La meditazione riduce il dolore


di Matteo Clerici

meditazioneLa sensibilità al dolore può essere ridotta tramite sedute di meditazione

Questo è il messaggio di uno studio della University of North Carolina-Charlotte (UNC-C), diretto dal dottor Fadel Zeidan e pubblicato dal “Journal of Pain”.

L’equipe di Zeidan ha lavorato con alcuni volontari, divisi in due gruppi. Il primo gruppo è stato preparato tramite una serie di tre sessioni (20 minuti l’una) di meditazione. Il secondo gruppo (gruppo di controllo) ha usato altre tecniche di rilassamento. Successivamente, tutti i soggetti sono stati sottoposti a 3 sedute di scariche elettriche, innocue ma dolorose.

Spiega il dottor Zeidan: “Non solo i soggetti sentono meno dolore rispetto al gruppo di controllo durante la meditazione, ma hanno anche sperimentato una riduzione della sensibilità al dolore anche quando non meditavano”. Secondo il medico, la ricerca non ha solo confermato un fatto già noto (la capacità della meditazione di ridurre la sofferenza lavorando su alcune zone del cervello) ma ha fatto scoprire come “Questo si poteva fare in soli 3 giorni, con appena 20 minuti al giorno”.

Conclude così Zeidan: “Questo studio è il primo a dimostrare l’efficacia di un tale breve intervento sulla percezione del dolore“.

Per i ricercatori, tale lavoro è interessante in quanto apre nuove possibilità di lotta al dolore, specialmente per quei casi in cui non sia possibile usare i comuni farmaci antidolorifici.

www.newsfood.com

Benvenuti “ncopp’ a stu volo”


easy jetROMA – ”Signore e Signure benvenute a tutte quante ‘ncopp’a ‘stu volo ‘e l’easyJet”. Ma anche ”Sciuri e sciure, benvegn a bord de chel vul chi easyJet”. Potrebbero diventare cosi’, cioé in dialetto, gli annunci di bordo nei voli in Italia della compagnia low cost inglese. Che, cavalcando la polemica sull’introduzione dei dialetti a scuola e nelle amministrazioni pubbliche, sta valutando di introdurre i dialetti della città di partenza e di destinazione negli annunci di bordo.

EasyJet fa sapere in un comunicato che, come ”terzo vettore per quota di mercato nel trasporto passeggeri in Italia”, sta prendendo ”in seria considerazione la possibilita’ di ‘sdoganare’ e valorizzare i principali idiomi regionali introducendoli sulle tratte domestiche durante le istruzioni di sicurezza che vengono fornite prima del decollo. Cosi’, ad esempio, sul collegamento tra Milano Malpensa e Napoli Capodichino l’italiano e l’inglese potrebbero in futuro essere affiancati dal lumbard e dal nnapulitano”.

”Il nostro interesse per l’uso dei dialetti a bordo nasce dalla volonta’ di essere sempre piu’ vicini alla quotidianita’ dei nostri passeggeri e di dare loro un segno tangibile del fatto che sentiamo l’Italia come la nostra seconda casa”, spiega Thomas Meister, Marketing manager easyJet per l’Italia. ”Inoltre – prosegue – ci sembra bello far riassaporare ai nostri passeggeri l’emozione di trovarsi a casa gia’ dal momento in cui salgono a bordo di un aereo easyJet”. Nel comunicato, la compagnia inglese scrive anche il testo dell’annuncio in italiano e come sarebbero su un volo Malpensa-Capodichino, in milanese e napoletano.

(La traduzione e la registrazione del testo in dialetto napoletano sono state gentilmente concesse dal cabarettista Tony Tammaro)

fonte ANSA

UDU, richiesta indagine su erogazione dei servizi abitativi dell’ERSU di Catania


Comunicato stampa

case studenteUna richiesta di indagine e controllo in merito alla corretta erogazione dei servizi abitativi dell’Ente Regionale per il Diritto allo studio di Catania per l’anno accademico 2009\2010.

E’ quanto presentato dall’UDU Catania e dalle Associazioni che fanno riferimento ai Giovani Democratici.

