Lettera da un carcere del centro Italia, non più da Augusta


Stamattina ho ricevuto questa lettera da una persona attualmente detenuta in un carcere del centro Italia, l’ho copiata esattamente com’era scritta, con tutti gli errori dovuti alla sua non frequenza scolastica che non inficiano minimamente il suo racconto.

Eccola:

Carissima Daniela, scusami se ti scrivo con ritardo, ho mandato l’indirizzo del tuo sito internet hai miei figli e i miei nipoti che sono più grandi dei miei figli.

Io ho 48 anni, 9 anni me lo anno fatto fare a 41bis e sono quasi tre anni che sto a….Ho fatto 10 anni di latitanza e 12 anni di carcere. Mi anno tolto dal 41bis per le mie patologie a cui soffro “crisi epilessie neurologiche mentali e movimenti articolari, vertigini, disturbo depressione maggiore e di personalità, sindromi comiziali, frequenti tentativi di autolesionismo ecc ecc con patologie croniche, grave deficit visivo occhio sx. Mi accusano di mandante di omicidio, senza pentiti, primo grado assolto, poi ribaltata la sentenza senza motivazione per cui sto in carcere perché la voleva la giustizia (sono andati alla ricerca di un colpevole, ma no della verità). Te lo puoi immaginare come me la passo in carcere, non esco quasi mai dalla cella, da quando mi hanno arrestato mi anno fatto girare quasi tutti i carceri d’Italia, centri clinici e OPG. Adesso sto qui a…..da quando mi anno tolto il 41 bis ho il piantone 4 ore al giorno, mi fa le cose giornaliere che io non riesco a fare, fa le pulizie, cucina e mi assiste ogni quando mi sento male. Se ti ho scritto con ritardo è perché psicologicamente vengono giorni che sto malissimo. Adesso ho voglia di scrivere un po’ così ho pensato a te anche per mandarti i miei più grandi auguri di trascorrere una santa Pasqua serena unitamente alla tua famiglia.
Ritornando a te, con tuo marito che avete fatto volontariato nel carcere di Augusta, purtroppo sono tante le cose perché a tante persone che fanno parte degli apparati, delle istituzioni, non gli è stato più bene il bene che facevate verso di noi detenuti e quindi anno fatto in modo di sbarazzarsi di voi.

Avvicendamento alla Marina Militare di Augusta


di Daniela Domenici

Stamattina ha avuto luogo presso il Circolo Ufficiali della Marina Militare di Augusta l’avvicendamento tra il capitano di fregata Antonio Pollino, capo dell’Ufficio Stampa del Comando Militare Marittimo Autonomo in Sicilia, e il tenente di vascello Paolo Pucci.

Il Comandante Pollino è’ stato colui che ha concretizzato le direttive dello Stato Maggiore miranti a realizzare il 1° Ufficio Stampa della Marina Militare in Sicilia di cui è stato per oltre tre anni un validissimo responsabile mantenendo ottimi rapporti con le varie Autorità militari e civili, con i rappresentanti della la stampa, con le reti radiotelevisive e le società cinematografiche secondo le istruzioni impartite dal servizio pubblica informazione del Ministero della Difesa e dall’Ufficio per la Comunicazione dello Stato Maggiore della Marina.

Nato a Condrò il 15 dicembre 1957 Antonio Pollino si è arruolato nella Marina Militare il 9 Giugno 1977; tra i tanti incarichi svolti si è messo in evidenza per essere stato uno degli elicotteristi della Marina Militare che ha superato le 5.000 ore di volo distinguendosi per le indiscutibili qualità professionali e umane che hanno lasciato un segno indelebile presso tutti i Comandi in cui ha prestato servizio; molti dei suoi colleghi stamattina hanno voluto essere presenti per salutarlo con parole d’affetto sincero e stima sentita. Ha inaugurato l’incontro l’ammiraglio Toscano che ha avuto per Antonio Pollino parole di elogio, condivise poi dal contrammiraglio Camerini e da tutti gli altri intervenuti.

