“Perché” e “Piume d’anima” a Siracusa


di Daniela Domenici

Nello splendido salone della sede della Provincia in via Malta a Siracusa ha appena avuto luogo un evento culturale letterario: la presentazione di ben due libri, uno di narrativa, “Perché”, e una silloge poetica dal titolo “Piume d’anima”: entrambi i testi sono editi da Narrativaepoesia.

Autrice del romanzo è la scrittrice di origine siracusana, ma da molti anni ormai residente nei pressi di Roma, Tiziana Mignosa: è la sua seconda opera narrativa dopo “La storia senza fine” presentato l’anno scorso.

La silloge contiene le liriche di ben quattro poeti, tra cui anche Tiziana Mignosa, di varie parti d’Italia; solo uno dei tre era presente a Siracusa, Maria Grazia Vai, gli altri due, Rita Minniti e Nunzio Buono, non sono potuti venire.

Entrambi le autrici e le loro opere sono state presentate da due formidabili “veterani” che già avevamo avuto modo di apprezzare l’anno scorso: la professoressa Angela Gullì e il giornalista Santi Pricone; la prima ha dedicato la sua analisi, come sempre attenta e puntuale, all’opera narrativa “Perché”, una storia d’amore molto particolare, mentre Pricone ha saputo ben focalizzare la sua attenzione sulla silloge.

Per completare e arricchire questo evento letterario è stato chiamato un giovane attore teatrale siracusano, Massimo Tuccitto, che ha recitato alcune liriche contenute in “Piume d’anima”, poesie che hanno una caratteristica che le accomuna: sono state tutte create sull’ascolto di vari brani musicali, uguali per tutti e quattro i poeti.

Addio a Raimondo Vianello


– E’ morto Raimondo Vianello. Classe 1922, con lui scompare una storica figura della tv italiana e con la moglie Sandra Mondaini è stato tra i protagonisti del piccolo schermo. Avrebbe compiuto 88 anni a maggio.

Raimondo Vianello verrà ricordato come uno dei padri fondatori del varietà televisivo italiano, accanto ai suoi grandi colleghi, come Mike Bongiorno, Enzo Tortora e Pippo Baudo; ed anche come uno dei protagonisti della Commedia all’italiana (insieme a Ugo Tognazzi, con cui ha spesso lavorato in coppia). Era nato a Roma il 7 maggio 1922.

Il padre, ammiraglio, lo voleva diplomatico e con quella prospettiva il giovane Raimondo si laureò in giurisprudenza. Ma poi di quel prestigioso mestiere gli restarono solo il portamento signorile e i modi affabili. A seguito della sua adesione alla Repubblica Sociale Italiana nel 1945 è detenuto nel campo di concentramento alleato di Coltano, assieme ad altri personaggi noti: il poeta americano Ezra Pound, gli attori Walter Chiari, Enrico Maria Salerno, l’olimpionico di marcia Giuseppe Dordoni, il giornalista Enrico Ameri, il regista Luciano Salce ed il politico Mirko Tremaglia. Poco dopo insieme al fratello Roberto, è atleta e dirigente del Centro Nazionale Sportivo Fiamma. E’ allorta che – quasi per caso – debutta in teatro.

I suoi pigmalioni sono due giovani autori, la cui ditta diverrà con gli anni sinonimo di commedia musicale: Garinei e Giovannini. Vianello partecipa, a titolo di puro divertimento, al loro ‘Cantachiaro N°2’ ed entra così nel mondo dello spettacolo. Da allora la sua carriera è costantemente in ascesa. Colleghi e spettatori apprezzano il suo umorismo elegante, mai volgare, quasi distaccato.

Mai Raimondo Vianello cade in un una battuta volgare o si permette una caduta di gusto. Prima è una spalla di grande affidabilità in palcoscenico accanto Wanda Osiris, Erminio Macario, Carlo Dapporto e Gino Bramieri; poi diventa uno degli attori più amati, in particolare, quando lavora a fianco di Ugo Tognazzi, con cui oltre a molti film, firma il programma ‘Un, due, tre’, uno dei programmi di maggior successo nella tv degli anni Cinquanta.

Nel 1959 conosce Sandra Mondaini; tre anni dopo la sposa, formando una delle più inossidabili e riuscite coppie dello spettacolo italiano. Non avranno figli, ma insieme adotteranno un’intera famiglia di filippini. Insieme attraverseranno da protagonisti tutte le evoluzioni della televisione italiana. Soprattutto da quando nel 1982 accettano un contratto in esclusiva con Silvio Berlusconi e le sue reti Finivest ancora in via di sviluppo.

E’ allora che grazie allo stile e alla perfetta intesa fra i due attori nasce Casa Vianello, una delle più popolari e longeve situation-comedy italiane. E indimenticabile rimane la chiusa finale di tutte le puntate, che ritrae la coppia a letto prima di addormentarsi, con lui che legge il giornale sportivo, mentre lei si agita sotto le coperte inanellando una sfila di lamentele.

