di Daniela Domenici
Giulia, oggi sono dieci anni che hai lasciato questa terra per tornare alla Casa dove non soffri più; hai lasciato il tuo corpo mortale, martoriato da innumerevoli “torture”, per indossare una veste di luce; da quel luogo in cui sei, pieno di pace, colori e musica, quella musica che tu amavi tanto, guardi questo mondo in cui ancora mi trovo, in serena attesa di raggiungerti, quando il Signore vorrà, per continuare le nostre conversazioni, durate quasi trent’anni in questa vita…chissà se c’è un teatro o una sala concerti lì dove sei, Giulia, per poter ancora nutrire quella tua “fame di cultura” che condividevi con me…
Pozelùi, majà daragàja padrùga, GIULIA