![]() |
L’Italia ha sconfitto la Russia per 4 a 1 nelle semifinali dello scorso aprile, una vittoria che fu ispirata dai superbi tre set vinti da Francesca Schiavone su Svetlana Kuznetsova che ha confermato il titolo al Roland Garros soltanto poche settimane dopo. D’altra parte se gli USA fossero vittoriosi, che sarebbe il loro 18esimo titolo, l’Italia balzerebbe al secondo posto e la Russia rimarrebbe al top. La graduatoria per nazioni ITF Fed Cup fu lanciata nel 2002; viene pubblicata una nuova lista dopo il round del World Group tenendo conto dei risultati dei precedenti quattro anni.www.fedcup.com |
Archivi giornalieri: 27 ottobre 2009
Divertente filastrocca…medica !!!
di Daniela Domenici
Se la parola finisce in –ite
le infiammazioni sono garantite
se invece in –logia ha il suo completamento
attendetevi un ampio discorso sull’argomento
se con –ctomia si conclude il sostantivo
prepara il tuo corpo a un taglio aggiuntivo
se con –algia la parola facciamo terminare
allora il dolore sarà ben duro da sopportare.
Mots libres…free words
di Daniela Domenici
Miles through miles
Jazz music through steps
deep voice singing musical notes
loop
mood
feeling blue
fil rouge
unbreakable link
over the rainbow.
Perchè l’asma bronchiale è legata agli stili di vita
Più è alta la qualità della vita e più si è soggetti a reazioni allergiche e asma. I figli dei laureati sono più a rischio di sviluppare asma bronchiale rispetto ai coetanei che provengono da famiglie con un minor grado di istruzione. Il risultato “paradossale” è emerso al Congresso Nazionale della Società di Medicina Interna in cui la gioranta del 25 ottobre 2009 è stata dedicata all’Asma Bronchiale, “una patologia cronica considerata malattia sociale e problema globale“. Il legame che esiste tra maggior benessere socio economico e predisposizione a sviluppare questa patologia è legato alla qualità di vita più alta che determina una maggiore protezione dalle malattie infettive. “Il sistema immunitario” spiega in una nota il Professor Sergio Bonini, Ordinario di medicina interna alla II Università di Napoli “ha due meccanismi di difesa che noi chiamiamo TH1 che difende dalle infezioni e TH2 che coordina la risposta allergica. In pratica la nostra minor necessità di difenderci da batteri ed infezioni ha portato il sistema immunitario ad uno squilibrio tra TH1 e TH2 con il risultato di concentrarsi spesso su sostanze innocue dando forti reazioni allergiche e asma. In questo campo pensiamo che il futuro della medicina sia quello di creare farmaci che possano riequilibrare il nostro sistema immunitario.”
Cani-guida a fianco dei ciechi del Paleolitico
In Toscana l’unica scuola nazionale per questo tipo di animali
L’uso del cane come sostegno morale ed ausilio alla mobilita’ per i non vedenti e’ antichissimo. Gli studiosi riferiscono di un disegno scoperto sulle pareti di una grotta risalente all’epoca paleolitica raffigurante un cieco con il suo cane e di un affresco proveniente da una villa romana di Pompei custodito nel Museo Nazionale di Napoli con lo stesso soggetto. La storia moderna del cane guida passa attraverso varie fasi che coincidono con l’evoluzione dell’idea che il cane puo’ diventare, se opportunamente istruito, un eccezionale strumento di mobilita’. In Germania, negli anni venti del Novecento, furono forniti circa 500 cani a reduci della prima guerra mondiale che avevano perso la vista. Furono aperti diversi centri nel paese, tra cui uno a Postdam. Questa Scuola viene visitata nel 1927 da una signora svizzera, Dorothy Eustis, che possedeva un allevamento di cani a Vevey e nota per le sue capacita’ di addestratrice. La signora rimane molto colpita da questo nuovo impiego del Pastore Tedesco e pubblica su un giornale americano, un entusiastico articolo che fa intravedere orizzonti fino ad allora inimmaginabili. Fra i lettori dell’articolo vi e’ Frank Morris che, a 16 anni ha perduto la vista per un incidente. Morris, dal carattere forte e volitivo, lavora come agente assicurativo andando in giro a vendere polizze facendosi accompagnare da un ragazzo che, pero’, a volte non si presenta agli appuntamenti. Intesse una fitta corrispondenza con Dorothy alla quale chiede, implora, che si tenti di addestrare un cane che lo liberi da ogni dipendenza.
