Gay si nasce, non si diventa


Lo proverebbe uno studioso belga

 Omosessuali si nasce e non si diventa. Lo sostiene uno studioso belga, Jacques Balthazar, docente all’università di Liegi, in un suo libro. Balthazar,  zoologo di formazione e responsabile di un gruppo di ricerca in endocrinologia del comportamento, spiega al quotidiano Le Soir, di aver voluto “smontare” su base scientifica anche “le credenze secondo le quali l’omosessualità sarebbe una malattia, una perversione o una devianza”.

 

Balthazar da 35 anni lavora sui meccanismi ormonali e nervosi che controllano il comportamento sessuale di animali e umani. Il suo libro s’intitola “Biologia dell’omosessualità. Si nasce omosessuali, non si sceglie di esserlo” e vuole dimostrare che “l’origine dell’omosessualità è da ricercare nella biologia degli individui piuttosto che nell’attitudine dei loro genitori o nelle decisioni dei soggetti interessati”.

Nell’uomo come negli animali, l’omosessualità sarebbe fortemente determinata già dalla nascita per  un’interazione tra fattori genetici e ormonali nell’embrione.
“L’omosessualità – spiega ancora il professore – non costituisce solo un orientamento sessuale diverso, ma si accompagna a modifiche morfologiche, fisiologiche e comportamentali complesse”. Basandosi sulla letteratura scientifica, soprattutto anglosassone, degli ultimi 30 anni, lo studioso ne ha indivuato una dozzina, che chiama “fasci d’indizi sufficienti”. 

Il ricercatore allontana quindi la credenza che i gay siano perversi o pericolosi e si oppone au “gruppi sociali e religiosi che continuano, malgrado la loro ignoranza, a sostenere le tesi omofobe”. Gli omosessuali “devono poter vivere la loro vita in accordo con la loro natura senza un senso di colpa personale”. Occorre – aggiunge – più tolleranza.

 fonte TGCOM

“E allora dai”


di Gaber-Germani 1967

Questa è una canzone di protesta
che non protesta contro nessuno… anzi…
siamo tutti d’accordo
Tu mi insegni che un amico
non si deve mai tradire
un amico è un tesoro
te l’ho già sentito dire
ed ognuno l’ha trovato
quando solo si è trovato
la parola di un amico
ti può dar quel che non hai.

E allora dai, e allora dai
le cose giuste tu le sai
e allora dai, e allora dai
dimmi perché tu non le fai.

Il denaro non è tutto
è una frase che si dice
nella vita c’è ben altro
che può renderti felice
e lo dicon tutti spesso
ricchi e poveri è lo stesso
il denaro non guarisce
e non da felicità.

E allora dai, e allora dai
le cose giuste tu le sai
e allora dai, e allora dai
dimmi perché tu non le fai.

Ogni uomo è uguale a un altro
quando viene dalle stelle
non importa la sua lingua
o il colore della pelle
lo diceva anche il vangelo
già duemila anni fa
finalmente siam d’accordo
questa sì che è civiltà.

E allora dai, e allora dai
le cose giuste tu le sai
e allora dai, e allora dai
dimmi perché tu non le fai.

Tu mi insegni che la guerra
oggi non si può più fare
che le bombe ed i cannoni
sono cose da evitare,
lo si scrive sui giornali
siamo tutti solidali
che la pace in tutto il mondo
salverà l’umanità.

E allora dai, e allora dai
le cose giuste tu le sai
e allora dai, e allora dai
dimmi perché tu non le fai.

E allora dai, e allora dai
le cose giuste tu le sai
e allora dai, e allora dai
dimmi perché tu non le fai.

E allora dai, e allora dai
le cose giuste tu le sai
e allora dai, e allora dai
dimmi perché tu non le fai…..

Il grande Giorgio Gaber canta questa sua celebre canzone

http://www.youtube.com/watch?v=MxVZHwIOgA8

Non arrenderti, solo Lui non ti tradisce mai


di Daniela Domenici

Quante volte in questi mesi Calogero, il nostro più caro amico tra i detenuti, me l’ha ripetuto, lui che è stato messo dentro per il tradimento di un cosiddetto amico, quante volte mi ha detto “non perdere la fiducia in Lui, non arrenderti, Lui è l’unico che non tradisce mai, abbi fiducia in Lui che vede dentro ognuno di noi, a Lui non puoi dire le bugie, se hai la coscienza pulita Lui lo sa, è l’unico che può capirti”.