La richiesta, presentata, tramite Liborio Provenza (consigliere Ersu Palermo), in Commissione regionale per il Diritto allo studio, riporta una descrizione attenta e dettagliata delle condizioni precarie in cui versa l’ERSU di Catania, sottolineando l’inadeguatezza degli alloggi, le precarie condizioni strutturali degli edifici adibiti a residenza degli studenti universitari, la mancanza di mense e servizi di ristorazione.

In particolare, “l’UDU invita la Commissione e l’Assessore regionale alla Pubblica Istruzione, l’On. Lino Leanza, ad un confronto proficuo con gli studenti, il sindacato e le associazioni universitarie al fine di predisporre un intervento concreto che riabiliti le funzioni dell’Ente e garantisca agli studenti dell’Ateneo di Catania quei servizi fondamentali per una reale fruizione del Diritto allo Studio”.

 

Fabio Tasinato, Coordinatore UDU Catania

Rosario Sardella, Associazione Unipro

  Resp.  prov. “Comunicazione” Giovani Democratici – Catania  

 

Vita in ufficio: lanciare il telefono al collega non è reato


lanciare il telefonoGiusto T., dipendente di un’azienda palermitana, esasperato da un collega, gli ha lanciato contro la cornetta del telefono. L’azienda, di fronte a questo gesto, ha deciso di espellere in tronco il lavoratore condannando la sua reazione violenta, ma i giudici di piazza Cavour la pensano diversamente. Con la sentenza numero 23289 del 3 novembre 2009, infatti, la Cassazione ha stabilito il reintegro di Giusto T. nel suo posto di lavoro, perché quel lancio del telefono non può essere considerato una violenza o una minaccia ma piuttosto una reazione momentanea dovuta all’esasperazione. In sostanza il comportamento del signor Giusto non pregiudica la sua rendita e quindi non giustifica un licenziamento; non si può pensare infatti che la sua reazione violenta pregiudichi il futuro adempimento degli obblighi lavorativi.

da www.intrage.it

Campagne: a Firenze “Facciamo un goal al diabete”


Una partita di calcio fra la Nazionale Italiana Atleti con Diabete e i dipendenti della Lilly Italia.

diabeteAlla vigilia della Giornata Mondiale del Diabete che si celebra il 14 novembre,  ANIAD e Lilly Italia, con il Patrocinio di Diabete Italia e in collaborazione con il Comune di Sesto Fiorentino, organizzano ‘Facciamo un goal al diabete’ giornata di approfondimento sui temi del diabete che vedrà anche la Nazionale Italiana Atleti con Diabete sfidare i dipendenti della Lilly Italia.

In questa occasione saranno anche premiati i vincitori de “Il Diabete a Colori”, concorso di creatività per esprimere in immagini e in parole la propria vita insieme alla patologia che colpisce oltre 3 milioni di italiani. Il concorso è promosso da Lilly Italia in partnership con il Centro di Diabetologia Pediatrica dell’Ospedale Meyer, la Fondazione Meyer e le principali Associazioni italiane di persone con diabete.
 

 Il diabete viene oggi preso ‘a calci’ grazie alla Nazionale Italiana Atleti con Diabete che, in un’amichevole contro i dipendenti di Lilly Italia, dimostrerà come convivere con il diabete non solo si può, ma che è possibile  anche  svolgere attività sportive a livello agonistico. La sfida  rappresenta il culmine di una giornata interamente dedicata al diabete, nella quale esperti del settore, specialisti e persone con diabete si confronteranno su tematiche inerenti prevenzione, gestione ottimale e attività sportiva.
 
Sarà questa anche l’occasione per premiare i vincitori del concorso di creatività espressiva dal titolo ‘Il Diabete a Colori’ organizzato da Lilly Italia in partnership con il Centro di Diabetogia Pediatrica dell’Ospedale Meyer, la Fondazione Meyer e le principali Associazioni italiane di persone con diabete.

 da www.vita.it

Giuseppe Cucè a Parigi al Thèatre du Petit Saint-Martin.


di Daniela Domenici

giuseppe cucèEvento di altissimo contenuto artistico: ecco arrivare a Parigi, al Thèatre du Petit Saint-Martin al 17 di rue Renè Boulanger il prossimo 16 novembre alle ore 20.00, Giuseppe Cucè, il cantautore catanese nuova rivelazione della scena musicale italiana che, prima ancora di pubblicare il suo primo album “La mela e il serpente” lo scorso 26 giugno, aveva già guadagnato l’attenzione della stampa specializzata; TGCOM, per esempio, ha definito la sua musica “coraggiosa e raffinata dal gusto estremamente acustico”.