Augusta: la voce ai cittadini – Il bell’uccellone di Lombardo


di Alessandro Mascia

 Cambiata la stagione la Za Cuncetta mette mano al guardaroba rovistando tra i rimasugli degli anni precedenti che non odorano certo di primavere fiorite. Lei è una che alla fine dell’estate pompa naftalina anche in frigorifero. Certe usanze che rievocano i periodi austeri del dopoguerra sono dure da debellare. Oggi il turnover dei capi d’abbigliamento è più frequente e se sei uno che conserva – riproponendo di anno in anno lo stesso maglioncino color pera cotta – alla fine sei adeguatamente classificato. Ma a finire negli annali degli spilorci non ci pensano proprio alcuni consiglieri del PD che hanno deciso di rinnovare la “casacca” preferendo al ramoscello d’ulivo in campo tricolore il bell’uccellone lombardiano (MPA). Questi i nomi in ordine alfabetico: Silvia Belfiore, Antonio Cammalleri, Gino Ponzio e Carmelo Trovato. Sulla stampa locale ho letto di sinistre trame ordite nei sottoboschi della politica nostrana, di ombrosi tatticismi paramilitari. Non volendo aggiungere le mie elucubrazioni a quelle dei miei colleghi, ho scelto di scendere in strada a chiedere alla gente. Chi poteva essere il mio primo incontro in Via Marina Levante se non la stessa Za Cuncetta? L’ho incontrata in panificio con un bustone di profumatissimi panini ricoperti di giggiulena croccante. Sapendola sola le ho domandato il motivo di cotanto pane. Lei, festosa, involta nelle sue solite stoffe color polvere, mi ha confidato dell’arrivo della figliola dal continente. Si vede che la figlia ci dà sotto con il pane, ho pensato. A ogni modo le sottopongo le mie domande sulla politica locale.

“Za Cuncetta, cosa ne pensa dell’assessore Cammalleri che è passato al MPA?”.

“Macari iddu si è dato alla politica?” Risponde sdegnata. Ci tiene a confessarmi, però, che la figlia si è letta tutti i suoi libri. “Ma NO, Za Cuncetta! Non Camilleri: CAMMALLERI, Antonio Cammalleri…”.

“Bi – sbotta sollevando le spalle – io con i nomi sugnu acchiappata. Però mia figlia se li è letti tutti i suoi libri. A casa ce ne ho una carrettata, se vuoi ti puoi pigghiari. Iù, tanto, nun lèggiu”.

Lascio rassegnato Za Cuncetta abbracciata al suo bustone di pane e mi dirigo verso Piazza Duomo.

Giornata di interviste oggi.

A distanza di un isolato si stagliano due tizi allampanati che conversano gesticolando compostamente con una sola mano avendo l’altra impegnata ad agguantare il manico di una cartella. Parlottano tra loro fino a che non si accorgono di me che mi dirigo verso loro. Stirano le labbra in un sorriso sardonico, sgranano gli occhi, scarrocciano gradualmente verso il mio indirizzo, protendono un braccio, una mano su cui sventola un giornaletto colorato intitolato Torre di Guardia. Il digiuno: un modo per avvicinarsi di più a Dio? Accetto perplesso e colgo l’occasione per intervistarli: “Qual è la vostra opinione sui consiglieri comunali che sono passati dal PD al MPA?” Uno di loro, il più anziano, mi guarda sognante “Mio caro, noi votiamo sempre per Geova”. “E di che partito è?” Rispondo stupito. Alla fine intuisco che non sanno nulla di Cammalleri & c. e mi defilo prima che inizino l’omelia. Alcuni passi più avanti incoccio il parroco che mi è parso rivolgermi uno sguardo torvo. Sarà la mia solita coda di paglia. Comunque ne avrebbe ben donde, il prete, visto che ho saltato un centinaio di messe domenicali. Penserà che lo stia tradendo con quelli della lista di Geova. Lo saluto con gesto cordiale e svelto. A lui nessuna intervista. Giunto in Piazza Duomo, alcuni hanno manifestato apatia verso la politica, altri fastidio, qualcuno rabbia. Questi ultimi iracondi mi hanno colpito perché sono riusciti a farmi vivere piccoli brividi: tale era la rabbia verso la classe politica locale che quasi sferzavano manate al sottoscritto probabilmente per far sì che ne descrivessi meglio l’entità sull’articolo de I FATTI. Ho raccolto proposizioni che andavano dalla più gettonata e qualunquista “I politici sono tutti ladri” a quella più interessante che suggeriva di elargire gli stipendi al Sindaco Carrubba con la stessa frequenza con cui la ditta Pastorino (che si occupa di nettezza urbana) li elargisce ai propri dipendenti (cioè mezza volta ogni tre mesi!). L’atmosfera si è surriscaldata, poi, sui temi della piscina comunale chiusa, del mare chiuso, della biblioteca chiusa, del fondo Blasco chiuso, del campo da calcio chiuso. Politica buona solo a vestirsi e svestirsi di casacche, di colori, di stemmi. Politica buona a tramare, ordire, sistemare, arrangiare. Una macchina che sferraglia da mane a sera per mantenere “certi equilibri delicati” ma il cui lavoro lambisce appena gli interessi della comunità. Tanti soldi pubblici spesi per mantenere funzionante un carrozzone a rendimento zero. Questa è la sintesi di ciò che pensa la gente, quella che vive quotidianamente la città, i cosiddetti “non addetti ai lavori della politica”. Questo è l’umore di chi non sa leggere tra le righe dei giornali i messaggi criptati del deputato di questa o di quell’altra parte politica. Queste le opinioni di chi forse non capisce nulla di politica ma ha una grande esperienza di vita comunitaria e saprebbe bene dove tagliare le spese pubbliche e dove investire per stare tutti un po’ meglio.

