“Tu sola sei”


di Giuliano dal carcere di Augusta

Tu sola sei un sogno mai finito,

padrona assoluta dei mie pensieri

dea delle mie notti insonni,

tu sola sei un delfino solitario

nel mare agitato del mio io,

la notte cala ogni sera senza chiedere permesso

come te, imponente raggio di luce

nel mio cuore.

L’art 21 e il carcere di Augusta


di Daniela Domenici

“I detenuti ammessi alla semilibertà o al lavoro all’esterno, previsti, rispettivamente, dall’art.48 e dall’art. 21 dell’ordinamento penitenziario, legge 26 luglio 1975, n.354, possono lavorare all’esterno dell’istituto. L’impresa che assume un detenuto deve rispettare la normativa previste dalla contrattazione collettiva nazionale. La richiesta nominativa di assunzione va rivolta al direttore del carcere e deve contenere i dati utili alla formulazione del programma  al quale il detenuto dovrà attenersi, cioè deve descrivere le mansioni da svolgere, indicare luogo e orario di lavoro, eventuali prestazioni di lavoro straordinario e ogni altro aspetto relativo all’impiego richiesto. Il programma è definito dall’istituto penitenziario in cui si trova il detenuto ed approvato dal magistrato.”

Questi alcuni brevi dati per spiegare cos’è l’art.21 perché per la prima volta è stato applicato nel carcere di Augusta e ci sembra quindi importante dare il giusto rilievo a questo evento.

Dodici persone detenute escono ogni mattina dalla casa di reclusione, prendono l’autobus e si recano nella zona Paradiso-Terravecchia, punta estrema dell’isola su cui sorge Augusta, e lì lavorano dalle 8 alle 14, chi facendo l’imbianchino, chi il giardiniere, chi il muratore; riprendono poi l’autobus per rientrare in carcere fino alla mattina dopo; osserveranno questo orario fino al 22 dicembre, come ci ha detto un’educatrice, e poi, per i sei mesi di durata dell’accordo, lavoreranno dalle 8 alle 12 e rientreranno per il pranzo in carcere.

Nello specifico, l’impresa che ha assunto questi dodici uomini, tutti italiani eccetto uno di nazionalità albanese, è il Comune di Augusta che intende, con questo accordo, far loro svolgere lavori di manutenzione ordinaria. Queste dodici persone che hanno storie diverse alle spalle, reati e pene differenti, sono unite dalla voglia di dimostrare, prima a se stessi e poi al mondo esterno, che può avere applicazione pratica l’art. 27 della Costituzione italiana che stabilisce il fine rieducativo della pena in vista di un reinserimento sociale.

Ecco alcune delle cose che ho imparato nella vita di Paulo Coelho


– Che non importa quanto sia buona una persona, ogni tanto ti ferirà.
E per questo, bisognerà che tu la perdoni.
– Che ci vogliono anni per costruire la fiducia e solo pochi secondi per distruggerla.
– Che non dobbiamo cambiare amici, se comprendiamo che gli amici cambiano.
– Che le circostanze e l’ambiente hanno influenza su di noi, ma noi siamo responsabili di noi stessi.
– Che, o sarai tu a controllare i tuoi atti, o essi controlleranno te.
– Ho imparato che gli eroi sono persone che hanno fatto ciò che era necessario fare, affrontandone le conseguenze.
– Che la pazienza richiede molta pratica.
– Che ci sono persone che ci amano, ma che semplicemente non sanno come dimostrarlo.
– Che a volte, la persona che tu pensi ti sferrerà il colpo mortale quando cadrai, è invece una di quelle poche che ti aiuteranno a rialzarti.
– Che solo perché qualcuno non ti ama come tu vorresti, non significa che non ti ami con tutto te stesso.
– Che non si deve mai dire a un bambino che i sogni sono sciocchezze: sarebbe una tragedia se lo credesse.
– Che non sempre è sufficiente essere perdonato da qualcuno. Nella maggior parte dei casi sei tu a dover perdonare te stesso.
– Che non importa in quanti pezzi il tuo cuore si è spezzato; il mondo non si ferma, aspettando che tu lo ripari.
– Forse Dio vuole che incontriamo un po’ di gente sbagliata prima di incontrare quella giusta, così quando finalmente la incontriamo, sapremo come essere riconoscenti per quel regalo.
– Quando la porta della felicità si chiude, un’altra si apre, ma tante volte guardiamo così a lungo a quella chiusa, che non vediamo quella che è stata aperta per noi.
– La miglior specie d’amico è quel tipo con cui puoi stare seduto in un portico e camminarci insieme, senza dire una parola, e quando vai via senti che è come se fosse stata la miglior conversazione mai avuta.
– E’ vero che non conosciamo ciò che abbiamo prima di perderlo, ma è anche vero che non sappiamo ciò che ci è mancato prima che arrivi.
– Ci vuole solo un minuto per offendere qualcuno, un’ora per piacergli, e un giorno per amarlo, ma ci vuole una vita per dimenticarlo.
– Non cercare le apparenze, possono ingannare.
– Non cercare la salute, anche quella può affievolirsi.
– Cerca qualcuno che ti faccia sorridere perché ci vuole solo un sorriso per far sembrare brillante una giornataccia.
– Trova quello che fa sorridere il tuo cuore.
– Ci sono momenti nella vita in cui qualcuno ti manca così tanto che vorresti proprio tirarlo fuori dai tuoi sogni per abbracciarlo davvero!
– Sogna ciò che ti va; vai dove vuoi; sii ciò che vuoi essere, perché hai solo una vita e una possibilità di fare le cose che vuoi fare.
– Puoi avere abbastanza felicità da renderti dolce, difficoltà a sufficienza da renderti forte, dolore abbastanza da renderti umano, speranza sufficiente a renderti felice.
– Mettiti sempre nei panni degli altri. Se ti senti stretto, probabilmente anche loro si sentono così.
– Le più felici delle persone, non necessariamente hanno il meglio di ogni cosa; soltanto traggono il meglio da ogni cosa che capita sul loro cammino.
– Il miglior futuro è basato sul passato dimenticato, non puoi andare bene nella vita prima di lasciare andare i tuoi fallimenti passati e i tuoi dolori.
– Quando sei nato, stavi piangendo e tutti intorno a te sorridevano.

