Imploriamo la libertà del perdono


 la libertà del perdonoFratelli miei,
Sono stufo di leggere e di sentir dire sempre le stesse, solite, noiosissime, cose sul tema dell’ergastolo. Sono davvero infastidito per tutto quell’untuoso vittimismo con cui, quasi sempre, si affronta tale argomento! …
Ma, ditemi, quale libertà andiamo cercando? Quella della falsità, della menzogna e dell’ipocrisia?
No, amici miei, non è il “fine pena mai” la sofferenza più grande; del resto, qualsiasi pena vedrà, un giorno, la sua fine! La sofferenza maggiore nasce, invece, proprio da quel vittimismo, da quella doppiezza, da quell’inganno che sopravvivono ancora dentro di noi e a cui diamo quotidianamente alimento…
Imploriamo, invece, la libertà del perdono. E sgombrano il nostro cuore dalle macerie dell’ignoranza e della presunzione. Apriamolo, il nostro cuore, all’aiuto reciproco e all’amore per il prossimo. Facciamo sempre più spazio alla generosità e all’altruismo ed estirpiamo le intricate radici dell’egoismo, della legge del proprio interesse innanzitutto!
Amici, è inutile prendersela con quelli che ci hanno condannato all’ergastolo: io credo che neanche loro vivano sereni. Sono anch’essi, come noi tutti, dei miseri uomini che si azzuffano con la vita…
Riesaminiamo, invece, la nostra tumultuosa trascorsa esistenza. Riconosciamone gli errori. Ma non abbandoniamo mai la speranza, non perdiamo la voglia di diventare uomini migliori. Non lasciamo che il male ci sconfigga. Vediamo, invece, come suggerì il più Grande dei Profeti, se ci riesce di vincere il male con il bene.
Demoliamo, quindi, il castello di superbia e arroganza che avevamo edificato nelle nostre coscienze e, su quelle rovine, iniziamo a costruire, con i mattoni della rettitudine e il cemento della solidarietà, una casa semplice dove vivere finalmente da uomini liberi.
26/08/2009

Di Giovanni Tropea (da Carcere di Spoleto)

dal sito www.informacarcere.it

Somalia: a 112 anni sposa una 17enne


somaliaUn somalo di 112 anni, che ha avuto cinque mogli e 114 fra figli e nipoti, ha deciso di impalmare una ragazza di 17 anni del suo villaggio, nella regione di Galguduud. Davanti a centinaia di parenti, Ahmed Muhamed Dore ha sposato la giovane Safiya Abdulle. “Non l’ho forzata, ma ho usato la mia esperienza per convincerla del mio amore, poi ci siamo accordati; Dio mi ha aiutato a realizzare il mio sogno”, ha detto l’uomo.

L’anziano ha aggiunto d’aver aspettato che la ragazza crescesse prima di fare la proposta, come riferisce l’emittente Bbc. La famiglia della sposa ha garantito che la giovane “è molto contenta della scelta”. Dore ha raccontato, tra l’altro, di essere nato nel 1897 a Dhusamareeb, nella Somalia centrale, e di possedere ancora il suo certificato di nascita tradizionale, scritto dal padre su una pelle di capra.

fonte tgcom

I cibi grassi fanno male al cervello


cibi grassidi Matteo Clerici

Una dieta troppo ricca di grasso non è “solo” portatrice di di obesità, diabete e malattie cardiovascolari: tale modo di mangiare ostacola il funzionamento del cervello.

A sostenerlo è uno studio dell’Università di Oxford (Gran Bretagna), diretto dal professor Kieran Clarke e pubblicato su Journal.

I ricercatori spiegano come grandi quantità di junk food fanno salire i livelli di una proteina cattiva, responsabile di danni al cuore, ridotta efficienza fisica e declino delle capacità cognitive.