Torno a casa spossato ma ricco di appunti. Incontro la Za Cuncetta che esce di casa con al seguito una donna di vaste proporzioni. La figlia venuta dal continente. Ora mi spiego il perché di cotanto pane. Le allungo il giornalettoTorre di Guardia che ancora stringevo in mano.

Franz Joseph Haydn 31 marzo 1732


Oggi nasceva uno dei più grandi e prolifici compositori, Franz Joseph Haydn, dalla sua vasta produzione ho scelto il concerto per tromba e orchestra, primo movimento, alla tromba  Wynton Marsalis

Today one of the greatest and fruitful music composers, Franz Joseph Haydn, was born, among his numerous works I have chosen this concert for traumpet and orchestra, Wynton Marsalis plays the trumpet.

http://www.youtube.com/watch?v=V7TGwEbXXP0&feature=related

Carcere di Bari: “Vivicittà 2010”, domenica si è corso nel carcere minorile


E nel carcere di Augusta che stanno facendo? Chissà…tutto tace…nessuna voce che dia risonanza alle iniziative positive…ce ne saranno? tutto tace…

Aspettando domenica 11 aprile la XXVII edizione di Vivicittà, la Uisp lancia due prologhi in carcere, “coerenti con le finalità sociali della manifestazione”. Sabato 27 marzo si è corso nel penitenziario di Brescia, con il coinvolgimento dei detenuti di Canton Mombello, la sezione femminile e maschile di Verziano, gli agenti di polizia penitenziaria, atleti esterni e scuole superiori cittadine e della provincia. Ieri, domenica, invece, nel minorile di Bari, sempre alle 10.30, si è corso all’interno del carcere minorile dell’Istituto Fornelli. All’appuntamento con la gara riservata a 35 giovani detenuti dell’istituto e ad alcuni rappresentati di diverse parrocchie locali sono stati circa 60 gli atleti al via.

Vivicittà in carcere coinvolge quest’anno 15 città italiane: Bari, Biella, Brescia, Caltanissetta, Civitavecchia, Cremona, Eboli (Sa), Ferrara, Livorno, Milano, Pavia, Reggio Emilia, Roma, Siena e Vigevano. “Collocazione significativa” anche per la conferenza stampa nazionale: l’Uisp ha scelto la Scuola omnicomprensiva Di Donato in piazza Vittorio, al centro del quartiere più multietnico di Roma, visto che l’edizione di quest’anno è dedicata alla multiculturalità e all’antirazzismo.

da www.ristretti.it

Carcere di Opera (Mi): ritorna la biblioterapia in carcere con Lella Costa


Nel carcere di Augusta che stanno facendo? Chissà…tutto tace…nessuna voce che dia risonanza alle iniziative positive…ce ne saranno? tutto tace…

 Seconda edizione del progetto “Leggere Libera-mente”. Si parte il 31 marzo con “Lettura e amore”. Con Lella Costa si parlerà di amore per gli ideali, la religione, il mare, il deserto, la terra, i figli.

