Carceri, proteste contro il sovraffollamento


Sabato alla Dozza stoviglie e pentole contro le grate
da domani anche le detenute faranno azioni analoghe

Il carcere della Dozza
Continuano le proteste dei detenuti contro il sovraffollamento nel carcere della Dozza di Bologna: se da sabato si sono verificate battiture di stoviglie e pentole contro le grate (ma anche lanci di alcune bombolette di gas da campeggio), da domani sera faranno sentire la propria voce anche le detenute della sezione femminile, anche loro sbattendo contro le sbarre dopo le 20.45. Ad annunciarlo è il Circolo Chico Mendes di Bologna, da sempre attento alla Dozza e attivo sulla tematica del carcere. Intanto, il coordinatore della la sigla della Uil che rappresenta la guardie, Domenico Maldarizzi, fa sapere che la situazione è molto tesa, ma finora è stata «tenuta sotto controllo dalla polizia penitenziaria». Tuttavia, avverte Maldarizzi, «il personale, che si adopera per gestire le emergenze e le criticità, non potrà certo reggere a lungo». Ecco perché, se da un lato la Uil si augura che le proteste non sfocino in una «degenerazione violenta», dall’altro fa appello a «chi ha competenze amministrative e politiche del sistema penitenziario» affinchè «si decida seriamente a fare qualcosa e non a limitarsi ai soliti annunci». La protesta dei detenuti, spiega Maldarizzi, «va avanti da sabato e trae origine dalle invivibili condizioni della Dozza che si protrae da circa un anno ormai». Nel carcere, la presenza di detenuti oltre il limite regolamentare «costringe la Direzione a prevedere materassi per terra: a fronte dei 494 posti regolamentari, a Bologna sono ristretti circa 1.180 detenuti con una percentuale di sovraffollamento di oltre il 137%».

IL CARCERE PIU’ AFFOLLATO D’ITALIA – Se il sovraffollamento è una piaga comune a tutte le regioni d’Italia, l’Emilia-Romagna è in cima alla classifica, con un surplus pari al 90,32%, spiega Maldarizzi. E il carcere di Bologna è «l’istituto più affollato d’Italia. I numeri parlano da soli – continua il sindacalista – e le condizioni di sofferenza del personale di Polizia penitenziaria pesantemente sott’organico non hanno più bisogno di commento». All’allarme lanciato più volte dai sindacati, l’Amministrazione penitenziaria ha risposto solo con «indifferenza, silenzio ed immobilismo» dice Maldarizzi. Il sindacalista conclude: «Noi stiamo monitorando la situazione ed esprimiamo sia al personale di Polizia penitenziaria che alla Direzione di Bologna la nostra vicinanza e totale solidarietà per i difficili momenti che è costretto ad affrontare ogni nel più completo abbandono e in una tristissima solitudine».

 da www.corrieredibologna.corriere.it

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