di Loretta Dalola
Archivi giornalieri: 9 giugno 2010
“Di te che sei”
di Maria Grazia Vai
Dal cuore goccioli come foglia di cera
si slaccia la corda, di carta il pensiero
Di tocchi e rintocchi, di seta e tramonti
sei poggia di luna sui tremuli sguardi
Carezza di cielo, conchiglia di vento
Sei l’onda vermiglia, singhiozzo del mare
E stilla d’amore, tormento e languore
di me sei la goccia, e di te ho sete
ancora.
Di te che sei – del mio canto, la musa
e l’aurora –
Porcilaia (così era chiamata dai detenuti la cella liscia)
Appena ricevuta dal carcere di Spoleto, copiata e pubblicata
e segni
sfoglio
le pagine
della vita
fra simboli
nei muri
leggo l’umanità
delle persone
che sono passate
ascolto
e vedo
le ombre
dei fantasmi
ormai liberi.
All’angolo della vita
dietro
un muro
dentro
uno specchio
mi cammino
addosso
e sento
le onde
dell’universo
dell’amore
e della vita…
Carmelo Musumeci (attualmente nel carcere di Spoleto) – cella di punizione – Nuoro 2004
“Poeta per niente”
di Mirko Birritteri
povero poeta per niente,
smetto di narrare
e tengo solo per me
le ricchezze e
le mie poverta’…
E’ tempo di gettare
l’inchiostro sui fogli della mia vita
narrando a parole cio’ che di piu’ sentito conservo in me,
chi romanza vite o interpreta poesie
conosce l’infinito dell’amore,
e di tanta pesantezza non trovo soddisfazione…
Oggi ho sepolto!!
Oggi ho sepolto un mio cadavere
un altro un altro peso,
scrivo narro canto e cito versi
ma le mie lodi sono
cascate d’acqua che sbattono
impertterite sui maledetti scogli,
Oggi ho sepolto!!
Seppelisco me, le mie voglie
le mie lussurie i miei peccati originali,
mi vestiro’ di vergogne,
coprendo il mio corpo di terra fresca e umida,
Non so chi sia piu’ pazzo,
se un uomo che gioca
a scacchi da solo,
o noi che crediamo a
qualcosa che esiste
e che non potremmo mai avere!!
Oggi forse ho sepolto
la mia voglia di scrivere…
La voglia di comunicare,
poiche’ il senso di tanta garbatezza non sara’
mai riconosciuta poiche poeta di niente
mi diletto a professar cio’ che il canto dell’infinito,
frutto dell’aurora non sara’ mai colmato per tanta grazia…
Ad Augusta un angelo di nome Melania
di Daniela Domenici
Conoscevo Melania che è volata in cielo ieri sera a 16 anni: per qualche mese abbiamo condiviso la stessa scuola di ballo, io tentavo di essere un po’ meno “tronco d’albero” tutta d’un pezzo ma ho abbandonato poco dopo, lei invece il ballo ce l’aveva nel sangue, era una delle allieve più giovani della maestra Antonella e una delle più brave. Ma soprattutto aveva un carattere solare, educato, dolce: ogni volta che m’incontrava ricambiava il mio sorriso.
Anche ieri sera, probabilmente, per un eccesso di allegria, per scambiare due parole col ragazzo seduto dietro di lei nel suo motorino, ha incontrato la morte che, almeno questo, non ha fatto scempio del suo corpicino così atletico, l’ha lasciata quasi intatta, sembrava dormisse. Sono sicura che è volata in cielo ballando uno dei suoi balli preferiti con la grazia che le era congeniale.
Ciao Melania, abbraccio i tuoi genitori che conosco e che ti hanno seguito sempre in questa tua passione, il loro strazio è anche il mio, e penso con affetto anche al tuo fidanzato che dopo aver perso sua sorella in quel modo tragico ha perso anche te altrettanto tragicamente.
