“Pulcinella”


di Angela Ragusa

Simula allegria
quel volto pagliaccio
che ostenti alla vita
e agli occhi di chi
cieco non vede
quanto di dolore
è impresso il tuo sorriso
e quanto finzione
in quel viso di maschera
riempie di lacrime
il tuo cuore nascosto…

…attore costretto
dal circo dell’ipocrisia
a camuffare gocce di gioia
e fiori di magia.

Arriva alla camera il Nobel per le donne africane


Domani l’iniziativa sarà presentata a Montecitorio

 I parlamentari italiani a favore del nobel per le donne africane presenteranno domani a Montecitorio la campagna per la raccolta firme a questo scopo. “L’impegno della politica italiana per il Nobel per la Pace 2011 alle donne africane” sarà presentato domani in conferenza stampa alle 11.15 presso la Sala del Mappamondo (Camera dei deputati) da Rosa Villecco Calipari, Maria Pia Garavaglia (Pd), Enrico Pianetta e Giampaolo Bettamio (Pdl).
“L’Africa cammina con i piedi delle donne”, dice l’appello. All’incontro partecipano inoltre le organizzazioni che sostengono la mobilitazione mondiale e diffondono l’appello (Cipsi e Chiama Africa), le comunità africane e le associazioni presenti in Italia. Modera Carmen Lasorella, direttore di San Marino Rtv.
C’è un anno di tempo per la raccolta delle firme perché il premio più prestigioso del mondo possa andare, per la prima volta, non ad una singola persona, ma a tutte le donne d’Africa.

A Bruxelles come a Roma, grazie all’impegno di un gruppo di donne parlamentari, si sta promuovendo la campagna per l’assegnazione del Premio Nobel per la pace alle donne africane. «Ritengo estremamente significativo in questo senso promuovere e raccogliere adesioni alla campagna per conferire il Nobel per la Pace alle donne africane» ha detto Silvia Costa, europarlamentare del Pd. «Insieme al capodelegazione PD David Sassoli ad altri colleghi europarlamentari e ad esponenti del mondo no-profit, del terzo settore, dell’associazionismo, del volontariato, delle ONG, del mondo della cooperazione internazionale, abbiamo lanciato parecchie proposte che porteremo avanti nei prossimi in sede di Parlamento Europeo in favore delle donne africane».

 da www.vita.it

Siena: Piazza del Campo torna un grande mercato come nel ‘300


Piazza del Campo a Siena torna ad essere un grande mercato come nel Trecento. La citta’, infatti, tornera’ ad ospitare per la seconda e ultima volta, l’appuntamento principale del cartellone di eventi che il Comune di Siena ha dedicato ai festeggiamenti dei 700 anni dalla traduzione in volgare del Costituto Senese. Un insieme di norme e leggi che regolavano la vita pubblica tradotte in volgare nel 1309 renderle comprensibili anche a chi non conosceva il latino.Dalle 8 alle 20 del 13 marzo negli stessi luoghi e negli stessi spazi del tempo del Costituto, i migliori prodotti tipici di oggi saranno in mostra, per dare vita ad un appuntamento che risale proprio al 1309. L’iniziativa avra’ luogo in occasione de  ”La Citta’ del Si”’, il festival voluto dal Comune di Siena dedicato ai 700 anni dalla traduzione in volgare del Costituto Senese. Grazie al grande successo registrato lo scorso 14 novembre che ha portato ad un notevole aumento di richieste di partecipazione, il Comune di Siena ha deciso di ampliare il numero dei banchi da 120 a 152. Saranno ben 32 banchi in piu’ quindi, divisi in proporzione tra artigianato e agroalimentare.

