“Amazing Grace”


Amazing grace
sweet the sound.
Che grazia stupefacente
Che lieta novella
That saved a wretch 
che ha salvato una miserabile 
like me!
come me!
I once was lost, 
Un tempo ero perduto, 
but now I am found.
ma ora sono ritrovato.
Was blind but now I see.
Ero cieco ma ora ci vedo.
   
‘Twas grace that taught 
E’ stata la grazia ad insegnare 
my heart to fear.
al mio cuore il timor di Dio
And grace my fears relieved:
Ed è la grazia che mi solleva dalla paura;
How precious did that grace appear
Quanto preziosa mi apparve quella grazia
The hour I first believed!
Nell’ora in cui ho cominciato a credere!
   
Through many dangers, 
Attraverso molti pericoli,
toils and snares
travagli e insidie
I have already come;
sono già passato;
‘This grace has brought me 
La grazia mi ha condotto 
safe thus fare,
in salvo fin qui,
And grace will lead me home.
E la grazia mi condurrà a casa.
   
The Lord has promised good to me.
Il Signore mi ha promesso il bene,
His word my hope secures;
la sua parola sostiene la mia speranza;
He will my shield and portion be
Egli sarà la mia difesa e la mia eredità,
As long as life endures.
per tutta la durata della vita
   
Yea, when this flesh 
Sì, quando questa carne 
and heart shall fail,
e questo cuore verranno meno,
And mortal life shall cease,
E la vita mortale cesserà,
I shall possess, within the veil,
io entrerò in possesso, oltre il velo,
A life of joy and peace.
di una vita di gioia e di pace.

http://www.youtube.com/watch?v=iT88jBAoVIM

Abdollahie Parviz, tentato suicida in carcere, e la sua famiglia: cinque vite da niente


di Susanna Marietti

Lo scorso 6 dicembre erano arrivati nel porto di Brindisi nascosti in un’automobile. Il signor Abdollahie Parviz, di 46 anni, la moglie e i loro tre figli minorenni venivano dall’Iran. La polizia portuale non ci ha messo molto a scoprire l’ingenuo nascondiglio. La signora e i bambini sono finiti in un Centro per immigrati, l’uomo è stato portato nel carcere brindisino. L’accusa, quella di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. È lui il capofamiglia, e con sé portava quattro persone senza visto di ingresso nel nostro accogliente paese.

Dal momento in cui ha varcato la soglia del carcere, Parviz non ha più saputo niente dei suoi famigliari. Nessuno si è preoccupato di dargli notizie. Nessuno si è preoccupato di contattare quanto meno un mediatore linguistico. Nessun operatore ha potuto comunicare con lui – che parla solo iraniano e qualche rara parola di inglese – su alcun argomento.

Uno dei due compagni di cella è per fortuna un altro iraniano che con la nostra lingua se la cava un pochino di più. Parviz riesce a comunicare la propria ansia (c’era bisogno, per poterla intuire?) per la sorte di moglie e figli. Ma nessuno ha notizie, dunque tutto resta come prima.

Parviz è disperato. Tre giorni dopo il suo ingresso in carcere tenta di uccidersi impiccandosi al letto. Tra l’altro, ancora non ha avuto l’udienza di convalida del suo fermo. I compagni accorrono, chiamano l’agente di servizio, arriva il medico, Parviz viene salvato.

Oggi non sappiamo dove sia, né che fine abbia fatto la sua famiglia. Un padre e un marito che cerca come può di dare un futuro ai propri cari. Un criminale, per l’Italia. Buttato in una cella senza neanche una parola a lui comprensibile.

Cinque vite che non valgono niente, né per lo Stato né per l’informazione. Sicuramente valgono assai meno di due otturazioni ai denti di Berlusconi.

da www.linkontro.info

E’ morto Igor Man


E’ morto Igor Man, una delle firme più prestigiose del quotidiano La Stampa. Era nato a Catania 87 anni fa. Studioso delle religioni, particolarmente attento alle questioni del mondo arabo e del medioriente, nel 2000 aveva vinto il premio di giornalismo Saint-Vincent alla carriera.