Giusy Versace: dalla moda all’atletica. Di corsa e su due protesi di carbonio
Amputata alle gambe dopo soli 3 mesi di allenamento è già una promessa dell’atletica leggera e gareggerà ai Campionati Italiani di Imola. Prima la sua vita era fatta di aeroporti, trolley in mano e macchine a noleggio; ora di podi paralimpici da scalare e ancora un volo da prendere: quello per Londra 2012 ROMA – Le origini sono a Reggio Calabria, come il cuore, ma il lavoro e la vita da grande sono a Milano, ormai da 10 anni. Lei è Giuseppina Versace, anzi Giusy, ha 33 anni e vanta almeno due record: essere la prima atleta donna con amputazione bilaterale alle gambe in gara a un campionato nazionale di atletica leggera e concorrere al titolo, a soli 3 mesi dal debutto in questa disciplina. L’appuntamento è vicino: Imola, dal 19 al 20 giugno. “Correrò per i colori della mia terra, la Calabria, per l’Asd con noi di Reggio Calabria. Mi sono detta: se devo iniziare questa avventura sportiva, voglio rappresentare la regione da cui provengo”, racconta Giusy, anche se Milano l’ha adottata diventando la sua casa. E le ha offerto un lavoro che farebbe gola a qualsiasi amante della moda: quello di retail supervisor per una nota griffe, in pieno centro. Non l’azienda di famiglia (e il nome che porta parla di un’azienda che fattura cifre da capogiro), ma quello di una casa concorrente, “Per correttezza – dice lei-per non mischiare il lavoro con la famiglia, e anche per curiosità”, una qualità che la caratterizza da sempre e che, insieme a un briciolo di incoscienza, l’ha portata sulle piste d’atletica, appena realizzate le sue protesi sportive da corsa. “Me le ha fatte la Roadrunnerfoot Engineering, azienda che ha fondato il mio amico Daniele Bonacini, ex atleta paralimpico e ingegnere, aprendo di fatto la via alle protesi in carbonio qui in Italia. Perché da noi non esistono altre aziende che lavorino questo materiale, bisogna rivolgersi in Germania, in Islanda o in Francia”. Dall’amicizia con Bonacini è nata la collaborazione con Roadrunnerfoot, di cui Giusy ora è testimonial, e per la preparazione atletica, visto che Bonacini la segue attualmente negli allenamenti. Ma come è cambiata la vita di questa splendida ragazza calabrese, solare, umile, ottimista e di una bellezza magnetica? “Sono invalida a causa del lavoro. Sai, prima due settimane al mese, 4 giorni su 7, ero lontana da casa per lavoro: in giro per il mondo a controllare le boutique che avevano il nostro marchio in franchising, su e giù dagli aerei, negli alberghi, affittavo automobili con la velocità con cui si beve una tazzina di caffè- racconta-. E’ successo durante una delle trasferte, nell’agosto del 2005. Un incidente in cui ho davvero rischiato di morire e a causa del quale ho subito l’amputazione di entrambe le gambe”. Dopo, come è prevedibile, le pedine del gioco non si incastrano più come prima. “Al rientro a lavoro qualcosa è cambiato, certo. Per esempio, ho trovato molte porte chiuse”. E ha cominciato a lavorare nel back office. “Pian piano, però, a gomitate mi sono ripresa la mia scrivania. Ho ricominciato a guidare, ma sono realista: non posso più tenere i ritmi di prima. Ora viaggio molto meno”. In compenso, dirige una Onlus, Disabili no limits, di cui prima si occupava a tempo perso, e che ora è diventato un impegno importante, il lavoro per una causa giusta, come dice lei. “Ci occupiamo di raccogliere fondi per amputati economicamente svantaggiati – dice Giusy-, perché il servizio sanitario non riesce a garantire ausili abbastanza evoluti, fornisce solo protesi base. In più, curiamo progetti come “Emergenza Haiti”, attraverso cui abbiamo spedito kit e protesi per gli adulti e i bambini rimasti feriti nel terribile terremoto”. Poi c’è l’impegno sportivo, cominciato per caso e soprattutto da solo pochi mesi. “Ho messo le mie prime protesi da corsa il 15 febbraio scorso, e ho provato a correre in pista. Risultato? Non sono caduta, e già questo è stato un grande risultato”. Poi ci ha preso velocemente gusto, Giusy, fino a correre in 24 secondi i 100 mt, tempo che le è valso la qualificazione, per la verità non cercata, ai prossimi Campionati italiani, appunto. “Ero anche infortunata, quel giorno: perché la sera prima ero caduta ed avevo il moncone pieno di lividi. Quindi ho pensato che in forma ottimale, e allenandomi, posso far bene”. Non solo ‘far bene’. Infatti, da qui in poi, per Giusy prende vita un sogno grandioso, cui si è messa in testa di dar corpo con tutta se stessa, cominciando allenamenti seri e mirati. “Vorrei essere in gara alle Paralimpiadi di Londra, nel 2012. Pensa, Pistorius al femminile, la prima italiana a correre senza due gambe!”. L’ha promesso a se stessa e al presidente del Cip Calabria Fortunato Vinci che è un caro amico, e a Daniele, ovviamente. Indirettamente, però, lo promette a tutti quelli come lei, ma con meno coraggio e ottimismo, di lei. Ancora un volo da prendere, dunque. Stavolta per Londra, ma non nella settimana della moda. E’ già prenotato.
