La deputata radicale Rita Bernardini, membro della commissione Giustizia, aderisce alla mobilitazione dell’Unione Camere Penali Italiane e domani, sabato 28 novembre, sarà a Napoli per partecipare alla “Giornata per la legalità della pena”, promossa
dalla Camera Penale di Napoli e dal “Carcere Possibile Onlus”.
Lo rende noto un comunicato stampa dei Radicali. Mentre arriva a 74 il numero di parlamentari del Pd, del Pdl, dell’Udc, dell’Idv e del Gruppo Misto, che hanno sottoscritto la mozione sulle carceri promossa dai deputati Radicali nel gruppo del Pd, prosegue l’iniziativa nonviolenta intrapresa dai Radicali affinché la mozione venga calendarizzata. Rita Bernardini, infatti, giunge oggi al nove giorno di sciopero della fame con i dirigenti e militanti Radicali Irene Testa, Claudia Sterzi, Annarita Digiorgio, Riccardo Magi e Luisa Simeone.
“Ci è giunta oggi da Sondrio la notizia di un nuovo suicidio di un detenuto che ieri si sarebbe impiccato con la cintura dell’accappatoio. Con questa – osserva Rita Bernardini – sono ben tre le morti che si sono consumate nelle nostre carceri comunicate nella giornata di ieri, undici nel mese di novembre e 159 dall’inizio dell’anno: uno stillicidio di “evasioni da una vita insopportabile”, drammatico e intollerabile.
E intollerabile è anche l’immobilismo del governo che non risponde alle interrogazioni, nega le cause reali di questa situazione e annuncia “piani carcere” che, se mai fossero realizzati, darebbero risposte di maggiori spazi di vivibilità fra tre anni quando la popolazione dei detenuti, seguendo i ritmi attuali, sarà giunta alla soglia dei centomila ristretti. Così si volta la faccia alle soluzioni che sono necessarie e possibili oggi. Quello di cui ha bisogno l’intera comunità penitenziaria per uscire dall’incostituzionalità e dal suo insopportabile stato di sofferenza è subito un’amnistia legale contro l’amnistia di classe che vede ogni anno cadere in prescrizione circa 200mila processi e poi – conclude Bernardini – una radicale riforma delle carceri che includa la depenalizzazione dei reati meno gravi e l’estensione delle misure alternative, proprio come previsto dalla mozione parlamentare”.
Ed ecco le motivazioni dell’Unione Camere Penali per questi due giorni di protesta
Le carceri italiane sono sovraffollate, il 50% dei detenuti è in attesa di giudizio, quindi sono presunti innocenti; la sanità carceraria non funziona; e ci sono problemi anche per gli agenti penitenziari che sono pochi, spesso costretti a turni massacranti e a controllare troppi detenuti rispetto a loro”. Così il vicepresidente dell’Unione camere penali italiane Renato Borzone spiega a CNRmedia le ragioni della protesta di due giorni, oggi e domani, dei penalisti italiani. Gli avvocati sono anche contrari all’inasprimento del 41bis, il regime di carcere duro applicato di solito ai mafiosi. “È un regime detentivo inumano, più volte stigmatizzato anche dagli organi europei; viola i diritti elementari dell’individuo. La pena, anche per reati gravi, va scontata in condizioni di umanità”.
Gli avvocati chiedono, fra l’altro, di ampliare le misure alternative al carcere per i casi di minore allarme sociale: “Le percentuali di recupero dei detenuti sottoposti a sanzioni alternative sono molto alte, e il tasso di recidiva in questi casi è basso, lo dimostrano le statistiche”. E per i detenuti in attesa di giudizio “bisogna capire che la custodia cautelare è l’extrema ratio”.
fonte AGI
da www.ristretti.it