La morte di Igor Man, secondo quanto si è appreso, risale a mercoledì. La notizia è stata data a funerali già avvenuti dalla famiglia, secondo quanto disposto dallo stesso giornalista. Man si è spento per vecchiaia in una clinica romana, dove era ricoverato da alcuni giorni per una banale influenza. Ignor Man, pseudonimo di Igor Manlio Manzella, era figlio di Titomanlio Manzella, esperto di politica estera. E’ stato una delle firme più prestigiose del quotidiano La Stampa, dove aveva iniziato a lavorare nel 1963 sotto la direzione di Giulio de Benedetti. Studioso delle religioni e delle società, Man aveva una spiccata sensibilità e competenza per i temi riguardanti il mondo arabo e islamico. Nel 2009 aveva ricevuto il Premio America della Fondazione Italia Usa. Nel 2000 aveva vinto il premio di giornalismo Saint-Vincent alla carriera. In oltre quarant’anni di professione, ha intervistato grandi personaggi, tra i quali spiccano i nomi di John Fitzgerald Kennedy, Nikita Khruscev, Ernesto Che Guevara, Gheddafi, Khomeini, Yasser Arafat e Shimon Peres.

Igor Man e’ stato una firma storica del giornalismo italiano. Figlio d’uno scrittore siciliano e di una nobile russa esule in Italia, era cresciuto professionalmente a Roma. Giovanissimo, dopo aver preso parte attiva alla lotta clandestina contro i nazifascisti, con la Liberazione era entrato a Il Tempo; nel 1963 era stato chiamato da Giulio De Benedetti a La Stampa dove ha lavorato fino alla fine come editorialista e inviato speciale. 

Aveva girato il mondo, riportando gli accadimenti piu’significativi degli ultimi 50 anni, sopravvivendo all’assedio di Camp Kannack in Vietnam e al plotone di esecuzione in Sudan. Ha intervistato protagonisti della nostra storia contemporanea da Kruscev a Kennedy, da De Gasperi a Malaparte, da Golda Meir ad Arafat, da Khomeini a Saddam Hussein, da Gheddafi a Che Guevara,da Padre Pio a Madre Teresa.

Aveva vinto il premio Hemingway ed, exaequo con Amnesty International, il premio Colomba d’Oro per laPace; il premio cattolico La Navicella; il premio Estense 1992 per ‘Diario Arabo’ (Bompiani) e il Premio Valle dei Trulli 1992 con ‘Gli Ultimi cinque minuti’ (Sellerio).

Nel 1993 gli era stato conferito il Premio Napoli per la Deontologia. Il suo ‘Il professore e le melanzane’ (Rizzoli),  ha vinto il Premio letterario Citta’di Scalea 1996 e il ‘Chiantino 1997’.
 
Nel ’99, per ricordare solo alcuni degli altri premi ricevuti da Man, gli venne attribuito il ‘Premio Barzini all’inviato’, e vince il Premio ‘E. Vittorini’ di giornalismo, nel 2000 il Premio Internazionale St. Vincent ‘alla carriera’ e il ‘Pannunzio’.

fonte ANSA

Prima giornata del convegno su Martoglio “Una città ritrovata”


di Daniela Domenici

Proseguirà domani alle ore 10 presso il Coro di Notte del Monastero dei Benedettini l’evento culturale  “UNA CITTÁ RITROVATA, Convegno su  Martoglio, la sua città e il dialetto siciliano” organizzato dall’Associazione Città Teatro.

Oggi la prima giornata di seminario è stata introdotta dall’’Assessore alle Politiche  Culturali del Comune di Catania, Prof. Fabio Fatuzzo, il quale ha encomiato tali iniziative “che incoraggiano ed avvicinano alla cultura ed alla conoscenza in modo critico e sono necessarie alla crescita ed allo sviluppo della società; ha salutato auspicando il proliferare di tali eventi culturali ed assicurando la piena collaborazione del Comune di Catania.

Hanno partecipato alla tavola rotonda l’esperto cinematografico Franco La Magna che ha accompagnato il pubblico presente nell’affascinante viaggio dell’arrivo del cinematografo a Catania nel 1897 in Via Etnea n°139 attraverso alcuni estratti da articoli del giornale Dartagnan firmati da un entusiasta Martoglio e letti dai bravissimi ed applauditi attori Carmela Buffa Calleo, Fabio Costanzo e Maria Rita Sgarlato; un viaggio fotografico tra le produzioni cinematografiche di Martoglio che fondò in quegli anni la “Morgana Films”.