Musica: Battiato, Consoli e Turci all’Auditorium di Roma per i malati di Sla
Franco Battiato sara’ protagonista di ‘Note di merito’, il concerto organizzato dall’associazione Viva la Vita Onlus e finalizzato a raccogliere fondi per sostenere i malati di Sclerosi Laterale Amiotrofica (Sla). Il 25 giugno alle 21, nella Cavea dell’Auditorium Parco della Musica di Roma, Battiato si esibira’ sul palco romano in una performance che coinvolgera’ anche altri artisti: dall’intramontabile Alice al trio d’eccezione, tutto al femminile, composto da Carmen Consoli, Marina Rei e Paola Turci
E ancora, il compositore Roberto Cacciapaglia, protagonista della scena musicale internazionale piu’ innovativa che fonde la classicita’ con la sperimentazione elettronica, i Radiodervish, con la loro musica d’avanguardia che unisce la cultura orientale con quella occidentale, ed Etta Scollo, cantante catanese d’adozione tedesca tra le artiste italiane piu’ amate in Germania. Il concerto sara’ accompagnato dall’ensemble orchestrale di Roma Sinfonietta eccezionalmente diretta dal Maestro Paolo Buonvino. Ma l’evento non sara’ solo musicale: Dori Ghezzi accompagnera’ lo spettacolo leggendo e interpretando delle brevi testimonianze di merito
fonte Adnkronos
Salute: stress e fatica, le cellule femminili più resistenti
Le cellule femminili si adattano di piu’ e riescono a sopravvivere meglio di quelle maschili allo stress, inventando soluzioni per non morire. E’ il risultato di uno studio congiunto tra l’Istituto Superiore di Sanita’ e l’Universita’ di Sassari dal quale emerge che le cellule che costituiscono il corpo dell’uomo e della donna sono diverse, oltre che nei cromosomi, anche in quanto a destino. Uomini e donne hanno quindi un rischio diverso di contrarre determinate malattie: diventa percio’ necessario che la ricerca scientifica abbia un approccio di genere al fine di offrire una migliore appropriatezza terapeutica. Con questo obiettivo l’Istituto Superiore di Sanita’, grazie ai fondi della Ricerca Finalizzata del Ministero della Salute, ha avviato il progetto strategico ”La medicina di genere come obiettivo per la sanita’ pubblica: l’appropriatezza della cura per la tutela della salute della donna”.
”Si tratta di un progetto ambizioso – dice il Presidente dell’ISS Enrico Garaci – che studia le differenze non soltanto fisiologiche ma anche sociali e psicologiche tra uomini e donne. Abbiamo la certezza scientifica della differenza degli organismi sotto il profilo ormonale e genetico e delle risposte diverse alle terapie. Basti pensare che le reazioni avverse ai farmaci nelle donne concorrono al 6% delle ospedalizzazioni. L’obiettivo oggi e’ capire come impattano le terapie farmacologiche sugli uomini e sulle donne per ottenere una cura piu’ appropriata e un risparmio di costi per il Servizio Sanitario Nazionale”
da www.asca.it