Un momento di socializzazione e piacere che trae le sue origini fin nell’antichità. E’ il convito, la consumazione di un pasto comune, durante il quale, tra una portata e l’altra si discute, si chiacchiera e si affrontano piccoli e grandi temi della vita quotidiana. Ce ne parla Tullio Gregory, direttore del Dipartimento identità culturale del Cnr e fondatore dell’Istituto del lessico intellettuale europeo e storia delle idee, che contro il dilagare del fast food e della cucina minimalista descrive il momento del convito come ritorno alla buona tavola, alla cucina regionale tradizionale fatta di genuini e inconfondibili sapori. Una cucina “filosofica”, come per Platone, che già nel 385 a. C., vedeva nel simposio un momento per affrontare tematiche del vivere comune e per abbandonarsi ai veri piaceri del cibo. Una lezione che, di fronte allo stress e alla velocità del vivere moderno, sarebbe prezioso ascoltare di tanto in tanto.
…..beh certo, a star da soli a tavola non fa certo molto piacere, dividere il “pasto” insieme ad altri, parenti e/od amici per lo più, fa parte intrinseca della socializzazione, sin dai tempi più antichi. Solo il famoso commissario Montalbano, a “legger” Camilleri, quando mangia tiene la bocca….”chiusa” a qualsiasi argomento eloquiale, concentrandosi solo ed esclusivamente alla delizia del momento nel suo piatto!