Nel 1928, dopo un periodo di preparazione in Svizzera, torna in patria con il suo Buddy, il cane guida che conquistera’ l’America. Nel 1929 viene fondata la prima scuola cani guida in America, “Seeing Eye”, ancora oggi fra le piu’ grandi ed attrezzate scuole nel mondo. In Italia la Scuola Nazionale Cani Guida per Ciechi di Firenze, consegna i primi tre cani guida il 25 settembre 1929. L’Unione Italiana Ciechi, che era stata fondata a Genova nel 1920, infatti, aveva preso contatto con la Scuola svizzera della signora Eustis ed iniziato una collaborazione che porto’ alla nascita della Scuola di Firenze. Alla fine degli anni ’50 la Scuola si sposto’ dalla sede in via del Gignoro a Firenze, all’attuale sede di Villa Martini a Scandicci. L’area tecnica della nuova sede si compone ora di una serie di percorsi delimitati da siepi, quattro canili ed una dependance che riunisce vari locali e servizi. La dependance fu donata alla Scuola dall’allora Sindaco di Firenze (1962) Giorgio La Pira. In attuazione del DPR 616/77, la Scuola e’ stata attribuita dal 1° aprile 1979 alla Regione Toscana; nel 2009 ricorrono quindi gli ottanta anni dalla fondazione ed i trenta anni di gestione diretta della R.T. La Scuola Cani Guida di Scandicci e’ l’unica scuola al mondo per cani guida completamente pubblica.
da www.vita.it
Solidarietà delle comunità cristiane di base a don Santoro
«Vicinanza e solidarietà» delle Comunità cristiane di base italiane alla Comunità di base delle Piagge e a don Alessandro Santoro, il parroco delle Piagge a Firenze, sospeso da monsignor Betori per aver sposato un transessuale e il suo compagno
«Chi ha deciso il provvedimento -si legge in una nota- ha un’idea di Chiesa preconciliare, come una realtà di sudditanza verso la gerarchia e di controllo totale da parte del potere. Il ‘Popolo di Diò per loro non esiste».
«La vicenda del matrimonio di Sandra, la donna che ha cambiato sesso -continuano le Comunità cristiane di base- la riteniamo marginale rispetto al provvedimento contro il prete delle Piagge. E comunque è in sè una vicenda anch’essa grave e inquietante”. Per le Comunità cristiane di base italiane, “la Comunità Cristiana di base delle Piagge di Firenze è una realtà viva, che trae forza dal prendersi per mano di tante esistenze che non si rassegnano all’emarginazione propria e degli altri, non si acquattano nell’assistenzialismo, non si contentano di protestare, ma attuano una specie di dissenso positivo e creativo».
«Riteniamo che la comunità ecclesiale, la ‘Ecclesià, abbia il dovere di far sentire la propria voce nei modi che si riterranno opportuni -concludono le Comunità cristiane di base- perchè si sospenda il provvedimento e si convochino gli organismi della partecipazione per consentire a don Santoro e alla comunità delle Piagge di socializzare i problemi che si sono creati e per far sentire loro che la Chiesa non è un organismo burocratico, ma una comunità di persone credenti nell’amore che si parlano, si sostengono, si amano».
da www.vita.it
Usa, l’impresa di un’anziana a piedi: oltre 16.000 km per ricordarlo
Finchè passeggiata non li separi. Un’anziana sulla novantina ha deciso di commemorare il marito camminando per oltre 10 anni attorno a una casa di cura del Colorado, dove l’uomo è morto nel 1998. L’anziana ha percorso finora più di 16 mila chilometri: un po’come attraversare gli Stati Uniti per 3 volte o l’Italia per 10.
