2036: un asteroide in viaggio verso la Terra, i russi ci salveranno?


di Valeria Panzeri

2036, un asteroide minaccia la Terra. Attenzione non è un film, è pura realtà. L’asteroide Apophis, con probabilità tutt’altro che trascurabili, potrebbe schiantarsi sul nostro pianeta il 13 aprile 2036, proprio il giorno di Pasqua. Date le dimensioni del corpo celeste, le conseguenze potrebbero essere davvero drammatiche e portare alla morte di milioni di persone.

Anatolj Perminov, direttore dell’ente spaziale russo , ha annunciato che i suoi uomini stanno concretamente lavorando ad una soluzione che possa allontanare l’asteroide dall’attuale orbita, salvando la Terra. Il progetto, che sarà reso noto al pubblico solo nel momento in cui sarà definitivo, dovrebbe basarsi, secondo Perminov, su un velivolo spaziale con astronauti a bordo.

Intanto circolano varie ipotesi riguardo alla strategia che i russi potrebbero adottare. Si va dalla possibilità che una navicella  agganci il corpo celeste e lo porti lontano dal nostro pianeta, fino ad ipotesi ancor più suggestive che sfrutterebbero il vento solare per deviare la traiettoria di Apophis.

Quello che è certo è che, oltre a lavorare per la salvaguardia di tutta l’umanità, i russi stanno anche lavorando per la propria nazione, spinti dalla possibilità di oscurare il prestigio della NASAe di conquistare il predominio nell’ambito della tecnologia  spaziale. E’ ben noto che, a causa di tagli economici, la NASA sia in un momento di crisi e i russi vorrebbero così conquistare la leadership in campo spaziale ai danni dei colleghi statunitensi

da www.newnotizie.it

Nato in Germania, parla tedesco: è “clandestino”, deportato in Turchia


Mohammed Eke in Turchia Mohammed Eke in Turchia L’incredibile storia di comincia il 30 maggio del 1988, il giorno della sua nascita. Mohammad è un ragazzino come tanti altri, nella Essen affollata da immigrati dalla Turchia e dai loro figli. Seconde generazioni che, come lui, considerano la Germania la propria patria e non parlano quasi altra lingua che il tedesco.

 I suoi genitori, a quanto ne sa, sono rifugiati, fuggiti dal Libano durante la guerra civile. Questo almeno è quanto risulta alle autorità fino al 2001, quando cominciano a indagare su una folta comunità di turchi entrata illegalmente nel Paese durante gli anni ’80, spacciandosi per profughi libanesi. Tra di loro, ci sono anche i genitori di Mohammad che – una volta scoperti – vengono obbligati a rimpatriare.

 Il giorno in cui avviene il blitz del dipartimento immigrazione (il 20 settembre 2005), però, il ragazzo non è in casa e perde dunque quell’aereo che lo dividerà per sempre dai genitori, che mai perdonerà per le loro bugie. Essendo minorenne, Mohammad non può essere rimpatriato e viene quindi spedito in un centro per rifugiati di Essen, dove avrebbe dovuto provare di sapersi integrare nella società tedesca, frequentando un programma creato per i richiedenti asilo adolescenti.

 Quella che poteva sembrare una ridicola formalità – dal momento che Mohammad non aveva mai vissuto altrove che in Germania, aveva sempre frequentato la scuola e giocava addirittura nella locale squadra di calcio – si è trasformata però in una lunghissima odissea legale. Il ragazzo, infatti, sconvolto dall’accaduto e dalla perdita della propria identità, decide di fuggire e, dopo sei mesi, smette di frequentare il programma.

 Scatta allora l’ordine d’arresto, cui si aggiunge quello di rimpatrio, dal momento che nel frattempo Mohammad ha compiuto 18 anni. Il ragazzo si rifugia prima da amici, poi dalla sorella, che vive a Bremen e ha un passaporto tedesco, ma, il 7 novembre 2008, viene scoperto e rinchiuso per nove mesi in una sorta di Cie. Due volte, durante quel periodo, viene portato al consolato turco, ma si rifiuta di chiedere il passaporto perché sostiene «di essere nato in Germania e di essere quindi un cittadino tedesco».

