Esplorare virtualmente l’arte con il tatto


esplorare con il tattoL’ultimo traguardo raggiunto dai ricercatori dell’Istituto di studi sui sistemi intelligenti per l’automazione (Issia) del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr) di Bari si chiama Omero: una raffinata tecnologia in grado di far ammirare anche ai non vedenti le bellezze artistiche e naturali del nostro Paese.«Omero si propone come un potente strumento di conoscenza per ipovedenti e non vedenti, ma è una valida opportunità anche per i normovedenti: si tratta, infatti, di un sistema per l’interazione multimodale (tattile, uditiva e visiva) con modelli digitali tridimensionali e può essere applicato al patrimonio culturale e paesaggistico», ha spiegato Giovanni Attolico, responsabile del progetto.

«Il polpastrello dell’utente – ha aggiunto – viene proiettato in uno spazio virtuale nel quale può interagire con i modelli degli oggetti. Un’interfaccia aptica, ossia tattile, restituisce, poi, sulla mano dell’utente le stesse forze che avvertirebbe se l’interazione avvenisse nella realtà, permettendo così di “toccare” gli oggetti virtuali. Il tutto viene integrato da messaggi vocali, suoni e vibrazioni che, coinvolgendo l’udito, rendono più semplice per un non vedente la percezione della scena».

L’innovativo sistema, dopo essere stato adottato con successo per il Castello Svevo di Bari, è stato usato anche per la realizzazione del modello di Castel del Monte, ad Andria. I non vedenti, grazie all’interazione multimodale, intraprendono un percorso conoscitivo dell’edificio che li conduce in maniera graduale ad acquisire tutti gli elementi necessari alla fruizione del bene artistico.

«Il sistema che abbiamo sviluppato – ha proseguito il ricercatore dell’Issia-Cnr – è in grado di fornire informazioni sulle geometrie, sulla disposizione degli ambienti e sulla loro funzione originaria ed attuale. Inoltre, offre indicazioni sui diversi materiali impiegati per la costruzione, sugli oggetti contenuti nelle varie stanze, sulla storia del castello e le sue curiosità». Grazie agli ultimi sviluppi di questa tecnologia, i visitatori hanno l’opportunità di esplorare il sito in maniera ancora più interattiva e consapevole.

«Abbiamo messo a punto delle nuove modalità di interazione – ha precisato il ricercatore – che permettono agli utenti, ad esempio, di ingrandire o ridurre il modello virtuale per poter apprezzare meglio alcuni dettagli o cogliere informazioni sulla sua interezza. Gli utenti possono inoltre spostare il modello all’interno dello spazio di lavoro per interagire con le parti che altrimenti rimarrebbero nascoste».

Ma i vantaggi di Omero non si limitano ai beni culturali. Da poco può essere utilizzato anche per la didattica. «Abbiamo applicato – ha concluso Attolico – l’esperienza multimodale alla geometria piana. L’utente viene aiutato a distinguere le diverse caratteristiche delle figure mediante opportuni effetti di attrazione, viscosità, attrito e vibrazione. Inoltre, messaggi vocali associati ai vari modelli forniscono le formule per il calcolo del perimetro o dell’area della figura oggetto dell’esplorazione».

www.lastampa.it

Musica: ‘Donne in jazz”, vocalist, pianiste e sassofoniste in prima fila


donne e jazzVocalist, pianiste, sassofoniste, contrabbassiste, autrici e compositrici. In sintesi: ”Donne in jazz”. A loro e’ dedicata la Rassegna omonima, giunta quest’anno alla settima edizione, in programma da domani al 6 dicembre alle Scuderie Aldobrandini di Frascati. L’iniziativa si svolge nell’ambito del progetto ”ControCanto”, ideato e promosso dalla Fondazione Adkins Chiti: Donne in Musica, in collaborazione con il Comune di Frascati, con il sostegno finanziario dell’ Assessorato alle politiche culturali della Provincia di Roma. Un appuntamento consueto per gli appassionati della musica di qualita’, un’interessante e progressiva scoperta per quanti vogliano avvicinarsi al Jazz percorrendo un itinerario tutto al femminile. Sono esclusivamente donne, infatti, coloro che hanno composto i brani in programma – musiciste del calibro di Joni Mitchell, Norah Jones, Sade, Rita Marcotulli e Patrizia Scascitelli, ma anche di Alice McLeod Coltrane e Gaia Possenti – e la maggior parte degli esecutori.

fonte adnkronos

Ed è subito Italia alla Fed Cup di tennis


di Daniela Domenici

flavia pennettaÈ appena terminato il primo dei due incontri della prima giornata della Fed Cup di tennis tra Italia e Usa sui campi di terra battuta del circolo “Rocco Polimeni” di Reggio Calabria, quelloa tra la nostra Flavia Pennetta e la statunitense Alexia Glatch.