Uno spaccato importante del vissuto di Martoglio giornalista è stata sapientemente raccontata dal Prof. Sciacca che ha analizzato la storia del giornalismo  dai tempi del Dartagnan ad oggi passando per Leonardo Sciascia ed Ercole Patti e sottolineando come la loro spinta a scrivere fosse la vocazione a “formare” e non solo a “informare” per lasciare una chiara testimonianza del loro pensiero.

Il regista Turi Giordano ha invece analizzato il verismo insito in quel ritratto della città che è “I Civitoti in Pretura” di cui ha selezionato alcuni passi coordinandone ed interpretandone, insieme agli attori sopra citati, la lettura e regalandoci un alto momento di teatro.

Ha coordinato gli interventi Orazio Torrisi  che ha presentato l’iniziativa dell’Associazione  “Città Teatro” chiamata “Il Lunedì del Dartagnan” che inizierà nel prossimo mese di gennaio: un incontro puntuale per discutere e dibattere della realtà di oggi rilette ed analizzate attraverso la letteratura, la poesia, il cinema ed il teatro, un’occasione per interagire e scambiare opinioni e pensieri attraverso l’arte.

Dai Caraibi emerge un’antica città: è Atlantide?


La città sommersa nel mar dei Caraibi
Un gruppo di archeologi ha scoperto le rovine di una grande città antica sui fondali del Mar dei la cui ubicazione rimane ancora segreta ma che secondo alcune indiscrezioni sarebbe antecedente alle piramidi di Giza, in Egitto. E potrebbe addirittura essere , la leggendaria isola scomparsa, menzionata per la prima volta da .

 La notizia, pubblicata in esclusiva dal giornale parigino in lingua inglese , è stata subito rilanciata dai siti web americani. Le immagini satellitari della città pubblicate sul sito web del quotidiano mostrano qualcosa di completamente diverso dalla scoperta nel 2001 al largo di Cuba da una missione congiunta russa-canadese. Nell’intervista da Washington all’Herald il leader del progetto – che ha chiesto di rimanere anonimo – si è guardato bene dal rivelare le coordinate del luogo. Presumibilmente per evitare la ressa di sommozzatori della domenica a caccia di tesori subacquei durante le feste di fine anno.

 «Abbiamo trovato una struttura simile a una piramide alta e sottile – racconta il capo della spedizione -, e persino una costruzione con pali paralleli in piedi e travi fra le macerie di ciò che sembra un edificio in rovina. Ma non puoi trovare pali e travi – precisa – senza l’intervento umano». Gli scopritori non affermano che si tratti di . «Però – puntualizzano – crediamo che questa città potrebbe esser stata una delle tante di una civiltà marinara avanzata, basata sul commercio e in regolare contatto con le sue controparti eurocentriche».

 Nessuno sa spiegare come sia finita sommersa dalle acque. «Abbiamo diverse teorie in proposito» incalza il team leader, che spera di raccogliere abbastanza fondi per una nuova spedizione, ben più capillare, che possa documentare la sua scoperta. «Qualunque cosa troveremo non appartiene a noi – spiegano gli archeologi -, ma alla gente di questa isola e al mondo in generale. Tutto ciò che riporteremo a galla finirà in mano a un museo».

 Non è la prima volta che tracce di una possibile civiltà sommersa emergono nei . Nel 2001 l’agenzia Reuters riferì che un gruppo di scienziati di Advanced Digital Communications aveva individuato una “” al largo delle coste di Cuba. Grazie al sonar avevano identificato quelle che sembravano strade, rovine di edifici e persino una piramide.

 Ma dopo l’eccitamento iniziale, la storia cadde nel dimenticatoio. Nel suo libro Le porte di (2000), Andrew Collins avanza la tesi che Cuba sia stata al centro di una vasta civiltà pre-colombiana, simile ad . Ivor Zapp e George Erikson, nel loro volume Le Strade di (2002), mettono il Costa Rica a capo di un impero marittimo molto avanzato.

 L’avventuriero F. A. Mitchell-Hedges ha suggerito che i resti della civiltà scomparsa si trovassero in Honduras. Teorie secondo cui si trova nel nuovo mondo cominciarono a circolare subito dopo la scoperta dell’America. Nel 1669 fu addirittura pubblicata una mappa che mostrava l’America divisa tra i discendenti di Nettuno, re di

 da www.blitzquotidiano.it

Salvaprecari-bis:riaperti termini per docenti, ATA e personale educativo


di Monica Maiorano

Pubblicato il decreto salvaprecari-bis che permette ai docenti abilitati, al personale ATA e, finalmente al personale educativo completamente ignorato dal primo decreto, di inserirsi nelle liste prioritarie, potendo aspirare all’attribuzione delle supplenze temporanee disponibili, nell’a.s. 2009/2010, con priorità nei distretti scelti, con attribuzione di punteggio ed indennità di disoccupazione.