Vivi la tua vita in modo che quando morirai, tu sia l’unico che sorride e ognuno intorno a te piange”.

Inno alla gioia – An die Freude (buon compleanno Ludwig)


L’Inno alla gioia, su testo del poeta Friedrich von Schiller, è contenuto nel Quarto Tempo della Nona Sinfonia di Beethoven: è una marcia di gioia, festante, scintillante di colori argentini, che accompagna l’uomo che percorre il cammino gioioso della vita.

http://www.youtube.com/watch?v=Ix5hRZNs4D0

Infatti, l’Inno alla gioia ,oltre ad essere un capolavoro della musica classica, è soprattutto un grandissimo messaggio di pace e di fratellanza.

Con tale composizione Beethoven volle formulare un aperto invito alla fratellanza universale: e proprio per rendere tale messaggio il più chiaro possibile egli decise di far cantare nel finale un testo del poeta tedesco a lui contemporaneo, Friedrich von Schiller. L’ode An die Freude (Alla Gioia)” è una lirica nella quale la gioia è intesa non come semplice spensieratezza e allegria, ma come risultato a cui l’uomo giunge quando si libera dal male, dall’odio e dalla cattiveria.

Proprio per questa esortazione alla fraterna amicizia la melodia su cui viene intonato l’ Inno alla gioia è stata adottata come “Inno europeo”  dal Consiglio d´Europa nel 1972 e oggi  rappresenta anche la speranza di una pacifica integrazione tra i popoli d´Europa.

   An die Freude                    Alla gioia

Freude, schöner Götterfunken, Gioia, bella scintilla divina,  
Tochter aus Elysium, figlia degli Elisei,  
Wir betreten feuertrunken , noi entriamo ebbri e frementi,  
Himmlische, dein Heiligtum. celeste, nel tuo tempio.  
Deine Zauber binden wieder, La tua magia ricongiunge  
Was die Mode streng geteilt ciò che la moda ha rigidamente diviso,  
Alle Menschen werden Brüder, tutti gli uomini diventano fratelli,  
Wo dein sanfter Flügel weilt. dove la tua ala soave freme.  
Wem der grosse Wurf gelungen, L’uomo a cui la sorte benevola,
Eines Freundes Freund zu sein, concesse di essere amico di un amico,
Wer ein holdes Weib errungen, chi ha ottenuto una donna leggiadra,
Mische seinen Jubel ein! unisca il suo giubilo al nostro!
Ja, – wer auch nur eine Seele Sì, – chi anche una sola anima
Sein nennt auf dem Erdenrund! possa dir sua nel mondo!
Und wer’s nie gekonnt, der stehle Chi invece non c’è riuscito, lasci
Weinend sich aus diesem Bund! piangente e furtivo questa compagnia!
Freude trinken alle Wesen Gioia bevono tutti i viventi
An den Brüsten der Natur; dai seni della natura;
Alle Guten, alle Bösen tutti i buoni, tutti i malvagi
Golgen ihrer Rosenspur! seguono la sua traccia di rose!
Küsse gab sie uns und Reben Baci ci ha dato e uva ,
Einen Freund, geprüft im Tod! un amico, provato fino alla morte!
Wollust ward dem Wurm gegeben, La voluttà fu concessa al verme,
Und der Cherub steht vor Gott! e il cherubino sta davanti a Dio!
Froh, wie seine Sonnen fliegen Lieti, come i suoi astri volano
Durch des Himmels prächt’gen Plan, attraverso la volta splendida del cielo,
Laufet, brüder, eure Bahn, percorrete, fratelli, la vostra strada,
Freudig, wie ein Held zum Siegen. gioiosi, come un eroe verso la vittoria.
Seid umschlungen, Millionen! Abbracciatevi, moltitudini!
Diesen Kuss der ganzen Welt! Questo bacio (vada) al mondo intero
Brüder, über’m Sternezelt Fratelli, sopra il cielo stellato
Muss ein lieber Vater wohnen deve abitare un padre affettuoso.
Ihr stürzt nieder, Millionen? Vi inginocchiate, moltitudini?
Ahnest du den Schöpfer, Welt? Intuisci il tuo creatore, mondo?
Such’ ihn über’m Sternenzelt! Cercalo sopra il cielo stellato!
Über Sternen muss er wohnen! Sopra le stelle deve abitare!