fonte Adnkronos

Arte: 82 opere degli Uffizi volano in Cina, da mercoledi’ in mostra a Shanghai


 Da Firenze in Cina: 82 opere della collezione della Galleria degli Uffizi partono per un tour in cinque musei del paese della Grande Muraglia, per una durata complessiva di 18 mesi. La prima tappa della mostra ”From the Collections of the Uffizi Gallery. The Genres of Painting: Landscape, Still Life and Portrait Paintings” si inaugura allo Shanghai Museum mercoledi’ 10 marzo. Dal 19 giugno le opere saranno esposte al Liaoning Provincial Museum di Shenyang, dal 2 ottobre al Guangdong Museum of Art di Guangzhou, dal 15 gennaio 2011 al Sichuan Museum di Chengdu e, infine, dal 2 maggio alla Central Academy of Fine Arts di Pechino (fino al 2 agosto 2011). Le 82 opere, selezionate in base al tema dei generi della pittura e suddivise in tre sezioni principali (Paesaggio, Natura morta e Ritratto) coprono un ampio arco temporale, che va dalla fine del XV secolo alla seconda meta’ del XX, delineando un percorso chiaro e approfondito che racconta l’espressione figurativa in Italia e in Europa in quei secoli, grazie anche al cospicuo numero di autori rappresentati in mostra, oltre 50. Fra i dipinti prescelti spiccano per notorieta’ l”’Adorazione dei Magi” del Botticelli, la ”Venere della pernice” di Tiziano e ”La Leda e il cigno” del Tintoretto. I visitatori cinesi avranno l’opportunita’ unica di ammirare, nel loro paese, opere di protagonisti dell’arte europea, italiana e fiorentina, tra i quali Lorenzo di Credi, Guercino, Filippo Napoletano, Claude Lorrain, Francesco Albani, Canaletto, Gaspar van Wittel, Bartolomeo Bimbi, fino ad arrivare ai piu’ recenti Giulio Aristide Sartorio e Giacomo Balla.

fonte Adnkronos

Carcere di Augusta: crollati 50 m di muro


5 marzo 2010. La notte scorsa sono caduti circa 50 metri della prima recinzione del Carcere di Augusta. Non è la prima volta che succede ma l’assenza di fondi disponibili non fa che rimandare un intervento di manutenzione, ormai improcastinabile. Niente soldi per Augusta ma tanti ed abbondanti per altre strutture. In molti ricorderanno la spesa di 700.000 euro per realizzare una recinzione all’interno dell’ISPPe con l’unico scopo di rendere autonome le Fiamme Azzurre.

da www.polpen.it

Vita Sackville West – 9 marzo 1892


 Bellissima poesia della poetessa e scrittrice inglese Vita Sackville West, più tardi, se volete per farvela pprezzare meglio, pubblico la traduzione…And so it ends.  
  And so it ends,
We who were lovers may be friends.
I have some weeks in which to steel
My heart and teach myself to feel
Only a sober tenderness
Where once was passion’s loveliness.I had not thought that there would come
Your touch to make our music dumb,
Your meeting touch upon the string
That still was vibrant, still could sing
When I impatiently might wait
Or parted from you at the gate.You took me weak and unprepared.
I had not thought that you who shared
My days, my nights, my heart, my life,
Would slash me with a naked knife
And gently tell me not to bleed
But to accept your crazy creed.You speak of God, but you have cut
The one last thread, as you have shut
The one last door that open stood
To show me still the way to God.
If this be God, this pain, this evil,
I’d sooner change and try the Devil.

Darling, I thought of nothing mean;
I thought of killing straight and clean.
You’re safe; that’s gone, that wild caprice,
But tell me once before I cease,
Which does your Church esteem the kinder role,
To kill the body or destroy the soul?

 

  from www.poemhunter.com

Parafrasi nonsense della canzone “Brutta” che diventa “Stronza” :-)


di Daniela Domenici

Non ci sono più limiti alla mia follia linguistica, perdonatemidedicata a…

STRONZA

ti guardi e ti senti STRONZA

e se sei anche SBRONZA

forse è meglio che vai a MAGONZA

oppure all’isola di PONZA

a mangiare un po’ di LONZA

mentre una fastidiosa mosca RONZA

oppure ammira la monaca di MONZA

che vicino a te …si ABBRONZA!!!

L’ultima beffa agli immigrati: spunta la sanatoria trappola!


di Paolo Rumiz
Come criminali comuni, magnaccia o spacciatori di droga. Gli immigrati che hanno fatto domanda di sanatoria ma in passato non hanno rispettato un decreto di espulsione vanno rispediti a casa.Non ovunque, ma così, come gira agli uffici stranieri delle questure. Qua e là, alla chetichella, partendo dalla provincia, che nessuno mangi la foglia in anticipo. Uno sì e l’altro no, in modo che tutti restino col fiato sospeso. Funziona così la sanatoria Maroni: inflessibile in alcune province, a maglie larghe altrove. Una dicotomia interpretativa che colora la carta d’Italia come le chiazze del morbillo.