Con Lella Costa, Aldo Giovanni e Giacomo torna “Leggere Libera-mente”, progetto di biblioterapia che si svolge nel carcere di Milano – Opera. Giunto alla seconda edizione, il progetto “Leggere Libera-mente” si svolgerà all’interno del teatro della casa di reclusione. Incontri pensati per sottolineare le potenzialità della lettura, come occasione di crescita personale e di confronto interattivo. A tutti gli invitati sarà chiesto di testimoniare l’importanza e il potere della scrittura e della lettura, per diventare ambasciatori di punti di vista peculiari e innovativi, al fine di aprire nuove prospettive in un ambiente ristretto come il carcere.

Primo appuntamento, mercoledì 31 marzo, con “Lettura e amore” (ore 14), con Lella Costa: si parlerà di lettura e amore per gli ideali, per la religione, per il mare, il deserto, la terra, i figli. Si passerà poi a “Leggere l’avventura”, il 21 aprile, con la partecipazione del recordman di immersione in apnea Umberto Pellizzari e della sub Cristina Ferghieri per discutere dell’analogia tra l’immersione subacquea e il mondo del carcere.

Terzo appuntamento con “Leggere la strada – Quando la strada è lunga i duri fanno strada?” (il 19 maggio) per poi passare a “Leggere per fare musica” con la band i Mercanti di Liquore (nella prima metà di giugno) e “Lettura e umorismo”, con la partecipazione di Aldo, Giovanni e Giacomo. Ultimo incontro sarà dedicato ai più piccoli: “Leggere ai bambini” con la partecipazione della Compagnia della ruspa con lo spettacolo “L’occhio del lupo”, tratto dall’omonimo romanzo di Pennac (in programma a ottobre).

da www.ristretti.it

Cultura: ad aprile in Valle d’Aosta ‘Babel’, festival dedicato alla parola


Giorgio Forattini, Tahar Ben Jelloun, Attilio Romita e Enrica Bonaccorti, Lucio Dalla. Sono alcuni degli ospiti di rilievo di ”Babel, festival della parola” che si terra’ in Valle d’Aosta, per dieci giorni, dal 23 aprile al 2 maggio. L’obiettivo dichiarato dell’iniziativa e’ di ”rivalutare il ruolo della parola, della lettura e dell’editoria in una societa’ sempre piu’ dominata dall’immagine”.

 ”Con questo progetto – ha affermato l’assessore alla Cultura, Laurent Vie’rin – portiamo un grande festival culturale in Valle d’Aosta che fara’ conoscere i luoghi piu’ suggestivi della nostra regione”. Il filo conduttore di questa prima edizione della manifestazione sara’ l’esilio. Una condizione che si puo’ declinare in molti modi differenti Esiste, ad esempio, l’esilio volontario ma doloroso di chi si allontana di propria iniziativa dal proprio Paese, come e’ il caso dell’intellettuale di origini marocchine Tahar Ben Jelloun, ma anche l’esilio mediatico di un vignettista come Giorgio Forattini. Entrambi sono presenti alla rassegna per portare la loro voce. I

l programma di questa prima edizione di Babel si contraddistingue per la pluralita’ di voci chiamate a testimoniare la particolare condizione di chi, come chi e’ in esilio, o, in senso piu’ generale, non e’ completamente integrato e assimilato alla cultura di massa, e’ portatore di un’esperienza e di uno sguardo particolari.

fonte Adnkronos

Olanda: apre sexy shop virtuale per musulmani, in quattro giorni 70mila visite


Un sex shop virtuale per musulmani, che propone prodotti conformi alla legge islamica della sharia, è stato ‘aperto’ in Olanda. «Abbiamo ricevuto circa 70 mila visite nel corso dei primi quattro giorni» successivi al lancio del sito internet ‘El Asira’ (Società in arabo), ha detto il suo fondatore Abdelaziz Auragh, 29 anni.

Il sito – il primo del genere – vende prodotti erotici un rete per “migliorare la salute sessuale” delle coppie di musulmani, e i clienti posso scegliere dai cataloghi almeno una quindicina di prodotti tra pillole afrodisiache, stimolanti, lubrificanti. Assenti altri materiali ‘tradizionali’ come vibromassaggiatori, video e riviste pornografiche.