Chitarre e linee di archi creano atmosfere del sud del mondo su cui la voce del cantante Giuseppe Cucè disegna ammalianti spirali melodiche; anche per il mood dalle fogge mediterranee” che si respira nei suoi brani è stato anche paragonato a cantautori illustri quali Vinicio Capossela e Mario Venuti. Il cantautore catanese si candida quindi a diventare nuovo fenomeno di culto per gli estimatori del versante world music.; il suo concerto di lunedì 16 Novembre alle ore 20.00 porta Parigi al centro della nuova world music europea dando spazio a sonorità in stile Capossela, Conte, De Andrè e Tenco.

Giuseppe Cuce’ nasce a Catania l’8 Settembre 1972. Fin dall’adolescenza mostra una grande sensibilità verso l’arte che inizialmente esprime fissando i suoi pensieri sulla tela. Dopo qualche anno abbandona la pittura e, grazie anche alla figura del padre ex musicista e cantante, scopre un modo più consono per esprimersi attraverso il canto, la danza e la recitazione. La naturale evoluzione del suo talento lo avvicina sempre di più alla musica e Giuseppe comincia a frequentare gli ambienti e i protagonisti musicali più importanti della sua città. Conosce Stefania Patane’, musicista e cantautrice catanese, con cui intraprende lo studio del “voicecraft” presso il centro studi musicale etneo CESM dove inizia anche lo studio della chitarra. L’inizio del suo percorso da cantante è segnato da artisti che abbracciano il genere della bossanova – Vinicius de Moraes, Jobim e Cesaria Evora – e da cantautori italiani quali Mario Venuti, Carmen Consoli, Ivan Segreto, Fabrizio de Andre’, Luigi Tenco, Franco Battiato. Partecipa alla tappa catanese del Festivalbar come corista del cantane Neffa; lo stesso anno decide di formare una band dal nome Acoustic Preludio Band con la quale si esibisce nei locali e nei pub più noti di Catania. La forza di tale progetto si esprime nella voglia di sperimentazione e rielaborazione dei brani che la band interpreta nei propri concerti. Grazie all’utilizzo di elementi acustici della propria terra e alla personale carica interpretativa le cover arrivano al pubblico in versioni completamente nuove ed originali. L’accurata ricerca di suoni, le diverse contaminazioni e la voglia di sperimentazione lo portano a creare una linea e un gusto del tutto personali e da qui la voglia di scrivere e presentare al pubblico canzoni proprie.

Tale progetto si concretizza in uno studio di registrazione grazie anche alla perfetta intesa musicale creata con alcuni elementi della band (Francesco Bazzano alla batteria e percussioni e Alessandro Longo al violoncello), alla stretta collaborazione con la cantautrice jazz Gabriella Grasso, compositrice delle musiche insieme a E. Bassetta e A. Lo Certo, Claudio Bertuccio alla chitarra acustica e all’aggiunta dei fiati (sax soprano e flauto traverso) del maestro Marcello Lenza insieme al violino di Adriano Murania che conferiscono ai brani un suono più acustico e mediterraneo.

http://www.giuseppecuce.it

Sport: sei ori per il wheelchair di pingpong


Sei medaglie d’oro, tre d’argento e tre di bronzo, un bottino straordinario per la nazionale paralimpica di ping pong.