Durezza a Trieste, Rimini, Perugia. Clemenza a Milano, Venezia, Bologna e in altre province. Incertezza ovunque, di conseguenza. La voce si è sparsa e gli immigrati si scoprono a bagnomaria, con un contratto regolare in mano ma senza sapere ancora se saranno espulsi o no. In gran parte africani, gli stessi che la mafia ha preso a fucilate a Rosarno. I più visibili, quelli espulsi più di frequente, dunque più ricattabili e di conseguenza a costo più basso sul mercato del lavoro. L’incertezza del diritto in Italia la vedi sulla pelle degli stranieri.

La storia si gioca negli ultimi sette mesi, da quando parte la sanatoria Maroni. A monte, la contraddizione insita nella precedente legge Bossi-Fini, che all’articolo 14 individua nella mancata ottemperanza all’espulsione l’unico reato veniale del codice per il quale è previsto l’arresto obbligatorio. Come dire: non hai fatto niente, ma ti ficco dentro lo stesso. Di fronte a questa incertezza del diritto, molte organizzazioni vogliono vederci chiaro. I condannati per mancata obbedienza al decreto di espulsione possono fare domanda, sì o no? La Confartigianato di Rimini per esempio, città che in seguito vedrà espulsioni, pone il quesito al Viminale. Ottiene circostanziata risposta ufficiale via mail in 48 ore: la richiesta si può fare. Data: 23 settembre 2009. Anche il buon senso dice che non può essere altrimenti. Che cosa si deve sanare se non una precedente illegalità? Che senso avrebbe impedire la legalizzazione di coloro che sono stati illegali? Insomma: lasciate che le pecorelle vengano a noi con fiducia.

Tutto sembra mettersi bene. Il ministero raccomanda alle prefetture, che devono istruire le domande, di lavorare con larghezza. Ovunque si instaura un clima di efficienza ecumenica. Traduttori, mediatori culturali, rispetto. L’Italia sembra improvvisamente un altro Paese. Ma attenzione: la raccomandazione del Viminale non avviene per iscritto ma con telefonate dirette a ogni prefetto d’Italia. L’elettore medio non deve sapere che questo governo tratta gli immigrati come persone.

Ma i prefetti non si formalizzano e la macchina s’avvia. Scatta l’emersione. Decine di migliaia di stranieri escono dalle catacombe, trovano datori di lavoro per un contratto, spesso minimale ma sufficiente. Pagano l’Inps e le varie tasse di regolarizzazione. Firmano montagne di carte. Fanno lo stesso i cittadini italiani che li hanno assunti. Ma l’ultima parola spetta alla questura, che deve controllare la fedina degli stranieri.

E qui il clima cambia di colpo. Alcune questure convocano gli immigrati, comunicano il respingimento della domanda e, contestualmente, il decreto di espulsione. Il pollo è lì, si è autoconsegnato con i documenti in mano, e viene caricato su un aereo. La sua colpa è appunto quella individuata dalla Bossi-Fini: avere ignorato la condanna all’espulsione. Il tutto gli viene spiegato senza preavviso prefettizio e senza dar tempo al malcapitato di consultare un legale. Via subito. Il caso di Trieste.

La voce gira, e gli immigrati si organizzano, cercano patrocinio legale. Alcuni consegnano i passaporti ai loro datori di lavoro, non si sa mai. Tutti fiutano il trappolone, temono che la larghezza iniziale sia stata propedeutica alla chiusura successiva. E intanto partono nuove domande al Viminale. Il giornale di Trieste, per esempio, segnala la cosa al ministro, il quale risponde, ma con un appunto anonimo, cioè senza firma, compilato dalla stessa questura.

C’è scritto: la condanna per mancata obbedienza all’espulsione è da considerarsi reato grave, tant’è vero che comporta arresto obbligatorio. La cacciata dall’Italia è dunque legittima. L’esatto contrario di quanto sostenuto ufficialmente il 23 settembre. Ora nemmeno al ministero ci capiscono più niente. Gli uffici cui fanno capo le prefettura ignorano quanto pensano e fanno al piano di sopra gli uffici delle questure. Il marasma è tale che le stesse questure chiedono istruzioni, vedi Pavia e Alessandria. E il ministro risponde con appunti senza firma perché non può sostenere un nonsenso e contraddirsi.