Tale idea è condivisa da altri studiosi, tra cui Alan Maryon-Davis, presidente della UK Faculty of Public Health, che spiega: “Una dieta ad alto contenuto di grassi invia un messaggio di sazietà al cervello che ci fa sentire appagati e ci spinge quindi a non cercare più il cibo. È come se il nostro istinto di sopravvivenza fosse spento o messo a riposo, e insieme a lui il cervello“.

Per avere una mente sana in un corpo sano, perciò, bisogna seguire un altra strada perché, ricorda ancora Clarke: “Un’alimentazione ricca di grassi, anche per brevi periodi, può influire notevolmente su mente e corpo. Dopo un’abbuffata bisognerebbe compensare con una giornata di sana alimentazione“. In particolare  Clarke e collaboratori consigliano di mangiare molta frutta e verdura, non esagerare con le calorie e limitare l’assunzione di grassi al 30% del fabbisogno giornaliero.

www.newsfood.com

I nuovi CAINO: perchè l’uomo è così cattivo?


marrazzoFrancis è una ragazza di 18 anni e ci pone questo grande quesito:
“La nostra civiltà fa uso degli animali per ricavarne carne e per soddisfare tutta una serie di esigenze di natura economica, o per sport come nel caso della caccia o per intrattenimento come nel caso del palio, della corrida di tori, ecc. senza un minimo di rimorso.  
Perchè l’uomo è così cattivo?”

Non è facile rispondere ma ci prova Nonno Biagio ed apertamente si schiera con chi, come Piero Marrazzo, è vittima della cattiveria e, suo malgrado, è costretto ad entrare in questo tritacarne dei valori e della dignità umana.

Cara Francis, rispettiamo il tuo pensiero e lo condividiamo nei suoi aspetti etici e di base ma non siamo in un mondo perfetto.
Non ci siamo ancora, e forse mai ci arriveremo. E se dovessimo arrivare ad avere un mondo “perfetto”, dove tutti si amano e si vogliono bene, forse ci annoieremmo a morte.
L’Umanità è nata da Adamo ed Eva (già con un reato: il furto della mela).
Se vogliamo essere pignoli (spero che il Signore non mi fulmini per quello che sto dicendo), anche Lui (non è Silvio Berlusconi ma sempre il Signore Creatore) ha “rubato” una costola ad Adamo per creare Eva.
In questo modo ha procurato un danno ad Adamo ed ha anche messo la Donna in secondo piano, in quanto la sua origine è macchiata da una “tara” e l’Uomo da millenni la considera un “essere inferiore”, una schiava.
E cosa dobbiamo dire di Giuda, Giuda Iscariota? E’ considerato il simbolo dei traditori, colui che ha tradito il suo maestro per 30 denari.
Ma siamo sicuri che la colpa sia proprio di Giuda?  
Gesù è a tavola con i suoi dodici fidati discepoli. È la sera degli Azzimi, tutto è pronto per la Pasqua. Gesù è turbato e dice: «In verità, in verità vi dico: uno di voi mi tradirà». Gli apostoli non capiscono e si guardano l’un l’altro e Pietro chiede al Maestro chi sia il traditore.
E Gesù: «È quello a cui porgerò il boccone che sto per intingere».

…ma se è così, tutto era già scritto e Giuda non avrebbe certamente potuto cambiare il corso della Storia, sempre che tutto questo sia veramente accaduto.
Per me, nonno Biagio dalla barba bianca, tra Giuda Iscariota e un uomo o donna, cittadini del mondo moderno, non c’è alcuna differenza: entrambi non sono altro che  “inconsapevoli vittime sacrificali” del sistema che tiene in equilibrio la Terra e le sue forme viventi.
Da sempre gli equilibri non sono altro che contrapposizioni di forze opposte: anche la Terra, inteso come Pianeta Terra con i suoi esseri viventi, esiste ed esisterà finchè si riuscirà a mantenere l’equilibrio tra il bene ed il male.
Male ce n’è tanto e per contrastarlo, ognuno di noi deve impegnarsi ogni giorno per produrre un po’ di bene.