La domanda di inserimento nelle liste prioritarie scade l’8 gennaio 2010, il decreto precisa che destinatari beneficiari della priorità sono coloro che hanno svolto una supplenza di almeno 180 giorni, attraverso le graduatorie di istituto, nell’a.s. 2008/2009, anche attraverso proroghe o conferme contrattuali, purchè svolta in un’unica istituzione scolastica.

Viene confermato che le nuove disposizioni valgono per tutto il personale scolastico iscritto nelle Graduatorie ad esaurimento e che il servizio deve essere stato prestato in una delle classi di concorso, posto di insegnamento o profilo professionale per cui si è inseriti in graduatoria.

E’ bene ricordare che le liste prioritarie redatte col primo salvaprecari potranno essere utilizzate dal 14 dicembre, gli elenchi saranno validi fino alla pubblicazione dei nuovi integrati dalle domande del salva precari-bis. Le supplenze già assegnate non saranno revocate.

Ai fini della presentazione della domanda vengono confermati  i requisiti previsti dal dm 82/09: possono beneficiare delle disposizioni di cui al presente decreto il personale che, nell’anno scolastico in corso abbia rinunciato ad un contratto, nella provincia di appartenenza, per un numero di ore inferiore a quello di cattedra o posto, in assenza di disponibilità di posti interi, il personale docente che abbia rinunciato ad un contratto, anche ad orario intero, essendo stato individuato quale avente titolo per effetto dell’inserimento in coda a tutte le fasce delle graduatorie delle province opzionali aggiuntive.

Esclusi dai benefici, invece, coloro che, nell’anno scolastico in corso, rinuncino ad una supplenza conferita per intero orario nell’ambito della graduatoria ad esaurimento nella provincia di appartenenza o dalle correlate graduatorie di circolo o di istituto.

Il decreto permette inoltre a tutti di dare la propria disponibilità per aderire ai progetti regionali, facendo attenzione però che, una volta data la disponibilità, la rinuncia di partecipare ad un progetto regionale, senza un valido motivo, e non vengono indicati quali potrebbero essere i validi motivi, comporta la decadenza dal diritto a percepire l’indennità di disoccupazione, fatte salve diverse determinazioni già assunte in materia.

Le domande vanno presentate presso l’istituzione scolastica in cui nell’anno scolastico 2008/2009 è stato prestato servizio con contratto per supplenza temporanea per almeno 180 giorni, può essere presentata a mano oppure tramite raccomandata con ricevuta di ritorno.

Fonte: OrizzonteScuola.it

Olocausto: rubato il cartello all’entrata del lager di Auschwitz


La polizia polacca ha annunciato il furto del cartello posto all’ingresso del campo di sterminio nazista di Auschwitz-Birkenau, in Polonia. La celebre insegna reca l’iscrizione in tedesco “Arbeit Macht Frei” (“Il lavoro rende liberi”). E’ la prima volta che la targa con l’oltraggiosa scritta, realizzata dai prigionieri, viene sottratta dal posto in cui fu messa nei primi anni ’40.

La portavoce della polizia polacca, Katarzyna Padlo ha spiegato che le autorità locali ritengono che il celebre cartello sia stato rubato fra le 3.30 e le 5 di venerdì mattina: le guardie hanno subito l’ancoato l’allarme e avvertito la polizia.

Secondo quanto riferito, il cartello è stato svitato da una parte e “strappato” dall’altra: le forze di sicurezza hanno subito avviato le ricerche, ma al momento non ci sono sospetti. La Germania aveva annunciato giovedì di essere pronta a una donazione di 60 milioni di euro per la manutenzione dell’ex lager di Auschwitz-Birkenau.

Jaroslaw Mensfelt, portavoce del sito, aveva definito “enorme” la donazione, augurandosi che anche altri Paesi potessero seguire l’esempio tedesco con altri contributi in risposta all’appello lanciato dal governo polacco. Il ministro degli Esteri tedesco, Guido Westerwelle, aveva detto che la donazione di Berlino rispecchia la “responsabilità storica” dei tedeschi.