“Noi applichiamo la legge” dichiara il questore di Trieste, il quale peraltro aggiunge subito dopo che il reato in questione “può rientrare” tra quelli ostativi alla concessione della sanatoria. “Può rientrare”, si badi bene: non “rientra”. Dunque quell’interpretazione è, per sua stessa ammissione, facoltativa. Ed è quanto avviene, per l’appunto, in giro per l’Italia. Chi vuol mostrare i muscoli col ministro espelle; gli altri no. E le prefetture, laddove subalterne alle questure, si adeguano all’anarchia interpretativa. Sulla quale sarebbe ora che il ministro si pronunciasse in prima persona, in nome dello stato di diritto.

8 marzo: incontro con le candidate regionali disabili


Discriminazione multipla e bisogno di rappresentare in prima persona le proprie problematiche: queste le motivazioni alla base delle candidature di alcune donne disabili alle prossime elezioni regionali. Le testimonianze di Nunzia Coppedè, Anna Petrone e Carla Castagna: “il nostro impegno politico è una conquista importante. Non si possono fare parti uguali tra diseguali”

donna disabile su sedia a ruote

ROMA – Una “doppia emarginazione: in quanto donne e in quanto disabili”: è questa la sorgente dell’impegno politico delle candidate con disabilità che si presenteranno nelle liste delle prossime elezioni regionali.  Aumenta il numero delle donne disabili che decidono di giocare la carta della politica, candidandosi i prima persone a rappresentare le problematiche e i bisogni che incarnano.

Per indicare solo alcuni nomi, alle prossime elezioni regionali, in Calabria si potrà votare per Nunzia Coppedè, in Campania si troverà sulla scheda il nome di Anna Petrone, in Piemonte si potrà dare la preferenza a Carla Castagna: tre donne con disabilità, tre donne da sempre impegnata nel associazionismo. Un protagonismo nuovo, quelle donne disabili, che sembra affondare le proprie radici in quella che tecnicamente si chiama “discriminazione multipla”.

“Nel mondo della disabilità, la donna ha una problematica  multipla – ci spiega la Coppedè, che in passato ha legato il suo nome alla fondazione della comunità Progetto Sud, alla comunità di Capodarco e dal 1995 è presidente della Fish Calabria – E’ quindi estremamente positivo che queste donne inizino a farsi sentire, diventino protagoniste: il loro impegno politico è una conquista importante”.

Dello stesso parere Anna Petrone, presidente dalla Uildm di Salerno ma anche consigliera nazionale della stessa associazione, che spiega “questo nuovo protagonismo delle donne disabili” con “la doppia discriminazione che dobbiamo subire. D’altra parte – aggiunge – anche la legge elettorale delle quote favorisce un maggior coinvolgimento politico delle donne”.

“Siamo le più discriminate – ci dice anche Carla Castagna – ed è per questo che decidiamo di impegnarci in prima persone. Serve un’ottica di genere, che invece ancora manca completamente. L’associazionismo della disabilità ci sono gravi ritardi in questo senso. Al tempo stesso, anche il movimento delle donne inizia solo ora a interessarsi delle problematiche della disabilità. La sensazione è che dobbiamo deciderci a rappresentare noi stesse le nostre problematiche, altrimenti nessuno se ne fa carico. Ed è per questo che ci candidiamo”.

Ma c’è un altro aspetto che accomuna tutte le candidate disabili in corsa per le prossime regionali: l’impegno nell’associazionismo. Come accade che dall’associazione si passi alla lista di partito? Alla base, sembra esserci da un lato la fiducia nelle potenzialità della politica, dall’altra l’insoddisfazione per le risposte che, fino a questo momento, la politica stessa ha fornito ai bisogni delle persone. “Siamo stati sempre coinvolti, come federazione, dagli enti locali – racconta Anna Petrone – C’è sempre stata una forte collaborazione tra associazione e politica, soprattutto a livello territoriali. Ci siamo però accorti che i politici si limitavano ad ascoltare i nostri bisogni, per poi reinterpretarli a loro modo. In altre parole, i nostri bisogni non sono mai stati davvero soddisfatti. Per questo, credo che debba avvenire questo passaggio dall’associazionismo alla politica: perché dobbiamo essere noi, in prima persona, a portare avanti le nostre richieste e a trovare le risposte adeguate. E c’è molto da fare, soprattutto dal punto di vista socio-sanitario: manca quasi completamente l’assistenza personale, senza la quale è impossibile parlare di integrazione”.

