Carceri, Bernardini: sciopero della fame dopo il suicidio di un altro detenuto


“Iniziero’ dalla mezzanotte di oggi uno sciopero della fame, chiedendo a tutta la comunita’ penitenziaria di lottare insieme: non c’e’ bisogno di protesta, ma di proposta per dare uno sbocco nonviolento, intelligente e ragionevole alla rivolta che sentiamo dentro di noi quando le leggi fondamentali dei diritti umani sono ignorate e calpestate”. Lo dichiara la radicale Rita Bernardini, membro della Commissione Giustizia della Camera, dopo la notizia, diffusa da Ristretti Orizzonti, dell’ennesimo suicidio in carcere. “Questa volta – ricorda Bernardini – si tratta di un minorenne, diciassette anni, marocchino che si e’ impiccato ieri pomeriggio con un lenzuolo nella doccia del carcere minorile di Firenze. Era dentro per dal 3 agosto tentato furto, in attesa di giudizio”. Bernardini aggiunge inoltre: “non vorrei che questa tragica notizia passasse sotto silenzio come e’ accaduto per altri stranieri che si sono tolti la vita nelle patrie galere. Nella stragrande maggioranza dei casi sono proprio gli extracomunitari e i romeni ad essere letteralmente abbandonati: per loro non c’e’ un adeguato diritto di difesa perche’ sono poveri, non ci sono quasi mai misure alternative al carcere perche’ spesso non hanno nemmeno un’abitazione dove scontare gli arresti domiciliari, sono allontanati dai luoghi dei loro affetti familiari perche’ per loro e’ piu’ facile essere oggetto di ’sfollamenti’ dalle carceri del centro-nord a quelle del sud”. I deputati radicali quindi depositeranno nelle prossime ore una mozione di indirizzo al Governo “sulla drammatica situazione delle carceri che sara’ sottoposta alla firma di tutti gli schieramenti politici. Crediamo – conclude Bernardini – che sia uno strumento di ‘governo’ per invertire la rotta illegale e senza speranza che ogni giorno di piu’ prende la gestione degli istituti penitenziari, con il carico di sofferenza e di abbandono in cui vive tutta la comunita’ penitenziaria, detenuti, direttori, agenti, educatori, medici e infermieri, psicologi e assistenti sociali”.

fonte AGI

Un gregge di mille pecore dalla Sardegna come dono per l’Abruzzo


Un gregge di quasi mille pecore che gli allevatori sardi hanno donato ai “colleghi” abruzzesi colpiti dal terremoto sarà consegnato a L’Aquila Venerdì 20 novembre 2009 alle ore 11.00 nel Piazzale della Fimek – ex Italtel (ora Campo della Croce rossa).

Così, insieme alle case, iniziano anche a ripartire le attività economiche con l’ arrivo di un grande gregge che servirà a ricostituire gli allevamenti di una parte delle centinaia di aziende agricole flagellate. Un dono singolare che, pensato da Gigi Sanna, socio Coldiretti e anima del gruppo musicale Istentales, è stata tradotta in pratica dall’azione sinergica delle Coldiretti di Nuoro e Abruzzo in collaborazione con i rispettivi Assessorati regionali all’agricoltura.

Un gesto nato un pò per la solidarietà che ha caratterizzato il settore agricolo in questa occasione e un pò per quella antica usanza che in Sardegna si chiama “sa paradura”, che prevede il dono di una o più pecore a chi cade in disgrazia per risollevare le sue sorti.

Un impegno per un mestiere antico ricco di tradizione che consente la salvaguardia di razze in via di estinzione a vantaggio della biodiversità del territorio, ma che offre anche produzioni di carne e formaggi di pecora di qualità particolarmente importanti per la ripresa economica in una Regione come l’Abruzzo dove un terzo delle imprese si occupa di agricoltura e l’agroalimentare pesa per il 15 per cento sul Pil regionale.

da www.newsfood.com

Cinesi bravi in matematica possono essere locomotiva per la classe


Capitare in classe con un bambino cinese potrebbe essere una fortuna per chi fatica a digerire la matematica. Complice una severa tradizione scolastica orientale e un Dna “amico dei numeri”, l’alunno cinese potrebbe essere, grazie alle sue abilità in matematica, «una locomotiva per l’intera classe». Ne è convinta Maria Bartolini Bussi, docente dell’università di Modena e Reggio Emilia, che oggi ha tenuto una conferenza sul tema all’università di Roma Tre.