 paralimpici pingpongA salire sul gradino più alto del podio nella classe 4 maschile è stata la coppia formata da Salvatore Caci e Nicola Molitierno, grazie al successo in finale sulla Slovacchia di Peter Mihalik e Andrej Meszaros. L’altro oro porta le firme di Valeria Zorzetto e Marisa Nardelli, vittoriose, in finale, sulle francesi Monique Sirgant e Valerie Gay (3-0). Argento per Mauro Rossi e Marco Pizzurro nella classe 1 maschile, per un podio tinto di azzurro grazie anche alla gara di Andrea Borgato, terzo in coppia con l’ungherese Janos Kaiser. Bronzo, infine, per il duo composto da Pamela Pezzutto e Clara Podda. Le azzurre, impegnate in classe 2, si sono dovute arrendere, in semifinale, di fronte alla russa Nadezda Pushpasheva ed all’inglese Dzaier Neil.
Fuori dal podio, purtroppo, Michela Brunelli e Federica Cudia nella classe 3 a squadre, con le nostre pingiste sconfitte, nella finale per il terzo e quarto posto, dalla Turchia.

 www.comitatoparaiimpico.it

da www.vita.it

 

“Legato al letto in manicomio”: così hanno ucciso mio figlio


di Francesco Alberti – Corriere della Sera

letto di un manicomioPARMA — Giuseppe Saladi­no, detto Geppo, 32 anni, elet­tricista, tossicomane in cura al Sert e ladruncolo, crollato di schianto in una cella del car­cere di Parma, dove era stato portato poche ore prima, ave­va il terrore della galera. Scri­veva lettere disperate alla ma­dre Rosa e alla fidanzata Anna­lisa, lui condannato a un anno e 2 mesi per aver scassinato al­cuni parchimetri del centro: «Aiutatemi, ho paura, qui c’è gente terribile, assassini, rapi­natori, mi sento guardato, non riesco a dormire…».

Era sempre sul chi vive: «Ho preso l’abitudine di anda­re per ultimo a fare la doccia, aspetto che gli altri siano usci­ti, speriamo…». E quando poi l’avevano trasferito dal carce­re di Parma all’ospedale psi­chiatrico di Reggio Emilia, dia­gnosticandogli «uno scom­penso psichico in disturbo psi­cotico », il terrore era diventa­to panico.

«Mi raccontava — afferma il legale della famiglia, Letizia Tonoletti — che lo tenevano ‘contenuto’, cioè legato, oltre a sottoporlo ad un trattamen­to di psicofarmaci. L’hanno cu­rato come se fosse un pazien­te psichiatrico, ma lui non lo era e per questo avevo chiesto di ricoverarlo in un ospedale civile, ma inutilmente…».

Ottenuti gli arresti domici­­liari, Geppo è evaso. Solo po­che ore (l’hanno ripreso subi­to), sufficienti però, così ipo­tizzano gli inquirenti, per tor­nare al vecchio vizio della dro­ga: una dose, magari anche piccola, ma che potrebbe esse­re stata fatale per un organi­smo già debilitato dagli psico­farmaci.

Non ci sono ancora indaga­ti nell’inchiesta per omicidio colposo aperta dal pm Rober­ta Licci. E nemmeno risposte sull’improvvisa scomparsa di Geppo. I verbali della questu­ra parlano di «overdose da stu­pefacenti ». La direzione del carcere di Parma di «arresto cardiaco». Il legale della famiglia è inve­ce convinto che «i medicinali prescritti all’ospedale psichia­trico, che Giuseppe ha conti­nuato regolarmente a prende­re anche dopo aver lasciato la struttura, abbiano avuto un peso nel decesso». L’unica pi­sta che sembra scartata è quel­la del pestaggio o dei maltrat­tamenti.

L’attenzione degli inquiren­ti è concentrata sull’iter carce­rario al quale è stato sottopo­sto il giovane per capire se era compatibile con il suo stato di tossicodipendenza: dall’effetti­va necessità del trasferimento all’ospedale psichiatrico, alla congruità della terapia di psi­cofarmaci, fino ad eventuali la­cune o sottovalutazioni da par­te della componente sanitaria. La madre del ragazzo, Rosa Martirano, non si dà pace, ne ha per tutti: «Mio figlio era sa­no, me l’hanno ridato morto. Non era un assassino, solo un ladro di polli… Mi devono spiegare perché l’hanno man­dato in quel manicomio (l’ospedale psichiatrico di Reg­gio, ndr.), è lì che me l’hanno rovinato: quando l’ho rivisto era sempre intontito, assente, terrorizzato…».

