Il legale della vittima: “E’ una morte annunciata, stava male da tempo ma il direttore sanitario non ci credeva, ci disse: ‘Finge'”
Di origini campane, era in carcere già da diversi anni e la detenzione lo aveva duramente provato: infatti manifestava da tempo segni di profondo disagio ed era reduce da un lungo sciopero della fame che lo aveva debilitato. Ricoverato più volte in ospedale e nel Centro Clinico Penitenziario, ogni volta al ritorno in carcere riprendeva la sua protesta, lamentando in particolar modo una scarsa attenzione alle sue problematiche da parte degli operatori penitenziari.
Secondo l’avvocato di Sorrentino, Bianca De Concilio, quella del suo assistito “è una morte annunciata, era malato da tempo, soffriva di una grave forma di depressione che lo aveva portato a estraniarsi sempre di più dalla realtà che lo circondava. A nulla sono valsi i nostri sforzi per tirarlo fuori dal carcere, un luogo dove un malato grave com’era lui non doveva stare”. Il legale ricorda le numerose istanze di sospensione della pena, “avevamo anche chiesto il ricovero in ospedale, il trasferimento a un carcere più vicino alla famiglia, nel salernitano, ma nessuno ci ha ascoltato. Anzi, un mese e mezzo fa il direttore sanitario del carcere di Padova in una relazione su Sorrentino scrisse ‘il detenuto non e’ malato, finge’. Oggi il suicidio”.
Il suicidio di Sorrentino è il secondo in meno di due settimane nella Casa di Reclusione di Padova, dove il 23 febbraio scorso, nella stessa Sezione, si tolse la vita Walid Alloui, 28 anni. Dall’inizio dell’anno salgono così a 13 a Padova i detenuti suicidi e a 31 il totale dei morti “di carcere” (che comprendono i decessi per malattia e per cause da accertare). I dati sono dell’Osservatorio permanente sulle morti in carcere, del quale fanno parte i Radicali Italiani, e le Associaziono ‘Il Detenuto Ignoto’,’Antigone’, ‘A Buon Diritto’, ‘Radiocarcere’, ‘Ristretti Orizzonti