“Mamma Randagia” diventa un mediometraggio


di Antonella Cristofani

Sono andata ad assistere al mediometraggio di Mamma randagia di Thomas Otto Zinzi, autore e regista teatrale del lavoro, con dentro il piccolo fastidio della prevenzione. È un problema mio, non deve influenzare nessuno, ma l’emozione che mi regala il teatro, respirare la stessa aria degli attori che in quel momento stanno recitando solo per chi è presente, assistere perciò alla unicità di questa rappresentazione, anche se è una delle tante repliche, ma che non potranno mai essere tutte identiche, è per me preferibile al cinema che comunque ti offre un prodotto in scatola, rimaneggiato, ottimizzato e poi riprodotto per sempre. Ciò premesso e con questo stato d’animo ho assistito a Mamma randagia nel suo percorso creativo. La regia di questo film è questa volta di Piero Nicosia che è anche l’attore protagonista insieme ad Anna Malvica.

Ebbene, alla fine ho dovuto cedere il passo al mezzo per me meno prediletto. Il cinema ha regalato a Nicosia una faccia che sta al posto giusto, su uno schermo. Alla Malvica ha aggiunto anche  questa seconda qualità. Ero incredula, credevo che la sua personalità teatrale sarebbe stata mortificata dalla cinepresa e invece ho scoperto che la recitazione quando è sapientemente dosata, professionalmente trattata emoziona ugualmente perché la bravura autentica non teme alcun mezzo di comunicazione, anzi lo ignora.

Benvenuti nel mondo cinematografico ad Anna Malvica e a Piero Nicosia.

Sulla riva dei sogni


di Angela Ragusa

Fragile armonia
lascia passione bruciare
quando moto perpetuo
di aggrovigliate sensazioni
ghermisce la mente.

Mutano ,nuove maree
sulla riva dei sogni
e onde ,dall’eco di te,
infrangono antiche colonne…

Mormora mare
che si increspa al vento.

Sfiora la pelle
tiepida sabbia
che odora di sole
e aspetto,
silenziosa bambola,
la tua mano accarezzarmi……

Premio Louis Braille: edizione speciale per i 90 anni della Uic


Appuntamento mercoledi 9 giugno alla ore 21 presso la sala Sinopoli dell’Auditorium Parco della Musica per la XV edizione del Premio Louis Braille, che quest’anno ha un gusto particolare. Si festeggiano, infatti, i 90 anni di costituzione dell’Unione italiana ciechi e ipovedenti. Sul palco, Fiorella Mannoia, Franco Battiato, Arisa e Andrea Bocelli

ROMA – La XV edizione del Premio Braille, dedicata a “colui che vinse il buio indicando ai ciechi le vie della cultura”, quest’anno ha un significato particolare, visto che il 2010 è il 90esimo anniversario della nascita della Uic – l’Unione italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti. I ciechi e gli ipovedenti italiani hanno raggiunto grandi risultati nel corso di questi 90 anni di battaglie, ma “un mondo di uguali” è ancora lontano. “Ancora troppi silenzi. Ancora troppe porte chiuse. Troppe ipocrisie. Montagne di bugie. Ma la vita è bella anche per queste sfide. I miei compagni di viaggio lo sanno e come me vivono per questo sogno”, è quello che si legge nel testo di invito del presidente Tommaso Daniele. I Premi Braille sono infatti un riconoscimento pubblico per chi si è distinto nella promozione dei diritti delle persone con disabilità visiva, e un invito ad impegnarsi in prima persona e a fare del raggiungimento delle pari opportunità un problema di tutti. Quest’anno i premi saranno conferiti alla Apple, a Giuseppe Castiglione presidente dell’Unione Province Italiane, alla Marina Militare Italiana, a Oliviero Toscani e a Tutto il calcio minuto per minuto. Grandi nomi della musica italiana in concerto: Arisa, Fiorella Mannoia, Franco Battiato e Andrea Bocelli (in video). Presenta Eleonora Daniele. La serata sarà ripresa dalle telecamere Rai. Nel foyer della Sala Sinopoli saranno poi esposte alcune sculture di artisti ciechi e allestita una mostra di ausili per l’autonomia dei minorati della vista La serata è organizzata dall’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti e da Dante Mariti della Melos International, con il contributo di Banca Nuova. “Il buio fa paura. La cecità fa paura. Ma sconfiggere la cecità è solo un problema dei ciechi?” domanda un flyer. “No, è un problema di tutti. Pensaci” è la risposta. La serata è a ingresso libero, fino ad esaurimento posti (ritiro dei biglietti il giorno dell’evento presso il guardaroba della Sala Sinopoli dalle ore 19). Per informazioni: Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti Onlus (tel.06.679.68.84 – 06.699.88.376)

da www.superabile.it

Nord contro Sud, sfida all’ultimo chilo


Si rinnova in Italia la sfida Nord contro Sud ma questa volta non sono le “buone pratiche” il criterio di contrapposizione ma i chili di ciccia. La singolare sfida si è accesa Daniela Gasparini, sindaco di Cinisello Balsamo (Milano), e Nicola Cristaldi, suo collega di Mazara del Vallo (Trapani). Del Pd la prima, del Pdl il secondo ma entrambi sovrappeso. La notizia è dell’agenzia Adn Kronos che spiega l’iniziativa “Obesità in Comune”. I due sindaci, insieme a tre concittadini ciascuno (anch’essi sovrappeso) saranno impegnati per sette giorni – da venerdì scorso a giovedì prossimo – in una serie di attività che vanno dal nuoto ai giri in barca, dallo yoga alle passeggiate, a Polignano a Mare, a pochi chilometri da Bari. Tutto, ovviamente, accompagnato una rigida dieta. Vincerà chi fra i due gruppi, quello di Mazara e quello di Cinisello Balsamo, alla fine della settimana avrà perso più chili. L’obiettivo è sensibilizzare l’opinione pubblica sul problema del sovrappeso, promuovendo una campagna per un’alimentazione sana ed equilibrata ed educando i cittadini ad un corretto stile nutrizinale. In Italia, infatti, gli obesi sono raddoppiati negli ultimi anni toccando quota 5 milioni.

da www.livesicilia.it

L’attesa


di Tiziana Mignosa
A volte amo
quelle rughe che odio
quand’è la voce del riflesso
a parlarmi del tempo
quand’è l’attesa
la protagonista solitaria
del caos che gonfia i vuoti
di parole vane.

