Parte la trilogia promossa dalla Biblioteca regionale in sinergia con Teatro Stabile e Università di Catania


I lunedì in biblioteca: “Cunta ca ti cuntu. Fiabe, miti e leggende del popolo siciliano in scena” – Primo appuntamento: “Bettapilusa”, lunedì 8 febbraio, ore 18, Biblioteca regionale di Piazza Università a Catania.

 Racconti dalle radici antichissime, ancestrali, profonde; favole da riscoprire, comprendere, metabolizzare. Muove da qui il ciclo “I lunedì in biblioteca: Cunta ca ti cuntu. Fiabe, miti e leggende del popolo siciliano in scena, innovativa rassegna promossa dalla Biblioteca regionale con il fondamentale apporto del Teatro Stabile e la consulenza scientifica della Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università.

Nel salone di lettura della Biblioteca regionale di Piazza Università, la trilogia proposta prenderà il via l’8 febbraio alle ore 18, con “Bettapilusa”” (“Pelle d’asino”), inquietante storia di un incesto.

Nei successivi appuntamenti, con cadenza settimanale, saranno rappresentati “La pinna di hu”” (L’osso che canta”, 15 febbraio), triste vicenda di un fratello che per gelosia uccide la sorellina, e ”Colapisci”” (Colapesce”, 22 febbraio), leggenda dell’uomo anfibio che si sacrifica per salvare la Trinacria.

La realizzazione scenica è affidata ad interpreti ed allestitori di spicco. Adattamenti e regia sono di Ezio Donato, uomo di teatro e docente di Pedagogia presso l’ateneo catanese. I movimenti coreografici sono di Donatella Capraro, le musiche di Carlo Insolia, i costumi di Giuseppe Andolfo. Si alterneranno nei ruoli Mariella Lo Giudice, Marco Longo, Ileana Rigano, affiancati dagli allievi della Scuola d’arte drammatica dello Stabile, intitolata a Umberto Spadaro.

Il progetto, condiviso con lo Stabile e la Facoltà di Lettere, conferma la moderna immagine della Biblioteca regionale, propositiva di iniziative fuori dalle righe, che si impongono nella vita dell’intera città. Azione condotta nell’ottica di biblioteca pubblica come territorio aperto a gruppi e associazioni, centro di riflessione e condivisione dei saperi, nodo centrale di una rete con altre istituzioni culturali. L’istituzione, presente nel territorio da oltre 250 anni, con la nuova rassegna promuove in particolare la cultura popolare siciliana, in sintonia con le finalità istituzionali dell’Assessorato regionale beni culturali e dell’identità siciliana, di cui è struttura periferica. E ancora una volta il salone di lettura, per l’occasione trasformato in confortevole auditorium, assumerà una connotazione oramai familiare a chi da tempo segue le proposte musicali, le letture di autori contemporanei e gli accattivanti eventi culturali proposti ad un pubblico quanto più vasto ed eterogeneo.

La fiaba, o “u cuntu”, “Bettapilusa” – adattamento per la scena firmato da Donato e Pina Merdorla, con i citati Marco Longo e Ileana Rigano – riprende il racconto popolare siciliano trascritto da Giuseppe Pitrè nel 1874, ma ancora oggi vivo nella tradizione orale della nostra isola. Una storia raccontata fin dal medioevo e si era diffusa in tutta Europa a partire probabilmente dalla Sicilia per i suoi collegamenti fiabistici con il Medio Oriente. La ritroviamo poi, adattata in forma letteraria, ne “Le piacevoli notti” (1550) di Straparola, nel “Pentamerone” (1634) di Basile, nei “Racconti” (1695) di Perrault, e nelle “Fiabe del focolare” (1812) dei Grimm.

Le versioni siciliane e mediterranee sono comunque le più antiche. Tutte mettono in gioco una trama angosciante: una ragazzina, che nasconde la sua bellezza luminosa sotto una sudicia pelle d’asino, scappa da casa per sfuggire all’attaccamento incestuoso del padre. Pur rimanendo gli elementi perturbanti del racconto, la fiaba lo elabora con l’intenzione di produrre nell’ascoltatore una catarsi, una specie di antiveleno in grado di mettere in guardia dalle tremende violenze che si possono perpetrare fra le mura domestiche, anche all’interno della stessa famiglia.