La presentazione è sobria e ciò che si vende è garantito ‘halal’, cioè fabbricato senza utilizzare componenti proibiti dalla religione musulmana, come alcool o grasso di maiale. L’Imam Abdul Jabbar, intervistato dall’agenzia France Presse, ha commentato affermando che «poiché non vengono venduti ‘giochini’ sessuali ma solo creme e olii che migliorano la vita degli sposi, non c’é alcun problema… il profeta Maometto ha risposto a molte questioni relative alla sessualita».

da www.blitzquotidiano.it

Diari della regina Vittoria, una puritana cui piaceva il sesso


“Beatitudine oltre ogni immaginazione”. Sono le parole  di una donna ben poco puritana, quelle con le quali la regina Vittoria descrive il suo piacere per il sesso e le sue notti appassionate.  La sovrana riporta così nelle pagine del proprio diario le emozioni della sua prima notte di nozze con il marito Alberto, svelando il vero volto di un’amante appassionata  e ribaltando ogni luogo comune sul suo conto.

Se ne accorge persino Buckingam Palace, dove è stata inaugurata la mostra «Victoria and Albert Passionate Patrons: Art and Love». (Vittoria e Alberto mecenati appassionati: arte e amore), aperta fino a ottobre nella Queen’s Gallery.

Una passione struggente nata probabilmente dalla difficile infanzia dei due coniugi reali: Alberto, infatti, era stato sfiorato da pensieri di suicidio quando sua madre, non reggendo più le scappatelle del marito, era scappata con il ciambellano di Corte. E a Vittoria non era certo andata meglio: la regina perse il padre a otto mesi e per tutta la vita ne cercò la figura negli uomini che incontrò. Ma i piaceri del sesso sono per lei anche il frutto “proibito” da cogliere dopo una vita in una gabbia d’oro, piena di divieti e condizionamenti.  Fino ai 18 anni, quando diventò regina, Vittoria aveva sempre condiviso la camera con sua madre e non era mai uscita non accompagnata.

Da Regina, “finalmente” sola, si dedicò allora alle gioie più sfrenate, prestazioni erotiche maschili in testa. Prime fra tutte quelle di Alberto, il secondogenito del Duca Ernesto di Sassonia-Coburgo, di tre mesi più giovane di lei al quale lei stessa chiese di diventare suo sposo contro ogni tipo di etichetta o galanteria passatista. Per lei fu un colpo di fulmine:  «Alberto è davvero molto affascinante e incantevole, con gli occhi azzurri e un naso squisito e una bocca così bella con i suoi baffetti delicati e poi leggere, leggerissime basette – scrive di lui – una figura magnifica, spalle larghe e vita sottile; il mio cuore batte. Balla così bene e ha un aspetto davvero spettacolare». Da lui ebbe nove figli e la famiglia stabile di cui aveva bisogno. In lui cercò piacere e intelletto, passione e psiche.Tanta passione, se si pensa alla prima notte con lo sposo, definita da lei stessa con piacere estremo, “gratificante e sbalorditiva al massimo”.

Diletto di entrambi, fuori dalle lenzuola, fu poi l’amore per l’arte. La mostra di Buckingham Palace ne è la prova.  L’arte era per loro una passione che li rendeva simili e complici nonostante la differente carica istituzionale e il ruolo che creava spesso disagio tra i due.

Vittoria e Alberto si regalavano opere d’arte. Per i suoi 24 anni Alberto ricevette un dipinto che ritraeva Vittoria in déshabillé in una posa sexy e attraente. Per i 23 anni di Vittoria, lui fece fare dallo scultore prussiano Emil Wolf una statua in marmo di se stesso raffigurato come guerriero greco, della quale nel 1849 venne persino fatta una copia.

Ma l’arte non basta e la sovrana non si fece mancare le sue avventure. Come quella con il cameriere indiano Hafiz Abdul Karim. Un nuovo amore a prima vista o un casto incrocio di sguardi non è dato sapere, ma un fatto è certo: Edoardo VII non gli perdonò mai “l’amicizia” con sua madre e il giovane indiano alla morte di Vittoria finì i suoi giorni in esilio, in Somalia

da www.blitzquotidiano.it