Rumori
suoni
e colori accesi
che riempiono
e colmano
per non udire
il grido straziante
del silenzio.

Amo
a volte
quei segni che odio
indelebili tracce
che di plumbeo vestono
l’effimera grazia.

Sfuggono
i desideri
m’aleggiano intorno
come anime beffarde
senza corpo
gridano ai rimpianti
di sterile attesa
che si consumano
vergini
nel tempo.

A volte amo
quelle rughe che odio
quando mi giro indietro
sui sassi di sangue e sudore
che scivolano giù
tra le pieghe consumate dell’anima
tra graffi e strappi al cuore

e m’accorgo

di quel sorriso delicato
che con amore asciuga
le mie stanche lacrime
e mi porta a pensare
che nulla più m’importa
nulla
neanche d’aspettare.

Mamma, li gay!


di Roberto Puglisi

Davanti alla redazione c’è un parco. Le persone lo evitano come se fosse il bosco di Cappuccetto Rosso in grado di nascondere, nella sua penombra,  ogni specie di lupo. Nel parco ci sono panchine arrugginite. Eravamo in due o in tre, momentaneamente sottratti alle notizie, in cerca di un caffè, tutti con idee molto corrette sulla diversità e sulla libertà di gesti e opinione. Abbiamo notato, di sfuggita,  su una panchina del parco di Cappuccetto Rosso due piccole donne che si baciavano. E siamo rimasti di sale. Chi scrive ha avvertito un brivido nello stomaco,  una scossa di estraneità: come osservare l’atterraggio di un marziano sul balcone di casa. Una meravigliata incapacità di comprendere e definire la scena peraltro evidentissima. Pure gli altri parevano toccati dalla stessa reazione.  Eppure, sappiamo benissimo cos’è l’omosessualità maschile e femminile. Livesicilia ha portato avanti alcune campagne contro l’intolleranza. Perché allora quelle bocche metaforicamente spalancata al cospetto di  un bacio tra due ragazze?

La tolleranza è una conquista e spesso devi lavorarci di pialla e scalpello prima che diventi un patrimonio emotivo consolidato (e qui diciamo subito al presidente Patanè, intervistato da Miriam Di Peri,  che la tolleranza denunciata da lui è effettivamente orrenda. Tuttavia, per noi la parola sottintende appunto la condivisione come traguardo di un cammino). La tolleranza e la condivisione sono gli antidoti da elaborare davanti allo “scandalo” della diversità che malamente ci spinge a tracciare un confine difensivo, dimenticando la ricchezza e le occasioni che offre. La non conformità degli altri al nostro mondo, sia un colore, un bacio, un vestito,  il taglio degli occhi, il tifo manifestato in piazza per la squadra che non è la nostra, ci percuote al basso ventre, secondo un registro antico. L’esibizione di percorsi e nature alternativi spiazza perfino coloro che hanno letto tutti i libri. Più facile che il solco si scavi (non è affatto la storia del nostro caffè), con enorme danno, quando c’è chi si si arroga, in materie e condizioni improprie,  il diritto di dare una sua definizione assoluta e generica di ciò che è giusto e naturale, tracciando una riga bianca per lasciare fuori il resto. E’ un chiaro favoreggiamento del ghetto, o del campo di concentramento.
La tolleranza della condivisione implica il dolce sforzo di sentire, più che capire, che dietro un inconsueto bacio si manifestano l’amore, l’attrazione,  e che amore e attrazione appartengono sempre alla natura, al buono, alla giustizia. Talvolta, è necessario saltare il fosso delle sicurezze consolidate e un po’ meschine e accettare di mettere in discussione il nostro sguardo per gli altri, solo allora potremo sperare che gli altri facciano lo stesso con noi.

Palermo (e non solo) aspetta il Gay pride, di cui oggi parliamo diffusamente. Come sarà? Cosa farà la città? Accetterà ciò che esiste comunque senza bisogno, per fortuna, di permessi o visti? Condividerà e crescerà? Rimarrà indifferente? Qualcuno lancerà il grido d’allarme: mamma li gay? Qualcuno, come suole,  pronuncerà parole nobili e profonde per poi raccontare, nel segreto del sabato sera in comitiva, le classiche barzellette sui “finocchi”?

Viviamo tempi da lupi,  di sputi e botte per uomini e cose fuori dai confini che la violenza ha stabilito. Allora, forse, su ogni panchina, a ogni angolo,  ci dovrebbe essere una coppia gay che si bacia, proprio come la gente “normale”. Sarebbe una buona misura di salute pubblica, per giungere all’approdo che chi scrive ha conosciuto dopo lo scontro meravigliato e frontale col bacio di due ragazzine. Di tutto lo stupore è rimasto un tenero sentimento di bellezza, alla fine della mareggiata, una conchiglia in spiaggia. La vita, dal vivo, è diversa.

da www.livesicilia.it