“…E nel turbine lento, che quasi incurante dei fatti e degli avvenimenti, gira costante su se stesso e tutto avvolge e prende, si svolge parallelo il consueto gioco del dare e del togliere.
E quel dare e riprendere ricorda all’esistenza che nulla è dovuto ma è solo un prestito, un assaggio temporaneo.
Tutto può essere e subito dopo non essere.
E di quanto ci viene dato non sempre sta a noi decidere se accettare o rifiutare.
Ma allo stesso tempo il brillìo che a volte luccica dentro il turbine ci rivela che non solo di passività è fatta l’esistenza umana, ma di volontà che liberamente affronta la realtà e con intelligenza e con coscienza della propria miseria e impotenza si fa grande nel capire e nell’abbracciare il tutto con quella forza misteriosa che si chiama “amore” e che ciascuna delle particelle del turbine sperimenta e fa propria solo dopo aver attraversato la tempesta dell’esistere…”