 La sorella assume allora degli avvocati, che intentano una causa contro il rimpatrio forzato voluto dal governo. Il tribunale amministrativo di Gelsenkirchen, però, lo condanna a tornare in Turchia, perché «il suo comportamento dopo la fuga denuncia la sua mancata volontà di integrarsi». Nemmeno l’appello va meglio e così neanche l’ultima richiesta alla Corte costituzionale federale, l’organo supremo del sistema giudiziario tedesco.

 Così, nell’agosto 2009, Mohammad viene imbarcato su un volo per Instabul, dove per settimane rimane a vivere all’interno dell’aeroporto, dormendo sul pavimento della Moschea e non allontanandosi più del necessario, spaventato dalla lingua, dalla città e dagli usi e costumi sconosciuti.

 Tornare in Germania sembra impossibile, dal momento che prima di poterlo fare dovrebbe tra l’altro pagare i costi sostenuti dal governo tedesco per i suoi nove mesi di detenzione e per il biglietto aereo, vale a dire circa 20 mila euro.

 La fidanzata, Mehtap Sabah, di 23 anni, sarebbe disposta a sposarlo per garantirgli la cittadinanza, ma proprio non sa dove trovare tutti quei soldi. Mohammad, infatti, ha per qualche tempo trovato un lavoro presso un panificio di Istambul, ma è stato licenziato perché il proprietario non guadagnava abbastanza per poterlo tenere.

 La sua vita, da allora, è di nuovo in aeroporto, in attesa di quel volo che forse, un giorno o l’altro, lo riporterà «a casa».

 da www.blitzquotidiano.it

Lo champagne fa bene al cuore


I ricercatori hanno scoperto che bere champagne ogni giorno in quantita’ moderate determina un miglioramento dei vasi sanguigni. Lo champagne aumenta la disponibilita’ di ossido nitrico, una molecola attiva a livello vascolare nel controllo della pressione sanguigna: perche’ contiene polifenoli, agenti di origine vegetale derivati dai grappoli di uva rossa e bianca da cui si ricava lo champagne. Lo afferma Jeremy Spencer, del Dipartimento di scienze nutrizionali britannico.

fonte ANSA

“Candida Eva”


di Francesco Sabatino

Il serpente:

“Candida Eva.

Ascolta la voce suadente

di un serpente seducente.

Di osare non aver timore.

Ascolta la voce

Del tuo seduttore.

Divora avidamente

il frutto della conoscenza,

i tuoi occhi s’apriranno

e della tua nudità,

magnificenza e bellezza

avrai consapevolezza.

Mangia la mela della passione

e su Bene e Male avrai ragione.

Non è peccato,

ma piacere sublime,

assai beato.

Da un’assurda morale

ti devi emancipare.

Sarai, si, mortale,

ma libera di volare

sulle bianche vette della conoscenza,

al di sopra del bene e del male”.

Udite le parole del maligno e fascinoso serpente,

Eva cambiò repentinamente.

Divorò con voluttà il frutto del piacere

e, penetrata dal serpente nella coscienza e nel cuore,

danzò lasciva, nuda e senza pudore,

divenendo sacerdotessa dell’amore.