“Hachiko” con Richard Gere


di Daniela Domenici

Come definirlo se non un’ininterrotta serie di emozioni sia per la storia che per le splendide musiche di Jan A.P. Kaczmarek che per le immagini scelte sempre perfettamente da Ron Fortunato e la sapiente regia di Lasse Halstrom.

Ancora una volta Richard Gere ha scelto di interpretare un film delicato, intimista, dai toni sempre soft, intriso di dolci emozioni in cui il vero protagonista è questo incredibile cane, Hachiko, di una razza giapponese molto rara e antica, che entra nella vita del protagonista, un professore di musica, un giorno per caso e non ne uscirà più neanche dopo la morte improvvisa del suo padrone; lo aspetterà per nove lunghissimi anni, sempre alla stessa ora nello stesso luogo, davanti alla stazione dove chiuderà gli occhi sognando i loro momenti insieme.

La storia è ispirata a un fatto realmente accaduto in Giappone negli anni ’30 nella città di Shibuya dove hanno dedicato a questo cane una statua in bronzo proprio di fronte alla stazione.

Il messaggio finale che ci lascia questa storia, la morale che pervade tutta la vicenda è la incredibile solidarietà tra tutti i conoscenti e i parenti del protagonista che questo stupendo  animale riesce a creare con il suo comportamento di assoluta e incrollabile fedeltà che va al di là della morte terrena.

Jack Lemmon


Oggi nel 1925 nasceva uno degli attori americani che ho amato di più, Jack Lemmon; nella sua vasta filmografia ho voluto scegliere la scena finale di “A qualcuno piace caldo”

http://www.youtube.com/watch?v=wXTamlJKQBA

 Marylin Monroe che canta “I wanna be loved by you”

http://www.youtube.com/watch?v=MLU0jndUGg4&NR=1

Teatro: ‘Ma Dio e’ su Facebook?’ alla Cometa Off di Roma


Va in scena dal 9 febbraio prossimo alla Cometa Off lo spettacolo ”Ma Dio e’ su facebook?” scritto, diretto e interpretato da Rosanna Sferrazza. Una pie’ce sul Dio pagano del momento che conta milioni di fedeli nel mondo: Facebook. In scena, come sulla bacheca del famoso social network, si alternano commenti surreali, video satirici ed eventi paradossali. Un coro di voci umane che fanno a gara per rispondere all’eterna domanda divina: ”a cosa stai pensando?”. Ne viene fuori un affresco ironico della nostra contemporaneita’ alla disperata ricerca di un senso. Perche’ soltanto l’ironia, forse, puo’ offrirci un nuovo punto di vista sulla realta’ e suggerirci gli strumenti giusti per vivere meglio

fonte Adnkronos

La Divina Commedia diventa videogame


Già diffuso in molti paesi arriva anche nella patria di Alighieri il primo videogame ambientato nell’Inferno della Divina Commedia, mentre in Usa l’Universal è già al lavoro per trarne un kolossal. Dante in tutto il mondo è materia di studio, come dimostrano gli oltre 400 corsi universitari a lui dedicati. Barnes&Nobles, forse la catena di librerie più famosa al Mondo, nel suo catalogo ha ben 1016 tra libri, saggi, e-book, audiolibri, cd dedicati alla Divina Commedia e al suo autore.

E a distanza di 700 anni dalla sua creazione arriva un videogioco che ha già provocato polemiche e persino proteste in tutto il mondo: si tratta di “Dantés Inferno”, dove l’Alighieri non impersona il ruolo dello scrittore, ma di un guerriero che si aggira tra i gironi infernali, combattendo con i guardiani dei 9 Cerchi e le anime perdute per salvare da Lucifero la sua amata Beatrice. Una nuova versione di Dante che sembra aver conquistato gli appassionati, tanto da aver suscitato la nascita di 10 milioni di pagine web e aver “collezionato” 20mila fan su Facebook, generando una vera e propria Dantés Mania.

