“In viaggio con me” fa sosta a Catania


di Daniela Domenici

La valigia bordeaux di Brunella Li Rosi ha fatto la seconda tappa del suo viaggio, che speriamo sia lungo e fruttuoso, dopo quella ll’Odeon di Lentini, ieri a Catania.

L’opera prima della signora Li Rosi è stata presentata, nella splendida cornice della libreria Mondadori di corso Sicilia 23 a Catania, da due relatori: il giornalista Salvo Di Salvo che ha introdotto la serata per poi concluderla e dalla professoressa-preside (in pensione) Concetta Greco Lanza che è anche editore del libro presentato.

La relatrice ha saputo raccontare la trama di “In viaggio con me” con soavità di toni e poesia di contenuti che hanno attratto e affascinato il pubblico presente attentissimo e coinvolto; è riuscita a estrapolare i temi principali del libro, gli insegnamenti morali che ne derivano, la semplicità del linguaggio usato vista come qualità distintiva dell’autrice.

Il giornalista Di Salvo, dopo la presentazione della prof. Lanza, ha dato la parola alla Li Rosi che ha risposto ad alcune domande che le sono state poste.

Le prossime tappe del viaggio della valigia bordeaux di Brunella Li Rosi saranno il 7 maggio a Leucatia (CT) e poi nella seconda metà di maggio a Francofonte e a Palazzolo.

Indagine sulle carceri della provincia di Siracusa: Augusta, Siracusa e Noto


di Daniela Domenici

  Si è da poco concluso, presso l’aula consiliare di via del Laberinto a Siracusa, il Consiglio provinciale aperto a conclusione dell’attività condotta dalla speciale commissione istituita per conoscere la situazione delle carceri in provincia di Siracusa e, a questo scopo, è stata presentata ufficialmente la relazione finale condotta d questa commissione presieduta dal consigliere provinciale Carmelo Spataro che ha visitato le carceri di Augusta, Siracusa e Noto.

 Hanno partecipato alla seduta anche due scolaresche che avevano chiesto al Presidente del Consiglio provinciale, Michele Mangiafico, di poter essere presenti: gli studenti dell’Istituto Alaimo di Lentini accompagnati dagli insegnanti Raudino e Lo Duca e quelli dell’Ipsia Calapso di Siracusa con i docenti Angelico, Grande, Italia e Marchese.

 Dopo la lettura della relazione finale da parte di Carmelo Spataro hanno voluto partecipare al dibattito, con loro interventi, Fabio Granata, Salvo Fleres, Rita Bernardini e Sebastiano Bongiovanni a nome degli agenti di polizia penitenziaria.

 Intanto vogliamo fare i nostri personali complimenti al presidente del consiglio provinciale, Michele Mangiafico, per la correttezza con cui ha saputo gestire la seduta, non facile sia per i temi trattati che per la presenza di due scolaresche nel pubblico: confessiamo che era la prima volta che assistevamo a una seduta di questo Consiglio e ci ha colpito favorevolmente.

 Come sanno alcuni di quelli che mi leggono da tempo l’argomento “pianeta carcere” mi è molto caro e mi tange particolarmente per cui ho ascoltato con molta attenzione tutti gli interventi che si sono succeduti; mi ha colpito in particolare, per il calore di cui le sue parole erano intrise oltre che per la conoscenza profonda e diretta dell’argomento, l’intervento appassionato e competente di Salvo Fleres, garante per i diritti dei detenuti in Sicilia. E subito dopo quello molto più pacato nei toni (pacatezza che è comunque una sua caratteristica d’eloquio ma che è sicuramente accentuata dal lungo digiuno, oggi è al 10° giorno di sciopero della fame) di Rita Bernardini, parlamentare radicale eletta nelle liste del PD e membro della commissione Giustizia della Camera che ha voluto essere presente stamattina nonostante tutto e la ringraziamo di questo.

 Terzo intervento “caldo”, sia per i temi affrontati che per il tono appassionato, coinvolgente e convincente dell’oratore, quello del rappresentante degli agenti di polizia penitenziaria, Sebastiano Bongiovanni, che ha richiamato con veemenza l’attenzione di Fleres sui problemi gravi e importanti che affliggono la sua categoria.

 Vogliamo ringraziare il presidente Mangiafico e la sua commissione per aver conddotto e portato a conclusione, in tempi relativamente brevi, questa prima tranche d’indagine conoscitiva del pianeta carcere su cui, nella nostra provincia, non si era mai prima posata l’attenzione con così attenta analisi; ci auguriamo che sia solo la prima di una lunga serie di approfondimenti che possano portare a dei miglioramenti effettivi ed efficaci per tutti coloro che operano in questo pianeta: agenti, dirigenti, medici, psicologi, assistenti sociali e, in primis, i detenuti.

“Classe di ferro” al teatro Brancati di Catania


di Daniela Domenici

Una scenografia essenziale che rende perfettamente la tristezza e la malinconia della storia, una panchina, tre alberi spogli e una ringhiera al di là della quale c’è il mondo che scorre, perfettamente immaginata dallo scenografo Giuseppe Andolfo, per accogliere “Classe di ferro” di Aldo Nicolaj al teatro Brancari di Catania per la regia di Nicasio Anzelmo e la colonna sonora molto pertinente di Matteo Musumeci.

Due i protagonisti principali di questo testo che fu rappresentato per la prima volta in Italia nel 1974 e che si rivela ancora molto attuale, Tuccio Musumeci, alias Libero Bocca, e Marcello Perracchio – Luigi La Paglia. Terza co-protagonista Alessandra Cacialli nel ruolo di Ambra.

A un primo impatto sia la scenografia che la coppia di personaggi rimanda a un testo del teatro dell’assurdo del ‘900, “En attendant Godot” di Samuel Beckett in cui i due protagonisti, Vladimir e Estragon, si ritrovano giorno dopo giorno aspettando un qualcosa o qualcuno che non arriverà mai; ma le similitudini si fermano qui perché il testo di Nicolaj tratta, in modo assolutamente poetico, dell’abbandono da parte delle rispettive famiglie, della conseguente solitudine affettiva e della disperazione di due anziani che si ritrovano a parlare quotidianamente su una panchina, a conoscersi lentamente, a volersi bene e a progettare insieme una fuga rocambolesca che si concluderà prima di iniziare per un evento imprevisto, doloroso e lacerante che accade a uno dei protagonisti.

Tuccio Musumeci e Marcello Perracchio riescono, con la splendida professionalità e l’esperienza che li contraddistinguono, a provocare risate spontanee e convinte ma anche tanta commozione e struggente tenerezza per quei gesti di affetto, di complicità, di empatia che si scambiano in questo crescendo di amicizia che si instaura tra di loro: applausi e complimenti a questi due “leoni” del palcoscenico.

“Disturbatrice” divertentissima, ma anche tenera, è una deliziosa Alessandra Cacialli nella parte di Ambra, un’anziana signorina che si inserisce nella vita dei due protagonisti con la sua logorrea che maschera la sua infinita solitudine e che col suo affetto spontaneo regalerà un po’ di colore e calore a Libero ma soprattutto a Luigi.