Ne è sempre stato così convinto che fino a pochi giorni fa mi aveva detto “sento che la mia liberazione è vicina, tornerò presto a casa dalla mia adorata moglie e dai miei figli, la verità viene sempre a galla, Lui è il difensore dei giusti, mi sono sempre affidato a Lui”.

E pochi minuti fa è avvenuto il miracolo: Calogero sta tornando a casa per sempre, il nostro caro amico, perfetto sosia di mago Zurlì (quante volte gliel’abbiamo detto, io e mio marito che lo sta accompagnando, dal primo giorno che l’abbiamo conosciuto in carcere!!!) sta per riabbracciare la sua famiglia che potrà finalmente godersi meritatamente, la verità viene sempre a galla, basta aver fiducia in Lui, prima o poi chi ha la coscienza pulita riceverà la giusta ricompensa da Lui. Ed ecco la sua ricompensa.

Buona vita, Calogero, a te, a tua moglie e ai tuoi figli, siamo stati felici e onorati di averti conosciuto ed esserti stati amici in questo tuo periodo di ingiusta detenzione che è servito, come ogni momento di dolore, e su questo siamo perfettamente d’accordo, a crescere sulla strada che ci porterà a rincontrarci nell’altra vita, quella eterna, quella vera.

Quando i Water non sono più Fuoriluogo, ma in mostra


Water d’autore a Firenze se ne fa una mostra.  Si chiama Fuoriluogo-Wchairs la sfilata di 20 della Galleria dei Medici di Palazzo Medici Riccardi.  La mostra curata da Simona Chiessi, vedel’esposizione di singolari protagonisti tutti griffati da noti artisti: dalla principessa Fiona Corsini ad Arabella Bettazzi, da Carlotta Turini a Francesca Viacava, da Alessandro Pretini a Francesca Nuti.

da www.blitzquotidiano.it

I have lost my SMILE :-(


di Daniela Domenici

I have lost my SMILE

or better

someone has stolen it…

Where is it now?

Has someone found it?

My SMILE is easily recognizable:

true, spontaneous, warm, open, joyous…

Can someone look for it, please?

It was part of me…

I loved it…

I miss it so much…

I wonder where it is now…

I hope it’s not suffering too much because it’s warmless and joyless…

My poor SMILE…LOST…who knows where…

maybe forever…

Scuola: Valditara ritenta col prepensionamento


di Monica Maiorano

Occasione ghiotta per 20000 unità tra personale docente ed ATA che vogliono lasciare il mondo della scuola e per almeno altrettanti precari storici che vorrebbero, invece, entrarci definitivamente nella scuola.

L’onorevole del Pdl Giuseppe Valditara, per la terza volta in soli quattro mesi, ripresenta la proposta di pensionamento anticipato per il personale della scuola.

L’emendamento è stato inserito nel decreto Milleproroghe, se venisse approvato si potrebbe accedere alla pensione con due anni di anticipo rispetto all’età minima con un’anzianità contributiva pari o superiore ad anni 33 e di un’età pari o superiore ad anni 60, di una anzianità contributiva pari o superiore ad anni 34 e di un’età pari o superiore ad anni 59, di un’anzianità contributiva pari o superiore ad anni 35 e di un’età pari o superiore ad anni 58.

La deroga verrebbe concessa anche ai dipendenti della scuola in possesso di un’anzianità contributiva pari o superiore ad anni 36 e di un’età pari o superiore ad anni 57, oppure, indipendentemente dall’età, in presenza di un’anzianità contributiva pari o superiore ad anni 38.

In pratica sarà fondamentale arrivare a quota 93, anziché a 95 come prevede oggi la legge con almeno 59 anni di età anagrafica.

Un emendamento quello di Valditara che sicuramente potrebbe in parte far fronte ai tagli dovuti alla razionalizzazione Gelmini-Tremonti…si dice che non c’é due senza tre, questa è la terza proposta ed io “ speriamo che me la cavi…”.