In attesa dell’uscita del gioco già si discute sulla fedeltà di “Dantés Inferno” all’opera originale e in rete si sono moltiplicati i dibattiti tra “puristi” e ‘revisionisti”, puntualmente riportati da Wired e dal Los Angeles Times, sia di carattere religioso, sia etico e prettamente letterario. Durante il viaggio attraverso i luoghi infernali, Dante infatti si troverà faccia a faccia con il suo passato e con i peccati commessi e dovrà affrontare mostri di ogni genere. E sono proprio le scelte morali che il protagonista dovrà effettuare. Malgrado questa “licenza” che i creatori del gioco si sono concessi, sono moltissimi gli elementi presi dalla Divina Commedia. Dal Limbo ai Cerchi dedicati ai sette peccati capitali (lussuria, gola, avarizia, ira, accidia, violenza, tradimento), Dante sarà guidato dal poeta Virgilio, con dialoghi rigorosamente presi dal testo del poema.

La trama è avvincente: nel 1191, i crociati guidati da Riccardo Cuor di Leone conquistano la città di Acri e prendono in ostaggio trecento saraceni, da utilizzare come merce di scambio col Saladino; i negoziati si protraggono per mesi e la prigionia sfocia in una rivolta. Tra i cavalieri crociati c’é anche un fiorentino di nome Dante, figlio di Alighiero e innamorato della bella Beatrice. Nella rivolta Dante viene ferito, e si trova al cospetto della Morte che gli annuncia la sua eterna condanna. Forte della sua fede nell’indulgenza plenaria, Dante contesta questo giudizio e sfida la Morte a duello, sconfiggendola con la sua stessa falce.

Al suo ritorno a Firenze, e dopo essersi cucito addosso la croce di stoffa a cui deve la salvezza, il crociato scopre però che Alighiero e Beatrice sono stati assassinati. Appare l’anima della sua bella che gli rivela di aver stretto un patto con Lucifero, e adesso deve seguirlo all’Inferno per causa sua. A Dante non resta altro da fare che impugnare la falce e addentrarsi negli inferi in cerca di redenzione per sé e la sua amata. In questo viaggio tra i nove gironi dovrà battersi, accompagnato da Virgilio, con diversi mostri e creature bizzarre, come Cleopatra o Minosse, oltre che con i dannati, come l’amico Francesco Portinari.

fonte ANSA

“Barbieri si nasce” il libro di Franco Alfonso conquista Bologna


di Andrea Tuttoilmondo

Che si tratti della testa di un re, che si tratti della testa di un anonimo viandante, la maestria delle sue mani resta sempre, e comunque, la alfonsonestessa. E’ questo il segreto alla base del successo di Franco Alfonso, “il barbiere dei vip”, vero e proprio maestro d’arte che con un pettine ed un paio di forbici tra le dita, come un moderno Michelangelo, riesce a trasformare per magia un semplice lavoro in un’opera sempre unica e nuova, riproponendo ogni volta un miracolo iniziato più di cinquant’anni fa.

Partito un giorno da Castronovo di Sicilia, Franco Alfonso ne ha fatta di strada. Talmente tanta che per il suo impegno anche lo Stato lo ha voluto premiare nominandolo Cavaliere della Repubblica. Le tante storie, le foto, e i personaggi che si sono succeduti sul “trono” del suo salone di via  Catania sono diventate le pagine di un libro, “Barbieri si nasce”, che in questi mesi sta riscuotendo notevole successo in tutta Italia.

E proprio lunedì 15 febbraio Franco Alfonso sarà a Bologna per presentare il suo libro al Salone del Circolo La Fattoria. Durante la serata si esibiranno ballerini di tango argentino, la cantante Sandra Mongardi, il chitarrista Gustavo D’Angelo, i poeti del Laboratorio di Parole. Un nuovo traguardo dunque per il barbiere di Castronovo che ama ripetere ai suoi clienti: “Barbieri si nasce, cavalieri si diventa”.

da www.livesicilia.it

Firenze: la Giunta attiva il registro dei testamenti biologici, sarà gratis


Via libera dalla giunta comunale di Firenze, all’unanimità, alla delibera che stabilisce le modalità operative per l’attivazione del registro dei testamenti biologici. Con una particolarità: il servizio sarà erogato in forma gratuita, come riferiscono oggi alcuni giornali locali.

