di Daniela Domenici
Per nutrire
la mente
si deve capire
seriamente
che il cervello va allenato
con la musica nutrito
con l’arte colorito.
Nutrire la mente
è una missione imponente
che riempie il cuore
di chi lo fa con amore.
di Daniela Domenici
Quando il destino fa incontrare un attore teatrale che ama la buona cucina e uno chef che ama recitare ecco che la magia è fatta e con l’aiuto di un formidabile autore nasce “Il timballo del Gattopardo”.
Se poi l’attore, lo chef e l’autore sono tutti e tre siciliani doc, pur se residenti altrove, con la sicilianità nel sangue, con tutti i suoi sapori odori e colori unici e inconfondibili, allora la magia è ancora più bella.
L’attore in questione, Carlo Cartier, che nonostante il cognome francese è originario di Modica (ha alle spalle un curriculum artistico, tra televisione e teatro, troppo lungo per essere riassunto qui) ha avuto l’idea di unire la gastronomia siciliana con alcuni dei grandi autori siciliani che dai tempi della Magna Grecia a oggi hanno parlato di cucina, hanno descritto dei piatti, nelle loro opere.
L’autore a cui si è affidato Cartier per dare corpo con le sue parole a questa sua idea è Rosario Galli, drammaturgo, regista e docente al DAMS di Roma(anche lui con un curriculum artistico troppo esteso per un riassunto in questa sede) che ha prima tentennato nell’accettare questa proposta e ha poi accettato scrivendo inizialmente un monologo cucito addosso a Cartier.
Poi c’è stato l’incontro con lo chef Carmelo Chiaramonte, anche lui modicano, con la passione per la recitazione; Carlo Cartier ha voluto subito coinvolgerlo in questo suo progetto e l’autore, Rosario Galli, ha quindi trasformato il monologo iniziale in un dialogo tra due chef che stanno preparando un banchetto per la morte di una baronessa, il cosiddetto “consolo” in dialetto siciliano; e mentre cucinano davvero sul palcoscenico declameranno brani tratti dalle opere di autori siciliani di ieri e di oggi fino a una conclusione che stamattina alla conferenza stampa non ci hanno voluto svelare per non toglierci il piacere di andarli ad applaudire la prossima estate quando debutteranno a Catania per poi portare questo spettacolo così particolare in giro per la Sicilia e, si spera, nel resto della penisola.
La regia di questo spettacolo è di Giancarlo Sammartano e la scenografia di Antonello Geleng che per precedenti impegni di lavoro non hanno potuto essere presenti questa mattina al teatro Brancati a Catania.
Salvatore Nitto sulla pedana del lancio del discoOspite del Centro Protesi INAIL di Vigorso di Budrio (Bologna), Salvatore Nitto, nato a Siracusa 22 anni fa, è un ragazzo sempre sorridente, che tutti gli operatori del Centro conoscono e salutano, anche perché, nonostante la giovanissima età, Salvatore è un “cliente” affezionato. Ha infatti una malformazione congenita agli arti inferiori e da quando aveva appena 14 mesi, cammina con due protesi. Grazie alla nostra vecchia conoscenza, accetta di incontrarmi per raccontare un po’ di sé.
Cominciamo subito con i tuoi successi sportivi.
«Da tre anni sono campione italiano di lancio del disco e detengo il record italiano con la misura di 25 metri e 33 (categoria F 56). Da due anni sono anche vicecampione italiano di lancio del peso indoor. Nel luglio scorso ho partecipato ai mondiali di Nottwil, in Svizzera, classificandomi sesto nel disco, settimo nel peso e ottavo nel giavellotto, con il record personale di 16 metri e 77. Qui però mi hanno cambiato categoria: da F56 a F57, il che comporta una variazione delle misure minime necessarie per la qualificazione. Comunque mi sono già qualificato per i prossimi Campionati Italiani di giugno, nel lancio del disco, migliorando anche il mio personale in disciplina, con 27,33 metri».
Come ti sei avvicinato ai “lanci” e più in generale allo sport?
«Tramite il professore di educazione fisica delle scuole superiori, Emanuele Moscuzza, che mi ha sempre fatto partecipare alle lezioni e non solo assistere, facendomi capire il valore dello sport, anche come aggregazione e partecipazione. Da lì è nato il mio desiderio di fare qualcosa di più; l’ho detto al professore e lui mi ha introdotto nella Polisportiva ASPET di Siracusa, dove ho cominciato a praticare diverse discipline sportive, fino a scoprire la passione per i lanci. Lancio stando seduto su una sedia particolare che, da regolamento, è alta 75 centimetri, compreso il cuscino. Mi siedo sulla parte destra, appoggiandomi sulla gamba sinistra. Fino a poco tempo fa, mi tenevo alla sedia collegando la gamba sinistra con alcune cinghie, ma dalle gare di novembre, carico sulla protesi».