Martha Michel, 88 anni, amava fare passeggiate per i boschi del Colorado insieme al marito Lester. I due si sono conosciuti da giovani e per oltre cinquant’anni di matrimonio hanno condiviso la passione per le escursioni. Un giorno Lester si è sentito male ed è stato portato al centro Namaste di Colorado Springs, dove ha scoperto di essere malato d’Alzheimer.
fonte tgcom
Durante il ricovero di Lester, Martha aveva preso l’abitudine di camminare attorno al laghetto vicino alla casa di cura tenendo a braccetto il marito. La passeggiata quotidiana serviva a entrambi per staccare la spina e praticare il passatempo di tutt’una vita.
Quando il corpo di Lester non ha più retto, una storia di dolore come tante ce ne sono si è trasformata in un monumento alla devozione dell’uomo: dopo la morte del marito nel 1998, Martha non si è più fermata e da oltre un decennio percorre ogni giorno la stessa tratta attorno allo stesso laghetto.
Oltre 16 mila chilometri a piedi, come fare avanti e indietro da New York a Los Angeles per 3 volte. La nonna ha stracciato Forrest Gump.
Anziani: combattere la sordità per comunicare e non isolarsi
I processi di invecchiamento sono tra le dieci cause più frequenti per la perdita progressiva di udito. A questo problema che in Italia interessa oltre il 12% della popolazione è dedicata la giornata nazionale per la lotta alla sordità, promossa dall’Airs Associazione italiana per la ricerca sulla sordità, in programma il 29 ottobre 2009. Per l’occasione numerosi ospedali in tutto il paese mettono a disposizione specialisti, strumentazioni e indagini a chi ne volesse usufruire gratuitamente. In particolare, per quanto riguarda gli anziani, il problema della perdita di udito incide non solo sulla salute della persona ma anche sulla sua qualità della vita. Sentire sempre meno infatti incide sulla capacità di comunicare con gli altri e quindi conduce a un progressivo isolamento. Per evitare queste conseguenze negative e fare della prevenzione è buona prassi consultare un medico specializzato in audiologia o in otorinolaringoiatria che sono oltre 5mila in tutta Italia.
Ambiente: Verbania capitale della sostenibilità
Vince la classifica di Legambiente davanti a Belluno e Parma. Male il Sud, Catania maglia nera
E’ un’Italia più tartaruga che lepre quella delle città italiane, dove si registra una battuta d’arresto nelle politiche ambientali urbane e una scarsa agilità nello sfruttare le opportunità, anche economiche, offerte da una più attenta e lungimirante gestione dei rifiuti, della mobilità, dell’energia. E’ scarsamente attrattivo il trasporto pubblico (gli abitanti dei capoluoghi, in media, fanno solo un viaggio e mezzo a settimana su autobus, tram e metropolitane), le isole pedonali sono praticamente immutate da un anno all’altro (0,35 mq per abitante), le zone a traffico limitato si sono rimpicciolite (da 2,38 mq per abitante dello scorso anno ai 2,08 attuali), la congestione da quattroruote è identica (circa 64 auto ogni 100 abitanti), mentre sale solo dell’1% l’efficienza della depurazione (dall’88% all’89%), e il parametro migliore alla fine è quello della raccolta differenziata: un +2,79% che però lascia l’insieme delle città ferme al 27,19%, lontano, quindi, dal 50% che andrebbe assicurato entro il 2009.
In questo scenario statico spiccano le performance di Verbania, Belluno, Parma, Bolzano e Siena, che occupano i primi cinque posti della classifica, così come risaltano, stavolta in negativo, gli eco-risultati di Catania, Crotone, Agrigento, Frosinone e Caltanissetta, adagiate sul fondo della graduatoria.
Questi in sintesi i risultati della XVI edizione di Ecosistema Urbano di Legambiente, rapporto annuale realizzato con la collaborazione scientifica di Ambiente Italia e il contributo editoriale de Il Sole 24 ore. CLICCA QUI PER VEDERE LA GRADUATORIA FINALE.