Non c’è stata storia: Flavia ha dominato i due set del match con il risultato finale di 6-3, 6-1 che danno già la misura della superiorità della nostra atleta nei riguardi dell’avversaria.

Nel primo set subito al secondo game primo break point della Pennetta e in chiusura di set un suo secondo break point porta il risultato del primo parziale al 6-3.

Nel secondo set unico break point della Glatch al primo game ma è ininfluente ai fini del proseguimento del set in cui la nostra n°1 riesce a strappare il servizio alla statunitense altre tre volte concludendo con il risultato netto di 6 a 1.

Sta per scendere in campo Francesca Schiavone contro la Oudin, la vittoria della Pennetta sarà un ulteriore stimolo per lei a portare a casa il secondo punto della giornata.

A Più tardi con il resoconto del suo match.

Salute: motore di ricerca delle strutture oncologiche italiane


strutt oncolog italUn servizio di informazione per cittadini che ha l’obiettivo di facilitare la scelta dei pazienti sulle strutture che offrono diagnosi, trattamenti terapeutici, sostegno psicologico, riabilitazione e assistenza contro il cancro. Si chiama Oncoguida, è un motore di ricerca on line promosso dal Ministero del lavoro, salute e politiche sociali, in collaborazione con l’Istituto superiore di sanità e l’Associazione italiana malati di cancro. Un strumento di facile consultazione che offre circa 20.000 indirizzi tra ospedali, associazioni di volontariato, organizzazioni no profit, divisi per regione. Molto utile anche la sezione Faq, con le domande più frequenti sull’argomento, che permette ai pazienti di conoscere meglio i propri diritti alla salute.

 da www.intrage.it

Laboratorio “L’isola diversa” a Catania per “Gesti contemporanei”


Entra nel vivo la rassegna “Gesti contemporanei”, inserita nella sezione TE.ST del Teatro Stabile di Catania, ideata e curata da Giuseppe Dipasquale, direttore dello Stabile,  insieme a Guglielmo Ferro.

E’ in corso la campagna abbonamenti ed in attesa del debutto, previsto per il 4 dicembre con “Pinocchio”, gran fermento per l’allestimento dello spettacolo-laboratorio sulla diversità: “L’isola diversa”, con la regia di Monica Felloni e Piero Ristagno, in scena da ZŌ centro culture contemporanee il 6 e 7 febbraio 2010. Questa coproduzione Teatro Stabile di Catania – Teatro CULT-U-R(E),  racconta il viaggio verso un’isola che esiste solo agli occhi di chi vede “altro”. È un’isola sconosciuta, non inesistente. Chi si imbarca in questa avventura vuole rivendicare questa verità. Vuole dimostrare che in quel mare c’è un’isola da scoprire.

Si tratta, dicevamo, di uno spettacolo-laboratorio sulla diversità che ha già preso il via con le selezioni che hanno visto impegnati 30 candidati preselezionati sulla base dei curricula. Centinaia le domande pervenute.  Tutti giovanissimi i candidati (27 anni l’età media), con esperienze nel campo teatrale e pronti a coltivare la loro passione come un impegno professionale. Sette in tutto i protagonisti,  a superare le prove di selezione sono stati: Emanuela Dei Pieri , Alfina Fresta, Giuseppe Giardina, Enzo Malerba, Nino Torre, Andrea Lapi, Ilenia Rigliaco.

Prenderanno parte allo spettacolo, oltre ai sette attori selezionati, Giuseppe Calcagno, Giuseppe D’Alia, Stefania Licciardello e Manuela Partanni del Teatro CULT-U-R(E), un progetto quest’ultimo, nato all’interno della Cooperativa Arte e Socialità . Responsabile organizzativa di CULT-U- R(E), è Bianca Caccamese.

Le prove dello spettacolo, sempre in forma di laboratorio, inizieranno il 4 novembre prossimo e andranno avanti fino a gennaio. Il 6 febbraio il debutto.

Si tratta di un’ attività teatrale incentrata su una realtà piena di sfaccettature: quella delle persone disabili. Questa conoscenza offre l’opportunità di guardare in un altro modo le persone affette da handicap. Il lavoro sviluppato negli anni dal team che si occupa di questo progetto e gli obiettivi raggiunti, dimostrano che l’attività teatrale svolta con le persone disabili può avere un elevato valore artistico. Il riconoscimento di questo aspetto e la sua emancipazione rientrano in un contesto non più esclusivamente sociale ma in quello artistico-culturale.

Il progetto nasce dal desiderio di attuare forme di interazione artistica tra persone “diverse”.