Le ultime ore di Geppo so­no un mix di incoscienza e in­genuità. Il 6 ottobre scorso, dopo aver scontato una parte della pena, ottiene gli arresti domiciliari. Arriva a casa e do­po un’ora ecco comparire la sua fidanzata Annalisa. I due abbandonano l’appartamen­to, non si sa quanto consape­voli di commettere il reato di evasione. Quando tornano, ci sono i poliziotti ad aspettarli. Geppo viene prima portato in questura e poi di nuovo in car­cere. Nella notte muore. Il mondo della politica, già scos­so dal caso Cucchi, torna ad in­terrogarsi. I radicali chiedono al ministro Alfano un’ispezio­ne nel carcere di Parma. La Cgil parla di «situazione intol­lerabile ». I dipietristi annota­no amari: «La morte di Cucchi non è servita a niente».

da www.innocentievasioni.net

Ed è subito Italia alla Grand Champions Cup di pallavolo femminile a Tokyo


di Daniela Domenici

azzurre pallavoloSi sta disputando a Tokyo la quinta edizione della Grand Champions Cup di pallavolo femminile, una competizione a cui partecipano le nazionali vincitrici dei rispettivi tornei continentali, la formazione di casa e una invitata.

L’e azzurre allenate dal Barbolini sono quindi ammesse diritto come campionesse d’Europa in carica avendo vinto lo scorso settembre il secondo titolo consecutivo in Polonia come vi abbiamo riferito in nostri precedenti resocont.

 Le altre nazionali che partecipano sono Brasile, Corea del Sud, Thailandia, Repubbliac Dominicana  e Giappone.

 L’Italia non ha mai vinto questa competizione mondiale, nel passato i successi sono andati una volta a Cuba, Cina, Russia e Brasile.

 Il regolamento prevede un unico girone all’italiana, chi ottiene più punti porta a casa la coppa. Ecco i risultati e la classifica dell’edizione 2009.

Classifica
1 Brasile 4
2 Italia 2
3 Giappone 3
4 Rep. Dominicana 3
5 Thailandia 2
6 Corea del sud 2

Calendario
1 10-Nov THA-ITA 0-3 (25-27 22-25 22-25)
2 10-Nov DOM-BRA 0-3 (23-25 16-25 17-25)
3 10-Nov JPN-KOR 3-1 (22-25 27-25 25-16 25-10)
4 11-Nov THA-DOM 1-3 (25-14 20-25 21-25 26-28)
5 11-Nov ITA-KOR 3-2 (24-26 24-26 28-26 25-19 15-9)
6 11-Nov BRA-JPN 3-1 (24-26 25-21 25-23 -25-21)
7 12-Nov KOR-BRA
8 12-Nov DOM-ITA
9 12-Nov JPN-THA
10 14-Nov THA-KOR
11 14-Nov ITA-BRA
12 14-Nov DOM-JPN
13 15-Nov BRA-THA
14 15-Nov KOR-DOM
15 15-Nov JPN-ITAI

Oggi le azzurre hanno battuto le avversarie della Repubblica Dominicana  ed è il loro terzo successo; il risultato finale è stato di 25 a 19, 25 a 18 e 25 a 20.

Fine modulo

Per l’ Italia hanno giocato Lo Bianco, Bosetti 12, Barazza 11, Ortolani 10, Piccinini 11, Gioli 9; Libero Cardullo, Arrighetti e Del Core; non sono scese in campo Rondon, Sirressi e Barcellini 11.

Gli spettatori sono stati 3.600; i tre sets sono durati rispettivamente  23′, 21′, 22′ per un tempo totale complessivo di 1h06′.

I Gong tornano con un album fresco e intenso intitolato “2032”


