“Una pietra”


di Francesco Sabatino

Ho amato una pietra.

Non so come è stato.

Ho creduto avesse un’anima,

un cuore,

dei sentimenti,

un po’ d’amore.

Invece, era solo una pietra

Immobile e silente.

Ed io un povero deficiente.

Ho creduto di poterla amare

e invece sono qui solo.

Solo che annego in questo nero mare.

La vita è divenire,

un dolce fluire

di gioia e di dolore.

Ma tu, mia cara,

non sei riuscita

a strappare la felicità

dal mio cuore,

poiché vivo sospinto

dall’amore,

che mi conduce

verso la pace,

la quiete

e la beatitudine.

Carceri: nasce quello per trans, pronto a giorni a Empoli


Entro un paio di giorni saranno conclusi i lavori di adeguamento del carcere di dove già a fine marzo potrebbero esservi trasferiti circa 30 detenuti “trans” che al momento sono ospitati in un’ala dedicata del penitenziario di Sollicciano a Firenze. Lo ha annunciato il provveditore torscano dell’Amministrazione penitenziaria, .

Giuffrida ha presentato la nuova struttura di incontrando i trans nel carcere di Sollicciano. «Mi sono sembrati tutti molto soddisfatti per questa novità», ha poi riferito. La struttura è ricavata da un’ex carcere femminile a custodia attenuata. «Sono stati fatti adeguamenti al sistema idraulico e a quello elettrico – ha aggiunto il provveditore regionale – e sono stati anche ridefiniti i livelli di sicurezza dell’istituto che prima, essendo carcere a custodia attenuata, erano minori rispetto alle prossime necessità».

In vista dell’arrivo dei trans sono anche stati avviati dei corsi di aggiornamento per il personale . «Ci saranno agenti di polizia penitenziaria donne ma la maggior parte saranno maschi», ha precisato Giuffrida,  e proseguono anche gli incontri con la Asl. Inoltre, la struttura per trans avrà un orto e una biblioteca. Vi si svolgeranno anche attività scolastiche.

da www.blitzquotidiano.it

Perché Baarìa ha fatto flop


di Alessandra Mammì

Era costruito apposta “Baarìa”, nato per vincere tutto: il festival di Venezia, una manciata di Golden Globe e di sicuro l’Oscar come miglior film straniero. Chi altri sennò? E’ un kolossal italiano come non se ne erano mai visti: 28 milioni di euro per ammissione dei produttori (Medusa più Tarek Ben Ammar) senza contare le varianti in corso d’opera e quelli spesi per il lancio. E poi giù numeri: 25 settimane di riprese, 12 mesi per ricostruire il paesino in Tunisia, sei ettari di set, un super cast con 63 attori professionisti, 147 non professionsti, 30 mila comparse… insomma tutto lo star system italiano più i volti da esportazione tipo Monica Bellucci. Per non parlare delle musiche firmate dall’Oscar Morricone che di certo non si è risparmiato. Sono cose che avrebbero dovuto colpire lo spirito pragmatico d’America.
E su questo, un affresco a tinte forti di quell’Italia pittoresca e genuina da cui arrivano spaghetti, pizza e belle donne.

Ci si mise pure il Cavaliere a benedire il film prima del debutto a Venezia, definendolo un capolavoro in quanto vi aveva visto la storia di un comunista deluso dall’Unione Sovietica. Lettura tutta sua, ma che nella deep America che rimpiange la guerra fredda poteva dare i suoi frutti. Invece niente. Niente Venezia, niente Golden Globe e ora l’ultima umiliazione. Fuori persino dalla preselezione degli Oscar.

“Baarìa” salutato dall’imponente tam tam dei media berlusconani come il film che avrebbe riportato all’Italia il massimo premio mondiale, non perde solo l’ingresso in cinquina, ma anche la faccia. «Il cinema italiano è sfortunato e l’Academy ingiusta», gridano i supporter. Ma la sfortuna stavolta non c’entra. C’entra il fatto che “Baarìa” non ha funzionato. E non solo all’estero.

In Italia nonostante le fanfare e il bombardamento televisivo il film si è fermato a 10 milioni 525mila euro ( dati Cinetel). Incasso buono per un film medio, non per il più ambizioso kolossal italiano paragonato dai suddetti media ad “Amarcord” di Fellini e “Novecento” di Bertolucci (Dio li perdoni). Ma le chiacchiere stanno a zero: 10 milioni sono pochi quando si è superati persino da un filmino come “Cado dalle nubi” con Checco Zalone che arriva a 13 milioni ed è ancora in sala.

«Il film è un capolavoro riconosciuto internazionalmente e meritava l’Oscar», ha detto sotto schiaffo Carlo Rossella presidente di Medusa. Ma dove sta il riconoscimento se non si sfonda neanche sul pubblico nazionale e non si vince mezzo premio? Vero è che Ang Lee, presidente della giuria di Venezia, sotto tortura mediatica a cose fatte, ha dichiarato con diplomazia mandarina che lui in realtà a “Baarìa” un premio l’avrebbe dato. Però non l’ha fatto ed era presidente. Ed è ancor vero che gli house organ di Berlusconi hanno spiegato che i Golden Globe sono stati persi per un soffio. La solita storia di Martino e la cappa.