 

L’Inno alla Gioia contiene dunque un chiaro messaggio: gli uomini devono essere fratelli, devono vivere in armonia e in pace gli uni con gli altri. Ognuno deve allora interiorizzare le idee che questa meravigliosa opera ci comunica: la pace non è una prospettiva irrealizzabile, anzi, con l’impegno di tutti noi sarà più facile costruire un mondo di fratellanza e di armonia.

 ANEDDOTO

Si racconta che Beethoven, dopo l´ultima nota della prima esecuzione della Nona Sinfonia, rimase per parecchi secondi assorto nella sua sordità, seduto vicino al direttore con le spalle rivolte al pubblico che applaudiva furiosamente. La cantante Caroline Unger, che appena ventenne aveva preso parte come solista all’esecuzione, per costringerlo a voltarsi affinché vedesse l´esultanza della folla e capisse quale grande successo aveva riscosso, lasciò il suo posto e gli si avvicinò, lo prese amabilmente per mano e lo voltò verso la folla che acclamava entusiasta sventolando un mare di fazzoletti bianchi.

Anche ammettendo che l´aneddoto sia stato confezionato per caratterizzare meglio l´immagine della solitudine e dell´isolamento del genio, è vero che Beethoven rispose con l´Inno alla gioia ad uno dei periodi più tristi della sua vita.

 da www.ospitiweb.indire.it

Un buon non-compleanno a me…oggi 52 :-)


Un buon non compleanno
un buon non compleanno
un buon non compleanno per noi
Un buon non compleanno a me a chi? A me o a te?
Un buon non compleanno a te? a me? e a te? o a me? Brindiamo tutti insieme con un altro po’ di tè;
E tanti tanti auguri a teeeeeeeeeeeeeeeeee
Non c’è posto Non c’è posto Non c’è posto Non c’è posto
Non c’è posto Non c’è posto Non c’è posto, non vedi?!
Siamo al completo! Non c’è posto Tutto pieno!
Ma mi sembra che qui c’è pieno di posti vuoti
Ah, ma non è corretto sedersi senza essere stati invitati!
Certo che non è corretto. E’ OLTREMODO scorretto Scorrettissisissimissimo
Oh, chiedo scusa ma mi è piaciuto tanto il vostro canto e ho pensato che potreste dirmi…
Ti è piaciuto tanto il nostro canto?!
Oh, ma che simpatica bambina! Sono così emozionato! Nessuno ci fa un complimento… Prendi una tazza di tè
Ah si, è vero, il tè!
Tiglia azzettare una tazza di tè Volentieri.
Scusate se vi ho interrotto mentre celebravate il vostro compleanno… grazie
Compleanno?! Ah ah ma mia cara bambina, qui non si tratta di un compleanno! Ci mancherebbe!
Il nostro è un non compleanno!
Un non compleanno? Scusatemi ma non riesco a capire
E’ molto semplice. Dunque: trenta dì contan ven… no.
Nè di venna nè di marte non ci sto…
Se tu hai un compleanno hai anche…
Ah ah, non sa cos’è un non compleanno! Che ignara! Uh uh!
Ebbene… Io la deluciderò
Noi tutti abbiam un compleanno ogni anno
Ed uno solo all’anno, ahimè, ce n’è
Ah, ma ci son trecensesantaquattro non compleanni
E questi preferiamo festeggiar
Ma allora oggi è anche il mio non compleanno!
Davvero?! Com’è piccolo il mondo!
In tal caso… Un buon non compleanno A me? A te!
Un buon non compleanno A me? A te!
Or spegni la candela e rallegrati perchè…
… un buon non compleanno a teeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeee!!!… …………

http://www.youtube.com/watch?v=9SnArDJBEYA