condivide oppure continuare a opporsi all’Amministrazione Carrubba così come volevano gli elettori UDC? Significative le parole di Pippo Gianni: “La decisione di entrare nella giunta Carrubba da parte dell’UDC ha un nome e cognome: Pippo Gianni”. Come dire che i dirigenti locali dell’UDC, a partire dal coordinatore Salvo Aviello e dal consigliere provinciale Nicki Paci, contano quanto un bel due di coppe. Chi conta è solo Lui, l’inopinabile, l’incontestabile Pippo Gianni. E questa presunzione, almeno ad Augusta, inizia a dar fastidio e a sollevare in volo le sedie. Attenzione, quindi, a calcolare bene le traiettorie quando si passa davanti a un momento di discussione sulle scelte dell’UDC. Io l’ho scampata bella!

Una risposta a “Augusta: voce ai cittadini – locandina UDC vs Carrubba

  1. Che schifo la politica dei due forni! A me la parola “forno” evoca immagini triviali: le feritoie dei bordelli di terza classe dell’antica cina, da cui si sbirciavano i corpi nudi delle prostitute, oppure una grossa bocca, spalancata come un forno per mangiare al più non posso! Come possono fare i moralisti, difendere a spadatratta la chiesa, contro laicità e diritti civili, e poi fare i magnacci al più non posso? Ormai la situazione politica in Italia, in questa pseudorepubblica, si è ridotta tra pdl (purtroppo dobbiamo lottare) e pd (porci parassiti).Intanto, il Papa, affacciandosi dalla sua finestra, che ricorda un famoso balcone da cui si affacciava qualcun altro, predica le sue verità assolute, “pasce le pecorelle”, come lui stesso dice. Questo noi siamo: pecorelle! Se continua così, voleranno le palle dei cannoni, altro che sedie!

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