Mentre ci si domanda come mai un film sugli aborigeni australiani girato in uno slum abbia potuto sconfiggere gli eserciti del Cavaliere e di Tarek Ben Ammar. Ma quel film “Samson&Delilah” è un meraviglioso mito portato fra le baracche, chi si stupisce vuol dir che a Cannes non lo ha visto.
In realtà a sconfiggere “Baarìa” è stato “Baarìa” stesso e la presunzione dei suoi produttori che non hanno fatto tutti i loro conti.

1) E’ vero che l’Academy ama i kolossal e premia volentieri le grandi produzioni. Ma questo vale per i film di casa sua e per quel suo cinema che domina l’immaginario del mondo. Quando si tratta di premiare i film stranieri ecco che la musica cambia e a vincere sono spesso i film autoriali, di ricerca, sperimentali o ancora radicali, severi e perfetti come il capolavoro di Haneke “Il nastro bianco”. Ragion per cui avremmo potuto avere più chance nominando agli Oscar il coraggioso e ottimo “Vincere” di Marco Bellocchio piuttosto che il muscolare Tornatore. Ma poi chi lo sentiva il Cavaliere?

2) “Baarìa” è un film già visto. Non è il capolavoro di Tornatore, è il suo momento manieristico. Troppo virtuoso, troppo lungo, troppo ridondante e con tutti i colori della sua già nota tavolozza. In fondo ha avuto lo stesso destino degli “Abbracci spezzati” di Almodovar , buon film di repertorio che nulla aggiunge al curriculum del maestro. L’Academy se ne accorta e l’ha segati tutti e due.

da www.espresso.repubblica.it

Perversioni in Scozia, William Shaw sorpreso a violentare un albero


Alle non c’è mai fine. Lo dimostra il caso di uno scozzese di 21 anni, sorpreso e arrestato mentre faceva sesso con un albero. Per la precisione, secondo il Sun, il ragazzo stava violentando una pianta al di Airdeie, dove non potrà più mettere piede.

, questo il nome del maniaco dal pollice verde, si sarebbe avvicinato all’albero per poi calarsi i pantaloni fino alle caviglie e infine “abusare” della povera pianta. Non si tratta del primo episodio del genere in : nel 2007 , un diciannovenne, tentò di violentare un pavimento.

L’anno scorso due addetti alle pulizie salvarono una bicicletta dal tentativo di stupro di Robert Stewart, di 53 anni. E ancora prima, nel 1993, l’elettricista Karl Watkins è stato incarcerato per avere commesso atti sessuali con il manto stradale.

da www.blitzquotidiano.it

“La vita è bella”


Nicola Piovani, autore della colonna sonora di questo capolavoro cinematografico di Roberto Benigni dedicato ai campi di sterminio, la suona al pianoforte. Per non dimenticare.

http://www.youtube.com/watch?v=WGwYJb3tksM

“Se questo è un uomo”


di Primo Levi

Voi che vivete sicuri
nelle vostre tiepide case,
voi che trovate tornando a sera
il cibo caldo e visi amici:
Considerate se questo è un uomo
che lavora nel fango
che non conosce pace
che lotta per mezzo pane
che muore per un si o per un no.
Considerate se questa è una donna,
senza capelli e senza nome
senza più forza di ricordare
vuoti gli occhi e freddo il grembo
come una rana d’inverno.
Meditate che questo è stato:
vi comando queste parole.
Scolpitele nel vostro cuore
stando in casa andando per via,
coricandovi, alzandovi.
Ripetetele ai vostri figli.
O vi si sfaccia la casa,
la malattia vi impedisca,
i vostri nati torcano il viso da voi.

da www.riflessioni.it

Giuseppe Verdi 27 gennaio 1901


In questo giorno un altro grande della musica classica, questa volta italiano, uno dei più eccelsi, Giuseppe Verdi, il “cigno di Busseto”, è morto; per ricordarlo vi propongo queesta celebre aria “Va’ pensiero” dal “Nabucco” e ho scelto proprio questo video perchè l’orchestra che lo interpreta è la Hebrew Orchestra, quindi in perfetto tema con la memoria di oggi, la Shoah.

http://www.youtube.com/watch?v=MJg2VU6nAyw&feature=related

Buon compleanno, Wolfgang !!!