Appassionato di calcio, Vianello nel 1992 acquista nuova popolarità con la conduzione di Pressing, programma di commento al campionato di calcio di Italia 1, che condurrà per otto stagioni, guadagnado anche il Telegatto ’92, quale migliore programma sportivo dell’anno. Divenuto ormai un’icona del ‘buon presentatore’, sempre capace di creare un’atmosfera cordiale e piacevole, Raimondo viene chiamato nel 1998 dalla Rai (col consenso straordinario di Mediaset) a presentare il Festival di Sanremo. Ed è sul palco di Sanremo che nel 2008 fa una delle sue ultime apparizioni tv.

fonte ANSA

Totò – 15 aprile 1967


Oggi moriva il principe della risata, come è stato definito, il grande TOTO’, per ricordarlo ho scelto questi due video…:-)

Totò e Peppino De Filippo in “La lettera”, straordinari…

http://www.youtube.com/watch?v=9-VrY80K9y8

Nel 1961 Mina e Totò cantano “Malafemmena”, un pezzo di storia della televisione….

http://www.youtube.com/watch?v=_gdUrMrEv0k&feature=related

Matrimoni gay: Consulta rigetta ricorsi


La Corte Costituzionale ha rigettato i ricorsi sui matrimoni gay presentati dal Tribunale di Venezia e dalla Corte di Appello di Trento per chiedere l’illegittimità di una serie di articoli del codice civile che impediscono le nozze tra persone dello stesso sesso. I giudici della Consulta – secondo quanto appreso dall’ANSA – nelle motivazioni della decisione presa stamane in camera di consiglio dovrebbero puntualizzare che compete alla discrezionalità del legislatore la regolamentazione dei matrimoni gay.

La Corte Costituzionale – ha successivamente reso noto Palazzo della Consulta – ha rigettato i ricorsi sui matrimoni gay dichiarando inammissibili le questioni sollevate dai Tribunale di Venezia e dalla Corte di Appello di Trento in relazione all’ipotizzata violazione degli articoli 2 (diritti inviolabili dell’uomo) e 117 primo comma (ordinamento comunitario e obblighi internazionali) della Costituzione. I ricorsi sono stati invece dichiarati infondati in relazione agli articoli 3 (principio di uguaglianza) e 29 (diritti della famiglia come società naturale fondata sul matrimonio). Le motivazioni della decisione si conosceranno nei prossimi giorni e saranno scritte dal giudice costituzionale Alessandro Criscuolo.

A portare la questione all’ attenzione della Corte Costituzionale erano stati il tribunale di Venezia e la Corte di Appello di Trento chiamati a dirimere le vicende di tre coppie gay alle quali l’ ufficiale giudiziario aveva impedito di procedere alle pubblicazioni di matrimonio. Nei ricorsi alla Consulta si ipotizzava il contrasto tra gli articoli del codice civile sul matrimonio con diversi principi sanciti dalla Costituzione. In particolare l’ingiustificata compromissione degli articoli 2 (diritti inviolabili dell’ uomo), 3 (uguaglianza dei cittadini), 29 (diritti della famiglia come società naturale fondata sul matrimonio) e 117 primo comma (ordinamento comunitario e obblighi internazionali) della Costituzione. I ricorrenti, in sostanza, affermavano la non esistenza nell’ordinamento di un espresso divieto al matrimonio tra persone dello stesso sesso e lamentavano l’ingiustificata compromissione di un diritto fondamentale (quello di contrarre matrimonio) oltre che la lesione di una serie di diritti sanciti a livello comunitario. Per non parlare poi – veniva fatto notare – della disparità di trattamento tra omosessuali e transessuali, visto che a questi ultimi, dopo il cambiamento di sesso, è consentito il matrimonio tra persone del loro sesso originario.

Nel corso dell’udienza pubblica a palazzo della Consulta, lo scorso 23 marzo, i legali delle coppie gay avevano sollecitato la Corte a dare una “risposta coraggiosa” che, anticipando l’intervento del legislatore, consentisse il via libera ai matrimoni omosessuali. Dal canto suo, invece, l’avvocato dello Stato Gabriella Palmieri, per conto della presidenza del consiglio, aveva ribadito che il matrimonio si basa sulla differenza tra sessi e aveva rivendicato il primato del legislatore a decidere su una materia tanto delicata. La Corte, nel dichiarare inammissibili e infondati i ricorsi, fa già intendere ciò che metterà nero su bianco tra qualche settimana e cioé che non è sua competenza stabilire le modalità più opportune per regolamentare le relazioni tra persone dello stesso sesso. Resta da vedere – ma questo si comprenderà solo dalla lettura delle motivazioni della sentenza che sarà scritta dal giudice Alessandro Criscuolo – se la Corte coglierà l’occasione o meno per sollecitare il legislatore a provvedere.