“Misty”


Look at me
I’m an helpless as a kitten up a tree
and I feel like I’m clinging to a cloud
I can’t understand
I get misty
just holding your hand

Walk my way
and a thousand violins begin to play
or it might be the sound of your hello
that music I hear
I get misty
the moment you’re near
You can say
that you’re leading me on
But it’s just what I want you to do
don’t you notice how hopelessly I’m lost
that’s why I’m following you

On my own
would I wander through this wonderland alone
never knowing my right foot from my left
my hat from my glove
I’m too misty and too much in love

You can say…

On my own

http://www.youtube.com/watch?v=mQouJdvB80U

L’Irlanda punisce ogni tipo di blasfemia con 25 mila euro di multa


La cantante islandese Bjork La cantante islandese  La cattolica da oggi ha una nuova legge anti-: è un’estensione della norma introdotta nel 1936 che punisce l’oltraggio e le offese anche alle confessioni non cattoliche. Le pene sono gravi: la può arrivare fino a 25 mila euro. E’ definito blasfemo “pubblicare o proferire argomenti fortemente offensivi o insultanti in relazione a questioni ritenute sacre da qualche religione, che pertanto causano intenzionalmente un oltraggio tra un consistente numero di aderenti a quella religione”.

 Ma i laici non ci stanno e il gruppo “Atheist Ireland”, che pretende di rappresentarli, ha annunciato una campagna contro quella che chiamano una legge sciocca e pericolosa. Oltre che liberticida. Sfidando i rigori normativi hanno deciso di pubblicare una lista di 25 dichiarazioni apertamente contrarie o semplicemente blasfeme verso varie religioni proferite da nomi noti della cultura, dello spettacolo, della politica.

 Non poteva mancare , il super scienziato da alcuni – bigotti – indicato come la persona più pericolosa della Gran Bretagna. Si trova in buona compagnia con la cantante islandese e , il fu direttore dell’Observer ed ex primo ministro irlandese Conor Cruise O’Brien.

 Vale la pena ricordare come si espresse nei confronti del buddismo, che pur da atea, per inciso aveva lodato come religione più vivibile e più vicina agli uomini rispetto alle altre. Dopo aver partecipato al Tibet Festival rispose così alla domanda se le fosse piaciuto: “Mi sono divertita. Ma sto leggendo qualcosa sulla reincarnazione e ho capito che i buddisti quando parlano di tornare a un’altra vita come animali, pensano a loro come esseri inferiori. Gli animali non sono esseri inferiori. Così dico «fuck the buddhism»”. L’avesse detto a Dublino le scucivano subito 25 mila euro.

 Va detto, per dovere di cronaca, che oggi 1 gennaio 2010 cliccando sul sito blasphemy.ie, dove sono raccolte le 25 dichiarazioni, la connessione è interdetta. Profana censura o fulmine divino?

 da www.blitzquotidiano.it

La morte a Capodanno


di Roberto Puglisi

Debora, diciassette anni, inghiottita da via Dell’Olimpo, strada tristemente famosa a Palermo (come racconta la foto). Bernardo, ucciso da un incidente sulla Statale 113. Un ragazzo annientato sulla Catania-Gela. E loro? Loro, gli uomini delle istituzioni, devono aspettare per forza che muoia qualcuno. E poi, forse,  parlano. Parlano. Parlano. A Palermo, tra via Dell’Olimpo e via Venere, nel noto triangolo degli incidenti, hanno messo qualche ridicolo dissuasore all’altezza dell’asfalto macchiato dal sangue di Salvuccio Gebbia. Per il resto, arrangiati. Questo per dire che non esiste una politica comunale sulla prevenzione degli incidenti. Veramente, a Palermo non esiste una politica comunale praticamente su niente. Ma qui parliamo delle vite dei ragazzi. E dello scempio che ne viene fatto nell’impastatrice della retorica dei politici.
Certo, i ragazzi non sanno guidare e sono spericolati. Una caratteristica di molti palermitani e siciliani attempati. Gente perseguita magari giustamente per la targa alterna sbagliata, in un giorno di smog. E con la licenza di sgommare, di sorpassare a destra, di fregarsene della doppia striscia continua. E mai che si trovi uno con mezza divisa a mormorare: scusi?
Il meccanismo vizioso produce morti. Domani leggeremo, come sempre, pezzi sulle vittime e sui carnefici. E le vittime sono sempre “bravi ragazzi, prudenti e attenti”. Figuriamoci se abbiamo voglia di irridere lo strazio dei parenti. Lo conosciamo bene. L’abbiamo praticato. Ci siamo stati nelle case del dolore, con le madri e con i padri, consci dell’irreparabile. Sappiamo come può ridursi un corpo giovane, smembrato da un impatto atroce. Livesicilia ha soltanto la sua voce, per gridare essenzialmente due cose. E le vuole gridare forte. L’amministrazione – quella più prossima a noi, quella di Palermo – deve darsi una mossa, in termini di prevenzione e rimedi. Perché muoiono tutti in via Dell’Olimpo? Sfortuna? E poi vorremmo dire per nulla sommessamente – senza il minimo riferimento alle morti di di cui parliamo oggi, la cui dinamica oltretutto è incerta – che chi non rispetta le regole della strada è un coglione. Non un cretino e nemmeno un fesso. Proprio un coglione, specialmente se muore a vent’anni, per colpa della sua leggerezza. Lo vorremmo scritto a caratteri cubitali su ogni muro, dietro ogni curva. E se questa parola vi turba, andateci voi a carezzare le lapidi che fioriscono sul nostro asfalto. Guardateci voi, dentro gli occhi di una madre che chiama, senza risposta, il nome di suo figlio.