di Marco Manna

i gongDopo averli ammirati quest’estate a Zafferana Etnea  in un concerto memorabile conclusosi con il pubblico sotto il palco che cantava a squarciagola e grondante di sudore “Crystal machine /Selene”, i mitici GONG   di Daevid Allen hanno dato alle stampe un’altra gemma della loro cospicua e intensa discografia intitolata “2032”, anno in cui il pianeta GONG dovrebbe mandare il segnale del primo arrivo pubblico di questi visitatori dello spazio. Della partita sono Daevid Allen voce e chitarra, Steve Hillage chitarra, Gilly Smith voce spaziale femminile, Mike  Howlett  basso, Chris Taylor  batteria, che ha preso il posto del compianto Pip Pyle, Miquette Giraudy tastiere, Theo Travis  sax e flauto . Ospiti Didier Malherbe  duduk  nei brani “How to stay alive” e “Pinkle  Ponkle”, sax  soprano nel brano “The year 2032”, flauto nel brano “The gris  gris girl”, Yuji Katsui violino elettrico nei brani   “Escape control delete” e “Portal”. Elliet Mackrell  violino nel brano “Dance with  the pixies”. Stefanie Petrik ai cori nei brani ”City of self fascination”, ”Digital girl”, ”How to stay alive “, ”Escape control delete”, Dance with the pixies”e “Guitar zero”. La voce filtrata nel brano “Escape control delete” è a cura di Mikrokosmic. Produttore e missaggio Steve Hillage. L ‘album si apre con “City of self fascination” le sonorita’  presentano  spunti dalle tinte forti per niente annacquate, la voce di Allen è intensa, si sviluppa tra un cantato sospirato ad un altro dalle linee piene, bellissime le traiettorie delle tastiere di Giraudy. “Digital girl “ è strutturata su una linea accattivante, precisi gli stacchi al sax di Travis, nella seconda parte gradevole la voce di Smith, intenso l’intreccio disegnato da Hillage. Divertente e divertita “How to stay alive “ si muove su linee cadenzate colorate dal cantato di Allen e i sussurri spaziali  di Smith, bellissimi  i glissando di Allen, intense le  linee di basso di Howlett, efficace l’intervento al duduk del ritrovato Malherbe. Il brano “Escape control delete”si muove sul tappeto sonoro disegnato dalle linee morbide delle tastiere di Giraudy, bellissime le traiettorie del violino elettrico di Katsui, fresche e intense le parti vocali di Allen, coro accattivante. ” Yoni poem” non poteva non essere basata sui sussurri spaziali di Smith, dopo si muove nei suoni tipici dei GONG. ”Dance with  the pixies “ è imperniata sul cantato di Smith colorato dalle linee del sax e  dalla struttura folk del violino di Mackrell. Il brano “Wacky baccy  banger” dopo un inizio con la fanfara si sviluppa su suoni post rock dovuti al drumming di Taylor, intensi e stucchevoli i glissando di Hillage e Allen , soavi le linee di sax  di Travis liquide le linee di Giraudy, intenso il basso di Howlett. Il brano che da titolo all’intero progetto”The year 2032” presenta la classica struttura Gong, intenso e ispirato il cantato di Allen, sognanti  le parti di sax del redivivo Malherbe, eteree le traiettorie disegnate da Giraudy. La futuristica “Robo warrior” si basa sulle voci trattate di Smith e  Allen  che veste di nuovi colori il suono Gong. La traccia”Guitar zero” riporta nei territori spaziali  tanto cari ai nostri, veramente vibrante la linea tratteggiata dal sax, i glissando completano il tutto. ”The gris gris girl” è strutturata sulla linea del flauto di Malherbe, una ballata che trasporta su lidi mai visitati,  tra il sognante e il fiabesco il cantato di Allen, eteree le linee di chitarra che si proiettano in un glissando per poi svilupparsi su soluzioni più morbide. La traccia “Wave and a particle” è aperta dai sussurri spaziali di Smith, le tastiere di Giraudy fanno da tappeto sonoro. ”Pinkle ponkle “ è strutturata sulle linee disegnate da Giraudy ,intensi i fraseggi di sax, avvolgente la voce di Allen, diafani i sussurri di Smith. Il progetto si conclude con “Portal” il brano è basato sulle linee di chitarra heavy di Hillage e Allen, per poi proiettarsi in un suono nervoso sviluppato dal sax, pulsanti e possenti il basso di Howlett e il drumming di Taylor, belle le linee espresse dal violino di Katsui, intenso il tappeto di tastiere  di Giraudy, soavi i sussurri di Smith che fanno pensare che il viaggio è cominciato e il 2032 è gia’ qui. Buon ascolto, da maneggiare con cura. Se il viaggio viene affrontato con poche accortezze potrebbe causare problemi. Alla prossima incursione.