Parlando di sei punti forza dell’educazione scolastica cinese, Bartolini Bussi ha spiegato come gli insegnanti italiani potrebbero prendere spunto dalla cultura orientale e spingere gli alunni dei primi cicli scolastici a sempre nuove sfide intellettuali, perché «per essere felici i bambini non hanno bisogno solo di giochi. Anche una piccola sfida superata porta il sorriso». In Cina, ha aggiunto, esiste una filosofia dell’educazione «che da molto valore alla scuola, a differenza dell’Italia dove ha più successo un “tronista” di un laureato. L’insegnamento, soprattutto della matematica, è molto omologato ma i bambini non sono dei piccoli robot e le loro abilità di risoluzione dei problemi lo dimostrano».

Secondo Bartolini Bussi la cultura di cui gli alunni cinesi sono portatori e le buone pratiche del loro sistema scolastico potrebbero quindi essere applicate anche nella scuola italiana: «È importante – ha concluso – non omologarli al nostro sistema, ma valorizzare i loro punti forza da cui possono trarre ricchezza anche gli alunni italiani».

Le indagini statistiche comparative del rendimento scolastico nei vari paesi condotte da alcuni anni hanno mostrato un ottimo rendimento in matematica dei bambini cinesi nonostante i maestri cinesi abbiano solo il diploma corrispondente ai 9 anni della scolarità obbligatoria e lavorino con pochi mezzi a disposizione e classi sovraffollate (fino a 60-70 studenti, e nelle scuole rurali, la norma è la pluriclasse con molti bambini di età molto diverse).
da www.lastampa.it

Umberto Veronesi: la pace è nel Dna degli uomini


di Paola D’Amico

MILANO – Parte dalla scienza — «linguaggio universale, capace come la musica, l’arte e l’amore di farsi capire in ogni luogo del pianeta» — per dimostrare che «l’uomo è pacifico, sta scritto nel suo Dna». E arriva alla fede, citando Sant’Agostino: «Il bene è la regola del mondo, il male è solo un’ombra». Nella Sala delle colonne di Palazzo Re­ale, il professor Umberto Veronesi presenta Science for Peace, una tre giorni che da giovedì a sabato trasfor­merà Milano nella capitale della pa­ce, con un convegno giuridico (a Pa­lazzo di Giustizia venerdì), una confe­renza mondiale alla quale hanno ade­rito decine di Nobel (venerdì al Picco­lo Teatro Studio), un convegno di po­litica internazionale (giovedì alla Sta­tale, con la «regia» di Alberto Marti­nelli), una rassegna di cinema al­l’Apollo e all’Anteo, una mostra foto­grafica «Ombre di guerra» alla Roton­da di via Besana e un concorso per le scuole dal 1˚ gennaio.

La scienza, che per sua natura «è pacifica», diventerà sostegno del mo­vimento per la pace nel mondo deci­samente un po’ dimenticato. «È l’ulti­ma possibilità», dice il grande medi­co. Accanto a lui, c’è Emma Bonino, vicepresidente del Senato. Che ricor­da come «il tema della cultura della pace debba essere affiancato a quello del disarmo». L’obiettivo finale di Science for Peace. «Senza pace è im­possibile qualunque altro diritto. Con l’Europa siamo riusciti a fare una moneta unica — dice Emma Bonino —, perché non fare un unico eserci­to, ovviamente di pace?». Contribuire a sostenere la cultura pratica della pa­ce è la sua nuova grande sfida. «La più difficile — ammette Veronesi —. Ma una sfida con buone chance».