Il registro, specifica la delibera approvata dalla giunta, è attivato in via sperimentale e sarà oggetto, per il primo anno, a verifica periodica trimestrale. Sarà custodito dalla direzione dei servizi demografici che predisporrà e aggiornerà la modulistica.

Si è così concluso l’iter cominciato nel settembre scorso con il passaggio in commissione della delibera relativa all’istituzione del registro. Era seguita, in ottobre, l’approvazione da parte del Consiglio comunale con alcune defezioni nella maggioranza di centrosinistra. La Curia fiorentina intervenne allora, definendo il registro come «un atto ideologico, illegittimo e privo di efficacia giuridica».

da www.blitzquotidiano.it

Fed Cup di tennis: semifinale Italia-Rep.Ceca


KHARKIV (UCRAINA) – l’Italia batte l’Ucraina 4-1 e conquista ancora una semifinale di Fed Cup (dove affronterà, in casa, la Repubblica ceca che ha superato 3-2 la Germania), trofeo di cui ha vinto le ultime due edizioni.

Di Francesca Schiavone il merito del punto decisivo, nel solco aperto in mattinata dalla vittoria di Flavia Pennetta. L’uno-due porta l’Italia sul 3-1 a Kharkiv. Chiudono in bellezza Sara Errani e Roberta Vinci, aggiudicandosi il doppio contro Mariya Koryttseva e Viktoria Kutuzova in due set: 6-1, 6-3. La Schiavone batte 2-6, 6-1, 6-1 Kateryna Bondarenko in un’ora e 38′ di gioco. In precedenza la Pennetta aveva superato Alona Bondarenko 7-5, 7-6 (7-3) dopo un’ora e 53′ di un incontro tiratissimo. Si allunga così la striscia vincente delle azzurre che in Fed Cup non perdono da due anni: l’ultima sconfitta contro la Spagna a Napoli nel febbraio 2008. La tennista milanese si prende la rivincita del ko incassato sabato da Alona (6-1, 6-4) con un match partito in salita. Pronti via e Kateryna va sul 3-0, senza patire alcuna tensione dall’obbligo di vincere per mantenere vive le speranze ucraine. Nel sesto gioco l’azzurra cede ancora la battuta. Poi recupera uno dei due break di svantaggio, ma finisce comunque per cedere il parziale per 6-2. ”Nel primo set ho giocato proprio male – ammette -. Allora ho rallentato il gioco, cambiando ritmo: così ho fatto la differenza”. Aiutata da un doppio fallo di Kateryna in avvio di secondo set, che le regala il break. Da lì in poi la Schiavone è quasi perfetta, volando sul 5-0. L’avversaria recupera un break, ma arriva comunque il 6-1. Nella terza e decisiva partita, la minore delle sorelle Bondarenko avverte il peso della responsabilità e la Schiavone si porta sul 5-0. Nel settimo game l’azzurra salva due palle break. Un sevizio vincente firma il 6-1 e porta l’Italia in semifinale. Nel suo incontro la Pennetta parte contratta. Alona ne approfitta ottenendo il break al quinto gioco, per poi portarsi sul 4-2. L’azzurra resta comunque in partita fino al 5-5. Il primo set si chiude sul 7-5. Nel secondo c’è grande equilibrio fino al tie-break. Poi è la freddezza dell’azzurra a fare la differenza: 7-3 per il sorpasso. ”Sono stata brava a non mollare mai – commenta al termine la brindisina – una regola base nel tennis di oggi, dove nessuna ti regala niente. Soprattutto in Fed Cup bisogna entrare in campo sempre rispettando l’avversaria, perche’ in questo tipo di gara i valori possono venire completamente stravolti”.

fonte ANSA