Dalla sterminata produzione musicale del grande genio, Wolfgang Amadeus Mozart, ho scelto questo brano che amo particolarmente, il concerto per clarinetto e orchestra on A major k 622, ve ne propongo l’Adagio

http://www.youtube.com/watch?v=JcIyTiKwDvU

Dagli asparagi allo zenzero, i cibi più erotici dalla a alla z


Gli asparagi dalla forma fallica sono da sempre considerati afrodisiaci. L’avocado anche, chiamato dagli Aztechi l’albero testicolo. Così come la banana, simbolo fallico per eccellenza, contiene una sostanza afrodisiaca nella buccia. Sono i primi tre dei tredici alimenti “ad alto indice erotico” che la Società italiana di Ginecologia e ostetricia passa in rassegna in uno speciale dedicato a Cibo e sesso, contenente 30 ricette in pillole per gustare i piaceri della vita e restare sane e in forma. Tra gli altri cibi, tra i meno conosciuti per le proprietà erotiche, il fico, il caviale e la mandorla, da usare anche nella sua versione oleosa per rilassanti e sensuali massaggi.

 da www.intrage.it

Shoah, Napolitano: ‘non si ripeta mai piu”


Cio’ che e’ stato non si ripeta mai piu’. Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, parla in occasione della Giornata della Memoria, che commemora le vittime dell’Olocausto. Napolitano si e’ rivolto a Lorenza Mazzetti, autrice di ‘Album di famiglia, diario di una bambina sotto il fascismo’, una mostra, un libro, un film da visionare a Roma, presso il Complesso Monumentale di San Michele a Ripa. Il Capo dello Stato ha espresso ‘vivo apprezzamento’ per la ‘toccante testimonianza della tragedia affrontata e per il costante e forte impegno a trasmettere la memoria di quei drammatici eventi alle nuove generazioni, affinche’ cio’ che e’ stato non abbia mai piu’ a ripetersi’.

Anche per il presidente della Camera Gianfranco Fini, e’ un ‘dovere ricordare l’orrore della Shoah’. ‘Affinché permanga vivo nel sentimento di condanna nei confronti di tutti gli atti disumani é necessario garantire, soprattutto alle nuove generazioni, la piena coscienza del passato: dalla Sohah giunge, infatti, un monito perennemente attuale’, ha scritto Fini sul catalogo della mostra ‘Auschwitz-Birkenau’, allestita al Vittoriano di Roma.

A MIlano intanto, con la recita del kaddish, la tradizionale preghiera ebraica dei morti, e la struggente testimonianza di Liliana Segre, sopravvissuta ad Auschwitz, si é aperta la cerimonia della posa della prima pietra del Memoriale della Shoah, che sorgerà nel complesso della Stazione Centrale in corrispondenza di quel binario da dove partivano ebrei e prigionieri politici diretti ai campi di sterminio.

Nel famigerato binario 21 sono già stati collocati due vagoni in legno, identici a quelli che negli anni della soluzione finale trasportarono migliaia di persone ai campi di sterminio. In questa ala dello scalo ferroviario milanese, tra due anni, sorgerà un luogo insieme di testimonianza storica e di meditazione. “Sarà un luogo di studio e di scambio, per discutere, capire e meditare”, ha affermato il presidente della Fondazione Memoriale Shoah Ferruccio De Bortoli. Negli spazi del lato est della Centrale vedranno la luce infatti una biblioteca e un luogo di preghiera e raccoglimento per tutte le espressioni religiose e di fede. Alla cerimonia hanno preso parte tutte le autorità civili milanesi, il sindaco Letizia Moratti, il presidente della Provincia Guido Podestà, il presidente lombardo Roberto Formigoni e l’amministratore delegato di Ferrovie dello Stato Mauro Moretti.

Con un messaggio trasmesso nei giorni scorsi il capo dello Stato Giorgio Napolitano ha espresso tutto il suo plauso per la realizzazione di un Memoriale dello Shoah alla Stazione Centrale di Milano. “Un’opera – l’ha definita Napolitano, nel messaggio letto oggi dal presidente della fondazione Ferruccio De Bortoli – altamente significativa quale luogo di testimonianza di un evento tragico che dovrà per sempre rimanere quale monito nella memoria delle generazioni future”.

Il capo dello Stato ha ricordato “con commozione” la visita che fece tre anni fa nei sotterranei della Stazione Centrale, nel punto dove partivano i treni blindati diretti ai campi di sterminio. “Peccheremmo di colpevole indifferenza – ha ammonito Napolitano – se non adempissimo quello che ci si presenta come un dovere: non dimenticare ciò che è stato in una fosca stagione della nostra storia. Così come non dimentichiamo il grande stuolo dei giusti italiani che, a rischio della loro stessa vita, contribuirono a salvare molte migliaia di ebrei, non soltanto italiani. Fu la loro un’opera di riscatto per il nostro popolo”. Nell’esprimere le proprie congratulazioni a tutti gli enti che contribuiranno alla realizzazione del memoriale della Shoah di Milano, Giorgio Napolitano ha assicurato che parteciperà all’inaugurazione del nuovo spazio voluto per non dimenticare le atrocità della soluzione finale, non appena sarà ultimato.

da www.ansa.it