da corriere.it

Il bottone salva-bambini – Save-children click


di Marco Bardazzi

Con un click si può chiedere aiuto contro prepotenti, maniaci e pedofili. “Che aspettano Facebook e gli altri a muoversi?”
Bebo è il primo tra i grandi social networks ad aver adottato e inserito nelle proprie pagine un “bottone” che permette ai ragazzini di chiedere aiuto online, quando si trovano alle prese con minacce di possibili abusi via web.
Il bottone è un’iniziativa della britannica CEOP (Child Explotation & Online Protection), un’organizzazione collegata alla polizia del Regno Unito, e con un semplice click mette in contatto i giovani utenti della rete con agenti addestrati a riconoscere i pericoli per i minori.
E ora Jim Gamble, il capo di CEOP, si chiede quando gli altri social networks seguiranno la stessa strada. “Non c’è ragione per cui Facebook, MySpace e gli altri non facciano come Bebo”, ha detto Gamble alla BBC.da www.lastampa.it

Fibrosi cistica: broccoli e cavolfiori sono antidoti naturali


di Matteo Clerici

Broccoli e cavolfiori sono capaci di aiutare nella lotta contro la fibrosi cistica. Non solo: tali verdure agiscono da scudi anche contro malattie come il diabete, le malattie cardiache e le malattie neurodegenerative.

Ciò emerge da uno studio dell’Università della Pennsylvania (sezione Scuola di Medicina) condotto dal dottor Zhe Lu e pubblicato da “Proceedings of the National Academy of Sciences”.

Il dottor Lu e collaboratori hanno lavorato con una serie di colture in laboratorio, mettendole alla prova e simulando l’attacco che le infezioni (causa di malattie) portano al corpo umano. Essi hanno così notato come le cellule si difendessero dai nemici (il perossido d’idrogeno e l’ipoclorito di sodio) tramite l’antiossidante tiocinato, normalmente presente nell’organismo.
Ma a volte tali difese naturali non bastano. Ecco quindi che arrivano in soccorso le due verdure; esse infatti contengono tale antiossidante, contrastando gli accumuli di sostanze chimiche dannose, frequenti nelle malattie citate.

Per gli studiosi, perciò,l’ antiossidante contenuto nei due vegetali possa essere un aiuto nella cura di malattie come la fibrosi cistica, anche se ritengono necessari altri approfondimenti.

da www.newsfood.om

“L’arca di Noè”


Testo di Sergio Endrigo – Musica di Sergio Endrigo e Bacalov – Edizione Fonit Cetra Music Publishing S.r.l
 

Un volo di gabbiani telecomandati
E una spiaggia di conchiglie morte
Nella notte una stella d’acciaio
Confonde il marinaio
Strisce bianche nel cielo azzurro
Per incantare e far sognare i bambini
La luna è piena di bandiere senza vento
Che fatica essere uominiPartirà la nave partirà
Dove arriverà questo non si sa
Sarà come l’arca di Noè
Il cane il gatto io e te

Un toro è disteso sulla sabbia
E il suo cuore perde kerosene
A ogni curva un cavallo di latta
Distrugge il cavaliere
Terra e mare polvere bianca
Una città si è perduta nel deserto
La casa è vuota non aspetta più nessuno
Che fatica essere uomini

Partirà la nave partirà
Dove arriverà questo non si sa
Sarà come l’arca di Noè
Il cane il gatto io e te

Fine vita. Olanda: on line lista di farmaci per togliersi la vita


di Sara De Carli

Una pagina web, accessibile pagando 17 euro di quota associativa. «Ma diamo informazioni, non istruzioni», si difende l’associazione

 Da noi ha destato scalpore un romanzo, quel “Vi perdono” di Angela Del Fabbro, pseudonimo che nasconde (pare) la storia vera di Miele, che fa la spola con il Messico per comprare sedativi per cavalli con cui poi garantire una morte dolce e insospettabile a quanti, in Italia, sono stanchi di vivere.

