Io e te io e te
perchè io e te
qualcuno ha scelto forse per noi
mi son svegliato solo
poi ho incontrato te
l’esistenza un volo diventò per me.
E la stagione nuova
dietro il vetro che appannava fiorì
tra le tue braccia calde
anche l’ultima paura morì
Io e te
vento nel vento
io e te
nodo nell’anima
stesso desiderio di morire e poi rivivere
io e te.E la stagione nuova
dietro il vetro che appannava fiorì
tra le tue braccia calde
anche l’ultima paura morìIo e te
vento nel vento
io e te
nodo nell’anima
stesso desiderio di morire e poi rivivere
io e te.
Je suis perdu, vois-tu,
je suis noyé,
inondé d’amour;
je ne sais plus si je vis,
si je mange,
si je respire,
si je parle;
je sais que je t’aime.
– Alfred de Musset –
Quanto sentimento!!! E chi fu??? L’amour est toujour l’amour!! Mi associo:
Non ho vita senza il tuo sorriso,
il mio cuore si perde in ogni
tuo respiro.
Sono assorta, viva,
canto la mia gioia
nell’infinito attimo..
e torno a sognar poesia.
E torno ad amarti ancora…
A tanto struggente amore non posso che rispondere con una delle poesie che io amo di più.
Ho sceso dandoti il braccio, almeno un milione di scale
e ora che non ci sei è il vuoto ad ogni gradino.
Anche così è stato breve il nostro lungo viaggio.
Il mio dura tuttora, né più mi occorrono
le coincidenze, le prenotazioni,
le trappole, gli scorni di chi crede
che la realtà sia quella che si vede.
Ho sceso milioni di scale dandoti il braccio
non già perché con quattr’occhi forse si vede di più.
Con te le ho scese perché sapevo che di noi due
le sole vere pupille, sebbene tanto offuscate,erano le tue.
Eugenio Montale
O BEATA E DOLCISSIMA NOVELLA
« O beata e dolcissima novella,
o caro annunzio, che mi promettete
che tosto rivedrò le care e liete
luci e la faccia graziosa e bella ;
o mia ventura, o mia propizia stella,
ch’a tanto ben serbata ancor m’avete,
o fede, o speme, ch’a me sempre sète
state compagne in dura, aspra procella ;
o cangiato in un punto viver mio
di mesto in lieto; o queto, almo e sereno
fatto or di verno tenebroso e rio;
quando potrò giamai lodarvi a pieno?
come dir qual nel cor aggio disio ?
di che letizia io l’abbia ingombro e pieno? »
Gaspara Stampa.
« Pour mon bonheur, ô nouvelle si douce,
ô cher message apportant la promesse
que sans tarder je vais revoir le bel éclat
Des yeux que j’aime, et ces traits pleins de grâce.
Ô mon sort fortuné, ô ma clémente étoile,
qui pour un si grand bien encor m’avez gardée,
ô foi , ô espérance, ô mes compagnes
de toujours, au plus fort de la tempête,
ô instant qui changes tristesse en joie,
ô ma vie hivernale en ténèbres mauvaises
à présent apaisée et féconde et limpide,
pourrai-je assez célébrer vos louanges ?
Et comment exprimer l’attente de mon cœur,
la débordante plénitude de sa joie ? »
Rimanendo in tema di poesie d’amore vi suggerisco questa di Eugenio Montale.
HO SCESO, DANDOTI IL BRACCIO…
Ho sceso, dandoti il braccio, almeno un milione di scale
e ora che non ci sei è il vuoto ad ogni gradino.
Anche così è stato breve il nostro lungo viaggio.
Il mio dura tuttora, né più mi occorrono
le coincidenze, le prenotazioni,
le trappole, gli scorni di chi crede
che la realtà sia quella che si vede.
Ho sceso milioni di scale dandoti il braccio
non già perché con quattr’occhi forse si vede di più.
Con te le ho scese perché sapevo che di noi due
le sole vere pupille, sebbene tanto offuscate,
erano le tue.
(da “Satura”, 1971 – Xenia, II, 5)