CONCIA (PD), ORA TESTIMONE PASSA A PARLAMENTO
“La Corte Costituzionale, nella pronuncia di oggi con cui ha rigettato i ricorsi in tema di matrimoni gay, ha affermato un principio di fondamentale importanza: la Consulta ha stabilito senza possibilità di equivoco che la Costituzione italiana non vieta i matrimoni tra persone dello stesso sesso”, afferma Anna Paola Concia deputata del Partito Democratico. “Fermo restando che aspettiamo di leggere nel dettaglio le motivazioni della Corte – aggiunge – questa pronuncia deve ora diventare la pietra miliare da cui ripartire nell’attività legislativa. La Corte, infatti, nel riconoscere la potestà del legislatore sull’argomento, ha passato la palla ai corpi legislativi, che non possono più eludere la questione. Alle Camere sono già 5 le proposte di regolamentazione delle unioni omosessuali, tre delle quali presentate da me. Mi appello a tutti i colleghi parlamentari affinché, sotto lo stimolo e il pungolo della Corte, si calendarizzi la discussione e si cominci a lavorare per il riconoscimento dei diritti di tantissimi cittadini, avendo l’intelligenza e il cuore per affrontare la questione senza pregiudizi ideologici”.

COMITATO ASSOCIAZIONI,NON EPILOGO MA RILANCIO
Quello di oggi, con la decisione della Corte costituzionale sui matrimoni tra persone dello stesso sesso, non è certo “un epilogo” ma semmai un’occasione di rilancio della campagna sulle unioni gay: in queste parole si può sintetizzare la reazione, a caldo, del Comitato “Sì lo voglio” che riunisce le principali associazioni gay e lesbiche italiane. Sergio Rovasio dell’associazione radicale Certi Diritti (che con Rete Lenford ha seguito i casi dei ricorsi delle coppie giunti alla Consulta), Paolo Patané di Arcigay e Imma Battaglia di DìGay Project hanno portato in una conferenza stampa alla Camera la loro amarezza ma anche la ferma intenzione di non demordere dall’obiettivo di dare alle coppie omosessuali un istituto giuridico. E lo faranno seguendo la doppia strada della via legislativa e giuridica. “Aspettiamo di leggere le motivazioni della Corte costituzionale – ha precisato Rovasio – che potrebbero anche riservare delle sorprese, e poi decideremo il da farsi”. Un ulteriore passo potrebbe essere, ad esempio, quello di un ricorso alla Corte europea dei diritti dell’uomo, dove già pende un ricorso che riguarda l’Austria. Per il momento, però, la cautela è d’obbligo, spiegano. Alla conferenza stampa è intervenuta anche Anna Paola Concia, deputata del Pd che ha spiegato come in Parlamento giacciano ben sei proposte di legge, di cui tre sue, per fare forma giuridica alle unioni gay: “ora il Parlamento deve fare il suo dovere e calendarizzare le proposte. Il vuoto legislativo esiste”. “Speriamo che non prevalga l’omofobia della Lega” si è augurata Imma Battaglia, che teme la “visione arcaica e offensiva” del Carroccio e rivolge un appello al movimento gay: “il prossimo gay pride si svolga serenamente, non cadiamo delle trappole”.

fonte ANSA

Festival: presentato a Roma quello delle letterature


Dieci serate per riflettere sugli affetti, sul denaro, sull’amore, sulla finzione, sul piacere, sul destino, sulle sfide e sulle ossessione con scrittori, filosofi ed economisti. Torna nella Capitale ‘Letterature. 9° Festival Internazionale di Roma’, la manifestazione in programma alla Basilica di Massenzio, presentata questa mattina dall’assessore alle Politiche Culturali e della Comunicazione del Comune di Roma, Umberto Croppi e dalla direttrice artistica del Festival, Maria Ida Gaeta.

Il Festival si svolgera’ alla Basilica di Massenzio al Foro Romano, dal 20 maggio al 22 giugno. La serata inaugurale rendera’ omaggio allo scrittore, giornalista e sceneggiatore Ennio Flaiano con le letture di Lucrezia Lante della Rovere e di Filippo Timi. Durante la serata sara’ proiettata un’intervista video a Gillo Dorfles ispirata agli aforismi e alle riflessioni di Flaiano sulla societa’ italiana.

Al centro del Festival ci sara’ la cultura degli anni Sessanta con il suo insieme di pregi, difetti, ossessioni. Una stagione riassunta dalla felice formula di Fellini, ‘La dolce vita’. Il titolo di questa edizione del festival ribalta questa formula per ricominciare a leggere quel decennio con uno sguardo piu’ fresco, anche se lontano, con la meditazione e l’analisi dei filosofi e con la rielaborazione immaginata dai narratori. Quest’anno, dunque, accanto al consueto contributo degli scrittori si affianchera’ anche quello dei filosofi, e di un economista. La presenza delle autrici e’ molto alta, a testimonianza del fatto che la forza e qualita’ del pensare femminile sono un dato irrinunciabile. 

fonte Adnkronos