E pensiamoci bene, prima di mettere alla gogna una persona. Oltre a fare del male al singolo individuo, rischiamo di distruggere valori ben più grandi. Sui Carabinieri ci sono barzellette e tutti ridiamo di loro (ma non li deridiamo) perchè un vero Italiano ha stima dell’Arma e dei veri Carabinieri. Il fango gettato non è certo sufficiente a screditarne l’Immagine.
Non vorrei proprio essere nei panni di questi quattro poveretti che immeritatamente hanno indossato la Divisa da Carabiniere. E certamente me ne guardo bene dal condannarli. Ci penseranno la Magistratura e la loro coscienza a farli spurgare dalle loro colpe.

Auguriamo a Piero Marrazzo ed alle persone a lui care di ritrovare la serenità che ogni essere vivente ha diritto di avere.

Nonno Biagio
PS: “I nuovi Caino” è il titolo di un libro in uscita. L’autore è un manager palermitano conosciuto a Terrasini, alla “Città del Mare”, in Sicilia.

www.newsfood.com

Sono i geni a rendere maniaci delle cianfrusaglie o disposofobici


disposofobiaROMA – Riviste vecchie che non saranno mai lette e che restano solo in giro a far polvere, scatole vuote e confezioni che non servono più a nulla e cianfrusaglie varie: chi non può fare a meno di accumulare cose inutili dentro casa potrebbe avercelo scritto nei geni. Uno studio di genetica pubblicato sull’American Journal of Psychiatry, dimostra infatti che per metà la ‘disposofobia’, com’é chiamata la malattia dell’accumulo compulsivo di cose inutili e l’incapacità di buttarle, dipende dai geni.

La ricerca è stata condotta su oltre 5000 gemelli dal team di David Mataix-Cols del King’s College di Londra. Gli esperti hanno visto che, mentre le coppie di gemelli omozigoti (che hanno identico Dna) condividono spesso la disposofobia, ovvero se uno ne soffre anche l’altro fratello ce l’ha in oltre un caso su due, tra gemelli eterozigoti (hanno Dna simile ma non uguale, come quello di due fratelli non gemelli) questa corrispondenza non si riscontra.

fonte ANSA

Morti programmate?


franco bomprezziNegli Stati Uniti si sta materializzando una tendenza che io, quasi scherzando, avevo espresso nella mia rubrica sul magazine Vita. Dicevo più o meno: attenzione, ogni volta che in Italia muore una persona colpita dal virus dell’influenza A, i medici si affrettano a minimizzare, sostenendo che si tratta di persone malatissime, che in fondo erano già a rischio e dunque hanno subito solo una “complicazione”. Come dire, non preoccupatevi voi che siete sani. La mia paura è che si faccia strada, involontariamente o incoscientemente, una tendenza a considerare meno importante la vita di chi è fortemente menomato, o per gravi malattie come il diabete o l’insufficienza respiratoria, o per l’età avanzata. Ovviamente in Italia nessuna regola prevede esplicitamente questo, e sono sicuro che le priorità nella distribuzione del vaccino daranno più sicurezza proprio a queste categorie di pazienti a rischio.

Ma ora leggo che in molti Stati degli Usa, il piano di emergenza decretato prevede anche che cosa potrebbe rendersi necessario nel momento in cui dovessero scarseggiare le cure. Ossia chi si troverà all’improvviso senza cure per scongiurare gli effetti dell’epidemia. Ne ha scritto con giusta preoccupazione il corrispondente dagli Usa per Repubblica Federico Rampini, mentre quasi tutti gli altri giornali italiani si sono limitati a riportare la notizia della dichiarazione dello stato di emergenza.