La ricerca vede primeggiare ancora una volta solo comuni del centro-nord, mentre il Meridione resta ancora indietro, anche se qualche municipio inizia a muoversi: tra i primi 42 classificati di quest’anno troviamo, infatti, quattro comuni del Sud: Salerno (34ª), Campobasso (39ª), Potenza (40ª) e Matera (42ª). In generale, tuttavia, il fondo della graduatoria rimane monopolio del Mezzogiorno, con qualche new entry negativa anche dal Nord, come la lombarda Como (86ª) o la ligure Imperia (87ª). Nelle ultime venti posizioni sono rappresentate ben otto regioni italiane, ma è la Sicilia la maglia nera: tutti e nove i capoluoghi di provincia sono, infatti, piazzati in fondo. Seguono Calabria e Lazio con tre città ognuna, poi con un capoluogo ciascuno Sardegna, Molise, Liguria, Lombardia e Campania con Napoli che si piazza 89ª (era 88ª lo scorso anno).
Seppur in un contesto generalmente statico, tra i capoluoghi di provincia possiamo distinguere città lepre, formica o gazzella. Tra le lepri compaiono sicuramente Verbania e Novara che, con percentuali di raccolta differenziata superiori al 70%, hanno già raggiunto con netto anticipo l’obiettivo del 65% fissato per il 2012 dal decreto sul recupero dei rifiuti. A questa coppia si aggiungerà, probabilmente tra pochi mesi, Salerno, che lanciando il porta a porta è riuscita, prima città del Sud, a inaugurare una gestione della spazzatura efficace e sostenibile. E leste nell’avviare un ciclo virtuoso in questo campo sono state anche Asti, Belluno, Rovigo, Gorizia, Lecco, Trento, Bergamo, Treviso, Alessandria, Biella (tutte sopra il 50% di raccolta differenziata, il target da conquistare entro la fine di quest’anno). Ci sono, poi città, che come formiche hanno saputo costruire, nel tempo, zone a traffico limitato significative, sviluppato una buona mobilità ciclabile, organizzato un servizio di trasporto pubblico che – relativamente al dimensionamento del territorio comunale – offre discrete performance. Siena soprattutto, ma anche Mantova, Pisa, Verbania e Firenze hanno estese Ztl. Siena, stavolta insieme a Trento e Trieste, riappare anche tra i capoluoghi dove una buona percentuale di abitanti usa il trasporto pubblico. Mentre è tra Lombardia, Emilia Romagna e Piemonte che si è sviluppata meglio una mobilità ciclistica, vera alternativa all’automobile per gli spostamenti in città: tra le migliori, in questo caso, compaiono le città di Reggio Emilia, Mantova, Lodi, Vercelli, Ravenna, Cuneo, Ferrara, Modena, Piacenza, Cremona e Forlì. Tutte con più di 20 metri equivalenti di ciclabile ogni 100 abitanti. Merita però una citazione anche Bari, prima città meridionale che, pur non fornendo prestazioni analoghe a quelle dei comuni citati, ha avviato un serio e articolato progetto per favorire gli spostamenti a pedali. E arriviamo alle gazzelle, agili nel promuovere lo sviluppo del solare termico o del fotovoltaico, come Siena o Cremona, o nel lanciare politiche locali di efficienza e risparmio energetico, come Terni, Rimini o Livorno.
L’altra faccia dell’Italia è quella delle tartarughe: quattro città siciliane, Messina, Catania, Palermo ed Enna che raccolgono in maniera differenziata un decimo di quello che dovrebbero. E da questa parte del Paese non mancano neanche le cicale, che cantano annunciando prodigiosi interventi antitraffico ma hanno un trasporto pubblico praticamente inesistente (Vibo Valentia, Crotone e Latina), zero zone a traffico limitato (una ventina di capoluoghi in tutto), una ciclabilità inesistente o ridotta all’osso (Napoli o Potenza ad esempio). Per non parlare poi delle città elefanti, legate a filo doppio alle fonti fossili (e qui l’elenco è lunghissimo).
