IMMAGINARSI


Lettera che mi è arrivata da Sebastiano M., un ergastolano con l’ostativo dal carcere di Spoleto, copiata e pubblicata qui

 “Nel carcere quando la pena da scontare è l’ergastolo ostativo la violenza è spesso impalpabile e per riuscire a coglierla tutta bisognerebbe immaginarsi in un’esperienza che le parole faticano a descrivere.

 BISOGNEREBBE IMMAGINARSI

– Chiusi per un’intera vita in un piccolo spazio dove quel niente ceh capita oggi si ripeterà domani

– Di non avere diritto a nulla se non a ciò che è concesso

– Che tra i diritti persi c’è anche quello di non lasciarsi andareal sorriso o al pianto che possono essere ritenuti sospetti, provocatori, irrispettosi

– Privati dell’indipendenza, dekk’intimità, dell’autonomia, condotti alla spersonalizzazione

 – Il proprio sguardo che si pianta sul muro come un chiodo: sguardo da smorzare, sguardo declassato, sguardo inferiore e lo sguardo altrui che ti si può infilare addosso come una seconda pelle

 – L’onda delle richieste che si infrange contro gli scogli di una barriera corallinadi una serie di presiosissimi e di taglienti “ma” anche se il regno del “se”, anche quello abitato dal più disgraziato, è il regno della speranza mentre il regno del “ma” è il regno dell’impotenza

 – Il tempo a disposizione per coltivare i rimorsi mentre hai cose più impellenti da fare che interpertare i “ma” che appestano l’esistenza

 – Ogni sentimento come un risvolto cartaceo e burocratico dove il desiderio rimane confinato o inespresso nella coscienza oppure si tyrasforma in una domanda senza risposta

– L’autoreferenzialità di un sistema che, con logica della separazione del mondo dei carcerieri dal mondo dei carcerati, garantisce gli arbitrii di non emergere all’esterno

– Il carcere una terra di nessuno dove le primavere sono senza fiori, le estati senza mari e senza rumore le chiavi dentro i cancelli

– Immaginarsi di stare in una cella per una vita intera senza alcuna speranza di aver donata ancora un po’ di vita da interlocutori travolti e oppressi dalla miseria delle loro idee, dalla miseria delle loro vite, da una forza misteriosa e oscura anche per loro

 – Immaginarsi tutto questo per capire cos’è veramente il carcere in questo sistema per un individuo che ha scritto sulla propria scheda “fine pena MAI”

Una risposta a “IMMAGINARSI

  1. Sono parole estremamente commoventi e fanno riflettere, ma ad essere sincera, bisogna anche capire perchè uno si trova nella condizione di ergastolano, se hanno raggiunto tale verdetto si è indubbiamente passati attraverso il concetto che debba rimanere tale per non essere più motivo di pericolosità per la collettività.
    Sono assolutamente contraria alla pena di morte come forma di giustizia ma al momento non mi sovvengono metodi alternativi per chi ha compiuto gravi danni agli umani se non quella di fermarne l’effetto da sbarre.

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