Le reazioni di Israele
Indignazione è subito stata espressa da Israele per quanto accaduto. Il ministero degli Esteri israeliano ha definito il furto dell’iscrizione come una “azione disumana”, manifestando contemporaneamente tutta la sua fiducia sull’impegno delle autorità polacche per una soluzione positiva della vicenda.

Il portavoce Yossi Levi ha sottolineato che Israele “è allibito e oltraggiato” per quanto successo e si è domandato “quale tipo di mente disturbata possa concepire il furto di quel terribile simbolo innalzato dinanzi a un campo di morte”. Ha sottolineato comunque che lo Stato ebraico nutre “piena fiducia nelle autorità polacche impegnate nelle indagini” ed è convinto che la polizia riuscirà a catturare i responsabili e a far tornare l’iscrizione al suo posto, “a testimonianza degli orrori perpetrati” dal nazismo.

Il ministro dell’Informazione e della Diaspora, Yuli Edelstein (del Likud), che già in passato aveva espreso posizioni poco diplomatiche ed eccentriche rispetto alla linea ufficiale del governo, ha viceversa denunciato l’accaduto come “un fallimento della Polonia“, oltre che come un segnale del fatto che “gli atti di antisemitismo si stanno moltiplicando nel mondo”.

“Sono turbato”, ha commentato Avner Shalev, direttore dello Yad Vashem di Gerusalemme, il museo memoriale dell’Olocausto, sottolineando di non sapere chi “esattamente abbia rubato quel simbolo”. Ha poi aggiunto che ritiene che si tratti di neonazisti, e comunque che giudica l’episodio “un oltraggio” ai sei milioni di ebrei e a tutte le vittime del nazismo. E’ “un attacco alla memoria della Shoah, un atto che equivale a una vera dichiarazione di guerra”, ha detto, e che è attribuibile a “elementi che vorrebbero riportarci a quei giorni oscuri”. Sono certo – ha concluso – che il governo polacco farà tutto il possibile” per rintracciare i colpevoli e assicurarli alla giustizia”; e ha sottolineato la necessità che “il mondo illuminato lavori insieme contro l’antisemitismo e il razzismo in tutte le sue forme”.

fonte tgcom

Steve McCurry 1980-2009. Sud-Est


di Maria Vacante

“Osservare un viso è come guardare dentro un pozzo, sul fondo si compone un riflesso ed è l’anima che si lascia intravvedere”. E’ questo il cuore della mostra su Steve McCurry che dall’11 novembre al 31 gennaio si può visitare nella splendida cornice medioevale del Palazzo della Ragione a Milano.

“Sud-Est” racconta gli ultimi, i dimenticati, coloro che in silenzio vivono in luoghi segnati da grande sofferenza ma enorme dignità come l’Afghanistan, il Tibet, la Birmania, l’India. Attraverso i volti fermati in questi scatti troviamo bellezza, eleganza, dignità e ci possiamo specchiare nel loro sguardo cercando la nostra storia.

La mostra si compone di sei sezioni divise da “alberi” e fasci di luce rossa sul pavimento che aiutano il passaggio da una sensazione all’altra. L’altro è una raccolta di visi, sguardi ed espressioni che ci raccontano vite, luoghi ed emozioni lontani nello spazio ma vicini per la forza che hanno di catturare la nostra mente. Il silenzio, che ha accompagnato il fotografo durante i suoi viaggi, permette allo spettatore di osservare ed entrare in contatto con l’anima profonda di quei luoghi, attraverso persone in preghiera e scenari di silenzio. Nella terza sezione esplode La guerra, e McCurry esprime il passaggio improvviso e scioccante che ha vissuto tornando proprio il 10 settembre 2001 dal Tibet agli Stati Uniti, in tempo per assistere al crollo delle Torri Gemelle. Dal silenzio della preghiera al boato del dramma dell’umanità contro l’umanità. “Seicento pozzi di petrolio in fiamme, il cielo nero e denso più della notte, animali agonizzanti, corpi carbonizzati. Questo l’inferno”, così l’autore spiega il disastro di tutte le guerre, ma che nel suo lavoro diventa armonia di colori e immagini. Senza retorica e senza giudizi di parte, lascia che lo spettatore si faccia la propria idea guardando prigionieri, morti, carri armati, animali carbonizzati. Ma lo scontro mostra la forza dei popoli di risollevarsi, ed ecco che inizia La gioia, liberatoria come una risata e bella come delle mai alzate verso il cielo. I colori ora sono vivaci, accesi e allegri, i volti sorridenti, sereni e leggeri. Ci si sente subito meglio, ma dura poco, perché subito dopo siamo riportati alla triste realtà dello sfruttamento dell’Infanzia. Bambini soldato vicini a bambini che lavorano nei campi, bambini pastori, bambini a cui è negata la possibilità di vivere l’età più bella e spensierata; forse non può esistere autentica gioia senza piena consapevolezza del dolore e queste immagini ci raccontano di paura, solitudine, necessità di crescere troppo in fretta. Ma ecco che alla fine arriva la speranza della Bellezza che secondo Dostojevski può salvare il mondo. Tre ritratti di bambine in cui si condensa tutta l’opera di McCurry: dietro ogni immagine c’è una storia che va raccontata e lui riesce a combinare tutti gli elementi in maniera magica, portandoci a conoscere realtà che devono essere viste per prendere piena consapevolezza del nostro tempo.