Riporto i passi principali del suo articolo: “In molti Stati le autorità sanitarie si stanno preparando all’eventualità più tragica: il razionamento forzoso delle cure. In vista di uno scenario estremo, simile all’epidemia dell’influenza spagnola nel 1918, bisogna avere pronti i criteri e le regole per una selezione crudele, la decisione su chi va salvato e chi sarà abbandonato al suo destino. Perché se il contagio oltrepassa una certa soglia, le strutture sanitarie esploderanno e i reparti di rianimazione dovranno per forza fare delle scelte. Le linee-guida per questa terribile discriminazione ora vengono alla luce. Quattro categorie di pazienti saranno le prime a essere sacrificate: i “Do Not Resuscitate”, come vengono chiamati coloro che hanno dato disposizione nel testamento biologico di volersi sottrarre a ogni accanimento terapeutico; gli anziani; i pazienti in dialisi; infine quelli con severe patologie neurologiche. In questi casi – se l’epidemia supera una soglia di guardia – le autorità sanitarie potranno “negare il ricovero nelle strutture ospedaliere, o negare l’uso dei respiratori artificiali”, secondo quanto rivela il New York Times. Lo Stato dello Utah inoltre ha stabilito una tabella di marcia precisa: questo tipo di razionamento e di rifiuto delle cure partirà anzitutto dagli ospizi per anziani non-autosufficienti, dai penitenziari e dagli istituti per disabili, fino a estendere gli stessi criteri selettivi alla totalità della popolazione. È una terrificante logica darwiniana, di selezione dei più forti, o dei più adatti a sopravvivere. Ma è inevitabile, sostengono i responsabili delle task-force anti-influenza, perché in uno “scenario 1918″ sarebbe ipocrita fare finta di poter curare tutti”.

di Franco Bomprezzi

Non è la prima volta che mi sorprendo a scoprire che una personale ipersensibilità di fronte ad alcuni temi delicati precede di poco una realtà ancora più agghiacciante. Spero solo che tutto questo sia uno scenario di burocrati impazziti, spero che Obama intervenga da Washington contro questo federalismo Usa (sic!) così allarmante. Spero soprattutto che in Italia, magari senza proclami e regolamenti, non si segua il modello di efficienza degli Stati Uniti d’America.

da www.vita.it

C’era una volta


notte di fiabadi Angela Ragusa

Di ceppi ardenti

profuma questa notte,

aria di antico

di un lontano paese.

Profuma di fiaba…

di ricordi bambini…

di stelle comete e fate turchine…

Storie di lupi o forse di pupi,

di una nonna un po’ strana

o del senno perduto.

Casette piccine dai camini picciò…

Ed elfi,gnomi e nani

e foreste incantate dai fiori parlanti

una strega e una mela..

un principe e  un bacio

mongolfiere in viaggio…

 “E vissero felici e contenti…”

Autismo e arte: Stephen Wiltshire


stephen wiltshiredi Daniela Domenici

Il disegno stupefacente, di circa 6 metri di misura, del paesaggio più famoso del mondo, New York, è stato creato dall’artista autistico Stephen Wiltshire dopo aver trascorso solo 20 minuti su un elicottero a guardarne il panorama.

Il disegno incredibilmente intricato è stato fatto al prestigioso Pratt Institute di Brooklyn solo grazie alla prodigiosa memoria di Stephen con dettagli di ogni palazzo riprodotti in scala; si possono riconoscere edifici famosi come l’Empire State Building e il Chrysler Building che svettano sopra palazzi più piccoli.

Durante il suo procedimento artistico Stephen ascolta attentamente musica nel suo Ipod perché la musica lo aiuta e usa solo “graphic pens” mentre affida la sua memoria fotografica al foglio.

Invitato dalla CBS a mostrare i suoi talenti al pubblico americano in una nuova apparizione TV questa settimana, Stephen ha stupito gli amanti dell’arte in tutto il mondo con disegni di Tokyo, Roma e Hong Kong.

Iliana Taliotis, che lavora con Stephen e la sua famiglia, ha detto che Stephen prima traccia il suo disegno a matita e poi lo riduce in scala all’interno dei bordi aggiungendo prima i segni distintivi, i palazzi più rappresentativi, prima di riempirlo tutto di dettagli più intricati; aggiunge che Stephen lavora metodicamente con tratti duri e brevi ed è stato anche ripreso da una webcam della CBS mentre pone la sua arte sul foglio.