da www.livesicilia.it

Siracusa: le chiese di Ortigia rivivono in un itinerario “open-air” di arte e fede


di Elisabetta La Micela

“Nell’arte la luce della fede”: Santa Maria ai Miracoli, San Pietro al Carmine, San Giovanni Battista all’Immacolata, San Martino, Santa Lucia alla Badia. Cinque chiese nel cuore di Ortigia da riscoprire attraverso un itinerario di arte e fede, che ne valorizza la bellezza e la spiritualità.

Il progetto, promosso dalla società Kairós, in piena collaborazione con l’Arcidiocesi di Siracusa – Ufficio Diocesano Pastorale del Turismo, vuole assestarsi sullo sfondo della storia religiosa, quasi bimillenaria, della città di Siracusa, riscoprendo nell’arte il valore della bellezza del Creato, che attraverso lo strumento umano e il genio dell’artista diventa immagine della sapienza divina.

Un vero e proprio percorso museale “open-air”, diffuso per le vie del nostro centro storico, che dia impulso al turismo culturale di Siracusa. Le prossime visite guidate sono previste per i giorni 2 – 3 – 9 – 10 gennaio 2010, alle ore 20.00 – 23.00.

“Nell’Arte la Luce della Fede” è stato inserito nella cartellone della manifestazione “Luci a Siracusa”, nell’ambito della collaborazione tra la Kairós e l’Assessorato ai Beni e le Politiche Culturali del Comune di Siracusa.

da www.siracusanews.it

Coppi, a 50 anni dalla morte celebrazioni il ciclismo ricorda il Campionissimo


coppi.gifCinque Giri d’Italia e due : sono solo i più importanti tra i numerosi titoli che Fausto ha conquistato nella sua carriera. Un po’ campione dal talento e dalla forza innati, un po’ uomo sfortunato tormentato dai problemi d’amore e di salute.

A 50 anni si celebra il che moriva a il 2 gennaio 1960. Non si accorsero che era : sarebbe bastato del chinino per salvare il più grande corridore ciclista italiana della storia. La terra dov’è nato, fatta di nebbie e colline, lo ricorderà il 2 gennaio 2010 con molti appuntamenti.

A , dove è nato, sarà anche consegnato il riconoscimento Welcome al direttore del Giro d’Italia Angelo Zomegnan, al direttore BS-Bicisport Sergio Neri e a Davide Cassani di Rai Sport. A concludere il ricordo, alla presenza di Fiorenzo Magni, Alfredo Martini, Andrea Bartali – figlio di Gino -, l’intitolazione del piazzale antistante il Mausoleo a Candido Cannavò, direttore della Gazzetta dello Sport, scomparso a febbraio.

da www.blitzquotidiano.it