“Non investire nella sostenibilità urbana produce un doppio danno, sia locale che globale – ha sottolineato Vittorio Cogliati Dezza, presidente nazionale di Legambiente – nelle città infatti si concentrano le più alte percentuali delle emissioni inquinanti, dei consumi energetici e degli spostamenti: migliorando l’ecosistema urbano, quindi, si offre un ambiente migliore agli abitanti e, nello stesso tempo, si contribuisce alla riduzione dei gas climalteranti che stanno facendo salire la temperatura del pianeta. Proprio dai centri urbani, anzi, in vista del vertice di Copenaghen, potrebbe partire una sfida in tre settori determinanti: edilizia, mobilità e inversione dell’effetto “isola di calore”. Tre ambiti dove le pubbliche amministrazioni e le imprese devono promuovere innovazione, sostenibilità, riduzione dei consumi e delle emissioni con il coinvolgimento della ricerca, degli urbanisti e, non ultimo, della gente comune, che già esprime questi nuovi bisogni ma, come testimonia anche quest’anno Ecosistema Urbano, troppo di rado trova risposte adeguate sul territorio”.
“Le città sono in sofferenza – ha aggiunto Alberto Fiorillo, responsabile aree urbane di Legambiente – alle prese con numerosi problemi ambientali e una manutenzione che malagestione o risorse economiche sempre più risicate a disposizione delle amministrazioni locali rendono via via più problematica e carente Eppure proprio i centri urbani, che sono tra i principali attori di un modello di sviluppo non sostenibile, sono i luoghi che possono governare direttamente il trasporto pubblico e la mobilità, che possono regolare coi loro piani il come, il dove e la qualità del costruire, che possono gestire al meglio le risorse energetiche, il ciclo dei rifiuti e quello dell’acqua, ridurre le emissioni di gas climalteranti e contrastare i cambiamenti climatici. Queste opportunità sono tutte nelle mani dei sindaci. Dovrebbero solo amministrare un po’ più da formiche e un po’ meno da cicale”.
Tornando ai risultati di Ecosistema Urbano di Legambiente, Verbania scala la classifica e dal 4° posto dello scorso anno si aggiudica il podio, grazie a significativi miglioramenti nelle medie del Pm10, nell’ottima percentuale di raccolta differenziata che la conferma leader in Italia con il 72,8% di rifiuti raccolti in modo specifico, nelle emissioni di CO2 per passeggero del trasporto pubblico, nei metri quadrati di zone limitate al traffico veicolare. Questi i punti forti a cui si aggiungono alcune buone conferme come quelle nei metri quadrati di isole pedonali e nelle certificazioni ambientali Iso 14001, per cui è seconda in Italia nella classifiche di settore. Il tutto, amalgamato con chiari passi avanti generali: dai consumi idrici alla percentuale di perdite della rete, ai passeggeri trasportati dagli autobus, ai consumi di carburanti.
Insieme alla prima classificata, Verbania, si confermano tra le migliori alcune delle città da anni habitué delle zone alte della classifica, come Belluno, vincitrice delle due precedenti edizioni e quest’anno al 2° posto, seguita da Parma (3ª), Bolzano (4ª) e Trento (6ª). Tra i comuni entrati da un paio di edizioni tra le eccellenze, si confermano Siena (5ª), Savona (7ª), La Spezia (8ª), tutti capoluoghi di “provincia”, espressione in massima parte del nord del Paese. Tra le new entry nella decina migliore impressiona il salto in avanti di Gorizia, che dalla 39ª postazione dello scorso anno sale alla decima.
Catania, ultima in graduatoria, riassume quello che succede (o che non succede) in coda alla classifica. Il capoluogo etneo butta al vento il 50% dell’acqua potabile immessa in rete, depura un terzo dei suoi scarichi fognari, raccoglie in maniera differenziata il 3% della spazzatura, ha un alto tasso di motorizzazione, un mediocre trasporto pubblico, pochissime isole pedonali e scarse zone a traffico limitato.