A Stephen è stato diagnosticato l’autismo molto presto, da bambino, e il suo talento per il disegno è emerso come un modo per esprimersi. Incoraggiato dalla sua famiglia, Stephen ha creato una serie di 26 disegni codificati per aiutarlo a parlare, ognuna delle quali corrisponde a una lettera dell’alfabeto.

Nel corso dei suoi disegni Stephen utilizza fino a 12 penne e può metterci anche una settimana per finirne uno ma sempre con la musica di sottofondo che lo accompagna dovunque; gli piace ascoltare musica degli anni 70, 80 e 90 incluso il blues, il soul, il funk, Motown, pop, Back Street Boys, All Saints e perfino New Kids on the Block (scusateci ma ignoriamo chi siano questi ultimi, li riportiamo per dovere di cronaca).

Nel maggio 2005 Stephen ha creato il suo disegno panoramico a memoria più lungo, quello di Tokyo su una tela di 52 feet, sette giorni dopo una breve gita in elicottero sulla città. Da quel giorno ha disegnato Roma, Hong Kong, Francoforte, Madrid, Dubai, Gerusalemme e Londra su tele giganti.

Quando Stephen ha fatto il volo in elicottero su Roma ha disegnato poi il profilo della città così in dettaglio da mettere l’esatto numero di colonne del Pantheon!!!

Nel 2006 Stephen ha ricevuto la medaglia di Membro dell’Ordine dell’Impero Britannico per servizi resi all’arte e ha aperto la sua galleria d’arte permanente nella Royal Opera Arcade nel Pall Mall a Londra nello stesso anno.

thanks to Daily Mail

La notte porta consiglio


la notte porta consiglio da www.partecipiamo.itdi Monica Maiorano

Il sonno è uno stato fisiologico, un irrinunciabile bisogno biologico, necessario per il riposo del corpo e per il ripristino delle normali funzioni fisiologiche, ma non solo.

Lo conoscete il modo di dire “ la notte porta consiglio”? Ebbene non è un semplice modo di dire, ma una realtà.

Un gruppo di ricercatori guidato da Denise Cai dell’Università della California a San Diego, ha condotto uno studio sul come si sviluppano le idee.

Lo studio, pubblicato su Proceedings of National Academy of Science, dimostra che durante la fase REM del sonno aumenta la creatività delle persone perché si formerebbero delle reti nervose che connettono idee, memorie ed informazioni prima non collegate fra loro.

La sigla REM, Rapid Eye Movements, significa movimenti oculari rapidi, indica quella parte del sonno caratterizzata dalla presenza di movimenti involontari della muscolatura. In questa fase del sonno si registra una intensa attività cerebrale simile a quella che si ha da svegli ed è la fase in cui si sogna.

I ricercatori californiani hanno sottoposto un gruppo di volontari al RAT test, un test specifico che valuta le abilità creative di un individuo. Ai volontari veniva chiesto di rispondere a domande del tipo: quale vocabolo può essere associato alle parole biscotto, cuore e sedicenne?

Le reazioni dei volontari a questo test verbale sono state analizzate in quattro situazioni diverse: la mattina, il pomeriggio immediatamente dopo un riposino, dopo un sonno con fase REM e uno senza fase REM.

E’ stato osservato che dopo un sonno REM i risultati del test miglioravano del 40 per cento rispetto alle altre condizioni. Lo studio dimostra, dunque, che l’aumento delle abilità creative è il risultato di processi specifici che avvengono nella fase REM.

In particolare sono state osservate delle alterazioni nel sistema dei neurotrasmettitori cerebrali che stimolerebbero la formazione di nuove reti nervose permettendo alla neocorteccia, l’area cerebrale in cui risiede il pensiero, di integrare vecchie memorie, nuove informazioni ed idee.

Il consiglio? Una bella dormita, al mattino due piccioni con una fava, riposati e geniali.

Fonte: Galileo.