Il presepe nel carcere di Augusta


di Daniela Domenici

Da un incontro casuale tra un’artista locale e un detenuto agli arresti domiciliari nella casa-accoglienza della Caritas cittadina è nata, tra una chiacchiera e l’altra, l’idea di costruire il presepe, per la prima volta, all’interno della casa di reclusione di Augusta.

Pinina Podestà, una brava pittrice surrealista, nata a Catania ma tanto tempo residente ad Augusta, che per vari anni, su incarico del Comune di Augusta, ha costruito il presepe cittadino nell’androne del Municipio o, l’anno scorso, in una chiesa della via Garibaldi, ha scelto, questo Natale, di accettare questa nuova “sfida artistica”: con l’aiuto di alcune persone detenute a cui ha dato istruzioni mostrando loro come fare, ha costruito, in uno dei corridoi della zona “trattamentale” del carcere, uno splendido presepe di dimensioni davvero ragguardevoli in cui hanno trovato posto le stesse statuine utilizzate nel presepe municipale degli anni precedenti.

Queste statuine sono di proprietà del Museo cittadino di Storia Patria, rappresentato dall’avv. Salerno che, nonostante l’età anagrafica avanzata che non corrisponde a quella che dimostra, ha seguito da vicino, come ha fatto ogni anno, anche questo presepe dando preziosi suggerimenti all’artista in corso d’opera.

E’ superfluo sottolineare l’importanza di questo evento non tanto per l’oggetto in sé, il presepe, ma per le dinamiche di socialità, di collaborazione, di apprendimento che si sono costruite tra l’artista e le persone che hanno collaborato con lei, sempre nell’ottica dell’art.27 della nostra Costituzione che sottolinea quanto la detenzione debba servire alla rieducazione della persona ristretta in vista di un suo reinserimento nella società.

Per chi volesse dare un’occhiata ai presepi che Pinina Podestà ha costruito negli anni scorsi ecco il link:

www.pininapodesta.it

P.S. Non appena mi verranno fornite, dalla direzione del carcere, le foto del presepe sarà mia cura pubblicarle.

La casa di Babbo Natale è nel cuore di Bologna


Quest’anno tutti i bambini devono attraversare il bosco per poter bussare ed entrare nella casa di Babbo Natale. Non è necessario andare in Lapponia. Nel 2009 la casa più accogliente del mondo è nel cuore di Bologna, in Piazza Maggiore. Un’abitazione tutta rossa arredata con oggetti simbolici appesi al soffitto, sculture aeree realizzate con il fil di ferro dall’artista giapponese Chizu Kobayashi. Tutt’intorno alla casa un tappeto di erba vera tempestato da agrifogli dove aspettano le immancabili renne e la slitta. Anche queste sono del tutto particolari: sono realizzate con l’arte topiaria, ossia l’abilità di creare figure con la potatura delle siepi. Una volta usciti dalla casa di Babbo Natale si va direttamente ad ammirare l’albero ecologico di Piazza del Nettuno, illuminato dalle pedalate di grandi e piccoli. La fonte di luce arriva infatti dall’energia sprigionata dai pedali di vecchie biciclette poste tutte intorno all’albero su cui chi vuole può salire e dare il suo contributo: per tenere acceso l’albero e l’idea di un’energia più pulita.

da www.intrage.it