E oltre allo sport, di cosa ti occupi?
«Dopo il diploma di geometra, ho trovato lavoro come stewart di cassa in un negozio di articoli sportivi di Mililli (Siracusa), appartenente a una grossa catena commerciale. Nel tempo che mi rimane, cerco di fare qualcosa per gli altri. Sono volontario nella Protezione Civile e ho anche il corso di primo soccorso. Recentemente, sono stato in Abruzzo per due settimane; precisamente nel paese di Tornimparte. Pensa che il Sindaco ha voluto donarmi lo stemma della città per l’aiuto prestato».
Come mai sei al Centro Protesi, in questo periodo?
«Sono arrivato qui a 14 mesi e ho messo le prime protesi per camminare. Da allora vengo periodicamente e quindi, nonostante abbia solo 22 anni, sono un “vecchio” cliente! Mi sono sempre trovato bene, così come mia madre che mi accompagnava. Quando vengo qui ritrovo un ambiente familiare, perché nonostante il Centro sia diventato sempre più grande, sono gli operatori che hanno un atteggiamento amichevole e mi fanno sentire come a casa. Adesso sono tornato per rifare le protesi, dopo quattro anni e in previsione anche dei Campionati Italiani Indoor di Ancona».
Prossimi obiettivi?
«I Campionati Italiani di Imola, a giugno, poi i Mondiali di agosto in Repubblica Ceca, ma il mio reale obiettivo e il mio sogno sono le Paralimpiadi di Londra 2012. Per cui mi auguro e mi aspetto che facciate tutti il tifo per me!»
Musica, tv, cinema e anche la pubblicità: Nicola Arigliano, morto questa notte a 87 anni, ha sperimentato mote forme artistiche nella sua vita in obbedienza ai dettami del jazz, il suo grande amore.
Nato a Squinzano, in provincia di Lecce, il 6 dicembre 1923, a 11 anni scappa di casa e va a Milano dove inizia a cantare. Suona sax, batteria e contrabbasso, i primi due strumenti li porta eccentricamente in una cesta in cui ci sono anche gli abiti di scena. Notato dal critico Marshall Brown viene invitato a partecipare al Festival di Newport, poi si trasferisce a Roma dove inizia la sua carriera di cantante-pianista-entertainer tuttofare. Nel 1956 presenta i suoi primi di dischi a 78 giri per la Rca (tra cui A tazza ‘e caffe’/Zitto zitto zitto, Spatella ‘argento/Scetate), poi escono gli extended play Festival del jazz Sanremo 1959 (tra cui Un giorno ti diro’ e I sing ammore).
Con il passaggio al 45 giri Arigliano ottiene un grandissimo successo con Simpatica brano di Garinei, Giovannini e Kramer. Partecipa all’edizione 1958-59 di Canzonissima, al Cantatutto, a Sentimentale, programma condotto da Lelio Luttazzi (ospite fisso con Mina; la sigla del programma, intitolata Sentimentale diventa un grande successo inciso da entrambi cantanti in due versioni differenti) e a vari festival jazz, mettendosi in luce con il suo stile da crooner. Nella prima metà degli ’60 spopola per i suoi brani in ‘italesé come I love forestiera, Amorevole, Tre volte baciami, My wonderful bambina ma anche con le sue particolari interpretazioni di My Funny Valentine e Arrivederci (di Umberto Bindi) entrate a far parte dei classici da night e piano bar. Arigliano è stato per diversi anni testimonial del digestivo Antonetto per i Caroselli televisivi, ma anche attore (ha vestito i panni del soldato Giardino ne La grande guerra di Mario Monicelli e nel ’99 ha recitato al fianco di Enrico Montesano e Mietta nella serie Tv L’ispettore Giusti).
Nel 1968 si trasferisce a Magliano Sabina, tornerà in sala d’incisione nel 1973 con l’album Non mi importa quando, nel 1976 con I miei successi, nel 1977 in tv in alcune puntate di Non Stop, programma per la regia di Enzo Trapani. Attivissimo per tutti gli anni Ottanta e Novanta (tra gli altri, incide lp Nicola Arigliano, I Quattro musicanti), nel 2003 festeggia i suoi 80 anni con un concerto e nel 2005 partecipa a Sanremo con il brano Colpevole, che vince il premio della critica. E’ la sua ultima apparizione pubblica.
fonte ANSA
Nicola Arigliano canta DONNA