Parole ed esperienze che trovano riscontro anche nei racconti di Nunzia Coppedè, entrata in politica “per la grane difficoltà di ottenere cambiamenti politici in Calabria: ho pensato che fosse ora di provare questa esperienza, per realizzare in prima persona questo cambiamento. Per quanto riguarda la nostra Regione, l’urgenza principale è la creazione di servizi territoriali in grado di lasciare le persone malate e disabili nelle loro case, con il sostegno di un’adeguata assistenza: al momento – spiega – la risposta più frequente ai nostri bisogni è la Residenza sanitaria assistenziale, che certo non favorisce l’inclusione”.

“Il passaggio dall’associazionismo alla politica è abbastanza naturale – ci spiega Carla Castagna – perchè è naturale, dopo tanti anni d’impegno al fianco degli enti locali, voler essere presenti laddove si prendono le decisioni. Abbiamo il compito di portare nella politica, e in particolare nella politica per la disabilità, quell’ottica di genere che ancora manca: perché non si possono far parti uguali tra diseguali”.

da www.superabile.it

Ciao Tonino Carino da Ascoli Con te la serie A era un sogno


Pubblico questo articolo perchè Roberto Puglisi è riuscito a dire tutto quello che avrei voluto dire io, appena letta la notizia, con una tale dolcezza, un tale affetto, un tale rimpianto che mi ha commosso…grazie Roberto, spero di conoscerti dal vivo un giorno per ringraziarti di tutte le emozioni che mi regali con i tuoi articoli, di qualunque argomento trattino…

di Roberto Puglisi

Ciao Tonino Carino da Ascoli, morto di malattia all’età di sessantacinque anni. Ci mancherai, dicono adesso i coccodrilli professionisti. Già ci mancavi. I telecronisti muoiono quando scompaiono dagli occhi e dalle orecchie della gente. E tu eri scomparso. Il fatto che un giorno chiudano pure le palpebre è secondario. Ci mancava già la tua buffa e serissima pronuncia. Ci mancava la cuffia preistorica dei comici proto-collegamenti. Ci mancavano le imperfezioni, i richiami da studio. Oggi abbiamo Fabio Caressa ed è bravissimo. Però tu ci mancavi, Tonino. Solo ora che sei morto davvero lo confessiamo, come una debolezza, a noi stessi.  Quel modo finto bucolico che avevi di raccontare il pallone tramandava l’illusione di un calcio che si credeva pulito e non lo era affatto. Non lo è mai stato, in fondo. Anche allora vinceva lo strapotere politico del più forte e c’era la sudditanza arbitrale. Siamo noi che lo pensiamo migliore, perchè si lasciava narrare in bianco e nero, il colore del rimpianto e della giovinezza (e – cacchio – della Juventus).
Sì, siamo su Livesicilia. In teoria, Tonino Carino da Ascoli non dovrebbe trovare posto nelle nostre sicule contrade . In pratica no. La faccenda ci riguarda, eccome: è cuore, storia, biografia.  Ogni tifoso rosanero – in quegli anni sportivamente bui – ha guardato “Novantesimo minuto” come la terra promessa, come il simbolo e lo specchio di un sogno dolcissimo, la serie A. Novantesimo, la chimera cullata dalle cronache di Castellotti, incerto sui baffetti, di Strippoli, pettinato come Braccobaldo, del rubizzo Giorgio Bubba, del guaglione Luigi Necco, del toscano Marcello Giannini…  Novantesimo,  l’astronave televisiva che ci permetteva di atterrare su un pianeta sconosciuto, per annusarlo e desiderarlo meglio.
A quei tempi, l’attesa spasmodica prima della visione dei gol rigorosamente domenicali ci pareva un sopruso intollerabile. Oggi che cogliamo tutto in tempo reale, rimpiangiamo perfino l’aspettativa che si gonfiava come una torta nel forno. Sicchè la sigla di Novantesimo regalava scampoli di intensa felicità.
Addio Tonino Carino da Ascoli.  Anzi, ciao. Nel tuo paradiso in bianco e nero, ma senza Juve (squalificata), non avrai cuffioni spropositati come una punizione sulle orecchie troppo piccole e Paolo Valenti non ti pizzicherà più, sebbene lo facesse con dolcezza. L’Ascoli vincerà lo scudetto ogni anno. Come ogni anno vincerà il Napoli per Necco, quando sarà (afferra il corno rosso Luigino).  Vincono tutti dove sei tu.
Dove sei tu si possono giocare campionati infiniti, Tonino Carino da Ascoli, col tuo nome in rima come una poesia da imparare tra i banchi di scuola. Gli spazi e i prati non mancano. Il problema, in paradiso,  è trovare l’arbitro.

da www.livesicilia.it