di Giuditta Mosca
Equipe anglo-americana pubblica sulla rivista Proceeding of the National Academy of Sciences (PNAS) i risultati di uno studio secondo il quale l’uomo di Neandertahl era dedito al maquillage. La scoperta assume un particolare senso se si considera che, grazie all’uso del trucco, si può immaginare che i nostri antenati erano già capaci di creare e decifrare simboli.
Prima di dare del troglodita a qualcuno, occorre pensarci bene. Lo dice Joao Zilhao, archeologo della Bristol Univeristy che ha condotto lo studio, basato sui reperti trovati a Murcia, nella Spagna meridionale. Su una conchiglia rinvenuta durante delle ricerche archeologiche, sono stati trovati dei pigmenti che hanno incuriosito il professor Zilhao. Gli esami al carbonio 14 hanno stabilito l’età sia del ritrovamento sia delle sostanze in esso contenute, risalenti ad almeno 50mila anni fa. Da qui sono partite le considerazioni del team di studio che è giunto a conclusioni davvero singolari.
Secondo la ricerca i diversi colori usati (soprattutto giallo e nero) non avevano il solo scopo di dipingersi e truccarsi, ma nascondono anche dei significati. Il perfetto stato dei ritrovamenti suggerisce anche che le conchiglie fossero usate come pezzi di gioielleria, forse per esprimere uno status sociale o l’appartenenza ad un gruppo. Queste poche, ma brillanti considerazioni, aprono dunque una nuova visione sul mondo dei nostri antenati che sembrano essere meno cavernicoli di quanto si possa credere. Il fatto che l’uomo di Neanderthal fosse in grado di creare e riconoscere simboli ridisegna completamente il pensiero delle comunità scientifiche che si interessano al processo evolutivo dell’uomo, poiché la ricerca dimostra che questa capacità nasce almeno 10mila anni prima che l’uomo di Neanderthal e “l’uomo moderno” si affiancassero e convivessero sul nostro pianeta.
All’entusiasmo del responsabile del gruppo di ricerca si unisce quello del professor Chris Stringer, paleontologo del Natural History Musum di Londra che sottolinea l’importanza di questa scoperta e che, con un filo di ironia, dice alla BBC: “ora i media, nel commentare le bravate degli hooligan, dovranno scegliere altri aggettivi, troglodita non si addice più”. fonte tgcom