Tra le quattro metropoli invece, Milano è la più alta in classifica (46ª). Il capoluogo lombardo migliora particolarmente nei viaggi per abitante all’anno su bus e metropolitane (sono 443 in media quest’anno, erano 415) e nelle emissioni di CO2 per passeggero del trasporto pubblico, più che dimezzate. La seconda delle metropoli è Roma, 62ª (70ª nella passata edizione) con un comportamento stabile, ma in lieve miglioramento negli indicatori dello smog e del trasporto pubblico. Per il resto, tuttavia, quasi tutti gli indici, segnano cattive o pessime prestazioni. A Torino, 77ª, diminuisce, lo spazio destinato ai pedoni e alle ztl, mentre aumentano i metri complessivi di suolo urbano destinati ai ciclisti (era 4,16 metri equiv./100 ab, sono ora 5,54). Napoli infine, sta sempre lì, in basso (89ª), a dimostrazione che i problemi storici di cui soffre la città non sono ancora risolti. Si muove un po’ la differenziata dei rifiuti, ma nel capoluogo partenopeo notiamo una desolazione quasi assoluta per quel che riguarda lo spazio a disposizione di pedoni, ciclisti e ztl, così come va poco oltre una collezioni di zeri negli indicatori riferibili alle energie rinnovabili.
Sul prossimo numero di Vita Non Profit Magazine, un ampio dossier dedicato proprio ai temi della sostenibilità. In edicola da venerdì 30 ottobre.
Il meglio e il peggio dell’Italia delle città
Ecco, sinteticamente, alcuni indicatori di Ecosistema Urbano di Legambiente e le performance urbane migliori e peggiori in questi parametri
Pm10 – (media annua in microgrammi/mc)
Le migliori: Siena (20,0), Campobasso (20,0), Imperia (20,6).
Le peggiori: Siracusa (53,2), Frosinone (51,7), Torino (50,8).
Dispersione rete idrica – Differenza tra acqua immessa e acqua consumata (%)
Le migliori: Cremona (9%), Vercelli (9%), Macerata (10%), Piacenza (10%), Milano (10%).
Le peggiori: Cosenza (67%), Potenza (58%), Gorizia (58%).
Capacità di depurazione acque fognarie
Le migliori: Vercelli (100%),Torino (100%), Taranto(100%), Sondrio(100%), Rieti (100%), Pescara (100%), Modena (100%), Lecce (100%), Foggia (100%), Campobasso* (100%), Cagliari (100%), Bolzano (100%), Aosta (100%), Brindisi (100%).
Le peggiori: Imperia (0%), Benevento (22%), Treviso (28%).
Raccolta differenziata dei rifiuti
Le migliori: Verbania (72,8%), Novara (71,9%), Asti (62,1%).
Le peggiori: Messina**(3,1%), Catania (3,5%), Palermo (4,3%).
Tasso di motorizzazione auto – Auto circolanti ogni 100 abitanti
Le migliori:Venezia (41), Genova (46), La Spezia (49).
Le peggiori: Aosta (208), Viterbo (75), Latina (73).
Isole pedonali – Estensione pro capite della superficie stradale pedonalizzata (mq/ab)
Le migliori: Venezia (4,87), Verbania (2,05), Terni (1,67).
Le peggiori: Viterbo, Trapani, Rovigo*, Rieti, Macerata, Brindisi (0,00).
Piste ciclabili – Indice ciclabilità, misura i metri equivalenti di piste ciclabili ogni 100 ab. (m_eq/100 ab).
Le migliori: Reggio Emilia (32,79), Mantova (28,33), Lodi (24,93).
Le peggiori: Viterbo, Vibo Valentia*, Teramo*, Potenza*, Nuoro, Napoli, L’Aquila* (0,00).
Verde urbano fruibile – Estensione pro capite di verde fruibile in area urbana (mq/ab)
Le migliori:Lucca (53,05), Modena (37,88), Prato (34,80).
Le peggiori: Trapani (0,71), Crotone (1,30), Siracusa (1,61).
da www.vita.it
Filastrocca per Antonella S.
di Daniela Domenici
Tra poco lascia Facebook Antonella la pantera
ma dentro ognuna di voi vivrà Antonella quella vera
la bellezza della sua poesia
rimarrà a farvi compagnia
la profondità della sua fede
(che c’è e si vede)
di cui vi ha dato un assaggio
conterrà sempre un messaggio:
senza perdono non c’è amore
aprite sempre il vostro cuore…
Anche dopo che Facebook lascerà
una buona parola per tutti sempre avrà