 In Olanda hanno fatto molto di più: l’olandese NVVE-Associazione per la fine volontaria della vita ha messo su Internet un sito di istruzioni al suicidio. La notizia è ripresa in Italia da Audc. L’associazione ha messo on line una guida al suicidio con farmaci: ci può accedere, in due ore, chiunque abbia compiuto sedici anni e si registri all’associazione NVVE, pagando la quota annuale di 17,50 euro. “Sappiamo che molte persone cercano questo tipo d’informazione. E vogliamo impedire che si uccidano nei modi più brutali, gettandosi sotto il treno o impiccandosi”, ha spiegato la direttrice Petra de Jong al giornale De Volkskrant. «Questi metodi non danno rischi per la gente che sta attorno o per eventuali “salvatori”. Crediamo che la gente debba poter morire con dignità».

La de Jong non crede che la sua associazione possa essere perseguita per quest’iniziativa, sebbene in Olanda l’aiuto al suicidio sia vietato. “Noi diamo informazioni, non istruzioni. Non agiamo in proprio, non prescriviamo farmaci, non abbiamo medici che aiutano i pazienti a morire. Forniamo solo informazioni”. I farmaci proposti sono indolori, hanno obbligo di ricetta e portano alla morte entro due-dodici ore

 da www.vita.it

Ragusa: 5 detenuti per protesta ingeriscono lamette e pile stilo


Le morti in carcere e gli atti di autolesionismo hanno da sempre costituito un serio problema nel nostro Paese. Molti di questi atti di ribellione dipendono dal sovraffollamento e dalla mancanza di condizioni di vita normali. Una grave pecca che anche nelle nostre carceri sta aumentando considerevolmente. Secondo i dati aggiornati al 2 novembre, infatti, la capienza regolamentare del carcere ibleo è 146 persone, mentre quella tollerabile è di 218. Ma sono 257 i detenuti al suo interno e ciò significa che viene superata la regolamentare del 176% e la tollerabile del 117%. Proprio questa motivazione è alla base di una protesta plateale messa in atto da cinque detenuti di Contrada Pendente sabato pomeriggio. I cinque detenuti, che sono rinchiusi in una stessa cella e che per questo motivo hanno intentato la protesta, hanno chiesto di essere messi nelle condizioni di avere i beni di prima necessità e di poter lavorare per potersi economicamente mantenere, cosa che non sempre è possibile proprio a causa del sovraffollamento. Una protesta, però, pericolosa perché i cinque carcerati hanno utilizzato gravi forme di autolesionismo per attirare l’attenzione. Uno si è cucito la bocca con ago filo, un altro ha ingerito una pila stilo ed altri hanno ingoiato delle lamette procurandosi delle ferite all’intestino e per queste ragioni sono stati ricoverati al “civile” e tenuti sotto osservazione per alcune ore. Una volta riportati in carcere sono stati sistemati in celle diverse.

da www.innocentievasioni.net

Essere spiritualista significa…


Essere uno spiritualista non consiste nel praticare delle
attività cosiddette “spirituali”, come la meditazione, la
preghiera o lo studio. Ciò che caratterizza lo spiritualista, è
lo scopo che egli dà alle sue attività, e tale scopo deve essere
la realizzazione di un’idea, di un ideale superiore. Ora, invece,
quando si vede per quale ragione sempre più persone si dedicano a
pratiche spirituali (dominare gli altri, sedurli, ottenere
successo, denaro e gloria), c’è di che rattristarsi e
indignarsi.
L’essenziale è lo scopo. Così, qualunque attività della vita
quotidiana può essere spiritualizzata se si sa come introdurre
in essa, col pensiero, un elemento divino. Essere spiritualisti
non non vuol dire disprezzare la materia. Essere spiritualisti
significa lavorare con la luce e per la luce, significa imparare
ad utilizzare qualsiasi lavoro per armonizzarsi con il mondo
divino e legarsi al Creatore.”

Omraam Mikhaël Aïvanhov