“Un teatro della socialità, fondato sul lavoro con le persone e non sulla loro diversità – spiega il direttore dello Stabile Giuseppe Dipasquale – La diversità vuole essere intesa come qualità che differenzia una persona da un’altra, non come discriminazione, bensì come valorizzazione della persona stessa. Il teatro è il luogo naturale della diversità, dove questa non solo si manifesta ma è simbolo del teatro stesso”.

Museo Lombroso, una lezione di “errori” della scienza


di Monica Maiorano

cesare lombrosoDal 26 Novembre a Torino è aperto al pubblico il Museo di antropologia criminale, meglio noto come Museo Lombroso per evocare chi ne fu l’iniziatore originario.

Ciò che i visitatori si troveranno ad osservare sono dei reperti anatomici se osservati con occhio scientifico, ma al contempo macabri se si pensa all’immaginario che essi evocano.

Crani, resti scheletrici umani, cervelli umani, resti scheletrici animali, corpi di reato utilizzati per compiere delitti, ferri di contenzione, maschere mortuarie, manufatti e disegni di alienati, migliaia di fotografie di criminali, folli e prostitute, abiti di briganti, persino modelli di piante carnivore.

Molti dei reperti osservabili derivano dalla raccolta personale che Cesare Lombroso accumulò lungo il corso di tutta la sua vita e che arricchì negli anni con reperti inviati anche da altri studiosi, professori, medici carcerari, direttori di manicomi, anatomo-patologi che condividevano le sue teorie.

Lombroso sosteneva che le condotte atipiche del delinquente o del genio sono condizionate prevalentemente da fattori involontari quali l’ereditarietà e le malattie nervose. In particolare sosteneva la tesi secondo cui i comportamenti criminali sarebbero determinati da predisposizioni di natura fisiologica che spesso si rivelano anche esteriormente nella configurazione anatomica del cranio. Lombroso era convinto che la costituzione fisica sia la più potente causa di criminalità e, nella sua analisi, egli attribuiva particolare importanza al cranio. Studiando il cranio del brigante Vilella, Lombroso rilevò che nell’occipite, invece di una piccola cresta, c’era una fossa nota oggi come “fossetta di Lombroso”, che riteneva trattarsi di un carattere degenerativo più frequente negli alienati e nei delinquenti che classificò in quattro categorie: i criminali nati con specifiche peculiarità anatomiche, fisiologiche e psicologiche, i criminali alienati, i criminali occasionali e quelli professionali.

Non solo, considerando anche altre parti del corpo umano arrivò a sostenere che il “delinquente nato” ha generalmente testa piccola, fronte sfuggente, zigomi pronunciati, occhi mobilissimi ed errabondi, sopracciglia folte e ravvicinate, naso torto, viso pallido o giallo, barba rada.

A distanza di oltre un secolo si è pensato di riproporre la raccolta “Lombroso” per offrire al pubblico non un museo degli “orrori”, ma la possibilità di una lettura ragionata del concetto di devianza e di tutte le manifestazioni ad esso associate, criminalità, asocialità, malattia mentale, demenza, ma anche genialità.

Una tale scelta è legata al fatto che molti problemi affrontati da quei ricercatori sono quanto mai attuali, il museo rappresenta la possibilità di comprendere che oggi la scienza, a differenza del periodo positivista, non ha più alcuna certezza assoluta di poter raggiungere una soluzione definitiva a questi ed altri problemi, una grande lezione di “errori” della scienza.

Fonte: Galileo.

Usa: chiama la polizia per dire che guida ubriaca


old woman driving“C’è qualcuno ubriaco al volante dell’automobile!” chiamate del genere arrivano spesso al numero di pubblica sicurezza di tutti i paesi del mondo. Ma la telefonata che è arrivata al 911 della polizia stradale di Neilsville nel Wisconsin, è del tutto originale. Dall’altro capo del telefono la voce della signora Mary comunica agli agenti di essere in presenza di un guidatore ubriaco. Alla domanda “signora, ma può dirci se la macchina è davanti a lei, ci può dire l’esatta posizione del veicolo così possiamo intervenire?”. “Certo, sono io la persona ubriaca, la macchina è la mia!” risponde Mary. Dopo aver chiesto alla signora di fermare subito il veicolo e di aspettarli sul ciglio della strada, Mary è stata raggiunta dai poliziotti che le hanno fatto il test per valutare la quantità di alcol nel sangue. Mary era effettivamente ubriaca, aveva bevuto per tutta la notte. La signora ha comunque mantenuto un minimo di lucidità: ha affermato di aver chiamato gli agenti perché non voleva far del male a nessuno.

da www.intrage.it