Fonte: OrizzonteScuola.it

Federica Matulli: campionessa italiana di fioretto e spada su wheelchair


di Chiara Panzeri

Federica Matulli, 28 anni, è una dei 12 atleti disabili premiati a Bologna nella sala del Consiglio provinciale. Alle spalle un passato di vittorie nel tennis, oggi campionessa italiana di fioretto e spada agli assoluti paralimpici di Pozzuoli

Federica Matulli

BOLOGNA – Si fatica a crederle. Federica Matulli, 28 anni, disabile, racconta che si dedica alla scherma da un anno soltanto, e che si è imbattuta in questo sport per un puro caso: “Non ho scelto la scherma, è la scherma che ha scelto me. Ho incontrato al supermercato un’amica, la mia attuale allenatrice, che mi ha proposto di fare una prova in palestra. E così mi sono infatuata…”. Una passione che Federica, che vive a Casalecchio di Reno, nella cintura bolognese, coltiva con entusiasmo. La scherma le piace perché fa delle armi un utilizzo nobile, basato essenzialmente sulla difesa: come campionessa italiana di spada e fioretto, spiega che si tratta di due discipline molto diverse, la prima richiede soprattutto forza fisica, mentre la seconda “è un fatto di testa, nel fioretto devi possedere una buona tecnica che ti permetta poi di sviluppare una tattica vincente”.

Una competenza che la campionessa bolognese ha evidentemente sviluppato presto, mentre si prepara per un nuovo trionfo a fine gennaio, in Germania, stavolta però con la maglia azzurra: “La chiamata in Nazionale è stata una grande sorpresa – continua la giovane che non ha disdegnato i tanti flash di amici e cronisti – e non la vivo assolutamente come un primo traguardo. Anzi, per me si tratta di un punto d’inizio, uno stimolo a fare ancora di più”. E alla domanda se punti alle Paralimpiadi, sorride spavalda con un “sì!” che non lascia alcun dubbio su come andrà a finire.

Quando lascia il fioretto, come vive la campionessa la sua disabilità? Federica ama viaggiare, cosa non sempre facile quando si tratta di farlo su una sedia a ruote. Parlando con lei di barriere architettoniche e di accessibilità, emerge un quadro della situazione bolognese tutto sommato positivo: “A livello di strutture Bologna è molto vivibile, io per esempio mi muovo utilizzando anche mezzi pubblici come gli autobus. Ci sono altre città come Milano, in cui una volta uscita dalla stazione, se sono da sola, devo inevitabilmente prendere un taxi, non ho altre possibilità”. Ma restano ancora tanti i problemi di risolvere, e forse è anche per questo che Federica nel Duemila ha fondato Apre (Associazione paraplegici Emilia-Romagna): “A livello politico e culturale siamo molto indietro, si parla ancora di disabili, quando si dovrebbe parlare semplicemente di persone”.

da www.superabile.it

La pistola è scarica


di Franco Bomprezzi

Avevo ragione, ma forse era troppo facile. Salvatore Crisafulli non andrà in Belgio, ha deciso di non morire. Lo scrive il portale Superabile.it e dunque la mia cronaca annunciata si conclude con un lieto fine. Il colpo di scena avviene con tanto di troupe delle Iene, con domanda e risposta ripetuta, “se vuoi partire per il Belgio, sbarra gli occhi, sennò chiudili”. E finalmente Salvatore chiuse gli occhi, permettendo al fratello di annunciare che il viaggio in Belgio, per cercare l’eutanasia, e porre fine alla sua condizione di vita priva di assistenza 24 ore al giorno, non avverrà più.

Bene. Che cosa è cambiato in così pochi giorni? C’è stata una nuova massiccia dose di talk-show, di espressioni di solidarietà, di dichiarazioni di politici, di articoli on line. Salvatore ha rotto il muro del silenzio utilizzando una minaccia estrema, che io avevo definito una “pistola alla tempia”. Adesso Salvatore pare abbia avuto “rassicurazioni concrete” per un nuovo intervento di assistenza finanziato dalla Regione Sicilia.

E’ davvero triste, se le cose stanno veramente così, che soltanto di fronte a un’emergenza esistenziale estrema si trovino le soluzioni istituzionali per venire incontro a un diritto fondamentale, quello a una vita dignitosa nella propria dimensione familiare, anche quando si è in presenza di un grave handicap. Ed è triste che i media ormai servano solo da detonatori delle tragedie familiari, rinunciando a svolgere in modo autonomo il ruolo di informazione completa e seria sullo stato dei servizi destinati alle persone con disabilità non autosufficienti.

Sono contento che Salvatore voglia vivere, aggiungo che ne ero certo fin dall’inizio. Aspetto la prossima scena madre, non so dove avverrà, ma sono certo che è solo questione di tempo.

da www.vita.it